Non praevalebunt

Costume
Non praevalebunt

Leonardo da Vinci «Salvator mundi»

S’inventano di tutto per sloggiare

il Cristo dalla sfera del Divino:

ne fanno un gay al cinema e in Tv,

un irsuto brigante, ricavandone

i tratti dalla Sindone, costringono

a dimettersi un papa, e lo rimpiazzano

con uno piú gradito ai dominanti.

Sono secoli ormai che il Cristo tiene

testa alle trame dei denigratori,

miranti a declassare il suo carisma

a livello di guru che promette

vincenti, portentose beatitudini,

magari tramutando pietre in pane

acquisendo il dominio della Terra.

Insomma, un discutibile tycoon

sarebbe il Cristo, assimilato a un uomo

interessato ai beni materiali,

con smanie di potere. Un controsenso.

Dopo secoli, ancora non è intesa

nel modo giusto e nella sua valenza

la natura dell’Uomo che morí

per riscattare un gregge alla mercé

dei mercanti del tempio, il portatore

dell’alta essenza delle Gerarchie.

Cristo non è una fede, una congrega,

non appartiene a un luogo, a una nazione,

non ha stilato un credo, un vademecum

morale, se non quello che obbedisce

alla voce infallibile del cuore.

È Spirito che soffia dove vuole.

Potremo vilipenderlo, tradirlo,

equivocarne il ruolo, ma alla fine

dovremo al suo riscatto dalla morte

la vita eterna che ci fu promessa.

Il clan dei detrattori si rassegni,

se un Dio si è fatto essere carnale

per amore dell’uomo, non può il Male

sabotare gli angelici disegni:

la sua congiura non sortisce danno,

molti i seguaci, ma non prevarranno.

 

Il cronista