Liriche e arti figurative

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Carmelo Nino Trovato «Cristalli silenti – La montagna incantata»

Carmelo Nino Trovato
«Cristalli silenti – La montagna incantata»




Lieve fioriva sulla terra

una dolce corolla

e il fuoco dell’amore l’accendeva.

Un impetuoso vento di novembre

i petali ha disperso nell’aurora,

ma il suo profumo di angeliNovembre

sottile

verso l’ultima stella si è levato.

 

 

   La nostalgia dell’anima che ha in sé

   la terra sente nell’autunno grigio.

   Si flette, si racchiude su se stessa

   e come una crisalide si tesse

   intorno di silenzio una veste.

   Sotto i cieli d’inverno

   il freddo non la turba e pur l’avvolge,  

   per quel sole lontano che non scalda.

   Racchiusa nella quiete, nel tepore

   crea, giorno dopo giorno, una farfalla.

   Al sole nuovo si aprirà la terra

   e ormai perfetta

   ricca di lievi, delicate forze

   uscirà dal suo grembo la farfalla.

   Arabeschi di fiori nasceranno

   al suo volo

   nell’aria dolce della primavera.

   Spunterà l’erba al vibrar delle ali

   e gemme sugli alberi spogli.

   Dal profondo respirerà la terra,

   pronta ad andare incontro all’universo

   a espandersi nel sole dell’estate,

   finché un nuovo autunno porterà

   la nostalgia dell’eternità.

 

   Alda Gallerano




La vera consapevolezzaIn cammino
arriva
quando cominciamo
a mettere da parte
l’orgoglio,
i pregiudizi,
e comprendiamo
che tutto il nostro essere
è parte integrante
di un disegno Divino,
che la nostra esistenza
ha un senso,
e che tutti andiamo
nella stessa direzione.

 

 

Rita Marcía



Oltre la Maya

.Armonia sfere

 

 

 

Se potessi sbirciare,

anche solo per un attimo,

attraverso i veli di Maya

i miei occhi strariperebbero di luce

e il mio petto

non conterrebbe il mio cuore.

L’armonia delle sfere

carezzerebbe il mio spirito,

ormai immerso nell’eterno

che mai si ripete

mentre spirali,

chiocciole auree

ed orbite lemniscatiche

paleserebbero al mio Io

la maestosità del Vero.

 

 

Pietro Sculco




Pulizia

 

Nel 1997, alla Biennale di Venezia, ha lavato uno scheletro e spazzolato una catasta di ossa di bue. Da marzo a maggio del 2010, al museo MoMa di New York, ha fissato negli occhi 1.545 visitatori affluiti alla sua mostra. Questa performance, da lei ritenuta tra le piú faticose effettuate, ha ripulito la mente e il corpo dei 1.545 fortunati, grazie all’empatia originata dallo scambio oftalmico in un’esperienza totalizzante. Ecco perché a furia di pulire, Marina Abramovich, performer di Belgrado, viene definita The Cleaner, la pulitrice. Con questo nome è conosciuta e quotata nell’arte psicoterapeutica. Non mancano però i detrattori. Uno di questi, un pittore ceco, l’ha aggredita, il 20 settembre scorso, mentre usciva da Palazzo Strozzi a Firenze, dove era in corso la mostra antologica retrospettiva a lei dedicata.

 

 

Abramovich aggredita

È una cosa ben trista:

fuori Palazzo Strozzi.

la chiacchierata artista

ha rimediato bozzi

da un ceco che contesta

il fatto che lei spacci

un’arte disonesta

fatta di nudi e stracci

e pretende che sia,

grazie alle sue fattezze,

rito di pulizia

non mostra di sconcezze.

Ma forse il feritore

era un vero pittore,

magari un celebrato

Vasari reincarnato.

Poiché è tempo che il Cielo

intervenga con zelo

per sbugiardare i trucchi

fatti con legni e stucchi.

Le tristi anatomie,

carnali idolatrie

per uomini malati

del sublime privati.

 

Egidio Salimbeni