È vicino il Natale
ma l’albicocco
solo
incerto resta
fra l’autunno e l’inverno.
Dai sempreverdi protetto
pieno è ancora di foglie
piú verdi che gialle.
A poco a poco
della Natura il sonno
prenderà il sopravvento.
Quando l’autunno in inverno
si sarà già mutato,
perderà le sue foglie
l’albicocco,
ed all’Epifania sarà già spoglio.
La primavera
non tarderà a tornare
e con lei torneranno i germogli,
teneri e verdi,
e con essi la gioia
che tutta si raccoglie
fra il Natale e la Pasqua.
Alda Gallerano
Sapendo di non sapere,
volevo tutto sapere.
Ma il sapere
è come l’acqua del fiume:
passa.
Il fiume resta.
Il sapere, è la sua acqua chiara.
Stelvio
QUELLI CHE SONO RIMASTI
I paesi si svuotano,
rimangono i vecchi.
Per loro nel “mondo nuovo”
non c’è posto.
Sono tagliati fuori
dalle leggi selettive dell’esodo.
Restano con le loro angosce,
la rassegnazione, l’insicurezza,
avvelenati di solitudine,
a ricordare
le pittoresche sagre paesane
di sapore campagnolo.
Sono loro, con i silenzi,
le sofferenze, i volti corrucciati,
a ridare alla storia del proprio paese
un’immagine, una voce,
una memoria, un ricordo,
una dignità sottratta e sigillata
dietro il muro di una cultura borghese
che ha fatto di loro
“quelli che sono rimasti”.
Lirica e dipinto di Liliana Macera
Exit
Quando una condizione sociale diventa critica per gli individui, tipo governi autoritari, istituzioni rapaci e amorali, con leggi vessatorie e sperequative, chi può fugge da un simile contesto con ogni mezzo. E gli animali? Da millenni subiscono lo sfruttamento, la tortura e la fagocitazione da parte degli umani: in guerra, in pace, nella goduria festaiola e cannibalesca. Molti, acquiescenti, subiscono; alcuni, renitenti e irriducibili, migrano, o sognano di poterlo fare.
Un pollo dice a un altro:
«Per questo Capodanno
mi voglio fare scaltro.
A scanso di ogni danno
mi rendo irreperibile,
divento clandestino
quindi non commestibile.
Fuggo spumanti e vino,
me ne vado in Oriente
tra fachiri e sciamani,
lí è tutto un continente
di buddisti e vegani».
«Un proposito saggio,
il tuo pellegrinaggio –
concorda l’altro pollo –
se può salvarti il collo.
Ma prima di arrivare
dovrai molto rischiare:
stragi con razzi e bombe
nell’umana ecatombe.
È la cieca mattanza
della guerra ad oltranza.
Altro che spiedi e brace
dove manca la pace!
Pertanto non mi muovo.
Forse con l’anno nuovo
da gallo riesco qui
a far chicchirichí».
Egidio Salimbeni