Lieve fioriva sulla terra
una dolce corolla
e il fuoco dell’amore l’accendeva.
Un impetuoso vento di novembre
i petali ha disperso nell’aurora,
ma il suo profumo di angeli
sottile
verso l’ultima stella si è levato.
La nostalgia dell’anima che ha in sé
la terra sente nell’autunno grigio.
Si flette, si racchiude su se stessa
e come una crisalide si tesse
intorno di silenzio una veste.
Sotto i cieli d’inverno
il freddo non la turba e pur l’avvolge,
per quel sole lontano che non scalda.
Racchiusa nella quiete, nel tepore
crea, giorno dopo giorno, una farfalla.
Al sole nuovo si aprirà la terra
e ormai perfetta
ricca di lievi, delicate forze
uscirà dal suo grembo la farfalla.
Arabeschi di fiori nasceranno
al suo volo
nell’aria dolce della primavera.
Spunterà l’erba al vibrar delle ali
e gemme sugli alberi spogli.
Dal profondo respirerà la terra,
pronta ad andare incontro all’universo
a espandersi nel sole dell’estate,
finché un nuovo autunno porterà
la nostalgia dell’eternità.
Alda Gallerano
La vera consapevolezza
arriva
quando cominciamo
a mettere da parte
l’orgoglio,
i pregiudizi,
e comprendiamo
che tutto il nostro essere
è parte integrante
di un disegno Divino,
che la nostra esistenza
ha un senso,
e che tutti andiamo
nella stessa direzione.
Rita Marcía
Oltre la Maya
.
Se potessi sbirciare,
anche solo per un attimo,
attraverso i veli di Maya
i miei occhi strariperebbero di luce
e il mio petto
non conterrebbe il mio cuore.
L’armonia delle sfere
carezzerebbe il mio spirito,
ormai immerso nell’eterno
che mai si ripete
mentre spirali,
chiocciole auree
ed orbite lemniscatiche
paleserebbero al mio Io
la maestosità del Vero.
Pietro Sculco
Pulizia
Nel 1997, alla Biennale di Venezia, ha lavato uno scheletro e spazzolato una catasta di ossa di bue. Da marzo a maggio del 2010, al museo MoMa di New York, ha fissato negli occhi 1.545 visitatori affluiti alla sua mostra. Questa performance, da lei ritenuta tra le piú faticose effettuate, ha ripulito la mente e il corpo dei 1.545 fortunati, grazie all’empatia originata dallo scambio oftalmico in un’esperienza totalizzante. Ecco perché a furia di pulire, Marina Abramovich, performer di Belgrado, viene definita The Cleaner, la pulitrice. Con questo nome è conosciuta e quotata nell’arte psicoterapeutica. Non mancano però i detrattori. Uno di questi, un pittore ceco, l’ha aggredita, il 20 settembre scorso, mentre usciva da Palazzo Strozzi a Firenze, dove era in corso la mostra antologica retrospettiva a lei dedicata.
È una cosa ben trista:
fuori Palazzo Strozzi.
la chiacchierata artista
ha rimediato bozzi
da un ceco che contesta
il fatto che lei spacci
un’arte disonesta
fatta di nudi e stracci
e pretende che sia,
grazie alle sue fattezze,
rito di pulizia
non mostra di sconcezze.
Ma forse il feritore
era un vero pittore,
magari un celebrato
Vasari reincarnato.
Poiché è tempo che il Cielo
intervenga con zelo
per sbugiardare i trucchi
fatti con legni e stucchi.
Le tristi anatomie,
carnali idolatrie
per uomini malati
del sublime privati.
Egidio Salimbeni