Bianca luna,
la tua pienezza velata
traspare nel cielo
che il chiaro giorno
non abbandona ancora.
Come immagine di sogno
appari eterea, lontana.
Delicata una nube
adombra
il tuo bianco splendore.
Sfumata è la tua luce,
ma intensa nel crepuscolo diviene
di un cielo che un divino pittore
di chiaroceleste ha dipinto.
Sul fare del giorno
ho salutato la notte.
Come tenera madre
nel silenzio mi culla
e dal silenzio
parole eterne affiorano
sulla soglia dell’anima:
auree parole
dalle stelle fluite.
Sulla Terra si effondono
sulla scia della luce lunare.
Alda Gallerano
Forse
Forse non ho
visto la luce,
ma ho visto cos’è
la luce.
E quella luce,
se vuoi,
puoi dimenticare.
Certo,
non ho passato la soglia,
ma mi hanno portato
un poco oltre la soglia,
a sapere
la luce,
a sapere
me.
Ora sto
sulla soglia,
guardo il mondo
oltre la soglia
guardo la vita di prima.
Guardo il mondo
che ignora la luce,
che ignora la soglia.
E posso dimenticare
me, la luce, la soglia.
Stelvio
Ricerca
Cerco la semplicità
nel complesso
e intricato cosmo
che ci circonda,
in questo giocoso
cromatismo
del canto della natura
e nella devota
fratellanza universale.
Visione di paesaggi
da sogno,
sagome di città
sommerse,
dolcissimi approdi
misteriosi,
golfi struggenti
e intriganti,
pause necessarie
al nostro Io:
armonia dell’essere.
Un aprirsi improvviso
di finestre
su mondi paralleli,
con apparizioni
fiabesche e sensuali.
Sono un navigatore
placido, in acque
dove il tempo
scorre lento, e forse
non passa mai.
Dove tutto parla
di un’antica pace
ritrovata,
di una eternità
dove tutto muta
restando
soggettivamente
immutata.
Dipinto e lirica di Liliana Macera
Solstizio
Come ogni anno, al solstizio d’estate, i fiorentini per uso antico, i turisti per curiosità, si raccolgono nel Duomo per assistere al fenomeno del disco solare, la cui immagine, passando attraverso l’occhio della cupola del Brunelleschi, il piú grande del mondo, viene a combaciare esattamente con quella riprodotta sul pavimento del Duomo. Un evento scontato, una scadenza priva di incognite e contrattempi. Eppure, la favola, l’incanto sono sempre nuovi e diversi. Cosí le attese e le speranze.
Nel Duomo fiorentino
ligio all’appuntamento,
ha eseguito a puntino
il cosmico portento
il gran disco solare
che, perforando il tetto,
è sceso a combaciare
in un modo perfetto
con il bel tondo uguale
dell’astro disegnato
in modo magistrale
sul marmo colorato.
Nel luogo di preghiera
passa la primavera
al tempo dell’estate
tra persona attirate
dal gioco del solstizio
che propone l’inizio
della bella stagione,
la profonda emozione
di una favola antica.
È la natura amica
dell’uomo ritornato
nel giardino incantato.
Egidio Salimbeni