La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaMi accorgo spesso di agire in maniera automatica, senza pensare veramente a quello che faccio. Infatti, mi accade di guidare pensando a tutt’altro, o di fare le faccende di casa senza porre mente alle cose che sto facendo. Mi devo preoccupare o succede pure agli altri?

 

Maria Letizia F.

 

L’automatismo fisico deve essere trasformato in esperienza della coscienza. In questo modo l’auto­matismo, da atteggiamento negativo, può diventare un mezzo di sviluppo interiore, portando a coscienza il pensiero di quanto si sta compiendo. Chiamiamo automatismo ogni operare sottratto alla coscienza. Noi apprendiamo le cose e dopo averle fatte nostre le ripetiamo, imprimendole nel­l’eterico, che è il corpo della memoria, ma dobbiamo cercare di non cadere nella ripetitività in assenza di coscienza. In genere, esercitiamo l’automatismo nei confronti della natura, del paesaggio, dei luoghi domestici o di lavoro in cui agiamo quotidianamente, dove consideriamo astrattamente quanto ci circonda, perché è scontato, non merita la nostra attenzione. Questo atteggiamento è del tutto materialistico. Viviamo superficialmente la fisicità delle cose, e spesso intratteniamo relazioni umane con la fisicità delle persone che incontriamo, anch’esse, in automatico. Sappiamo che all’epoca della Grecia antica l’uomo iniziò ad avere l’esperienza materialistica, ma il suo modo di accostarsi alla realtà era diverso da quello attuale, perché la sua coscienza ancora gli permetteva di vedere la controparte interiore degli esseri e della natura. L’automatismo senza coscienza appartiene alla tecnica, alla meccanica, non all’uomo. Ma oggi, proprio a causa dell’eccesso di automatismo che è intorno a noi, anche negli strumenti che ci aiutano, come appunto la macchina, che si guida “in automatico”, il principio di casualità fisica diventa dominatore: di ciò che lo circonda, l’uomo assume una percezione di tipo scientifico, e tende a valutare tutto tecnologicamente, a interpretare tutto numericamente, credendo che questo sia il progresso. Ma un tale pensiero, che può essere giusto per il ristretto mondo delle quantità, non è applicabile al mondo della qualità, della vera vita, in cui l’automatismo può divenire causa di incidenti anche gravi. Noi dobbiamo cercare, per quanto ci è possibile, di attivare una presenza vigile in ogni azione che compiamo. Possiamo considerarlo un esercizio per una giusta e sana crescita della nostra individualità, evitando altresí di incorrere in conseguenze che potrebbero anche essere nefaste.




letterinaCome controbattere a chi dice (mio marito) che perdo tempo con una pseudo-filosofia (l’antropo­sofia) che non ha nessun senso, ma serve solo a illudere le menti che hanno bisogno di sognare e di evadere dalla vita di tutti i giorni?

 

Rita S.

 

Non c’è da controbattere, ma solo dimostrare che non si perde tempo. Questa disciplina, se seguita in maniera attiva e cosciente, rende la persona piú consapevole e laboriosa nel quotidiano, piú sana e onesta, meno pigra e distratta, meno sognante e piú concreta. Una volta dimostrato questo con il proprio comportamento, senza perdersi in chiacchiere e spiegazioni che lasciano il tempo che trovano, il giudizio negativo si trasformerà in ammirazione, e forse il marito si interesserà a questa via spirituale che non è affatto una pseudo-filosofia. E magari un giorno, prendendo in prestito un libro che sta leggendo la moglie “sognatrice”, vi troverà quelle risposte che aveva invano cercato nella “vera” filosofia.



letterinaMio figlio frequenta l’Università in una città del Nord, e noi genitori facciamo molti sacrifici per mantenerlo lí. Quando mi telefona, o quando torna a casa nei giorni di vacanza, mi parla di un ambiente degradato come insegnamento, come rapporti umani e anche come sistemazione di alloggi per studenti. Mi domando se valga la pena di continuare a farlo studiare, per poi magari ingrossare le fila dei disoccupati o vederlo andare all’estero.

 

Marianna G.

 

Riguardo all’università, è vero che ci sono problemi di metodo di studio, di qualità d’insegnamento, di relazioni tra studenti e professori, e anche problemi logistici. Ma quelli maggiori sono i problemi morali, che si riscontrano ormai in ogni struttura umana: negli uffici, nelle scuole, negli ospedali e persino nelle famiglie. Tutte le istituzioni, pubbliche e private, grandi e piccole, sarebbero da mettere sotto inchiesta. Sappiamo che i giovani sono sensibili, hanno energie molto vivaci, e c’è chi ha capito che sono energie utilizzabili. Le loro menti sono aperte per volontà di apprendimento, per interesse reale o per curiosità, e può accadere che chi è piú dotato venga sfruttato da chi è in posizione di comando. Gli esseri posti ai vertici delle varie strutture, spesso non sono dotati né di vera chiarezza mentale né di moralità, per cui approfittano delle energie dei giovani per continuare ad arricchire di nuovi traguardi la propria carriera. La società attuale è piena di contraddizioni e di ingiustizie, ma è quella in cui per karma ci troviamo a vivere. Possiamo accusarla, denigrarla, combatterla, ma l’unico modo per migliorarla è di migliorare noi stessi. È quello che devono fare i giovani: operare alla propria formazione interiore oltre che professionale, per trasformare questo sistema dall’interno, avendo però le carte in regola per farlo. E l’istruzione, la giusta preparazione, è indispensabile. Resistere, quindi, con la convinzione che il valore, se c’è, sarà infine premiato. 




letterinaVorrei chiedere, se è possibile, qual è il significato umano del sangue sparso sulla terra. E perché si dice che il sangue grida vendetta? Grazie.

 

Antonio T.

 

L’espressione “il sangue grida vendetta” è vera solo per chi vive sul piano del sangue animale, perché dalla Scienza dello Spirito noi possiamo invece trarre delle conoscenze realmente essenziali su quello che è il sangue, secondo quanto Rudolf Steiner ha detto nella nota conferenza tenuta a Berlino il 25 ottobre 1906 dal titolo “Il sangue è un succo molto peculiare”. Il sangue che viene sparso è una liberazione delle forze spirituali che sono legate al sangue. Nelle epoche primordiali, le forze che oggi agiscono nel sangue operavano nel sistema nervoso, ed è lí che ha agito Lucifero. Dopo la seduzione, l’essere umano ha subíto le conseguenze della penetrazione di Lucifero. Quando l’Io si è inserito nel corpo per poter esprimere il suo essere, le forze che appartenevano al sistema nervoso sono dovute passare al sangue per potersi esprimere nella vita ordinaria, e quello che c’era di caduto, di inquinato, si è trasferito nel sangue. In tal modo il sistema nervoso è divenuto lo strumento dell’esperienza interiore dell’uomo sulla Terra. Il sistema nervoso è l’organo piú spirituale e piú misterioso, perché è l’organo dell’anima, che è in uno stato di morte, perché la sua vita l’ha ceduta al sangue per poter divenire la vita dell’ego. Questo mistero lo conoscevano gli antichi, che offrivano sacrifici agli Dei spargendo il sangue delle vittime, soprattutto vittime umane, per ottenere la protezione divina. La luce astrale originaria non vive piú nel sistema nervoso ma vive ora nel sangue, e l’opera dell’uomo, di oggi e del futuro, è recuperare questa luce perché possa finalmente essere la luce dell’Io. L’esercizio della Rosacroce ha questo significato. La luce originaria del Logos, che è andata perduta, è stata restituita dal Cristo. È stato necessario che il sangue del Cristo si versasse, perché questa luce entrasse nella Terra, eterizzandola. La leggenda del Graal è il simbolo dell’Io puro che riporterà la luce, liberando l’essere umano dall’egoismo. Possiamo dire che il sangue è un succo veramente peculiare…