Versione A
Poiché oggi tra noi ci sono alcuni che non hanno mai frequentato una lezione esoterica, cerchiamo di capire meglio quali sono gli esercizi che tutti noi dobbiamo fare. Non ci verrà mai ricordato abbastanza spesso come i nostri doveri debbano essere compresi.
Per prima cosa, parliamo della meditazione mattutina e chiariamo cosa si ottiene effettivamente con la meditazione. Correnti di vita spirituale scorrono sempre nel mondo. Ma se ci occupiamo di pensieri ordinari e quotidiani, questi flussi non possono fluire in noi. Le nostre parole di meditazione sono, per cosí dire, porte, cancelli, che dovrebbero condurci nel mondo spirituale. Hanno il potere di aprire la nostra anima in modo che con i pensieri delle nostre grandi guide, dei Maestri di saggezza e dell’armonia, delle sensazioni possano fluire in noi. Ma perché ciò avvenga, è necessario che in noi regni il silenzio piú profondo. Dobbiamo renderci conto che la meditazione è un’attività molto intima dell’anima. Quindi, subito dopo il risveglio, quando nessun altro pensiero ha attraversato l’anima, dovremmo lasciare che le parole di meditazione che ci ha dato il nostro Maestro vivano nella nostra anima. Tuttavia, non dobbiamo considerarli come materiale per speculazioni e per filosofeggiare, e dovremmo pensare il meno possibile al loro senso e significato. Abbiamo tempo per riflettere tutto il resto della giornata. Durante la meditazione dobbiamo tenerlo completamente lontano. Non dovremmo però neppure ripetere le parole senza senso, ma renderci conto che queste parole aprono la nostra anima all’afflusso di esseri divini, proprio come il calice si apre per far entrare la luce del sole. Gli esseri spirituali elevati scendono verso di noi, ma soprattutto i pensieri di coloro che chiamiamo Maestri. Vogliamo chiarire che sono loro, prima di tutto, a guidarci e a starci vicino nella meditazione. Dobbiamo anche sapere che essi camminano sulla Terra incarnati in corpi fisici. Dobbiamo quindi lasciare che le parole della meditazione vivano nella nostra anima senza rimuginarci sopra; dobbiamo piuttosto cercare di cogliere emotivamente il contenuto spirituale delle parole, per penetrare completamente in esso. Il potere di queste parole non risiede solo nel pensiero che vi è espresso, ma anche nel ritmo e nel suono delle parole. Perciò dovremmo ascoltarlo e, se escludiamo ogni sensualità, possiamo dire che dovremmo goderci il suono delle parole. Allora il mondo spirituale risuona dentro di noi. Poiché il suono delle parole è cosí importante, non è facile tradurre una formula di meditazione in una lingua straniera. Quelle che come formule di meditazione abbiamo ricevuto in tedesco sono state fatte scendere per noi direttamente cosí dal mondo spirituale. Ogni formula, ogni preghiera ha il massimo effetto nella sua lingua originale. Quando l’indiano vuole dare la massima espressione alla sua venerazione per la Divinità, che si manifesta nei tre Logoi, riassume il suo sentimento in tre parole per tre, che denotano l’efficacia dei tre Logoi. Le parole sono le seguenti:
Verità primordiale,
bontà primordiale,
immensità, o Brahma.
Beatitudine primordiale,
eternità, bellezza primordiale,
Pace, benedizione, non dualità,
Aum, pace, pace, pace.
Ma la pienezza del potere spirituale si riproduce solo quando le parole sono pronunciate in sanscrito, la lingua originale, soprattutto quando sono pronunciate ad alta voce. Allora si può sentire come risuona persino l’aria. Queste sono le parole:
Satyam Jnānam
Anantam Brahma
Ānandarūpam
Amritam Bibharti
Shantam
Shivam Advaitam,
Om, Shānti, Shānti, Shānti.
È esattamente la stessa cosa per il Padre Nostro. Detto in tedesco, è efficace quasi solo il pensiero di fondo. Il Pater noster latino funziona meglio, ma la piena potenza e la pienezza si esprimono solo nella lingua originale aramaica (https://www.youtube.com/watch?v=Pbr8T4S5osM).
Quindi dovremmo ascoltare completamente il suono delle parole. Ma dovremmo anche tenerci lontani da tutte le idee spaziali, e limitarci alle impressioni che sono direttamente collegate ai nostri sensi. Nella vita di tutti i giorni, le nostre rappresentazioni sono cosí vuote e prive di contenuto. Ma dovremmo dare vita alle nostre immagini mentali. Con la parola “attingere”, ad esempio, dovremmo avere un’idea che sia il piú possibile tangibile e vivida, come se attingessimo qualcosa da un recipiente per metterlo in un altro. Tutti i nostri pensieri dovrebbero essere il piú vividi e significativi possibile. Quando si medita, anche le parole della meditazione dovrebbero prendere vita interiore, ma dovremmo escludere tutti i concetti spaziali e affidarci interamente ai nostri sensi. Ciò significa che la percezione spaziale esiste solo sul piano fisico, ma non nel mondo astrale. Ma tutto ciò che è collegato ai sensi: colore, luce, suono, odore e cosí via è presente anche nel mondo astrale. Ecco perché durante la meditazione dovremmo cercare di risvegliare in noi una percezione sensoriale il piú chiara e significativa possibile. Gli esseri spirituali si esprimono in tutto ciò che i sensi percepiscono; nei colori, nei suoni e negli odori esprimono la loro essenza. E collegandosi a certe percezioni sensoriali, certi esseri fluiscono in noi. Il primo Logos fluisce come aroma del mondo, come odore chiaramente percepibile. In ogni odore risiede un essere spirituale di natura superiore o inferiore. Gli esseri molto elevati e buoni abitano nell’incenso: ci attirano direttamente nelle altezze a Dio. Gli esseri di natura inferiore si incarnano nell’odore del muschio. Nei tempi passati, quando le persone avevano una maggiore conoscenza di queste cose, il muschio veniva usato per stimolare i sensi inferiori. Gli esseri spirituali vivono anche nei suoni e nei colori. Dovremmo sentire le parole della meditazione nella nostra anima il piú possibile piene di colore e di luce, il piú possibile sonore, percepirle a fondo, vivere in esse completamente. Per esempio, quando una formula di meditazione inizia: “Nei puri raggi della luce…” e cosí via, dovreste avere un’idea luminosa, piena di luce, dovreste vedere e sentire come i flussi di luce scendono su di voi. Va poi ancora detto che non è affatto importante che impariamo nuovi esercizi il piú rapidamente possibile. Al contrario, la forza spirituale di una persona si rivela quando rimane con un esercizio il piú a lungo possibile, quando è in grado di trarne forza. Ogni formula di meditazione è dotata di un potere sufficiente per risvegliare a lungo le forze dormienti dell’anima. Tuttavia, se si è sempre alla ricerca di nuove istruzioni, si distrugge il potere dell’esercizio e ci si priva dei suoi frutti.
Esistono alcune scuole esoteriche elementari in cui gli studenti ricevono istruzioni molto semplici. Non portano a nessuna meta, ma possiamo imparare l’effetto che possono avere anche esercizi cosí semplici se vengono eseguiti correttamente. Ad esempio, a uno studente viene dato il compito di dedicare un quarto d’ora ogni giorno solo a pensare all’idea di vetro, vetro, vetro… Non è ridicolo, ma se l’allievo riesce davvero a tenere fuori dalla sua anima ogni altro pensiero durante questo tempo, la sua anima diventerà completamente vuota e pura, e le forze assopite in essa si risveglieranno, a meno che altre influenze non siano troppo forti. Vediamo quindi che anche esercizi cosí semplici possono essere efficaci. Ma noi non diamo esercizi di questo tipo. Le nostre formule di meditazione contengono grandi poteri spirituali, sono porte d’accesso al mondo spirituale. Quanto piú un discepolo progredisce, tanto piú facili sono gli esercizi che gli vengono assegnati. Gli esercizi diventano sempre piú semplici quanto piú si risvegliano i poteri spirituali.
Ora vogliamo parlare anche della retrospettiva serale. Ogni sera, prima di andare a letto, dovremmo ripercorrere la nostra vita diurna dall’inizio alla fine. La giornata dovrebbe scorrere come immagini. Una cosa è importante: non dobbiamo mai permettere che sorga un sentimento di rimpianto. Il rimpianto è sempre egoistico. Chi si pente vorrebbe essere stato migliore, ha un desiderio del tutto egoistico. Non dobbiamo desiderare di essere stati migliori, ma di volere diventare migliori. Dovremmo imparare dalla nostra vita quotidiana. Se abbiamo fatto qualcosa di sbagliato, non dobbiamo pentircene, ma pensare: in quel momento non avrei potuto fare nulla di diverso, ma ora posso fare meglio e voglio fare meglio in futuro. In ogni esperienza quotidiana dovremmo chiederci: ho fatto bene, non avrei potuto fare meglio? Si scoprirà sempre che si poteva fare meglio. Un’altra cosa molto importante è che impariamo a guardarci come se fossimo degli estranei, come se ci guardassimo dall’esterno e ci criticassimo. In generale, dovremmo avere un’idea il piú possibile chiara della vita quotidiana. È molto piú importante riuscire a ricordare i piccoli dettagli che gli eventi importanti. Un comandante che ha combattuto una grande battaglia la sera ha l’immagine della battaglia davanti agli occhi. Questa immagine gli rimane impressa da sola nella sua anima. Ma non ricorda tutti i piccoli dettagli della giornata, per esempio come si è messo e tolto gli stivali. Ed è questo l’importante: avere un’immagine il piú possibile completa della giornata. Ci vediamo camminare per strada, ad esempio, e cerchiamo di ricordare come si snodavano le file di case, a quali vetrine di negozi siamo passati davanti, quali persone abbiamo incontrato, che aspetto avevano, come eravamo noi stessi; poi ci vediamo entrare in un negozio e ricordiamo quale commessa abbiamo incontrato, cosa indossava, come parlava, come si muoveva, e cosí via. Dobbiamo fare un grande sforzo con questi piccoli dettagli, e questo rafforza i poteri dell’anima.
Non dovete pensare che per fare ciò vi ci vorrà un’ora. All’inizio ricorderete solo un po’ e poi gradualmente, con grande sforzo, sempre di piú. Alla fine, però, con la pratica, si può arrivare al punto in cui l’intera vita quotidiana scorre nella mente con chiarezza e con tutti i suoi dettagli in cinque minuti. Ma bisogna sforzarsi con pazienza. Questo esercizio non serve a chi si limita a ripetere gli eventi della giornata in modo rapido e incolore.
Ciò che attraverso questo esercizio si vorrebbe perseguire è quanto segue. Se una persona ha camminato a lungo e alla fine del percorso vuole rivedere la parte del tragitto che ha percorso, può farlo in due modi. In primo luogo, può stare ferma con le spalle rivolte alla parte di sentiero che ha percorso e cercare di ricordare cosa c’è dietro di lui. Ma può anche girarsi e guardare il tratto di strada [percorso]. Se abbiamo appena attraversato un periodo di tempo, inizialmente possiamo ricordare solo con la memoria e non guardare indietro al tratto di tempo trascorso. Ma questo guardare indietro, che conosciamo solo dallo spazio, è possibile anche nel tempo e lo impariamo sforzandoci di far passare davanti a noi il giorno trascorso nel modo piú chiaro e figurativamente vivido possibile. Nessun evento del passato è completamente scomparso, sono ancora tutti qui. Si trovano qui in quella che chiamiamo la Cronaca dell’Akasha. Si impara a leggerla solo in questo modo. All’inizio riconoscete da essa solo ciò che vi riguarda personalmente, ma gradualmente riconoscerete anche altre cose. Ecco perché la retrospezione serale è un esercizio cosí importante e indispensabile.
Il discepolo esoterico può fare una curiosa osservazione su se stesso: noterà gradualmente che la sua memoria peggiora sempre di piú. Questo è del tutto naturale. Ma presto migliorerà di nuovo o, per dirlo piú correttamente, la memoria scomparirà e qualcosa di nuovo prenderà il suo posto. Questa novità è la capacità di vedere direttamente il passato. Allora non avrete piú bisogno della memoria ordinaria.
Oltre alla meditazione e alla retrospezione, l’allievo deve fare anche alcuni esercizi supplementari. Questi non hanno lo scopo di sviluppare nuove capacità, ma di rafforzare il carattere dell’anima e di portarlo alla giusta forma. Solo se si eseguono questi esercizi aggiuntivi la meditazione può avere successo.
Il primo esercizio ausiliare prevede che una volta al giorno, quando si ha un momento indisturbato, si ponga un pensiero al centro dei propri pensieri e si rimanga con esso per almeno cinque minuti. Per cominciare, scegliete le idee piú semplici e apparentemente prive di significato e pensate a tutto ciò che può essere pensato e collegato ad esse in una sequenza tranquilla. Se scegliete un oggetto interessante, i pensieri vi si attaccheranno da soli per molto tempo. Ma se scegliete un fiammifero, per esempio, dovete fare un vero sforzo per riuscire a pensarci su a lungo. Ed è proprio questo sforzo che risveglia le forze dell’anima. Pensate a quanto segue: che aspetto ha un fiammifero? Quali tipi di fiammiferi esistono? Come sono fatti? A cosa servono? Dove vengono conservati? Quali danni possono causare? E cosí via. Se fate questo esercizio, dopo qualche tempo sentirete un senso di sicurezza interiore e di fermezza. Si tratta di una sensazione molto specifica. Cercate di prenderne piena coscienza e di riversarla nella testa e nel midollo spinale come se fosse acqua. Questo esercizio deve essere eseguito quotidianamente per almeno quattro settimane. Ma si può fare anche per mesi, finché non si sente che sta dando buoni frutti.
In secondo luogo, dobbiamo praticare l’iniziativa nelle nostre azioni. Per farlo, scegliamo azioni che altrimenti non avremmo fatto e che intraprendiamo solo per il gusto di fare questo esercizio. Gli esercizi piú semplici possibile e che dovete forzarvi a fare sono i piú efficaci per cominciare. Anche in questo caso, noterete presto una certa sensazione, una fermezza e un impulso ad essere attivi. Portate questa sensazione completamente nella vostra coscienza e versatela come acqua dalla testa fino al cuore, per assimilarla completamente. Eseguite questi esercizi a una determinata ora, ancora una volta per almeno quattro settimane.
Nel terzo mese, o dopo il secondo periodo, si comincia a porre fine a tutte le fluttuazioni della propria vita dell’anima. Tutto ciò che “gioisce fino al cielo – si rattrista fino alla morte” deve scomparire. Nessun dolore deve sopraffare, nessuna gioia deve far uscire da se stessi. Paura, eccitazione e smarrimento devono scomparire. Questo crea un terzo sentimento dentro di voi. Questa sensazione di calma equanimità si fa sentire come un calore interiore. Concentrate questa sensazione nel cuore e lasciatela irradiare da lí alle mani, ai piedi e poi verso la testa.
Dopo il terzo periodo, si sviluppa la cosiddetta positività nell’anima. Si cerca di vedere il bene e il bello in ogni cosa, anche nella peggiore, nella piú terribile, nella piú orribile, proprio come ci insegna la leggenda persiana di Cristo con il cane. Un giorno sperimenterete una sensazione di beatitudine interiore. La concentrate nel vostro cuore, lasciate che si irradi fino alla testa e da lí agli occhi, come se voleste irradiarla attraverso gli occhi.
Nel quinto mese, esercitatevi a non permettere che il vostro futuro sia determinato dal passato. Dovete diventare completamente privi di pregiudizi, accogliere tutto, aprire la vostra anima. Se qualcuno vi dice che il campanile della chiesa si è girato nella notte, non dovete ridere di lui, ma pensare che forse c’è una legge della natura che non conosco. Allora avrete presto la sensazione che qualcosa fluisca in voi dall’esterno dello spazio. Lo assorbite, per cosí dire, attraverso gli occhi, le orecchie e tutta la pelle.
Nel sesto periodo, tutti e cinque gli esercizi dovrebbero essere eseguiti contemporaneamente per creare un insieme armonioso. Si noti inoltre che si dovrebbe cercare di non cambiare troppo l’orario della meditazione del mattino e della retrospezione.
Chiunque voglia diventare un vero esoterista deve rendersi conto che raggiungerà in breve tempo quello che un giorno raggiungerà l’intera umanità. E deve ricordare con fermezza che un giorno gli verranno affidati grandi compiti, che un giorno in futuro sarà necessario per l’ulteriore sviluppo dell’umanità. Questo pensiero, questa meta devono vivere completamente dentro di lui, altrimenti non è un esoterista nel vero senso della parola. E se si sviluppa nel futuro in questo modo, i suoi occhi si apriranno anche al passato e il presente diventerà comprensibile dal futuro e dal passato. Passato, presente e futuro sono cosí armoniosamente uniti. I grandi Maestri hanno anche espresso questo concetto nel linguaggio con la sillaba sacra AUM. Questa è una delle tante interpretazioni che si possono dare a questa sillaba. Quando pronunciamo questa sillaba, i grandi Maestri sono qui con noi e l’aria risuona della potenza spirituale di questi suoni:
AUM
Versione B
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- Gli esseri luciferici rimasti indietro nell’evoluzione della Luna
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- Spiriti del fuoco ahrimanici rimasti indietro nell’evoluzione del Sole
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- Asura, Spiriti del piú forte egoismo, rimasti indietro nell’evoluzione di Saturno
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Verga di Mercurio, il serpente del male e del bene [Simbolo] che guida l’uomo, attraverso la conoscenza [Mercurio], per il superamento del male attraverso la propria forza
Asura: sono le entità che tendono all’ottava sfera. Vogliono condensare sempre di piú la materia, comprimerla in modo che non possa essere nuovamente spiritualizzata, cioè riportata al suo stato originario. Sono la feccia dell’intera evoluzione planetaria, che inizia con Saturno e passa attraverso Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano.
Gli Asura popolano attualmente già la Luna e dalla Luna lavorano sull’uomo, che vogliono far scendere nell’ottava sfera, strappandolo cosí al divenire progressivo e alla sua meta: il Cristo. Tutti coloro che si sforzano di raggiungere l’ottava sfera, alla fine troveranno la loro esistenza su una Luna (Giove).
AUM: invocazione per allontanare le influenze maligne. Se pronunciato correttamente, AUM collega l’uomo con la divinità creatrice, i tre Logoi, e nessun essere malvagio che voglia allontanare l’uomo dalla divinità può resistere a questo.
AUM deve essere pronunciato con consapevolezza.
Io primordiale, da cui tutto è partito
Io primordiale, a cui tutto ritorna:
Io primordiale che vive in me
A te io tendo.
Pace – Pace – Pace = AUM
«Partorirai i tuoi figli con dolore» è la parola simbolica che si riferisce al progresso dell’umanità attraverso la reincarnazione, il cui perfezionamento si ottiene attraverso la sofferenza.
L’uomo redime se stesso e le entità luciferiche attraverso la vera conoscenza del Cristo: attraverso la saggezza che vuole comprendere uno sviluppo della Terra con il Cristo in essa. Ma solo attraverso la coscienza che vuole riconoscere il Cristo. Se l’uomo si lascia redimere inconsapevolmente, non contribuisce alla redenzione di Lucifero.
Potete essere illuminati dallo Spirito Santo, il nuovo Spirito. Questo non è altro che lo Spirito attraverso il quale si comprende il Cristo. Lucifero è il portatore della fiaccola di questa luce, la luce del Cristo. È lo Spirito che governa la Loggia dei Dodici come Tredicesimo.
Il Manas è autocoscienza spirituale in sé e coscienza divina quando l’uomo lo unisce alla Buddhi. Solo chi ha dato vita al Sé superiore può farlo. Ciò è nascosto nell’AUM:
A è Atma
U è Buddhi
M è la saggezza che guida il sé superiore verso l’AUM.
Rudolf Steiner
Conferenza tenuta a Berlino il 29 gennaio 1907.
O.O. N° 266/1 – Traduzione di Marco Allasia.