L’iceberg nascosto
Come in un iceberg è visibile soltanto la punta emergente del corpo ghiacciato, cosí le terribili lotte che si svolgono all’interno dei tre imperi dominanti: Cina, Russia e Occidente, restano nascoste. Non sappiamo molto di ciò che avviene nella Russia attorno a Putin, che peraltro gode di un grande consenso, e quasi nulla sappiamo delle trame nel Partito Comunista dell’ Impero cinese. Riusciamo a presagire soltanto lo scontro all’arma bianca all’interno dell’Impero d’Occidente, ma anche qui la parte emersa è parziale, e sotto il filo dell’acqua ci sono duelli molto violenti di cui, soprattutto in Europa, vediamo gli effetti, ma non le cause.
Siamo certi di un fatto: con la prima rivoluzione americana, quella di Washington, le colonie si sono staccate dal Regno Unito di Gran Bretagna, con la seconda, quella di Trump, le colonie hanno sferrato un colpo mortale alla finanza globalista che ancora si annidava nella City di Londra. L’oltraggio alla casata dei Windsor, con la paventata conquista del Canada, è un simbolo preciso. Non dimentichiamo che il re d’Inghilterra rappresenta la monarchia costituzionale all’interno del Commonwealth. Attualmente, il sovrano britannico è Carlo III, che è quindi anche Capo di Stato del Canada. Non ci sarà piú posto per l’ottocentesco impero britannico controllato dalle grandi banche come quella dei Rothschild. Ciò di cui siamo quasi certi è che l’assetto imperiale che caratterizzerà in futuro la geopolitica, con la sconfitta del globalismo e lo strapotere della finanza, necessita di un consenso forte, che richiederà sempre di piú forme autocratico-imperiali sacralizzate. La Cina ha il confucianesimo, la Russia l’Ortodossia cristiana e gli Stati Uniti l’Avventismo.
L’idea di impero
L’idea stessa di impero si fonda su un consenso di legittimità trascendente. L’investitura imperiale è il principio secondo cui il potere di un sovrano deriva direttamente da Dio. Questo paradigma sostiene l’idea di ogni Impero come ordine universale voluto dal Cielo, al di sopra delle volontà terrene. Il principio cardine di ogni potere imperiale per sua natura deve sottendere un legame metafisico con l’autorità divina. Da Cesare Augusto a Carlomagno, a Federico di Svevia, a Napoleone, a Hiroito, c’era sempre un principio trascendente che sosteneva quella carica. Nell’Impero Cinese il confucianesimo sostiene l’idea di un “Impero Celeste” basato su un ordine superiore. Anche senza riferimenti a un Dio, il partito Comunista cinese promuove valori trascendenti come armonia, gerarchia e dovere collettivo, giustificando il potere come parte di un equilibrio universale. Nell’Impero Russo Vladimir Putin fa riferimento all’Ortodossia della Russia Cristiana e la maggioranza del suo popolo lo ritiene inviato da Dio a guidare la Terza Roma. Molti tra i 40 milioni di avventisti vedono in Trump il leader che aprirà un’epoca di rinnovamento, riportando valori tradizionali e preparando il mondo a un cambiamento spirituale e storico. I tre imperi attuali si sostengono quindi con un’idea trascendente, ma l’Europa non riesce ad accettare l’idea di una investitura ultraterrena. Perché?
L’avvento di una religione laica e secolare
La spiegazione piú banale direbbe che l’Europa occidentale, essendo laicizzata, con il suo carico di illuminismo e disincanto, non è piú in grado di accettare la “favoletta” dell’ordine imperiale di origine divina. Ma se noi scaviamo piú a fondo, troviamo in Europa la forza di una propaganda che è stata capace di inculcare l’idea della separazione tra le vicende umane e il ruolo che le forze del Divino hanno all’interno della Storia. Vediamo come in ambito cattolico il Concilio Vaticano II (1962-1965) ha avviato un profondo processo di cosiddetta modernizzazione della Chiesa. Sotto il principio dell’aggiornamento delle dottrine e dell’approccio pastorale, il Vaticano II ha attenuato la distinzione tra sacro e profano, promosso un’apertura al mondo moderno e soprattutto ridotto l’accento sulla trascendenza per focalizzarsi su questioni sociali e umanitarie.
Nello stesso tempo gli eredi degli ideali comunisti del XX secolo hanno creato una specie di confessione laica che ha sostituito le tradizionali fedi teistiche, specialmente nei paesi occidentali. In Europa questo processo ha portato alla marginalizzazione della fede tradizionale e all’ascesa di una nuova etica (non teistica) basata su princípi umanistici, democratici e globalisti, in linea con il progressismo contemporaneo. Il progressismo globalista, erede degli ideali socialcomunisti, si è affermato come una vera e propria confessione laica, con i suoi dogmi (eguaglianza, diritti, inclusività), i suoi sacerdoti (intellettuali, media, istituzioni accademiche) e le sue pratiche (censura delle opinioni dissenzienti, moralismo progressista confluito nelle aberrazioni insensate del wokismo.
Quattro pensatori malpensanti
Per comprendere meglio questo fenomeno di confessionalità laica con la dignificazione santificata della democrazia e dei diritti individuali, con la cultura progressista dell’inclusione e soprattutto con la cancellazione di qualsiasi spazio culturale diverso, in quanto stigmatizzato come “antidemocratico”, possiamo evidenziare quattro pensatori che hanno contribuito a diffondere questa sinistra traiettoria ideologica: 1) Antonio Gramsci (1891-1937), che è stato fondamentale nella reinterpretazione del marxismo in chiave culturale. Il suo concetto di egemonia culturale ha suggerito che la trasformazione sociale non passa solo per la rivoluzione economica, ma per il controllo delle istituzioni culturali, educative e mediatiche. 2) Herbert Marcuse (1898-1979), che ha legittimato l’idea che sia giusto limitare la libertà di espressione per combattere le idee “reazionarie”. Questo ha preparato il terreno per molte delle attuali dinamiche di censura e conformismo ideologico in nome del progresso. 3) Jürgen Habermas (1929-) uno dei principali sostenitori del post-secolarismo, cioè di una società in cui i credo religiosi siano tollerati, ma devono essere reinterpretati secondo i princípi razionali e progressisti. La sua influenza si riflette nell’idea che la religione, sebbene ancora presente, debba piegarsi alle regole della modernità se vuole rimanere nel dibattito pubblico. 4) John Rawls (1921-2002). Sebbene il suo impatto sia stato piú forte nei paesi anglosassoni, molte idee rawlsiane sono entrate nel dibattito europeo, influenzando il pensiero progressista e socialdemocratico. Ha promosso la concezione secondo cui lo Stato debba intervenire massicciamente per garantire pari opportunità, portando un’espansione del ruolo statale in settori come welfare, istruzione e politica delle identità. Tra i quattro appare il meno venefico, ma è il piú pericoloso poiché queste idee stataliste apparentemente sembrano intrise di buon senso, anzi lo sono in un contesto neoliberista duro e troppo competitivo, ma impediscono pensieri innovativi per lo sviluppo della Tripartizione e della libera educazione.
La propagazione delle idee malpensanti
Saremmo però veramente ingenui se pensassimo che l’influenza del progressismo globalista in Europa sia stata determinata esclusivamente da accademici e filosofi come Gramsci, Marcuse, Habermas e Rawls o dalle trasformazioni interne alla Chiesa cattolica post-conciliare. Il vero ruolo nell’imporre queste idee all’opinione pubblica è stato svolto da figure del ceto politico-imprenditoriale che, attraverso il controllo dei mezzi di comunicazione, hanno promosso e diffuso tali ideologie. Pensiamo a De Benedetti o Scalfari in Italia, In Francia Pierre Bergé, co-fondatore di “Le Monde”, ha utilizzato la sua influenza nel panorama mediatico francese per promuovere cause progressiste, inclusi i diritti LGBTQ+ e le politiche di sinistra. In Germania ha agito Mathias Döpfner amministratore delegato di Axel Springer, uno dei maggiori gruppi editoriali europei. Döpfner ha orientato le pubblicazioni del gruppo verso posizioni progressiste, sostenendo temi come l’integrazione europea e i diritti civili. In Spagna il Gruppo PRISA Possiede “El País”, uno dei principali quotidiani spagnoli, noto per la sua linea editoriale progressista e socialdemocratica. Enormi finanziamenti per propagandare queste idee provenivano anche dagli Stati Uniti attraverso USAID, un’agenzia legata alla CIA controllata dalla fazione DEM.
Oggi Elon Musk con il gruppo DOGE sta facendo luce su questa immensa opera di propagazione ideologica. Di fatto le idee neoliberiste, progressiste e autoritarie (si ripensi alle censure ispirate da Marcuse alle idee considerate reazionarie) hanno praticamente intossicato una parte della società occidentale. Sono soprattutto gli intellettuali coloro che hanno subito la propaganda progressista. Con lo scorrere del tempo gli operai e coloro che lavorano con le mani sono rimasti indenni e non a caso hanno iniziato a recuperare autorevolezza elettorale identificandosi con i partiti cosiddetti populisti.
Le lobby segrete
Domandiamoci ora qualcosa che non compare ovviamente sulle testate della stampa. Esiste un coordinamento piú che ideologico tra questi imprenditori progressisti? È lecito ipotizzare che ci siano dei salotti o delle segrete stanze dove questi magnati dell’informazione hanno coordinato i propositi di egemonia culturale progressista? Stabilire connessioni dirette tra specifici imprenditori contemporanei e la massoneria deviata o altri gruppi di pressione, richiede un’analisi approfondita e accesso a informazioni spesso non pubbliche. È noto che alcuni membri delle élite europee partecipano a think tank, club esclusivi e organizzazioni internazionali dove si discutono e si promuovono politiche progressiste. Tali associazioni hanno influenzato pesantemente le agende politiche e mediatiche, contribuendo alla diffusione di determinate ideologie. Di certo organismi come il Forum Economico di Davos o la Fabian Society hanno rivestito questo ruolo. Massoni “eretici” come Gioele Magaldi nel suo: Massoni. Società a responsabilità illimitata: La scoperta delle Ur-Lodges propende per un ruolo esclusivo di queste logge internazionali. Non dimentichiamo però che Magaldi da 33° grado quale ha, può aver ingigantito l’importanza e il ruolo della massoneria. Il tanto atteso secondo volume con rivelazioni ancora piú sconvolgenti e inattese non è uscito poiché la realtà ha iniziato a correre ancor piú di quanto la massoneria poteva prevedere. Oggi la massoneria italiana è pesantemente spaccata in due probabilmente tra una fazione d’oltreoceano e la casa madre britannica.
Lo Tsunami delle rivelazioni traumatiche
Le classi privilegiate europee (la cosiddetta Sinistra Ztl) che credeva fideisticamente negli assunti progressisti, oggi è in sofferenza. Con la conquista elettorale di Fitzo in Slovacchia, di Orban in Ungheria, di Meloni in Italia e soprattutto di Trump negli USA, con la vittoria della Russia in Ucraina e con la crescita dei BRICS, con la creazione di tre imperi dominanti e la sconfitta del globalismo, si avverte la fine di un’epoca. Le certezze fideistiche del progressismo vissuto come culto laico eternizzante (si pensi alla ridicola ipotesi di Fine della Storia scritta da Fukuyama), sono demolite dalla realtà di eventi sempre piú rapidi. A mano a mano che questi settori di opinione pubblica prendono coscienza della caduta del vecchio sistema culturale progressista, entrano psicologicamente in uno stato di panico, depressione e sconforto. Accade sempre piú spesso di sentire persone che imprecano contro i tempi avversi con una veemenza e un dolore profondo. L’odio per Trump si è accresciuto a dismisura, ma la cieca avversione non può nulla contro il procedere della Storia in una direzione opposta al globalismo woke.
Lo tsunami che sta per arrivare viene presentito anche se non in modo cosciente, e quest’onda arriverà sotto forma di evento mediatico dalla portata storica. Lo tsunami sarà rappresentato dalla diffusione capillare delle notizie legate agli effetti avversi con milioni di morti per le politiche vaccinali, emergerà la corruzione dietro gli organi di stampa al soldo della CIA, sarà fatta luce sugli esperimenti biotecnologici condotti in Ucraina, si parlerà documentatamente della tratta di bambini per scopi demoniaci quali i trapianti forzosi di organi e la pedofilia delle classi dirigenti statunitensi, si prenderà atto della miseria causata dalle folli politiche green.
Il perché questo silenzio mediatico sugli scandali (malgrado l’enormità della strage in atto a discapito dei vaccinati) è presto detto: i media sono ancora controllati dalla fazione progressista e in secondo luogo, dal punto di vista dell’informazione, rivelare efficacemente nei telegiornali e sulle pagine dei quotidiani che Big Pharma ha avvelenato milioni di persone è un’arma “termonucleare” che verrà utilizzata probabilmente prima delle elezioni di mid-term negli Stati Uniti e successivamente prima della cacciata dei democratici dalla scena europea. Gli ingenui in buona fede travolti dallo tsunami andranno confortati con misericordia, poiché il disincanto è sempre dolorosissimo.
Non comandano piú le banche ma la politica
Poco sopra abbiamo usato non a caso la frase “cacciata dei democratici”, in quanto dopo la seconda rivoluzione americana, in Occidente non è pensabile una vittoria globalista di ritorno attraverso meccanismi di consenso democratico. Il fatto che in Romania un presidente regolarmente eletto sia stato detronizzato dai giudici europeisti la dice lunga sul livello di scontro in atto, e soprattutto questo fatto esecrabile ha creato un precedente che potrebbe valere in futuro anche per il fronte opposto. Ma i colpi di stato da parte dei nuovi padroni dell’Impero d’Occidente sono un pericolo relativo, la fazione progressista e globalista senza il supporto della propaganda e delle prebende economiche della finanza diverrà sempre piú debole. Laddove il globalismo progressista è ancora maggioritario come in Germania, o in Francia, si preparano tempi di enorme instabilità sociale e politica che ricondurranno alla ragione anche queste province imperiali ancora sottomesse ai DEM e al vecchio potere incentrato attorno alle banche e alla city di Londra, che guarda caso, pur essendo fuori dalla UE, adesso ritorna in ballo. L’imperatore d’Occidente ha deciso di non premere l’acceleratore dello scontro soprattutto in Europa delegando la proconsole Meloni di barcamenarsi senza rompere definitivamente con il Partito Popolare Europeo stando vicina, ma non troppo, a un pupazzo che porta il nome di Ursula Gertrud von der Leyen. Il PPE, che è costituito da una imponente massa di opportunisti, salirà sul carro del vincitore a tempo debito, liquidando cinicamente la nobildonna guerrafondaia. Che sia previsto un incontro tra conservatori trumpiani e il PPE è già cosa fatta. In questi giorni tutti parlano di riarmo dell’Europa, ma pochi si sono resi conto che la proconsole Meloni (che ha le spalle coperte dall’imperatore Trump) e il nuovo presidente tedesco hanno sottoscritto un accordo in cui, su imposizione della nostra Presidente del Consiglio, i tedeschi rinunciano alle loro arroganti e austere politiche di bilancio. Sono quelle politiche tedesche che hanno affamato e svenduto la Grecia. La crisi del debito greco è iniziata ufficialmente nel 2009 ed è durata per circa un decennio, con il suo culmine tra il 2010 e il 2015 ed era tutta a favore della Germania e soprattutto delle sue banche. I cosiddetti paesi frugali di cui l’Olanda è l’ultima erede, nei primi giorni di febbraio sono stati sconfitti dalle scelte italiane. Noi possiamo inorridire per il riarmo militare, ma non dobbiamo dimenticare che i contratti sottoscritti si possono stracciare a piacimento quando il potere politico è piú forte della finanza. Se gli armamenti ora sono fuori dal bilancio comunitario, ovvero si stampa moneta per favorire l’industria bellica, significa che le politiche di bilancio che i tedeschi imponevano alla UE non sono piú valide, e che se un domani all’Italia sarà concessa la forza (dall’impero) di investire in infrastrutture civili o in turismo il denaro comunitario, lo potrà fare.
Gli ultimi fuochi del globalismo morente
L’ultima scappatoia per i progressisti è quella dell’armamento e della guerra ispirata dal Regno Unito e dai Cazari della Cabala. In uno stato di belligeranza le elezioni vengono sospese, si veda il caso di Zelensky, e questa è una delle ragioni per cui i progressisti cercano la guerra a tutti i costi. Portare l’Europa in guerra contro la Russia e di fatto contro la politica imperiale degli Stati Uniti che vuole la pace è però pura follia sia oggi che fra dieci anni. Ci viene da ridere a pensare i trentenni europei che vedrebbero compromesso i loro riti sociali come l’happy hour e gli spritz per andare a combattere contro i russi addestrati da tre anni di guerra in Donbass. Nessuno si immolerà per i Rothschild nelle fangose trincee del confine ucraino o polacco. Inoltre Macron, principale bellicista, non ha la tempra e il conforto dei francesi che aveva Napoleone anche negli ultimi cento giorni prima di Sant’Elena. La guerra contro la Russia di Napoleone e del Terzo Reich ha insegnato qualcosa di profondo: che la Santa Madre Russia è meglio non toccarla, poiché le risorse patriottiche del popolo russo sono immensamente piú forti di qualsiasi altro paese al mondo. E la Russia è un impero con una popolazione che avverte il Divino dietro al proprio Zar. Perfino l’ateissimo mangiapreti Stalin concesse a Žukov, durante la Seconda guerra mondiale, di far sfilare l’Icona della Vergine di Kazan di fronte alle truppe. E con questo ritorniamo al punto iniziale del presente articolo.
La provvidenziale mancanza di uno spirito imperiale
Perché l’Europa è cosí debole? La risposta che ci diamo è che l’Europa manca di una sacralità che la colleghi ad uno spirito imperiale. Ovviamente, non auspichiamo lo spirito imperiale perdipiú accompagnato dal ritorno della Chiesa di Roma. Massimo Scaligero scrisse che gli avversari in Terra sono tre: il materialismo, la chiesa di Roma e il falso esoterismo. L’Europa è chiamata ad un compito piú alto: sostituire la politica con una via sociale. Le parole di Massimo su Lotta di Classe e Karma sono decisive: «Su tutta la terra, la politica mostra, attraverso il linguaggio degli eventi, di avere esaurito il suo compito, ma perciò di tendere ad arrogarsi i compiti di un’era che non le appartiene. All’osservatore autonomo, la politica risulta sostanzialmente una forma vuota usata da forze del passato, da correnti volte a sopravvivere illegittimamente, sostituendosi all’elemento di coscienza. E di responsabilità appena affiorante nell’uomo».
Ora, la politica deve essere compresa se la si vuole superare. Il tapparsi occhi ed orecchie come fanno le anime mistiche non aiuta affatto il progresso spirituale. Si deve prendere coscienza da quelle che Scaligero definisce a ragione “le forze del passato” per portare sulla Terra le forze del futuro. E nel farlo dovremo considerare la questione della diffusione della conoscenza del Karma come ciò che di veramente sacrale manca all’Europa. Ma questo è un capitolo che merita la trattazione a parte. Un giorno Massimo predisse in una conferenza l’avvento dell’Impero Rosicruciano dal Portogallo al Baltico. Poi aggiunse, sappiate però che è molto lontano…
Salvino Ruoli