Dalla Rivelazione antroposofica apprendiamo quanto significative possano risultare, da un’epoca all’altra, sottili mutazioni del corpo umano, la cui delicata gestazione non di rado si svolge a livelli a lungo percepibili solo alla visione chiaroveggente.
Cosí sul tema si esprime Rudolf Steiner in una conferenza londinese del primo Maggio 1913 (in: Verso il Mistero del Golgota, Ed. Antroposofica, O.O. N° 152): «Nell’attuale periodo dell’umanità si sta preparando un organo delicato, un organo che gli anatomisti e i fisiologi esteriori non sono in grado di osservare. Eppure quest’organo esiste sul piano anatomico. È situato nel cervello, in prossimità dell’organo del linguaggio».
Dunque non una modifica collaterale: un vero e proprio organo è in formazione e ogni cervello umano è destinato ad esserne dotato: «In futuro, tutti gli uomini possiederanno quest’organo, a prescindere dall’evoluzione delle anime che in quei corpi si incarneranno e in maniera del tutto indipendente dal karma di tali anime. Quest’organo sarà posseduto in una futura incarnazione sia da uomini che attualmente sono forse ostili all’Antroposofia, sia da coloro che oggi la considerano con simpatia. In futuro, quest’organo sarà lo strumento fisico di certe forze dell’anima, cosí come, ad esempio, l’organo di Broca (Paul Broca, antropologo, 1824/1880 – n.d.r.), situato nella terza circonvoluzione cerebrale, è l’organo della facoltà del linguaggio umano». Nelle future incarnazioni umane, una struttura cerebrale completamente nuova sarà dunque presente in ogni cervello, indipendentemente sia dal karma personale sia dall’eventuale impegno in percorsi di ricerca spirituale.
Legittima a questo punto un’ardente curiosità sulla funzione di quanto si sta formando: «Quest’organo …sarà …lo strumento fisico per ricordare un’incarnazione precedente, ricordo che ora è possibile avere solo grazie ad un’evoluzione spirituale superiore». Rivelazione davvero sorprendente: quanto oggi è raggiungibile solo in conseguenza di severissime discipline iniziatiche, già dalla prossima incarnazione si presenterà come naturale sviluppo fisiologico della costituzione umana: «Ciò che nel presente si può acquisire solo con l’Iniziazione, sarà in futuro, in certo modo, un bene comune a tutta l’umanità. …Il ricordo di vite precedenti, che attualmente è possibile solo agli Iniziati, in futuro sarà in possesso di ogni singola anima umana».
Venendo cosí ad apprendere che saranno ugualmente dotati di questo nuovo organo meraviglioso anche materialisti negatori di ogni forma di spiritualità, un onesto cercatore duramente impegnato nel percorso antroposofico potrebbe avvertire un certo stupore – se non addirittura una qualche forma di innocuo… risentimento – per un “condono” che si presenta accordato anche a chi non abbia mai coltivato alcuna dedizione verso gli aspetti sovrasensibili dell’esistenza.
Ma non sarà cosí: «Quando quest’organo si sarà evoluto, l’umanità potrà usarlo sia correttamente sia in modo scorretto. Sapranno farne un uso corretto le persone che preparano fin da ora la possibilità di serbare nella memoria un ricordo veritiero dell’attuale incarnazione, quando vivranno la prossima incarnazione terrena».
Pressante si presenta il quesito su come operare oggi onde “serbare nella memoria” un tale ricordo delle nostre attuali esistenze. Articolata in successive scansioni la risposta del Dottore: «Saranno in grado di far un uso corretto di quest’organo solo coloro che nell’attuale incarnazione avranno iscritto chiaramente pensieri e idee occulti nella sostanza dell’Akasha».
Si inizia ad intravedere una certa luce, ma accompagnata dalla necessità di ulteriori delucidazioni, che non si fanno attendere: «Quando vivremo un’incarnazione futura, ci rammenteremo di quelle passate solo se saremo in grado di ricordare la vera natura dell’anima, natura che perdura da un’incarnazione all’altra (c.d.r.)».
Tanto spontanea la successiva domanda su come sia possibile acquisire tale facoltà animica, quanto immediata l’illuminazione risolutiva: «Possiamo ricordare solo ciò che in precedenza abbiamo pensato. …Chi nella vita attuale non studia la scienza occulta, non può acquisire alcuna conoscenza della costituzione e dell’entità dell’anima (c.d.r.). Non avendo, dunque, queste conoscenze, come potrà ricordarsi, in una futura incarnazione, di cose alle quali, nell’incarnazione precedente, non aveva mai pensato? …La Scienza dello Spirito ci dà la possibilità di usare correttamente l’organo che si svilupperà negli uomini del futuro, cioè l’organo del ricordo delle vite precedenti. È in questa nostra attuale incarnazione che noi dobbiamo iscrivere nella cronaca dell’Akasha le conoscenze della nostra anima».
E gravi si rivelano le conseguenze per chi nulla avrà voluto sapere degli studi in questione: «In questi ultimi si manifesteranno alcune patologie. …Possedere un organo senza avere la capacità di usarlo, genera una specie molto precisa di malattie nervose».
Inevitabile a questo punto un accorato senso di preoccupazione, soprattutto verso le tante persone a noi care che sappiamo del tutto estranee agli studi in oggetto. Ma la Provvidenza si mostra ancora una volta generosa: «Non è assolutamente lecito affermare …che un uomo che oggi non sia disposto ad accogliere la Scienza dello Spirito, nella sua incarnazione successiva vada incontro alla perdizione. Avrà ancora …la possibilità di rimediare nella vita successiva alla negligenza dimostrata. …Ma verrà il tempo in cui questa possibilità non esisterà piú».
Viene dunque concesso un generoso appello; ma prontissimo il nostro Pensiero del Cuore ci sussurra un segreto frutto di millenaria saggezza: “Chi ha tempo, non aspetti tempo”.
Francesco Leonetti