Il Pellegrino

Poesia

Il Pellegrino

Carri armati

Ovunque c’è una guerra, ovunque passano

i Quattro Cavalieri sopra carri

d’acciaio, devastando le colture

che danno cibo ai popoli, sollecita

incongrua tenerezza il grano acerbo

spuntato tra i cannoni, sottoposto

all’offesa dei cingoli. Deflagrano

sotto i colpi gli altari, le dimore

degli uomini incapaci di comprendersi.

Ed è chiara la notte, buio il giorno,

eterno sisma, cupa frenesia

nella terra, nel sangue. Finirà

con questo spasmo d’odio, con lo strazio

di mani tese al cielo, bocche aperte

a sillabare l’ultimo respiro,

la civiltà, cedendo alla barbarie?

E tutto accade per un posto al sole,

per l’antico peccato di violare

l’Albero della Vita, la superba

libidine di avere e non donare.

E il grano muore, non darà mai pane.

Ma se un Uomo venisse a seminare

nei solchi tormentati la Parola,

ecco vedremmo uscire dalle tane,

corrersi incontro, tendersi la mano

le creature piegate nell’orrore,

nel timore dell’altro… se venisse

il Pellegrino, stanco di aspettare

che lo invitino gli uomini ad entrare

nei loro cuori, finalmente in pace.

 

 

Fulvio Di Lieto