Disposizione, attitudine e formazione umana

Antroposofia

 

Disposizione, attitudine e formazione umana

 

Questo è il modo in cui dobbiamo posizionarci nei grandi compiti culturali del presente o del futuro. Solo quando riconosceremo come l’intera personalità dell’uomo sia in relazione con ciò che l’uomo può gradualmente assorbire nel corso del suo sviluppo e dell’apprendimento di nuove verità, di quelle cose che adesso devono realmente integrarsi con la sua personalità, quando avremo una buona volta capito come l’animico-spirituale sia sostanzialmente il modellatore, lo scultore, l’artista di ciò che è corporeo-spirituale, allora si attribuirà anche una maggiore importanza allo sviluppo nel­l’uomo dell’animico-spirituale, in modo tale che egli – soprattutto negli anni in cui ha l’accesso al­l’educazione – prenda energicamente la cosa in mano per quanto riguarda il modo in cui può lavorare sul corporeo-spirituale. Dobbiamo renderci conto che si può sbagliare molto in questo senso. Dalle nostre spiegazioni vediamo come le preferenze umane e cose simili contribuiscano molto di piú alla formazione delle opinioni che non la pura logica. Si potrebbe permettere di parlare di logica pura solo se i desideri e gli istinti tacessero completamente. Prima di tutto, si deve aver chiaro che se crediamo di aver formato unilateralmente le disposizioni di una persona in un determinato àmbito, allora ciò che abbiamo ignorato verrà alla luce in uno strano “modo”.

 

Supponiamo di educare una persona in modo tale da formulare solo concetti astratti, come spesso si fa a scuola. Allora i termini puri e le idee astratte non possono intervenire nell’intera vita emotiva e affettiva. Questa rimane quindi non sviluppata, non educata, ed emerge successivamente in ogni tipo di comportamento superficiale. In seguito, sono spesso visibili due nature. Anche nelle persone di livello elevato, se non sono state in grado di sviluppare in sé ciò che si trova nel profondo della loro personalità, le preferenze, le inclinazioni, le simpatie che si trovano piú in profondità si esprimeranno in modo diverso. Quale esaminando non ha sperimentato, di fronte a un esaminatore per quanto intelligente, che è in grado di occuparsi di molte cose nella sua attività scientifica, come questa unilateralità si esprima nel fatto che egli ha una preferenza per il modo in cui vuole sentire le risposte! E guai a chi si fa esaminare se non capisce come esprimere ciò che deve dire con le parole che l’esaminatore vuole che usi!

 

Moriz Benedikt

Moriz Benedikt

 

In un libro di psicologia di Moriz Benedikt si dicono molte cose giuste sugli errori dell’educazione umana a questo proposito. È anche vero che una volta due candidati sono stati esaminati da due esaminatori e ne è risultato il contrattempo che uno dei candidati ha dato le risposte all’esaminatore A. come se gli avesse fatto le domande l’esaminatore B. Avesse potuto dare le risposte a quest’ultimo, avrebbe superato l’esame a pieni voti. L’altro candidato si è trovato nella situazione opposta. Quindi entrambi sono stati bocciati!

 

Questo ci mostra come ciò che è incontestabile possa essere ammantato di forme logiche. Ma non appena nel corso dell’istruzione non siamo in grado di inserire i nostri concetti nell’educazione del pensiero, non esiste un contesto adeguato dal quale partire per formare le persone. Come dobbiamo quindi comportarci con l’essere umano? Dobbiamo comportarci in modo tale che, nel momento in cui l’uomo deve ancora formarsi plasticamente e in cui i concetti e le idee astratte sono meno efficaci, ci rivolgiamo a lui il meno possibile con idee e concetti astratti, ma con idee il piú possibile raffigurative. Per questo motivo ho sottolineato che il pittorico, il vivido, che si allontana il meno possibile da ciò che ha un’immagine, una forma e un contorno, dovrebbe essere incluso nei concetti.

 

Infatti, ciò che viene recepito come immagine, come forma o come figura della fantasia ha un grande forza per intervenire nella nostra organizzazione corporea. Si vede già che il pittorico, che ci si presenta nella forma, interviene nell’organizzazione corporea, quando si vede quanto sia poco utile persuadere un malato che si trova in una certa situazione dicendogli: «Dovresti fare questo, non dovresti fare quello». Questo aiuta molto poco. Ma se si allestisce un apparecchio simile a una macchina elettrica, in modo che il malato possa realizzare questa immagine, gli si danno due maniglie in mano, non si fa passare alcuna corrente – se egli ha solo l’immagine davanti a sé, allora sente la corrente, e allora questo aiuta! Ma ovunque sia detto che il potere dell’immaginazione svolge un ruolo importante, dobbiamo renderci consapevoli che non si tratta di tutti i poteri dell’imma­ginazione, ma solo di quello pittorico.

 

Viviamo in un’epoca in cui si è gradualmente diffusa l’opinione di rendere ben poco omaggio al principio della Scienza dello Spirito che è solo tra i quattordici/sedici anni e i ventuno/ventidue anni che l’uomo diventa capace di formare concetti e idee. Il fatto che si riprendano concetti che verranno sviluppati solo in un secondo momento è poco considerato. Ma oggi, le persone diventano mature prima dell’età prevista e ce ne sono alcune già abbastanza mature per scrivere dietro le linee in articoli di giornale che vengono stampati e poi accettati dalla gente. È quindi difficile tenere lontani i concetti astratti fino all’età definita e portare il pittorico, il vivido davanti agli occhi della gente. Perché il pittorico ha il potere di intervenire nell’organizzazione fisica e mentale.

 

È sempre possibile trovare conferma di ciò che sto dicendo, ma la gente non sempre vi presta attenzione. Moriz Benedikt, ad esempio, si lamenta del fatto che molti studenti delle scuole elementari sono spesso cosí maldestri in età avanzata. Perché? Perché l’intera educazione è cosí vaga, anche nell’insegnamento delle lingue, cosí poco attenta alla descrizione, e aderisce solo a concetti astratti. D’altra parte, possiamo percepire l’immaginario che si avvicina a noi, perché gli oggetti stessi ci si presentano in immagini, direttamente nella mano. Si potrebbe dire: se vuoi percepire un oggetto, devi muoverti in modo tale da sentire l’oggetto che cresce insieme alla tua mano in un cerchio o in un’ellisse. Non è solo l’imitazione della destrezza manuale che ce lo dimostra, bensí imparare a sentire e ad amare le cose, come l’immaginazione pittorica e vivida che contrae i nostri arti, renda le nostre membra flessibili e mobili.

 

Attaccare un bottone

 

Oggi troviamo molte persone che, se si stacca un bottone, non sono in grado di ricucirne uno nuovo. Questo è un grande svantaggio. La cosa importante è che possiamo intervenire nel mondo esterno con tutto ciò che abbiamo. Certo, non possiamo imparare tutto. Ma possiamo imparare come l’anima spirituale scende dallo spirituale all’anima fisica e rende flessibili i nostri arti. E nessuno di coloro che in gioventú abbiamo istruito a sentire ciò che è al di fuori di lui, sarà una persona goffa piú avanti nella vita. Perché ciò che si trova al di sotto della soglia della nostra coscienza può lavorare in modo essenziale sulla nostra organizzazione.

 

Questo vale anche per il linguaggio. Una lingua si impara meglio quando non si è ancora in grado di comprenderla grammaticalmente, perché allora si impara con quella parte dell’anima che appartiene agli strati piú profondi.

 

Laurenz Müllner

Laurenz Müllner

 

È cosí che si è sviluppata l’umanità, è cosí che deve svilupparsi il singolo essere umano. Ho già sottolineato altrove come Laurenz Müllner, in un discorso tenuto in qualità di rettore, abbia richiamato l’attenzione sulla Chiesa di San Pietro a Roma, sulla sua magnificenza, su come le leggi dello spazio siano state inserite nella meccanica della costruzione della cupola, in modo da vederla espressa nel modo piú meraviglioso. Ma poi ha fatto notare che le leggi che Michelangelo vi aveva espresso sono state poi ritrovate da Galileo grazie alla sua mente eccelsa e quindi ci hanno dato per primi la scienza meccanica. Ho anche richiamato l’attenzione sul fatto che l’an­niversario della morte di Michelangelo coincide quasi con il compleanno di Galileo, per cui le leggi astratte della meccanica – ciò che vive nell’anima cosciente dell’uomo – sono apparse piú tardi di ciò che Michelangelo ha costruito nello spazio a partire dalle componenti piú profonde dell’anima. Cosí come le componenti superiori dell’anima si sviluppano sulla base di quelle inferiori, cosí come noi dobbiamo sviluppare le nostre componenti sulla base delle nostre disposizioni per poi riguardarle e acquisirne un concetto, cosí avviene nella vita individuale. Anche nella vita individuale l’essere umano deve essere circondato dalla società umana, deve collocarsi in ciò che lo immerge come in un’atmosfera, nella spiritualità dell’am­biente circostante. Quindi ciò che l’essere umano porta nell’esistenza, viene plasmato e formato. L’uomo però non porta solo ciò che gli viene dato dalla linea ereditaria, ma questo viene determinato nei modi piú diversi da un terzo fattore, dall’eterna individualità dell’uomo. Questa individualità dell’uomo ha bisogno delle qualità ereditate, deve acquisirle e svilupparle. Anche questo è superiore a ciò che viene ad esistere con la nostra individualità. Veniamo alla luce alla nascita: una spiritualità creativa e produttiva si appropria del materiale plastico della linea ereditaria, dove non siamo ancora in grado di formare concetti. Solo in un secondo momento si aggiunge l’anima cosciente. Cosí vediamo una individualità nella natura umana che plasma le capacità e i talenti in modo plastico. Quando diventiamo educatori, il nostro compito è che per ogni persona deve essere risolto in modo nuovo ciò che consideriamo un enigma spirituale.

 

Goethe con il cranio di Schiller

Goethe con il cranio di Schiller

 

Tutto questo ci indica uno stato d’animo. Quando Goethe trovò il cranio di Schiller durante l’esumazione delle sue ossa e vide come le forme vi si erano modellate, come l’individua­lità umana vi aveva lavorato, quando vide che lo Spirito fluido di Schiller doveva modellarsi in questa forma per poter diventare ciò che è diventato, Goethe poté esprimerlo con il pensiero:

 

 

Che cosa può ottenere

l’uomo nella vita

se non che la natura

di Dio gli si palesi,

come faccia dissolvere

il solido nello Spirito,

come conservi saldamente

il prodotto dello Spirito!

 

 

Una simile affermazione di Goethe deve essere compresa a partire dalla situazione. Chi la interpreta senza guardare a ciò che si esprime come Spirito generato nella forma solida, la comprende in modo errato. Ma non la capisce nemmeno chi non sa quanto profondamente Goethe abbia intuito l’eterna tessitura di un’individualità che va di nascita in nascita e si incarna sempre di nuovo ed è l’attuale architetto dell’uomo. Come abbiamo ricevuto dallo Spirito gli organi, che sono sempre organi dello Spirito, si può dire con un semplice paragone infantile: l’orologio ci mostra l’ora, ma non potremmo utilizzarlo se non fosse stato prima formato dallo Spirito umano. Il nostro cervello ci serve per pensare nel mondo fisico, ma non potrebbe servirci per pensare se lo Spirito del mondo non lo avesse formato. E non lo avremmo formato con una simile individualità se la nostra individualità non si fosse riversata come cosa generata dallo Spirito nel nostro cervello formato dalla specie umana. Qui comprendiamo piú profondamente ciò che abbiamo potuto esprimere oggi e ciò che Goethe intendeva indicando ciò che nell’uomo è determinante per tutti i suoi talenti e le sue facoltà, come se le stelle stesse fossero considerate come una qualsiasi situazione del mondo, e come se ciò che si sviluppa nell’interiorità dell’uomo come un qualcosa di eterno passasse solo attraverso la porta della morte per avanzare verso nuove forme di sviluppo.

 

In breve, possiamo riassumere quanto abbiamo considerato oggi nello stato d’animo del pensiero, che Goethe esprime nelle “Parole primordiali orfiche”:

 

 

Reincarnazione

 

Come nel giorno

che ti ha dato al mondo,

il sole si è fermato

a salutare i pianeti,

Hai progredito

immediatamente,

costantemente

e di continuo,

secondo la legge

con la quale hai esordito.

Cosí devi essere,

non puoi sfuggire,

cosí già dissero le sibille,

cosí i profeti;

e nessun tempo

e nessun potere

disfa la forma plasmata

che si sviluppa in vita!

 

Rudolf Steiner (3a parte, Fine)

 




 

Conferenza tenuta a Berlino il 12 gennaio 1911 – O.O. N° 60.

Risposte della Scienza dello Spirito ai grandi problemi dell’esistenza.

Traduzione di Angiola Lagarde. Da uno stenoscritto non rivisto dall’Autore.