Nella Teogonia di Esiodo (VII a.C.) Eros rappresenta la forza che crea armonia trasformando il Caos in Cosmos. Genera attrazione ed unione fra gli elementi rendendo possibile l’Ordine cosmico. Non è ancora il Dio dell’amore romantico e passionale ma una delle divinità primordiali assieme a Caos e Gea.
Nel piano fisico-sensibile vige la separazione degli elementi e l’evoluzione di questo piano permette la manifestazione di Entità Spirituali sempre piú alte grazie a strutture sempre piú complesse.
Le strutture piú complesse come i corpi degli animali e dell’uomo possono esistere grazie alla forza primigenia dell’Eros che mette in armonia gli elementi.
Di fatto, il livello di complessità permette il manifestarsi di livelli spirituali sempre piú alti. In un organismo vivente vengono messe in relazione sostanze fra loro differenti. Nell’ambito animale, un livello ancora piú alto è dato dalla formazione di comunità: i branchi. L’interconnessione di livelli gerarchici e ruoli ben definiti offrono la possibilità che lo Spirito della specie possa esprimersi in maniera piú completa. Quindi non solo nel singolo animale si manifesta la specie, ma anche nel branco caratteristico di quella specie. La storia dell’umanità si presenta come un continuo formarsi di Comunità a livelli diversi. Ogni singolo individuo appartiene contemporaneamente ad una moltitudine di Comunità: la famiglia, la città, il Paese, il Popolo.
Anche l’appartenenza ad una Religione, un Partito, una Parrocchia, un gruppo spirituale rappresenta formazione di Comunità. Trattandosi di esseri umani può sorgere accanto alla coscienza anche l’autocoscienza, e si può cogliere come l’appartenenza ad una Comunità offra una forza particolare e crei dei vincoli. Certamente alcune Comunità a cui siamo legati hanno un’azione psichica molto forte: in primis i legami di sangue. Esser rigettati dal proprio gruppo familiare rappresenta ancora oggi un vissuto interiore che si avvicina a quello della morte: una parte di noi muore ogni volta che si è estromessi da una Comunità. Tutte le Comunità possono esser viste come uno Spirito sovraindividuale che manifesta se stesso nei singoli individui. Nasce cresce e muore come un Essere Umano.
Veniamo ai nostri gruppi di lavoro interiore. Inevitabilmente incarnano quello che è sempre stato presente in tutte le Comunità umano: l’astralità. In questo senso si possono cogliere elementi presenti nelle comunità animali: i branchi. La lotta per il potere, per primeggiare, imporre la propria visione, alle volte fastidio ed avversione per gruppi simili. Anche se la ragione può cogliere come tutto ciò non abbia senso, esso deve esistere ed è bene riuscire a conoscerlo. Se non si prova nulla di tutto ciò (non necessariamente tutto) significa che, di fatto, non si è ancora parte di questo gruppo.
Maggiore è il peso di singole individualità piú probabile è che il gruppo abbia lotte intestine, rotture, scioglimenti. Ecco l’ultimo passaggio: dalla comunità astrale bisogna passare alla comunità spirituale.
Come la forza che fa incontrare ed armonizzare è sempre la forza dell’Eros primordiale (Amore), e questo è vero anche nelle Comunità piú primitive, è anche vero che nelle comunità astrali questa forza viene ad essere corrotta.
Il superamento della comunità astrale (emotiva, senziente; ancora prevalentemente animale nonostante la razionalità ancora sottomessa all’ego) è la Comunità Spirituale.
Non abbiamo ancora esempi di Comunità Spirituali in cui si incontrano individualità libere.
Solo nelle Comunità Spirituali si può incarnare il Principio che è l’essenza di ogni individualità umana.
Allo stesso modo in cui nei branchi si incarna la specie e nelle Comunità astrali si incarnano entità astrali, nelle Comunità Spirituali si incarna il Principio presente in ogni individualità: il principio cristico.
Possiamo immaginare i Cori angelici come realizzazioni di Comunità Spirituali ma anche ad essi manca l’elemento di Libertà presente nell’uomo. La creazione di Comunità spirituali deve iniziare a realizzarsi oggi, ma non abbiamo modelli di riferimento proprio perché non sono rappresentabili, ma possono essere meditati avendo come punto di riferimento le opere di Rudolf Steiner e di Massimo Scaligero a riguardo.
È chiaro che senza il costante lavoro interiore non possono essere raggiunte.
Fabio Burigana