L’assunzione dell’albero di Natale a simbolo della Notte Santa della festività del Cristo è piuttosto recente. Una poesia sull’albero di Natale non la si troverà nemmeno in un poeta come Schiller, ad esempio, che pure ne avrebbe di certo sentito il valore poetico, se ai suoi tempi tale simbolo vi fosse già stato. Schiller non avrebbe avuto difficoltà a farne oggetto di una sua poesia. Allora l’albero di Natale non esisteva ancora nella forma che ha assunto attualmente. Questa forma è una creazione recente. Nel passato gli uomini celebravano la Notte Santa in modo diverso, ma qualcosa di simile a questa festività la ritroviamo sempre e in ogni luogo, fin dove il nostro sguardo è in grado di risalire il corso dei tempi e considerando solo l’umanità nella sua figura attuale o con la predisposizione ad essa. La troviamo ovunque presso le grandi moltitudini popolari, ma anche, in forme sempre nuove, nelle altezze dei Misteri.
Proprio il fatto che il Natale è antichissimo e il suo simbolo attuale cosí nuovo, ci dimostra che qualcosa di eterno è congiunto a questa festività, un elemento eterno che genera dal suo seno forme sempre nuove. In verità, l’antichità del Natale è pari a quella dell’umanità sulla Terra, e parimenti antichi sono i sentimenti che questa festa simboleggia.
Ma l’umanità avrà sempre la forza di trovare, con simboli nuovi, ringiovaniti, adeguati ai tempi, un’espressione esteriore per questa festa. Come la natura ringiovanisce ogni anno, facendo germogliare dal suo seno le sue eterne forze in forme sempre nuove, cosí ringiovaniscono sempre di nuovo i simboli della devozione natalizia, palesando proprio cosí l’elemento eterno e costante di questa festività.
Cosí i vecchi mondi continuano a vivere in quelli nuovi nel processo che vede il vecchio estinguersi totalmente e il nuovo germogliare dal vecchio. Ma questo è potuto avvenire per gli uomini, perché l’umanità attinse quella maturità che la rese atta a sviluppare un fiore per quell’entità spirituale che doveva divenire il Dio del futuro.
Questo fiore, che si sviluppò e accolse in sé il germe del Dio futuro, poteva essere solo un triplice involucro umano, costituito da corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale, tre corpi che sono passati attraverso tutta quanto poteva essere conquistato sulla Terra, e che sulla Terra sono stati mondati e purificati. Con delicatezza e purezza meravigliosa, a fil di voce, Raffaello ha espresso questo mistero, mostrando come dalle spirituali teste angeliche venga addensandosi la Madonna Sistina, che genera a sua volta il fiore, Gesú di Nazareth, colui che accoglierà il germe-Cristo. Tutta l’evoluzione dell’umanità è contenuta meravigliosamente in quest’immagine della Madonna. Non stupisce, perciò, che Novalis abbia conservato proprio riguardo alla Madonna i ricordi piú belli, piú splendidi della sua vita precedente di cui questa è stata la rimembranza. Da tale ricordo egli ha fatto germogliare in sé tutti quei bei sentimenti, quelle belle sensazioni ed emozioni che si possono associare a questo Mistero dell’umanità configurato in immagine pittorica. Non c’è da meravigliarsi che tali sentimenti si siano poi estesi a Colei che ha partorito il Cristo, a quella figura che ha generato il germe, il calice dal quale è sbocciato il fiore che ha potuto far maturare in sé il germe del nuovo Dio. Novalis ha sentito il Mistero del Cristo, il Mistero del Cristo, il Mistero di Maria, in unione con il Mistero cosmico. Questo Mistero si è illuminato nella sua anima come s’illuminò nel primo Natale cristiano, in cui le entità che non sono discese fino al piano fisico annunciarono il nesso, l’unione tra una potenza cosmica e una potenza terrena, e tra gli eventi che possono accadere nel cuore dell’uomo e nel cosmo, se il cuore dell’uomo si unisce all’entità del Cristo.
Oggi, il Dio al quale l’uomo si dovrà unire vive in mezzo a noi tra nascita e morte, e gli uomini possono trovarLo se uniscono qui a Lui le loro anime e il loro cuori. Per questo nel primo Natale cristiano risuonano le parole:
Rivelazione dalle altezze,
quiete e silenzio
mediante la pace in Terra,
beatitudine negli uomini!
Rudolf Steiner
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Selezione da R. Steiner, Novalis e il Mistero del Natale
Ed. Antroposofica – O.O. N° 108