Lezione esoterica

Scienza occulta

 

 

Come nei numeri precedenti, persone presenti alla Lezione esoterica di Rudolf Steiner hanno preso appunti in modo diverso. In questo caso le quattro versioni che presentiamo differiscono di poco ma si integrano tra loro, rendendo piú completa la trascrizione.

 

Versione A

 

Se il punto di vista dei ricercatori dell’anima medievali, condiviso dagli psicologi moderni, fosse corretto, non esisterebbe l’esoterismo.

 

A quel tempo fu coniata la frase: «Tutto ciò che accade nell’anima è intenzionale», cioè tutti i processi dell’anima si basano su una certa intenzione; quando penso, il mio pensiero ha un certo contenuto, devo pensare qualcosa; quando sento, spero, immagino, voglio: allora devo sentire, sperare, immaginare, volere “qualcosa”. Gli investigatori dell’anima medievali lo esprimevano chiaramente, in modo molto piú acuto e chiaro degli psicologi di oggi, perché il nostro tempo è un tempo di concetti vaghi. Se questa visione del Medioevo fosse corretta, il pensiero esoterico non sarebbe possibile, perché l’esoterista vuole anche rimuovere questo “qualcosa” dalla sua anima, per renderla completamente vuota, in modo che il pensiero divino possa poi fluire nella sua anima. In un certo senso, ciò non è causato dai nostri esercizi, perché in essi ci concentriamo su certe parole, immagini eccetera che ci vengono date dal Maestro occulto. In altre parole, su un “qualcosa” che non proviene dal mondo sensoriale. E ciò prepara la nostra anima, quando è maturata attraverso questi esercizi, a ricevere l’essere divino.

 

Qual è lo scopo del pensiero concentrato? Distrarci dai pensieri materiali che turbinano intorno a noi e indirizzarci verso il riposo in un contenuto di pensiero specifico. A poco a poco, poi, dobbiamo arrivare al punto in cui, nella meditazione, possiamo astenerci da un determinato oggetto del nostro pensiero, liberarci completamente da esso e sviluppare i poteri necessari per pensare.

 

Lo sapevano molto bene anche i ricercatori dell’anima medievali, ma seguivano una regola che ancora oggi è seguita da molti, anzi, che è diventata un principio di tutta l’epistemologia. Dicevano: «Pensare, sentire, volere senza realizzare le intenzioni è molto difficile; ciò che è difficile è impossibile per l’uomo». Ecco come sono entrate in filosofia tutte quelle idee sui limiti della facoltà di conoscenza.

 

Naturalmente, non è facile per l’esoterista rimuovere ogni pensiero, sentimento e contenuto volitivo dalla propria anima durante la meditazione e sviluppare solo i poteri stessi. Solo attraverso una meditazione costante e faticosa ci potrà arrivare. In pratica, il meditante si trova nella stessa posizione della persona che dorme, solo che mantiene la sua coscienza.

 

Durante il sonno    

 Cosa succede durante il sonno? Il corpo astrale e l’Io lasciano il corpo, mentre il corpo fisico e quello eterico rimangono nel luogo di riposo, cioè, come ho spesso detto, ciò è vero solo fino a un certo punto. Come il Sole tramonta solo per una metà della Terra per risorgere per l’altra metà, cosí solo una parte del corpo fisico riposa. Nell’altra parte, il Sole del corpo astrale e dell’Io inizia a svolgere la sua attività.

 

Infatti, sebbene il corpo astrale e l’Io vengano estratti dal sistema nervoso e sanguigno durante il sonno, essi iniziano a esercitare le loro forze nel resto del sistema fisico – gli organi sensoriali e ghiandolari – durante il sonno. Lo si può notare da un confronto. A chi non è mai capitato di addormentarsi in una stanza non sufficientemente riscaldata e non adeguatamente preparata per il sonno e di avere poi la sgradevole sensazione, al risveglio, che il proprio corpo si fosse raffreddato? Il motivo è che durante il sonno il corpo astrale e l’Io non sono in lui, almeno non nel sangue e nel sistema nervoso. D’altra parte, essi pervadono gli organi ghiandolari e sensoriali anche durante il sonno. Pensiamo ad esempio a un goloso di dolci. In lui gli organi ghiandolari sono naturalmente sviluppati in modo diverso, perché non ha ancora superato il desiderio di buon cibo. Dobbiamo tenere presente che il fatto che nella meditazione gli organi sono lasciati a se stessi, il corpo astrale e l’Io escono quando diventano indipendenti.

 

Non è diverso per gli organi di senso. Sembrerà paradossale che i sensi siano piú svegli quando l’uomo dorme. Eppure è cosí. Prendiamo ad esempio l’occhio. Mentre i nostri occhi sono chiusi di notte, le forze dell’Io e del corpo astrale sono al lavoro. D’altra parte, quando siamo svegli durante il giorno, i nostri occhi sono in realtà addormentati. Se non lo fossero, l’uomo non sarebbe in grado di usarli. È proprio cosí che sull’emisfero del sistema sensoriale e ghiandolare sorge di notte il Sole del corpo astrale e dell’Io. Chi si sveglia coscientemente durante il sonno può sperimentare la luce che agisce sugli occhi, la edificazione dei sensi che deve cessare durante il giorno affinché l’uomo possa vedere.

 

     Lotta di angelo e demone

Quando il cristallino si espande e si contrae di nuovo, questa persona può avere l’immagine di un angelo che fluttua verso di lui nel campo visivo. Se potesse espandere la sua visione, vedrebbe, proiettato fuori di sé, un angelo in lotta con un demone. Questa immaginazione nasce perché durante il sonno il sangue è impegnato a rifornire l’occhio. Gli Dei e gli Arcangeli, infatti, hanno lavorato sull’occhio umano attraverso generazioni di Dei. Se vi rendete conto di questo, sentirete anche quanto sia empia la fisiologia moderna che affonda la sua sonda in ciò che è stato creato in milioni di anni da Gerarchie di esseri divini.

 

Quando il meditante guarda se stesso dall’esterno, può avere la sensazione di uno spazio pieno solo di calore, come una specie di forno. Ciò che vive in esso è ciò che vive e tesse la vita dell’anima umana come fosse propria. Sappiamo che esistono quattro tipi di etere: l’etere del calore, della luce, chimico e della vita. Il calore, che non è un semplice movimento di molecole, come credono i fisici, ma il primo dei quattro tipi di etere, il calore che l’uomo ha come proprio calore, non deriva semplicemente da processi fisici e chimici, ma almeno nel­l’uomo è cosí, negli animali è diverso, perché sono attivi un Io e un corpo astrale. Nella meditazione è possibile sentire questo proprio calore dentro e ampiamente fuori del corpo, come una sfera di calore che riempie il luogo in cui il corpo è altrimenti percepito e oltre. Dobbiamo sentire questo etere di calore che ci avvolge. Ciò richiede molta attenzione. Naturalmente, se qualcuno ci avvicinasse e volesse pungerci, ci accorgeremmo solo se la pelle venisse effettivamente toccata. Non si può immaginare di essere punti se si tocca solo l’etere circostante. Gli aspiranti esoteristi non sentono nulla di questo etere, sentono qualcosa di completamente diverso: pensieri che irrompono in loro; spesso li invadono immagini, sentimenti e preoccupazioni dimenticate da tempo. Poi vengono a lamentarsi. Allora l’esoterista piú esperto può dire: «Mi congratulo con te per i tuoi progressi, perché ora te ne rendi conto!».

 

Le parole del Vangelo di Giovanni si adattano a ciò: «E la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno compresa!». Perché questo calore che è dentro di noi è tenebra. La luce vuole penetrare dal­l’esterno, ma non può, perché c’è una lotta all’interno del calore stesso, una battaglia tra due tipi di calore. Sarà difficile per le persone rendersi conto dell’esistenza di questi due tipi di calore.

 

     Per capirlo, bisogna andare dai contadini, dalla loro filosofia contadina, almeno come era un tempo, perché negli ultimi decenni i contadini sono diventati sempre piú sciocchi. Ma questo solo perché sono entrati in maggiore contatto con la gente di città. I vecchi contadini non erano affatto sciocchi; sapevano molto nella loro filosofia contadina.

 

Un vecchio pastore una volta quando iniziò a scatenarsi un temporale mi disse: «Queste sono due tempeste che si scontrano». La fisica moderna parlerebbe di elettricità positiva e negativa, ma questi concetti astratti sono al di là della loro comprensione. Il vecchio pastore sentiva, sapeva ancora dal profondo della sua anima, che quando si scatena una tempesta, due potenze si combattono, che si sta svolgendo una battaglia.

 

L’uomo moderno non ha piú questa consapevolezza dei due tipi di calore; è piú capace di immaginare che ci sono due tipi di luce: quella interna, la luce luciferica, e quella esterna, la luce divina, che vede avvicinarsi a sé nella meditazione. Ma oltre al calore proprio dell’uomo, che è luciferico, c’è anche il calore che può irradiare dall’esterno, ma che inizialmente sperimenterà come freddo nella meditazione. È un buon segno sentirsi ispirati dal freddo nella meditazione, che è il calore dei mondi spirituali. Se ci abbandoniamo a questo freddo, sentiamo il nostro stesso calore come una sfera intorno a noi e dentro di noi. Passiamo come attraverso una fornace ardente in cui tutto ciò che è luciferico in noi viene bruciato, eppure questo fuoco dell’ira divina – che in realtà è amore – viene percepito come una freddezza che alita su di noi. Una volta raggiunta la consapevolezza di questo processo, arriviamo a dire a noi stessi: «Grazie a Dio sono tormentato, torturato, per sperimentare l’ira divina che brucia in me ciò che non dovrebbe piú essere in me!».

 

    Cristo e Lucifero

Poi arriva a noi il calore dall’esterno, che prima viene percepito come freddo, e questo arriva con la luce, che viene anch’essa da Lucifero, ma dal lato buono di Lucifero (la luce che entra nell’essere umano dà all’uomo conoscenza di Lucifero. La fonte di questa luce è Geova, che vive nell’acqua della saggezza cosmica). Gli spiriti delle Gerarchie buone usano poi Lucifero per irradiare questa luce in noi (Lucifero = luce – conoscenza. Calore – Cristo, amore. Prima dobbiamo riconoscere il Cristo come il piú alto, poi sperimentarlo mentre Egli stesso si irradia in noi come amore-vita. È Cristo contro Lucifero).

 

In questo modo possiamo giungere a una vita animica non intenzionale, a un mondo spirituale che non è una mera continuazione di quello fisico, ma un mondo completamente diverso. La Rosacroce può essere per noi un simbolo di tutto questo.

 

Le persone spesso dicono: «Per me la Rosacroce è solo un simbolo!». Ma questo è un loro errore. Nella Scienza Occulta sono già indicati i sentimenti e le sensazioni con cui l’uomo dovrebbe compenetrarsi, affinché la Rosacroce non diventi solo un simbolo, ma una forza viva. Possiamo anche trasformare in sentimento ciò che abbiamo detto oggi: Da Dio siamo nati [Ex Deo nascimur]. Ma poiché Lucifero si è mescolato alla creazione, il legno della croce deve bruciare, carbonizzarsi, diventare nero: In Christo morimur. Se siamo cosí morti nel Cristo, allora le forze cosmiche, le forze delle sette rose rosse celesti, possono venire a noi dall’esterno, dai sette pianeti, irradiandosi in noi come luce e calore.

 

Versione B

 

Se la visione degli psicologi medievali, che è anche quella della maggior parte degli psicologi di oggi, fosse corretta, allora non sarebbe possibile alcun esoterismo. Gli psicologi medievali lo esprimevano in modo netto e chiaro, molto piú netto e chiaro di quelli di oggi, perché il nostro è un tempo di concetti sfocati. Dicevano: tutta la vita dell’anima umana è intenzionale. Con questo intendevano dire che dovesse sempre avere un contenuto. Non si può “solo” pensare, bisogna pensare “qualcosa”. Allo stesso modo, non si può semplicemente sentire, volere, sperare, aspettarsi o immaginare senza concentrarsi su un contenuto specifico. Nell’esoterismo, invece, deve essere esattamente il contrario. Tutti i nostri esercizi hanno lo scopo di insegnarci a vuotare il pensare, senza pensare a qualcosa e cosí via. Quindi ciò che pratichiamo non è la cosa essenziale, ma solo la preparazione a ciò che dobbiamo conseguire attraverso di esso: pensare e cosí via senza un oggetto, il pensare senza un oggetto.

 

Qual è lo scopo del pensiero concentrato? Lo scopo è quello di allontanarci dai pensieri esterni e materiali, che turbinano intorno a noi e di dirigere il nostro pensiero su un pensiero specifico. Gradualmente dovremmo pervenire a distoglierci anche dall’oggetto su cui ci stiamo concentrando nella meditazione, per liberarcene completamente e sviluppare solo le forze necessarie per pensare.

 

Anche i ricercatori spirituali medievali lo sapevano molto bene, ma applicavano una regola che ancora oggi è utilizzata dalla stragrande maggioranza delle persone, anzi, è diventata un principio di tutta l’epi­stemologia. Dicevano che è molto difficile realizzare il pensiero, il sentimento e cosí via senza intenzione, e ciò che è molto difficile è impossibile per l’uomo. Da qui derivano in seguito tutte le idee sui limiti della nostra capacità di conoscere e cosí via.

 

Tuttavia, dovrebbe essere possibile per l’esoterista sviluppare una vita di pensiero completamente diversa da quella ordinaria. Attraverso la meditazione, il meditante dovrebbe entrare nello stesso stato di una persona addormentata, ma nonostante ciò avere ancora coscienza. Cominciamo con esempi concreti.

 

Se una persona ha dormito in una stanza non adeguatamente riscaldata e si sveglia con una sensazione di freddo, è piú difficile che si riscaldi rispetto a chi svolge le sue attività abituali durante il giorno. Da dove deriva questo fenomeno? Si dice che nel sonno il corpo fisico e il corpo eterico rimangano nel luogo di riposo e che il corpo astrale e l’Io escano. Questo è approssimativamente corretto, proprio come quando si dice, ad esempio, che il Sole scompare dalla Terra durante la notte. Questo è vero per una metà della Terra, ma non per l’altra. Cosí, nel sonno, il corpo astrale e l’Io si ritirano dal sistema sanguigno e nervoso, ma poi penetrano maggiormente i sistemi sensoriali e ghiandolari. Può sembrare strano che gli organi dei sensi siano piú “svegli” quando gli esseri umani dormono. Tuttavia, è cosí. Quando siamo svegli, durante il giorno, gli occhi e cosí via dormono; se cosí non fosse, l’uomo non sarebbe affatto in grado di vedere. Cosí per la metà terrestre degli organi di senso e del sistema ghiandolare, il Sole del corpo astrale e dell’Io sorge di notte.

    

Angelo vicino al dormiente

 

Se si riesce a svegliarsi consapevolmente durante il sonno, allora si può sperimentare la luce attiva negli occhi, la ricostruzione degli organi di senso che deve cessare durante il giorno affinché l’uomo possa “vedere”. Questo Io si sperimenta poi in visioni immaginative. Si può forse avere nel proprio campo visivo l’immagine di un angelo, proiettato fuori di sé, che fluttua verso di noi. Se si potesse espandere ulteriormente la visione, si vedrebbe un arcangelo che combatte con un demone. Questa sarebbe l’immagine del fatto che il sangue è impegnato a nutrire gli occhi e che questo fa sí che il cristallino dell’occhio si restringa e si ingrandisca. Ciò si esprime nella prima immagine descritta sopra.

 

La persona comune potrebbe arrivare a dire: «Allora ciò che percepisco sarebbe solo qualcosa che creo da me stesso». Ma l’esoterista parlerà in modo diverso. Saprà che la visione, il vedere, non sarebbe possibile se gli Arcangeli non combattessero e non sconfiggessero costantemente le tenebre, e questo è ciò che è espresso nel­l’immagine. Gli Arcangeli hanno lavorato sull’occhio per generazioni di Dei. Se ci si rende conto di ciò, si coglie quanto sia empio che il fisiologo moderno inserisca la sonda in quell’organo che è stato formato in milioni di anni da Gerarchie di esseri divino-spirituali.

 

Se il meditante si guarda in questo modo dall’esterno, può avere la sensazione di uno spazio che è riempito solo di calore, come una specie di forno. Ciò che vive in esso è ciò che tesse e vive nella vita dell’ani­ma umana come sua propria natura. Quel calore – che non è solo un movimento, come dice la fisica, ma il primo dei quattro tipi di etere – che l’uomo ha come proprio calore, non deriva solo da processi fisici e chimici – almeno non nell’uomo, negli animali è diverso – ma deriva dal fatto che nell’uomo vivono un Io e un corpo astrale. In meditazione è ora possibile sentire il proprio calore all’interno e persino all’esterno del corpo, come una sfera di calore che riempie il posto in cui il corpo è altrimenti percepito – e anche un po’ oltre.

 

Non è facile percepirlo, richiede molta attenzione. Gli esoteristi principianti noteranno inizialmente qualcosa di molto diverso da questa sfera di calore, cioè i pensieri che li invadono, a volte pensieri dimenticati da tempo, preoccupazioni, sentimenti, eccetera. L’esoterista piú esperto può solo dire: «Mi congratulo con te, o uomo, per i tuoi progressi, perché ora te ne rendi conto!». A ciò possono essere applicate le parole del Vangelo di Giovanni: «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa». Perché questo calore che è dentro di noi è tenebra. La luce vuole penetrare dall’esterno, ma non può farlo perché all’interno del calore stesso si sta svolgendo una battaglia tra due tipi di calore.

 

Per la gente di oggi sarà difficile rendersi conto che possono esistere due diversi tipi di calore. Per rendersene conto, bisogna andare dai contadini che hanno ancora una filosofia contadina, almeno come la usavano loro. Negli ultimi decenni i contadini sono diventati sempre piú stupidi, ma solo perché sono sempre piú a contatto con gli abitanti delle città. I contadini del passato non erano stupidi e avevano una “filosofia contadina”. Come disse una volta un vecchio pastore quando iniziò a scatenarsi un temporale: “Si tratta in realtà di due tempeste che si muovono l’una contro l’altra”. Lo scienziato naturalista di oggi parlerà di elettricità positiva e negativa e avrebbe alcune altre cose da dire, ma solo perché la sua comprensione si arresta non appena pronuncia la parola “elettricità”. Il vecchio pastore sentiva che quando arriva un temporale ci sono due potenze che lottano l’una contro l’altra, che c’è una battaglia in corso. L’uomo moderno non ha piú questa consapevolezza dei due tipi di calore.

 

È piú facile immaginare che ci possano essere due tipi di luce: quella interiore, che proviene da Lucifero, e quella esteriore, che vedete venire verso di voi durante la meditazione. Ma oltre al calore proprio dell’uomo, che è luciferico, c’è anche un calore che può irradiarsi verso di lui dall’esterno, ma che inizialmente percepirà come freddo nella meditazione. In realtà, è un buon segno sentirsi toccati dal freddo che si irradia dai mondi spirituali nella meditazione. Abbandonandoci a questo freddo, sentiamo il nostro calore come una sfera dentro di noi e intorno a noi. Passiamo attraverso una fornace ardente in cui viene bruciato tutto ciò che di luciferico c’è in noi e che tuttavia viene percepito come freddo. Allora l’uomo arriva a dire: «Grazie a Dio che sono tormentato, che vengo trovato maturo per sperimentare l’ira divina che brucia in me ciò che non dovrebbe essere in me». Allora entra in noi il calore dall’esterno – che prima era sentito come freddo – e questo viene insieme alla luce, che è anch’essa di Lucifero, ma proviene dal lato buono di Lucifero. Gli spiriti delle Gerarchie buone usano Lucifero per far risplendere la luce dentro in noi.

 

In questo modo possiamo conseguire una vita animica non intenzionale, un mondo spirituale che non è una semplice continuazione del mondo fisico, ma è un mondo completamente diverso.

 

      Rosacroce

La Rosacroce può diventare un simbolo di tutto questo. I discepoli spesso dicono: la Rosacroce rimane solo un simbolo per me. Si deve rispondere: «Questa è colpa vostra!». La Scienza Occulta elenca già i sentimenti di cui ci si deve impregnare affinché la Rosacroce non rimanga solo un simbolo.

 

In questo modo, possiamo trasformare ciò che abbiamo detto oggi in un sentimento: siamo nati da Dio: Ex Deo nascimur, ma poiché Lucifero si è mescolato alla creazione, il legno della croce deve bruciare, carbonizzarsi, diventare nero. In Christo morimur. Se siamo morti in Cristo in questo modo, allora le sette forze dei mondi, le forze delle sette rose rosse, possono entrare in noi dall’esterno come luce e calore: Per Spiritum Sanctum reviviscimus.

 

 

Versione C

 

Una concezione medievale dell’anima diceva che tutto il pensiero, il sentimento e la volontà fossero intenzionali e basati sul contenuto. Se questo fosse vero, non potrebbe esistere l’esoterismo, perché lo scopo dell’esoterismo è proprio quello di staccare la vita dell’anima dai contenuti che provengono dal mondo fisico. Se meditiamo davvero bene, tutti i contenuti devono scomparire dalla nostra vita animica; solo allora diventiamo abbastanza maturi da sentire qualcosa che fluisce in noi dall’altra parte, dal mondo spirituale. Possiamo chiarire questo concetto con un esempio.

 

Quando dormiamo, facciamo qualcosa di simile alla meditazione vera e propria, cioè ci ritiriamo dal corpo con l’Io e il corpo astrale. Se non stiamo attenti a tenere la stanza calda, al risveglio possiamo sentire freddo, perché l’Io e il corpo astrale non lavorano nel nostro sistema sanguigno e nervoso e non ci riscaldano come fanno normalmente. Quando dormiamo, non si ritirano completamente, ma lavorano negli organi di senso e nel sistema ghiandolare. Agiscono sulle facoltà degli occhi e degli altri organi di senso molto piú che durante il giorno, quando usiamo gli occhi e soprattutto agiscono sul sistema ghiandolare. Lavorando di piú negli organi ghiandolari e di senso, spesso le prime visioni si rivelano fisicamente: un angelo che sconfigge un diavolo, forze che agiscono negli occhi.  

Calore

 

Man mano che progrediamo nell’esoterismo, possiamo sentire l’aura di calore che ci circonda, che richiama il nostro Io e il nostro corpo astrale dal calore dell’etere che ci circonda. Di solito non lo sentiamo perché sorgono pensieri, ricordi, preoccupazioni eccetera che cercano di disturbarci nella nostra meditazione, ma quando li superiamo, sentiamo l’aura del nostro calore intorno a noi. Possiamo allora sentire profondamente la verità delle parole: «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa». Perché ciò che emaniamo da noi stessi è l’oscurità che impedisce alla luce divina di risplendere su di noi. Questa è la nostra vita animica luciferica, che penetra verso l’esterno come oscurità (calore) e quindi impedisce alla luce divina luciferica (saggezza) di irradiarsi su di noi dai mondi spirituali (Spirito di verità – Spirito Santo) (filosofia contadina di due temporali che si scontrano). Ma qualcosa di simile accade anche con il calore. Anche il calore che irradiamo viene accolto dall’esterno dal calore di Dio, dal calore del mondo spirituale, ma noi lo percepiamo al contrario, cioè come freddo che ci alita addosso. Non troviamo piacevole sentirci lambiti dal calore divino, che percepiamo come freddo, ma questo è proprio il processo di combustione spirituale. Dobbiamo attraversare la fornace ardente della nostra stessa vita animica luciferica, che noi stessi abbiamo messo fuori: e allora dopo ci sentiamo circondati dal calore divino, che è come freddo, tanto che il processo di combustione è come un processo di congelamento. Quindi tutta la nostra oscurità e il nostro calore egoistico devono essere bruciati prima che la luce divina possa risplendere su di noi. Possiamo pensare alla croce di rose, al legno carbonizzato, al corpo, e poi alle rose di luce pura, alle nuove forze divine che si irradiano in noi. Allora diventeremo profondamente consapevoli del Mistero del Golgotha e di come dobbiamo bruciare le nostre passioni per poter accogliere la pura luce del mondo spirituale. Ex Deo nascimur, in Christo morimur, per Spiritum Sanctum reviviscimus.

 

Concentrazione su una formula o un quadro immaginativo – Meditazione – Pace dell’anima. E [illeggibile, forse: che scorre nell’] uno del divino, sia nei suoi pensieri cosmici che nelle immagini o nell’ispira­zione e nell’intuizione.

 

 

Versione D

 

Se si volesse credere agli insegnamenti medievali, allora si dovrebbe supporre che una vita esoterica non sarebbe affatto possibile. A quell’epoca si credeva in seguaci di ciò che si può definire il pensiero, il sentimento e la volontà “intenzionali”. Bisognava pensare “qualcosa”, sentire qualcosa, volere qualcosa. Ma l’esoterista dovrebbe però allontanarsi proprio da questo “qualcosa”.

 

Nella meditazione, le forze dell’anima devono essere raccolte con calma e serenità. L’esoterista alle prime armi quasi sempre si lamenta: «Questo e quello mi mancano. Sorgono immagini, idee e cosí via da cui non posso difendermi; offuscano la mia meditazione». L’esoterista esperto dovrebbe rispondergli: «Congratulazioni, hai fatto il primo passo!».

 

“Approssimativamente” parlando, il corpo astrale e l’Io sono fuori dal corpo fisico ed eterico durante il sonno. Ma questo non corrisponde del tutto alla realtà. Non corrisponde completamente come quando si dice: «Il Sole sta tramontando» e cosí via. Sí, per una parte della Terra tramonta davvero, ma per l’altra sorge alla stessa ora. È lo stesso per il corpo astrale e l’Io, con le loro forze. Durante il sonno, i sensi e il sistema ghiandolare sono in realtà svegli perché vengono elaborati. Durante la coscienza diurna, ad esempio, l’occhio non è affatto sveglio, altrimenti non potrebbe percepire le cose nello spazio, non potrebbe vedere. La parte spirituale dell’occhio si sveglia solo di notte. Pertanto, si è soggetti a molte illusioni. Prendiamo ad esempio il caso positivo di chi vede un angelo che sconfigge un diavolo. La pupilla si contrae e si dilata, ma l’immagine non rimane nell’occhio, viene proiettata all’esterno. Gli arcangeli lavorano su questo occhio da milioni di anni.

   

Ora nella meditazione dovremmo imitare consapevolmente lo stato di sonno.  

 

Sogno goloso

 

Dobbiamo distinguere tra quattro sostanze eteriche: etere di calore, etere di luce, etere chimico [o] etere del suono [ed etere di vita]. Inizialmente siamo immersi nell’etere del calore. La sensazione di raffreddamento, di non riuscire a riscaldarsi da soli, che spesso notiamo quando ci svegliamo in una stanza non sufficientemente riscaldata, si verifica anche durante la meditazione. Si verifica un effetto sulle forze riscaldanti, sul sistema nervoso, sui sistemi sensoriale e ghiandolare. Il sistema ghiandolare è particolarmente colpito. Per questo motivo la meditazione spesso fa emergere qualcosa che si nasconde all’interno. Per esempio la golosità, desideri segreti nel sistema ghiandolare, che poi si manifestano come immagini, come visioni di ogni tipo.

 

Nell’etere del calore non dobbiamo sentirci limitati dalla nostra pelle, ma piuttosto proiettarci oltre essa, cosí come l’esoterista impara a sentirsi molto piú grande di quanto la pelle lo limiti. L’essere umano si sente pieno di calore interiore come un forno. I sentimenti, i desideri e cosí via non purificati si riversano ora in questa sostanza e offuscano la meditazione oscurando la luce che vuole penetrare (etere di luce). Meditate: la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’accolgono.

 

C’è un mezzo per progredire ulteriormente: l’immersione nell’idea della Rosacroce. I nostri desideri e le nostre passioni devono bruciare nella fornace – dell’etere del calore – del superamento. Ma poiché nello spirituale tutti i concetti devono essere trasformati, invertiti, bisogna dire: si solidificano, si congelano. Nessun esoterista inizialmente trova piacevole essere circondato dalla regione del freddo. Poiché le parti che compongono la Rosacroce sono prese dal fisico, cosí diciamo: bruciano. Da qui la croce di legno nera carbonizzata. Le rose luminose sbocciano dallo spirituale. L’uomo tripartito sacrifica il suo pensare, sentire e volere.

    

Nell’etere della luce, Lucifero. Se lavora dall’interno verso l’esterno, diventa una forza malvagia. Ma se opera dall’esterno verso l’interno, allora è una forza buona, perché gli Dei buoni si servono di lui.

    

Ex Deo nascimur: eravamo soggetti a influenze luciferiche.

 

 

Rudolf Steiner

 




 

Conferenza tenuta a Copenaghen il 30 dicembre 1913.

O.O. N° 266/3. Traduzione di Marco Allasia.

Da appunti dei presenti non rivisti dall’autore.