Sul mistero del "Fantoma" – Kashyapa – Buddha Maitreya

Esoterismo

Sul mistero del Fantoma – Digressioni sul Fantoma – Kashyapa – Buddha Maitreya

Cristo in Maestà

Cristo in Maestà

La realtà postaci dinanzi da Rudolf Steiner è che, partendo dall’Io del Cristo, di cui l’uomo dovrà compenetrarsi, si potrà giungere sino alla possibilità di poter sollevare al cielo il nostro corpo fisico-minerale, di poterlo condurre alla Resurrezione.

Ci si ripresentino ancora queste parole: «Oggi è giunto il tempo in cui questi segreti possono venir comunicati. …Coloro che saranno ispirati e compenetrati dall’Io del Cristo, i cristiani dell’avvenire, comprenderanno il Cristo passato attraverso la morte, ma comprenderanno anche il Cristo trionfante, il Cristo preannunziato dall’Apoca­lisse, il Cristo che risorge nel fuoco spirituale. Gli uomini lo vedranno nel fuoco spirituale. Prima essi l’hanno veduto in altra figura; in avvenire lo vedranno nel fuoco spirituale. …Ma avendo il Cristo agito cosí profondamente entro l’esistenza terrena, fin nella struttura fisica delle ossa, quello che dagli elementi della Terra ha formato il suo involucro corporeo, ha talmente purificato e santificato la materia fisica, che ormai essa non potrà piú divenire quale i saggi d’Oriente nella loro afflizione supponevano che sarebbe diventata. Essi credevano che l’Illuminato del futuro, il Maitreya Buddha, non avrebbe trovato sulla Terra uomini in grado di arrivare a comprenderlo; credevano che gli uomini sarebbero stati immersi troppo profondamente nella materia. Ma il Cristo Gesú fu fatto salire sul Golgotha appunto per questo, per poter di nuovo condurre la materia su nel mondo spirituale, perché il fuoco non potesse piú diventare una scoria sulla Terra, ma fosse spiritualizzato, cosí gli uomini comprenderanno di nuovo la saggezza primordiale, ed essi stessi si saranno spiritualizzati: comprenderanno quella saggezza primordiale da cui essi stessi un tempo, come dal Mondo spirituale, sono originati. E il Maitreya Buddha troverà sulla Terra comprensione (come altrimenti non avrebbe trovato), troverà comprensione da parte degli uomini, perché essi stessi si saranno innalzati ad una comprensione maggiore. …Come dunque potranno essere salvati i resti incorruttibili di Kashyapa, e dove saranno salvati? È detto: il Maitreya Buddha apparirà e lo toccherà con la sua mano destra, e il cadavere sarà trasportato via in un fuoco. Nel medesimo fuoco che Paolo vide sulla via di Damasco noi dobbiamo riconoscere il prodigioso fuoco spiritualizzato nelle cui fiamme il corpo di Kashyapa sarà salvato. In questo fuoco saranno salvate per l’avvenire tutte le cose grandi e nobili del passato. Nel fuoco spiritualizzato in cui Paolo vide il Cristo, sarà salvato dal Maitreya Buddha il corpo incorruttibile di Kashyapa. Cosí noi vedremo fluire tutte le cose grandi, nobili, sagge del passato in quello che l’umanità è diventata mercé l’evento del Golgotha».

Oggi, queste cose possono e devono essere rivelate agli uomini che vorranno conoscerle con buona volontà: essi si renderanno capaci di riconoscere quella Saggezza primordiale da cui furono originati nel loro corpo fisico di calore/fuoco, e questa saggezza/fuoco originaria, in cui vive e si manifesta da sempre il Cristo, li spiritualizzerà totalmente, fin nelle loro ossa. Infatti, in tutti i corpi umani rimasti incorrotti dopo la morte ciò è potuto avvenire perché, nell’ultima vita, essi sono stati portatori di un sangue spiritualizzato fino alla massima purificazione dalle influenze degli Ostacolatori. Questo processo, però, non è mai potuto giungere sino alle ossa, neanche in Lazzaro resuscitato dallo stesso Cristo. Questo mirabile fenomeno si è potuto realizzare, per la prima volta, solo nel corpo straordinario di Gesú di Nazareth che, purificato/battezzato con il Fuoco dell’Io del Cristo, dopo il sacrificio del Golgotha, fu spiritualizzato sin nelle sue ossa. Non poteva bastare la purificazione del sangue, essa portava solo alla non putrefazione della sostanza corporea, alla incorruttibilità, mai alla sua resurrezione dalla morte. Ma non dimentichiamo mai, che ciò fu attuato dal Cristo potenziando al massimo ‒ per 3 anni, 3 mesi e 3 giorni ‒ le forze umane di quel particolarissimo corpo fisico che, per 18 anni, era stato il portatore dell’Io di Gesú di Nazareth. Ci fu bisogno di un Dio che, nell’uomo, vincesse la morte con le forze umane portate alla loro massima potenza, realizzando un modello archetipico per tutti gli uomini.

Pentecoste

Pentecoste

L’elemento del fuoco originario, la sostanza di sacrificio dei Troni destinata a divenire, per l’azione degli Ostacolatori nell’uomo, una scoria cosmica, è stata redenta dal sacrificio del Cristo sul Golgotha e ancor piú dalla sua Resurrezione, fino a farla divenire le Fiamme della nuova saggezza discendenti nella Pentecoste. Ma quello fu solo l’inizio di un dramma/mistero cosmico in divenire: esso agisce e continuerà ad agire per noi uomini e non solo. Si vuole introdurre, qui, un bra­no di Massimo Scaligero, estremamente significativo, che determina con sovrana semplicità quanto finora esposto e addita a quanto seguirà con una possente luce chiarificatrice (“Seminario solare” della Rivista «Graal» N° 127-128 anno 2014):

«Ora qui ricordo la conclusione di un’opera dello Steiner, Fisiologia occulta, in cui egli dice: “La fine ultima degli istinti è la trasformazione del loro calore in compassione”. Egli parla del calore che per ora è il veicolo dell’ego, il veicolo degli istinti, il veicolo di ciò che c’è di peggio nell’uomo: brama del sesso, ira, che sono portatori di grande calore. E questo che cos’è? Ricordate la nascita di Saturno: che cos’è il calore saturnio? Viene dal fatto che gli Spiriti della Volontà, o Troni, compiono un sacrificio, un’offerta sacrificale potente, qualcosa di irraggiungibile per l’immaginazione umana, nei riguardi della Gerarchia piú alta, che è la Gerarchia dei Cherubini e dei Serafini; in uno stato di adorazione – loro che sono gli Spiriti della Volontà – emanano questa forza. Allora queste Gerarchie piú alte inviano questa forza ad un mondo che si trova piú in basso, e che perciò comincia a formarsi da un calore di amore, da un calore di sacrificio, un calore in cui è il massimo potere dell’amore cosmico in quanto emanato da Gerarchie celesti. E questo calore è il principio della formazione di Saturno, questo calore riguarda la struttura fisica dell’uomo. Ma il processo continua: il calore diventa luce del Sole, si può dire che lí vi sia la trasmissione dello spirito del sacrificio agli Spiriti della Saggezza, i quali trasformano questo calore in luce, ed abbiamo il Sole. Ricordate la meditazione: “Nella saggezza c’è luce fluente”, oppure “Luce fluisce dalla saggezza”. Si tratta degli Spiriti della Saggezza che accolgono la corrente del sacrificio originario dei Troni e lo trasformano in luce, e questo alimenta il Sole. Queste sono le origini dell’uomo. Ma con la seduzione di Lucifero, il calore, che era un calore di amore, un calore di creazione, diventa calore degli istinti, calore della brama, calore del falso misticismo, il calore che oggi si cerca di ridestare mediante mezzi illeciti. …Noi abbiamo una direzione che dobbiamo cercare con grande animosità, con grande slancio interiore, perché puro è il calore di cui vediamo il primo guizzo, la prima potenza nella fiamma della Pentecoste. Che però ha dei precedenti meravigliosi, per esempio il “roveto ardente”. …Nelle ultime pagine di Fisiologia occulta l’immagine del Dottore, se ben ricordo, è piú o meno la seguente: “Risorge il calore che ci è stato dato dallo Spirito, come compassione, che è la forza trasformatrice degli istinti”. …La realtà dello Spirito è la compassione per tutti gli uomini, e il Buddha si libera quando la forza della compassione per tutti gli esseri gli dona la luce finale del Nirvana. E quando nella tradizione orientale si parla di colui che prenderà il posto del Buddha, ossia del Bodhisattva Maitreya, si parla di lui come di chi conoscerà la compassione accompagnando gli uomini nel loro cammino, perché Maitreya viene da maitrī, che vuol dire compassione, benevolenza, amicizia. È la forza con cui si cerca di ritrovare il calore saturnio perduto, è la potenza vera dell’uomo. La “vampa di Kundalini” è verissima, la “vampa” della Pentecoste è verissima, ma se noi vogliamo essere salvi è la “vera vampa” che dobbiamo ritrovare. Questa vampa si accende e comincia a trasformarsi ogni volta che noi riaccordiamo la volontà con il pensiero; in ogni moto della volontà che si accordi con il pensiero si riaccende il calore saturnio, chiamato alchemicamente anche il solfo saturnio. Tutte le volte che noi compiamo qualcosa che sia in accordo con il pensiero vivente, si può dire che il calore saturnio si riaccende in noi per momenti, per attimi. …Arimane …fa assegnamento soprattutto sul fatto che venga ignorato il calore originario che è stato riportato dal Cristo, perché la potenza del calore è la potenza della luce che giunge fino al corpo eterico, e che dà la possibilità, a coloro che ne sono piú degni, di avere in ogni forma della loro vita eterica la connessione con Lui». 

Maitreya

Maitreya

Ecco che in poche parole ‒ si vorrebbe dire in fiammeggianti parole ‒ ci sono stati quasi riassunti ed esplicati i temi trattati in questo lavoro. Il calore sacrificale dei Troni, degenerandosi nei corpi fisici umani durante l’evoluzione terrestre a causa degli Ostacolatori, avrebbe completamente distrutto il Fantoma originario, assumendo in essi solo i prodotti morti di tale degenerazione. In prossimità di tale evento catastrofico, la venuta del Cristo e il sacrificio del Golgotha hanno, però, bloccato e invertito tale fenomeno. I frutti maturi di ciò, come metamorfosi superiore delle forze di compassione precristica del Buddha, si attueranno per mezzo del suo successore: il Buddha Maitreya, il futuro Buddha, capace di vivere una compassione potenziata dall’impulso scaturito dal sacrificio del Cristo. Ricordando, poi, i rapporti tra la coscienza pensante dell’Io, rispecchiantesi nel corpo fisico, e la sua inevitabile alterazione per il degenerarsi di questo, si possono iniziare a comprendere i nessi con la necessità della conquista di un “pensare puro o libero dai sensi”. Ma a tale pensare va aggiunta la correlata necessità di compenetrarlo con il calore animico creantesi per mezzo del suo unirsi alla Verità: all’Essere della Verità, come prima brevemente descritto da Scaligero. Si vedrà meglio, piú avanti, tutto ciò. Giunti a questo punto, si crede opportuno aggiungere una serie di altre considerazioni personali inerenti ai temi in esame.

Rudolf Steiner (Esperienze del soprasensibile. Le vie dell’anima verso il Cristo ‒ conferenza dell’8 maggio 1912, O.O. N° 143) ci rivela che per il discepolo che svolge il suo cammino di conoscenza ci sono, tra gli altri, certi compiti da svolgere nell’anima: il primo è quello di riuscire a sperimentare sempre piú, nel nostro pensare conoscitivo, la virtú della meraviglia. Il secondo è quello di far vivere e crescere fortemente, nel nostro sentire, il sentimento della compassione. Il terzo è quello di suscitare, nel nostro volere, la capacità di ascoltare e seguire veramente la voce della coscienza. Con l’autoeducazione ed il potenziamento di queste tre qualità della nostra anima, noi apriremo il varco allo Spirito ed entreremo in vera Comunione con il Cristo, potendone con il tempo superare l’attuale forma, che va ancora benissimo e andrà bene ancora per numerosi secoli, ma non per sempre.

Ora, allo scopo di entrare proprio nell’argomento, si deve esaminare qualcosa di importante (Il ponte fra la spiritualità cosmica e l’elemento fisico umano ‒ conferenze del 17, 18 e19 dicembre 1920, O.O. N° 202): noi mangiamo, e tutto ciò di cui ci nutriamo, secondo le conoscenze antroposofiche, in noi viene prima demolito e poi letteralmente annientato, annullato. Della natura delle sostanze che mangiamo ad un certo punto del processo digestivo non rimane piú nulla, esse vengono portate ad uno stadio di annientamento e poi di rigenerazione della materia. In quest’ultima, che sorge del tutto indeterminata, le forze ancora inconsce del nostro Io vero possono lavorare per plasmarla secondo autonoma e individuale volontà creatrice.


Accade, qui, un fenomeno (Lo sviluppo occulto dell’uomo nelle sue quattro parti costitutive ‒ conferenza del 25 marzo 1913, O.O. N° 145) che è un frutto del sacrificio del Cristo, del mistero del Golgotha: quanto mangiamo del regno animale è distrutto e ricostituito, distribuendosi nella zona inferiore del nostro corpo fisico (al di sotto del diaframma), in ogni caso non raggiunge mai la testa; quanto mangiamo del regno vegetale viene, analogamente, elaborato distribuendosi nella sfera mediana del corpo fisico, anch’esso − a meno di patologie in atto − non raggiunge la testa; per quanto riguarda il sale, come regno minerale, non accade la stessa cosa.

 

Ghiandola pineale

Ghiandola pineale

I sali sono prima snaturati e poi ricostituiti con forze dell’Io, e l’e­stratto piú puro e piú nobile del minerale salino, acquisito con il cibo, va a distribuirsi intorno alla ghiandola pineale. Intorno alla ghiandola, a causa di questa deposizione di sali, si formano delle fini concrezioni calcaree, invisibili anatomicamente, che hanno un’inestimabile importanza. Questo processo avviene in modo incosciente: in esso agisce la volontà del Cristo e delle Gerarchie piú alte; in virtú di ciò viene creato, in forma di microcristalli, l’estratto piú puro e piú nobile della natura salina, e tale estratto va a depositarsi in questo speciale punto della nostra testa.

Il Cristo dice: «Voi siete il sale della Terra», e queste parole saremmo tenuti a imprimerle in noi come con il fuoco. In futuro si dovrà essere capaci di far divenire il nostro corpo fisico puro e nobile come quel sale, come il sale che si scioglie grazie alle forze del calore, e si coagula grazie a quelle del freddo.

Solve et coagula

Solve et coagula

L’antico “Solve et coagula” degli alchimisti vede qui pro­tagonista, tra il luciferico calo­re sulfureo e l’arimanico fred­do salino, il centrale ed equi­libratore elemento mercuriale del Cristo. Questo fenomeno, naturalmente, avviene come dono. Ma non basta: lí non va a depositarsi, come elemento calcareo, solo quanto è ricreato e nobilitato dei sali che assu­miamo − formanti come una “rocca-roccia” di durissima pie­tra calcarea intorno all’epifisi − in questo luogo della testa sono fatti affluire anche i piú puri e nobili estratti delle nostre sensazioni, il risultato finale delle percezioni dei nostri sensi, vissute come sensazioni dalla nostra anima.

Rudolf Steiner ci ha insegnato a praticare il “Culto cosmico” (La comunione spirituale dell’umanità ‒ conferenza del 31 dicembre 1922, O.O. N° 219): la capacità di contemplare le azioni della Terra e delle stelle con uno sguardo pieno di dedizione e devozione per l’infinita saggezza che da loro si effonde, sino a divenire capaci di immedesimarsi nella loro vera natura spirituale. Se in qualche momento della giornata si potesse guardare al mondo meno prosaicamente, ma provvisti di una voglia di conoscenza piena di meraviglia e dedizione, se ci si rapportasse coscientemente con quanto penetra in noi del creato, allora dalle e nelle nostre sensazioni sorgerebbe ben altro. Ogni nostra sensazione interiore sorge perché con essa accogliamo la sostanza del mondo attraverso i sensi: anche se in forma raffinatissima, la sostanza terrestre penetra in noi. I nostri sensi sono realmente golfi del mondo nel nostro corpo fisico: anche attraverso essi il mondo s’insinua in noi; attraverso i sensi la nostra anima entra in rapporto diretto, per mezzo delle sensazioni, con le sostanze e le forze del mondo: questa è la realtà.

«Il sangue, con l’aiuto dell’ossigeno, costruisce il corpo secondo le immagini della vita interiore [immagini del mondo esteriore rispecchiate dall’astrale, modificate dall’Io e trasmesse al sangue, N.d.A.], per mezzo di questa azione del sangue l’Io percepisce se stesso. …Le forze del sangue si rivolgono all’interno per edificarlo. Ma allorché l’uomo rivolge lo sguardo al mondo esteriore, il sangue accoglie nelle sue forze formative le immagini generate dal cervello e dai sensi» (Il sangue è un succo molto peculiare ‒ conferenza del 25 ottobre 1906, O.O. N° 55).

Ora si può considerare piú da vicino il significato di “estratto piú puro e nobilitato delle sensazioni”, che, come già detto, grazie alla volontà del Cristo e delle piú alte Gerarchie, confluisce nel descritto punto della nostra testa, dai piú grandi Iniziati denominato il luogo del San Graal, il luogo in cui è accolto il “Cibo del San Graal”. È da considerare importantissimo il fatto che esista un luogo del corpo fisico umano dove, materialmente, si raccoglie questo quid del tutto speciale, occultamente denominato il “Cibo del San Graal”.

Steiner insegna anche un altro fenomeno (Corrispondenze fra microcosmo e macrocosmo ‒ conferenza del 16 maggio 1920, O.O. N° 201), legato all’evoluzione degli uomini, che si dovrebbe riconoscere: dall’inizio della loro caduta causata da Lucifero e sino alla venuta del Cristo, essi hanno accolto le forze del pensare sviluppando sempre piú la facoltà di formare rappresentazioni. Questi uomini − ovvero noi stessi nel passato − non erano mai riusciti, però, a formare tali rappresentazioni senza che esse fossero totalmente libere da una certa sostanzialità materiale. Fino al momento della venuta del Cristo, tutte le rappresentazioni, tutte le attività rappresentative degli uomini incarnati sulla Terra erano sí immagini, ma in qualche modo contenevano dei residui dell’elemento fisico-minerale del mondo. Con la venuta del Cristo, l’umanità ha potuto iniziare un’attività tale per cui, da qualche decennio, è giunta al punto di costruirsi delle immagini, proprio le quotidiane rappresentazioni intellettuali che, invece, sono prive di ogni elemento sostanziale. Steiner le definisce “mere immagini”, assolutamente un “non-essere”, un nulla. Nel caratterizzare questo fenomeno in divenire, egli ci dice ancora che questo doveva avvenire, e guai se non si fosse verificato.

Da quando l’uomo pensa in tale modo, non avendo nelle sue rappresentazioni piú nessuna sostanza, può usarle come vuole, con esse può pensare in assoluta libertà. Infatti, qui vi è il fondamento e l’inizio del cammino della libertà dell’essere umano, che principia proprio dal rappresentare, dal pensare in mere rappresentazioni, le quali, in quanto prive di ogni sostanza materica, non possono determinare minimamente la direzione dei nostri pensieri con una qualsiasi azione sull’organo cerebrale. Dice ancora Steiner che, però, qui si è aperto un bivio, perché se questo stato di cose dovesse continuare troppo a lungo, l’uomo si perderebbe nel non-essere, e in questo processo siamo già notevolmente avanzati, perché il nostro pensare si sta addentrando sempre piú in questo abisso del non-essere.

Mario Iannarelli (3. continua)