Si è abituati a considerare Costantinopoli e l’impero bizantino come una sorta di terminale morente dell’Impero Romano.
Questa convinzione, largamente condivisa, nasce da una cattiva interpretazione della fine dei due Imperi. Ma forse, meglio, della visione materialistica della storia.
Effettivamente un Impero troppo grande per poter essere gestito da un solo centro di potere, fu diviso in due; dove una delle due parti sopravvisse piú di mille anni rispetto all’altra (330-1453).
Il nostro Maestro Massimo Scaligero ci diceva che se l’Impero Romano si fosse lasciato pervadere dal Cristianesimo, non sarebbe crollato. La follia di alcuni Imperatori nasceva proprio da forme d’Iniziazione antiche che non riuscivano ad abbracciare la nuova spiritualità che stava fecondando l’umanità.
Quindi Roma cadde, tra le altre ragioni storiche che nessuno contesta, anche perché abbarbicata al suo paganesimo.
Costantinopoli no. Bisanzio era cristiana.
Oltre a tutte le interpretazioni storiche ufficiali che nessuno vuole negare, rimane vero che quella parte dell’Impero Romano sopravvissuta fino al 29 Maggio 1453 aveva aperto la porta al Cristianesimo, abiurato il vecchio paganesimo e fatta, della nuova religione, la religione di Stato.
A questo riguardo, le parole di Massimo Scaligero trovano una conferma storica molto importante.
Simbolo di questa Cristianità è la cattedrale di Santa Sophia, che erroneamente si pensa sia stata dedicata alla Sophia greca, alla dialettica. Non avrebbe avuto senso in un Impero cristiano.
Santa Sophia è l’Iside-Sophia che il nostro Maestro ci indica quale Iside Egiziana, ma anche Vergine Cristiana; ci si riferisce sempre alla stessa Divinità.
Allora una cattedrale ad essa dedicata acquista verità, indicando che la vera anima dell’Impero Bizantino fosse la sua natura esoterico-cristiana nel senso piú profondo e non un vetusto e morente impero burocratico e cavilloso, come normalmente si crede.
Non si sopravvive piú di mille anni (330-1453) se non si ha qualcosa di profondo da esprimere; “qualcosa” che era il suo Cristianesimo.
Quando Maometto II assediò Costantinopoli, la guerra che si svolse fu proprio una guerra di religione; non tanto contro il Cristianesimo, in generale, ma proprio contro la chiesa di Giovanni, occulta ed esoterica, di cui Santa Sophia era il simbolo.
Si sarebbe potuta salvare la città, se tutta l’umanità cristiana avesse combattuto per difenderla.
Ma questo non fu. L’incapacità di comprendere il vero e profondo significato di quella guerra di civiltà, ognuno preso dai propri particolari interessi, lasciarono Costantinopoli al suo destino.
Tradita fin all’apertura di una porta per far agio ai Giannizzeri del Sultano; Bisanzio testimonia come quella fu simbolo di una guerra combattuta dentro di sé prima che all’esterno. Proprio come accade ad ognuno di noi, dove il male vince in primis per la personale debolezza che pensa sia piú facile aprire “la porta della città” agli Ostacolatori.
In ognuno di noi c’è una cattedrale della Dea ignota, dello Spirito Santo; ma la lasciamo prigioniera di Lucifero nella profondità del proprio cosmo, silente, in attesa della liberazione del singolo. L’Iside-Sophia è in trappola per colpa della nostra debolezza.
Colpisce come la chiesa di Santa Sophia, caduta in mano ottomana con tanto di vessilli islamici esposti e trasformata in moschea, sia paragonabile al simbolo proprio dell’Iside Sophia, la Dea ignota, che caduta prigioniera, per colpa della “distrazione” degli uomini, attende da essi d’essere liberata.
L’azione di liberazione è chiaramente interiore. L’impresa indicata da Massimo Scaligero è eroica, proprio perché ci si accorge che l’unico vero nemico dello Spirito Santo è proprio se stessi.
Quindi se gli eventi storici seguono un loro sapiente percorso, a noi rimane l’insegnamento di un Sacro Luogo perso in mani nemiche, che attende la nostra liberazione.
L’Iside Sophia è nel nostro cuore prigioniera di quei demoni che facciamo quotidianamente scorrazzare nella nostra interiorità. Attende l’Avvento del nostro Io che sbaragli la nostra parte inferiore, che attualmente tiene prigioniera la Vergine, per restituirgli il Sacro Fuoco della Pentecoste.
Ogni volta che facciamo gli esercizi con dedizione, che superiamo una nostra debolezza, piccola o grande che sia; ogni volta che con un atto d’amore aiutiamo spiritualmente un fratello e gli stiamo vicino, vinciamo un’eroica battaglia campale contro gli Ostacolatori.
L’Iside prigioniera, in silenzio, esulta di gioia per la sua liberazione piú vicina. Che questo Nuovo Anno sia fecondato dal sacro Suono del Logos per tutti.
Massimo Danza