Al momento non è ancora possibile stabilire una nuova data per il nostro incontro.
Vediamo questa difficoltà come l’occasione per intensificare il nostro lavoro interiore, accettando tutto ciò che proviene da necessità esteriore come l’occasione per prepararci all’Incontro.
Avevamo preso come filo d’oro dei nostri incontri le Tecniche della Concentrazione Interiore, quindi, ognuno secondo i propri tempi e i propri modi, porti avanti il cammino tracciato in questo testo fino a quando non ci sarà donata l’occasione di rivederci.
Fabio Burigana
In effetti, credo sia saggio assicurare la massima serenità, e sicurezza, agli amici che possono convenire a Roma da tutta Italia.
L’idea di organizzare i nostri incontri è venuta – mi si perdoni l’ardire – direttamente dal Mondo Spirituale, e riguardava, credo, l’intero nostro popolo. Perché dovremmo meravigliarci se le circostanze – evidentemente legate al karma dello stesso nostro popolo – rendono problematico il nostro prossimo incontro?
Molte cose sono accadute dall’ultima volta che ci siamo visti, e probabilmente molte altre ne accadranno. Eviterei interpretazioni semplicistiche generalizzate su quanto sta avvenendo. Forse continuare a meditarci su è la cosa migliore. C’è bisogno di tempo, credo, per comprendere cosa sta succedendo.
Personalmente prendo questo lungo periodo di forzato riposo come una occasione di riflessione e meditazione. E non solo perché effettuo cosí un esercizio di positività, ma proprio perché, a ben guardare, una specie di “spazio” tra passato e futuro che metta al centro la capacità di meditare e il tempo che ciascuno può dedicare a se stesso e alle sue possibilità di evoluzione spirituale, era necessario.
In un certo senso, è come se ci fosse data ora l’opportunità di “guardare entro noi stessi”.
Mi accorgo che, nonostante tutto, la tragicità non connota la “Stimmung”, l’atmosfera esterna. Piuttosto mi sembra di avvertire una gran voglia di rimettere in moto energie sopite. Non mi pare che sia cresciuto il numero, ad esempio, di casi eclatanti di disperazione, come potrebbe essere il suicidio.
Quanto a noi, come sempre, è prioritario l’impegno individuale e di fraterna preghiera, oltre all’impegno comune che abbiamo iniziato. Come essenziale è il contatto con il Mondo Spirituale. Che potrà, a sua esclusiva discrezione – come si legge in certi contratti – decidere di accettare o no il sacrificio che, coscienti, potremo offrirgli.
Non possiamo pretendere che questo sacrificio sia accettato. Ma possiamo non offrirglielo?
Antonio Chiappetta