Cagliostro e la nascita del rito egiziano

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Cagliostro e la nascita del rito egiziano

 

di Franco De Pascale

 

Cagliostro

 

Quasi un anno fa ci ha lasciato Franco De Pascale, un caro amico per molti tra noi. Non è stato facile reperire le ultime correzioni apportate da Franco ai vari capitoli della sua ultima opera: Cagliostro e la nascita del Rito Egiziano, ma abbiamo potuto farlo in questi mesi seguendo un utilissimo indice provvisorio che avrebbe dovuto rivedere per l’ultima volta, ma non ha fatto in tempo.

 

È un impegno di oltre 40 anni di studi e di ricerche fatte in Italia e all’estero – di persona e anche grazie a molti amici generosi ivi residenti – frequentando anche personalità di altissimo livello che gli hanno aperto i loro archivi riservati.

 

Le motivazioni di questa opera – in cui ognuno dei capitoli può essere considerato sia a sé stante sia come anello di una catena unitaria – sono di due tipi come rileva Rolando De Pascale nella dedica al suo ‘due volte fratello’: «I capitoli del libro nell’intenzione di Franco dovrebbero essere utili sia allo studioso, sia a chi percorre una via ascetica di reintegrazione dell’Uomo».

 

Ed ora è tempo di leggere quanto lo stesso Autore vuol trasmetterci, traendolo dalla sua Prefazione.

 




 

Il Maestro scaonosciuto Cagliostro

 

Questo libro, nato dalla richiesta fattaci a suo tempo da due carissimi amici, profondamente ambedue Iniziati nell’Ermetica Sapienza e ora dimoranti nei Campi Elisi, di completare quanto da noi scritto alcuni anni fa in uno studio sulla figura di Cagliostro, incluso come saggio, a mo’ d’appendice, nell’edizione italiana del libro di Marc Haven Il Maestro sconosciuto: Cagliostro, da noi tradotto e curato, edito dalla benemerita felsinea Casa Editrice CambiaMenti, è un libro di studio e non di intrattenimento o di distrazione.

 

Tale saggio – corretto e molto ampliato – accompagnato da altri saggi, scritti in seguito, viene in qualche modo rifuso nel presente studio. Come tali, i seguenti saggi richiedono un lettore volenteroso di affrontare un argomento sicuramente affascinante, ma che – per molti – sarà come l’inoltrarsi in una regione sconosciuta, o poco nota, nella quale perciò sarà necessario procedere con molta prudenza e rigore alla scoperta di quanto in precedenza non era noto.

 

L’argomento trattato riguarda non soltanto la storia dei fatti e delle idee che, alla fine del XVIII secolo ruotavano attorno alla figura del Gran Cofto e in qualche modo sfociarono alla fine nella Rivoluzione francese, ma anche quella delle origini – ancora per certi versi piuttosto oscure, o perlomeno non del tutto chiarite – del nostro Risorgimento; origini che, data l’importanza e la vastità del tema, nel presente studio potremo solo accennare.

 

Questo studio vuol essere anche un contributo alla descrizione di tale periodo e soprattutto alla storia delle idee che si manifestarono nell’agitata temperie dell’epoca.

 

L’argomento ci sta molto a cuore, ed è stato da noi affrontato con alquanta passionalità, pur senza nulla togliere al rigore e al metodo necessari in questo tipo di ricerche.

 

Perlomeno questa è stata la nostra volontà nell’intraprendere uno studio che ha richiesto lunghi anni di ricerche e di riflessione sui dati via via rinvenuti.

 

Il volenteroso e spero benevolo lettore giudicherà quanto siamo riusciti nel voler coniugare insieme rigore metodico e accesa passionalità. Confessiamo che l’arida e spenta “obiettività”, che poi è il disseccato e filisteo ideale di molti ricercatori – accompagnato, in taluni casi, da un disincantato e livido cinismo – ci ha sempre ripugnato.

 

Riteniamo che non sia possibile procedere efficacemente a una ricerca storica, e giungere a cogliere l’essenza e la dinamica delle forze operanti in un evento o in un fenomeno storico, senza un’attiva empatia e una audace compromissione con il tema trattato, e che si possa quindi ben aver la temerarietà di adottare un tale metodo, per cosí dire “immanente”, senza minimamente rinunciare alla correttezza, al rigore scientifico e alla veridicità.

 

Naturalmente, è ben possibile che, malgrado tutta la buona volontà, l’attenzione e la fatica del ricercatore, singoli dati risultino nel tempo necessitare di precisazioni o di rettifiche. Ma ciò è pacifico, per non dire già scontato in partenza, specie in un campo come quello da noi affrontato nel quale i documenti sono andati spesso dispersi o non sono sempre facilmente reperibili e accessibili.

 

Del resto, riteniamo che non sia certo l’anidra e avara virtú di una pretesa “obiettività” quella che possa evitare al ricercatore filisteo la possibilità di errare, semmai ci par proprio che, di regola, avvenga il contrario.

 

I vari capitoli del presente lavoro, per lunghezza e contenuto, costituiscono dei saggi in parte indipendenti l’uno dall’altro, ciascuno con contenuto autonomo, ma tutti tra loro correlati al tema generale. Il lettore noterà una certa abbondanza di citazioni, ed anche una serie voluta di ridetti e di ripetizioni in contesti in parte simili, ma non uguali: ridetti e ripetizioni che, per motivi vari, abbiamo ritenuto necessari.

 

A tal fine, invochiamo la piú benevola indulgenza del lettore. Ciò si è rivelato inevitabile e, data la natura del tema, il presente scritto presenterà necessariamente un carattere per certi aspetti antologico.

 

E, sempre data la natura molto particolare del tema scelto, si noterà una trattazione in parte volutamente piuttosto asistematica.

 

Sigillo

 

Ciò potrà andare a detrimento della “venustà del periodare”, come direbbe il buon Arturo Reghini, nostro concittadino, ma l’attrattività estetica del testo non è affatto tra le nostre maggiori preoccupazioni: il lettore serio, veramente interessato a ricercare la verità sul Gran Cofto della Massoneria Egiziana, non si farà respingere da un tale ostacolo, e comprenderà agevolmente la necessità della forma non accademica della presente trattazione.

 

Riteniamo altresí che già quanto da noi scritto nel 2004 nel saggio Cagliostro e l’Italia, incluso nell’edizione italiana dell’opera magistrale di Marc Haven, che riteniamo fondamentale, fornisca ampio materiale affinché il lettore possa formarsi in piena autonomia un proprio, indipendente, giudizio libero dalle insinuanti suggestioni provenienti dalle fonti – a nostro parere inquinate ad arte – della parte avversa, e proprio per questa ragione abbiamo deciso di rifondere quel precedente saggio nella presente opera, aggiornando, a volte correggendo e integrandone i dati, con quelli risultanti dalle nostre successive ricerche.

 

È stato necessario documentare come molte affermazioni fatte da varie parti sul Gran Cofto si rivelino, ad un esame accurato e spregiudicato, talvolta imprecise, molto piú spesso assolutamente false, volutamente deformanti la realtà dei fatti e, in taluni non rari casi, addirittura basantisi su fatti completamente inventati.

 

Giuseppe Balsamo, il falso Cagliostro

Giuseppe Balsamo, il falso Cagliostro

 

La figura spirituale di Cagliostro è stata calunniata, infamata e deformata per oltre duecento anni ad un punto tale che vi è per i piú, in generale, come una potente suggestione, un’im­magine abilmente suggerita, accolta in un acritico stato di passivo torpore (una vera e propria forma di narcosi mentale), la quale funziona come un cliché che, una volta impressa nell’anima di molti, opera poi come una sorta di memoria automatica.

 

Una tale menzogna – autentica frode, perpetrata da coloro che avevano o ancora hanno interesse a porla in opera – non è facile da scardinare: il lettore volenteroso dovrà letteralmente deconfigurare la propria anima, cancellando incoscienti abitudini mentali, artatamente infusegli dall’esterno e da lui ingenuamente fatte proprie, e mettere in discussione – talvolta faticosamente e dolorosamente – taluni dogmi invalsi, acriticamente assimilati.

 

Ma il risultato di una tale catarsi si rivelerà, a nostro giudizio, estremamente fruttuoso: aprirà al lettore nuove e insospettate prospettive, stimoli fecondi per una diversa, piú dinamica, verace visione del mondo.

 

La Fortezza di San Leo che fu la prigione di Cagliostro

La Fortezza di San Leo che fu la prigione di Cagliostro

 

L’abbondanza delle citazioni e della documentazione riportata – in taluni punti, come abbiamo piú sopra detto, volutamente ripresentata – vuole essere un aiuto efficace al dissolvimento della menzognera azione fascinatrice, che la parte avversa ha avuto su molte menti per oltre due secoli.

 

L’affrontare e lo scardinare la stasi di inveterate abitudini mentali è impresa che richiede sempre una certa energia e un certo coraggio.

 

Ma proprio tali energia e coraggio sono oggi necessari per vivere – per vivere vivi e non morti – in un mondo che sempre piú va assomigliando ad una landa selvaggia senza sentieri né pietre miliari, un mondo nel quale però – come insegnava Platone – è pericoloso ma bello, e soprattutto degno, vivere come uomini liberi.

 

L’energia, il coraggio, l’esser interiormente libero è l’au­gurio che di cuore l’autore del presente studio desidera porgere al volenteroso, e spero benevolo, lettore.

 

Firenze, 24 giugno 2023 – San Giovanni d’Estate.

Franco De Pascale

 




 

Franco De Pascale, Cagliostro e la nascita del Rito Egiziano

 

Editrice CambiaMenti www.cambiamenti.com

 

Per ordinare: https://www.cambiamenti.com/cagliostro-nascita-rito-egiziano.htm

 

Anno di pubblicazione 202 Pagine 840    € 30,00