La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaIo penso che al di là della concentrazione gli esercizi ulteriori la vita corrente ti porta naturalmente a farli, la volontà come l’equanimità come la positività come la spregiudicatezza, questo speriamo di evitarlo viste certe conseguenze, la puntigliosa e scolastica insistenza sulle regole da seguire in modo pedissequo talvolta spegne la spontaneità dell’azione dello spirito e del cuore e dell’anima.

 

Maria Clelia S.

 

 

In effetti la vita porta a rispondere agli eventi con ciò che suggeriscono quegli esercizi, studiati dai Maestri per la giusta evoluzione della nostra anima. Nella realtà, se non ci esercitiamo, molto spesso rispondiamo agli eventi in maniera del tutto contraria a quello che gli esercizi indurrebbero a fare. Se noi invece dedicassimo anche una minima parte della giornata almeno a pensarli, a farli nostri come atteggiamento che poi portiamo nella quotidianità, molti cambiamenti positivi si potrebbero produrre in noi. Certamente la concentrazione è l’eser­cizio fondamentale, ma se insieme ad esso si coltivassero anche gli altri quattro, come atteggiamenti animici suggeriti da Rudolf Steiner e ribaditi da Massimo Scaligero, si arriverebbe a realizzare il sesto esercizio, che è l’armonizzazione dei primi cinque. Non si tratta di puntigliosa e scolastica insistenza, ma di dedizione e devozione. Quanto alla spregiudicatezza, forse la parola può trarre in inganno: non riguarda l’essere disinibiti e aperti a ogni genere di dissolutezza, ma dell’assenza di giudizio, o di pregiudizio, ad esempio quando una persona ci viene incontro con il suo vissuto, o ci parla di un suo problema. Cerchiamo allora di non giudicarla e di accoglierla fraternamente.

 




 

letterinaMi riferisco all’articolo di Fabrizio Fiorini di dicembre 2024 pubblicato sull’Archetipo nel quale viene menzionato il Conte San Germain come Maestro di Steiner senza vivamente alcun riferimento biblico se non delle supposizioni decisamente personali. Se di Maestri di Steiner vogliamo parlare, allora dovremmo indicare il Maestro tibetano Kutumi (non a livello fisico) menzionato nelle lezioni esoteriche. Anche qui, essendo queste lezioni dei dettati di allievi e discepoli di Steiner che prendevano appunti di volta in volta, anche in questo caso sappiamo che le fonti possono essere alquanto incerte. Infine nella Mia Vita, libro autobiografico di Steiner, viene riportato il fatto del suo incontro con un persona che conosceva i segreti delle erbe e delle piante dal punto di vista iniziatico. Anche qui Steiner allude a una persona, l’unica nella sua vita prima di manifestarsi come Maestro, con cui si è potuto aprire. Non allude a questa persona come il suo Maestro. Immaginiamo che senso di solitudine spaventoso abbia potuto vivere, praticamente un alieno che si è adattato all’umanità e non viceversa come dovrebbe essere.

 

Marco d. B.

 

 

Forse sfugge al lettore che il Conte di Saint Germain è una delle incorporazione di Cristiano Rosenkreutz, e Cristiano è il Maestro dei Maestri! È il Maestro di Rudolf Steiner, di Massimo Scaligero, di tutti noi che seguiamo questa Via giovannea. Lui assume solo temporaneamente, talvolta, una personalità umana per poter agire in una società che ha bisogno assoluto di un lavoro piú potente che attraverso i suoi devoti Rosacroce che gli sono fedeli. Ma in quel caso, quando apparve come Conte di Saint Germain, non fu sufficiente! La Rivoluzione francese era stata preparata dagli Ostacolatori con gran cura, e il karma si dovette vivere fino all’ultimo. Massimo Scaligero prevedeva che in questo nuovo periodo di tenebre che stiamo vivendo attualmente non sarebbero apparsi esteriormente i Maestri, pure se tutti incarnati o incorporati contemporaneamente, ma che essi avrebbero lavorato nel nascondimento. Tra loro possiamo supporre che ci sia anche Cristiano Rosenkreutz, e speriamo che il loro lavoro, insieme al contributo che ognuno di noi cercherà di dare, riesca a salvarci dall’abisso in cui potremmo sprofondare!

 




 

letterinaMassimo Scaligero parla dell’esercizio tipico della concentrazione «il cui processo, esigendo la cooperazione — sia pure momentanea — dei princípi costitutivi dell’uomo, Io, anima, corpo sottile, corpo fisico, secondo gerarchia originaria, è fondamentale per lo sperimentatore moderno. Come esercizio tipico, esso è completo e può da solo, se rigorosamente praticato, condurre al reale equilibrio interiore e in séguito all’esperienza sopranormale» Queste le sue parole in Tecniche della concentrazione interiore.

 

 

Massimo Scaligero ha molto insistito, giustamente, sulla concentrazione come esercizio fon­damentale, ma lui stesso ha descritto con molta precisione e altrettanta insistenza gli altri esercizi. E cosí ha fatto Rudolf Steiner. Sicuramente, se una persona va molto avanti nella Via attraverso la concentrazione, può arrivare a realizzare il sesto esercizio, che è in realtà l’armo­nizzazione degli altri cinque. Ma se il discepolo fa solo l’esercizio della concentrazione e trascura gli altri, come ad esempio la spregiudicatezza (e questo posso notarlo a volte persino in persone che seguono la Scienza dello Spirito da anni), quell’armonia non sarà mai raggiunta. Quegli esercizi vanno esercitati ma soprattutto vanno realizzati nella vita di tutti i giorni. Solo se l’atteggiamento del discepolo realizza in sé ciò che i cinque esercizi, separatamente, inducono a portare nella vita esteriore, basta la sola concentrazione. Ma siamo sicuri di possedere quella armonizzazione? Forse praticare gli esercizi serve anche a raggiungere l’umiltà, che difetta spesso proprio in chi fa solo la concentrazione. Questo lo diceva Massimo. E consigliava la lettura del libro di Maître Philippe per stemperare la durezza che talvolta era raggiunta da chi, praticando con grande impegno la concentrazione ma trascurando le virtú animiche accordate dalla frequentazione degli altri quattro esercizi, finiva per sentirsi al di sopra dei comuni mortali.