Il parlare non scaturisce direttamente dall’Io, bensí in effetti dall’organismo astrale. Anche l’animale possiede l’organismo astrale, ma di norma esso non lo porta a parlare. Questo perché tutte le parti costitutive dell’entità umana e di quella animale non sono presenti solo per se stesse, ma ciascuna è compenetrata da tutte le altre, ragione per cui viene modificata nella sua essenza.
Non è mai giusto nel senso pieno della parola dire che l’uomo consiste di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e Io, in quanto si ha facilmente il pensiero che queste parti costitutive della natura umana siano una accanto all’altra, e che sia possibile un’interpretazione che le pone una accanto all’altra. Esse non si trovano una accanto all’altra, ma si compenetrano nello stato di coscienza desta. Per questo si deve dire: l’uomo non ha solo un corpo fisico, che avrebbe un aspetto del tutto diverso se seguisse solo le sue leggi, ma ha un corpo fisico modificato dal corpo eterico, dal corpo astrale e dall’Io. In ogni singola parte costitutiva della natura umana sono presenti anche le altre tre. Per questo anche nel corpo astrale si trovano tutte le altre parti della natura umana. Anche l’animale è nelle stesse condizioni: il corpo fisico si trova nel corpo astrale dell’animale, il corpo eterico si trova nel suo corpo astrale, ma l’Io modifica solo nell’uomo il corpo astrale, e dal corpo astrale modificato dall’Io parte l’impulso del parlare.
Proprio di questo si deve tener conto, volendo arrivare artisticamente nell’arte della parola sino al singolo suono che altrimenti nel parlare di ogni giorno viene configurato in piena incoscienza. Tale incoscienza deve essere innalzata in certa maniera sino alla coscienza, se si deve portare il parlare da una condizione non artistica a una artistica.
Riflettiamo solo su di un fatto. Il parlare in assoluto non è scaturito dal parlare che usiamo oggi nella vita comune, altrettanto poco quanto lo scrivere degli uomini dalla nostra scrittura. Paragoniamo l’antica scrittura ideografica egizia e avremo ancora un’idea da che cosa deriva lo scrivere. Altrettanto il parlare non è scaturito da quello odierno, contenente ogni cosa, convenzionalità, termini conoscitivi e cosí via, ma da ciò che vive artisticamente nell’uomo. Se si vuole considerare l’elemento artistico in questa prospettiva, si deve avere come minimo una sensibilità per vedere che la parola è scaturita dall’artisticità, non dall’utilitarismo, dalla scientificità umana.
Durante l’evoluzione terrestre vi furono tempi in cui gli uomini proprio non potevano parlare senza un ritmo, anzi avevano il bisogno di parlare sempre ritmicamente. Vi furono tempi in cui ad esempio non si poteva far altro, quando si diceva qualcosa che sembrava da sottolineare, che dirlo configurando il linguaggio. Prendiamo per esempio molto semplicemente che qualcuno avesse voluto dire, partendo dagli impulsi del parlare delle origini, che una persona inciampava. Gli sarebbe stato sufficiente dire che inciampava sul bastone (er stolpert iiber Stock), in quanto i bastoni erano dovunque nei tempi primordiali, oppure, dato che anche le pietre erano dovunque, che inciampava sulla pietra (er stolpert über Stein).
Ma non era cosí che diceva, bensí «inciampa su bastone e pietra» (er stolpert iiber Stock und Stein), perché nello Stock und Stein, anche se con questo non si caratterizzava esattamente il mondo esterno, era presente un’interiore configurazione artistica del linguaggio. Se si voleva indicare qualcosa sottolineandola, si diceva che una nave non affonda solo con gli uomini, ma anche con quelli che forse non si hanno affatto volentieri sulla nave, i topi. Si diceva che la nave affonda con uomini e topi (mit Mann und Maus), se vi si dà una forma partendo dall’impulso delle origini del parlare.
Di fatto oggi questo impulso del parlare vive in maniera esigua nell’umanità, e vi sono ragioni per cui esso non opera. Esistono perché purtroppo già nelle scuole esso non ha efficacia, perché le nostre scuole, e tutta la vita internazionale, hanno perduto l’elemento artistico. Per questo nelle scuole Waldorf dobbiamo tanto impegnarci nell’arte, perché le scuole hanno perso l’elemento artistico e sono impegnate solo nella scienza. Ma la scienza è non-artistica, e appunto la scienza ha permeato a fondo la scuola. Nel corso degli ultimi quattro o cinque secoli la scuola è divenuta sempre piú quanto di piú barbaro si possa pensare per chi con senso artistico entri in una classe.
Ma se già nell’educazione non è presente l’elemento artistico, e in una classe si parla, perché il parlare è una parte dell’insegnamento, se già nella scuola l’arte è assente, non fluisce nell’educazione, è del tutto ovvio che piú tardi nella vita gli uomini non l’avranno. Ne consegue che oggi l’umanità in generale ha pochissimo senso artistico, e quindi neppure un gran bisogno artistico di dar forma al linguaggio. Si dice troppo di rado che qualcosa non è detto bene; e invece molto piú spesso che qualcosa non è detto correttamente. Il grammatico pedante fa le sue correzioni, ma la persona con sensibilità artistica corregge molto raramente il linguaggio di qualcuno. È opinione comune che non sia cosí necessario.
…Possiamo chiederci: che cosa rappresenta in assoluto il linguaggio nella totalità dell’entità umana? Si risponde nel modo giusto a questa domanda solo se in piú ci si chiede: come stavano le cose nel linguaggio primordiale, nel linguaggio che apparve per la prima volta nell’umanità?
Quel linguaggio era davvero qualcosa di meraviglioso. A parte che l’uomo era sin dall’inizio predisposto a parlare con un ritmo, secondo misura, persino con assonanze e allitterazioni, a parte questo, nel linguaggio primordiale l’uomo sentiva e pensava nel linguaggio. La vita dei sentimenti dell’umanità primordiale non presentava sentimenti astratti come oggi, ma nello stesso istante in cui si aveva un sentimento, fosse anche il piú intimo, si arrivava subito a configurarlo nel linguaggio. Nei tempi antichi non si potevano avere sentimenti teneri per un bambino, senza dar loro forma nel linguaggio con l’impeto dell’anima.
…Nei tempi antichi non si avevano pensieri astratti come oggi. Allora non vi erano pensieri astratti senza linguaggio; quando l’uomo pensava qualcosa, gli veniva in parole e frasi. Egli parlava interiormente. È ovvio quindi che all’inizio del vangelo di Giovanni non si dica: in principio era il pensiero, ma: in principio era la parola, il verbum. La parola, perché si parlava interiormente, e non si pensava astrattamente come oggi. Si parlava interiormente. Il linguaggio primordiale conteneva in sé sentimenti e pensieri. Esso era in certo modo lo scrigno per i sentimenti e i pensieri nell’entità umana.
Rudolf Steiner
Tratto da: “Sprachgestaltung” e arte drammatica – Arte della parola e arte drammatica – Prima Parte.
Editrice Antroposofica. Milano, 1990. O.O. N° 282.