[La trattazione del presente quaderno di Amleto riguarda in modo particolare la malattia nota come lue o sifilide e la malattia nota come blenorragia. Non si deve però pensare che quanto segue riguardi le sole malattie in questione, trasmesse attraverso il contagio sessuale ed i cui agenti etiologici sono costituiti rispettivamente dal treponema pallidum e dalla neisseria gonorreae, bensí è applicabile, ed è questo il senso della trattazione di Amleto, alle diatesi (o miasmi) che la dottrina omeopatica di Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755-1843) caratterizza come una delle quattro tendenze morbose dell’uomo. Secondo l’omeopatia infatti tali diatesi sono rappresentate da:
- Diatesi psorica
- Diatesi sicotica
- Diatesi tubercolinica
- Diatesi luetica
Hahnemann postula che nel gentilizio di ciascuno di noi sia rinvenibile una delle quattro fondamentali malattie infettive (scabbia, blenorragia, tubercolosi, lue) che sono alla base delle diatesi summenzionate.
Esiste anche, secondo Hahnemann un rapporto tra costituzione e diatesi cosí distribuito:
- Costituzione sulfurica / Diatesi Psorica
- Costituzione carbonica / Diatesi Sicotica
- Costituzione fosforica /Diatesi Tubercolinica
- Costituzione fluorica / Diatesi Luetica
Si noti la sovrapponibilità della dottrina delle Costituzioni/Diatesi con la dottrina dei temperamenti/organi che è alla base della medicina antroposofica, e che abbiamo esposto nell’introduzione alla prima parte di questo lavoro pubblicata sul numero di maggio.
La medicina antroposofica inoltre ha mutuato dall’omeopatia anche la tecnica delle diluizioni delle sostanze nella preparazione dei farmaci. Le case farmaceutiche produttrici di farmaci antroposofici (la Weleda e la Wala) utilizzano le cosiddette diluizioni decimali (DH ovvero Diluizione Hahnemanniana) mentre le case farmaceutiche francesi produttrici di rimedi omeopatici utilizzano prevalentemente le diluizioni centesimali (CH). Rudolf Steiner indicò ad Ita Wegman e ad Eugen Kolisko la maggior efficacia delle diluizioni decimali rispetto alle centesimali. Di seguito Amleto farà riferimento alle medesime diluizioni decimali. Allo scopo di consentire al lettore di seguire meglio le considerazioni di Amleto sulla Lue/Luetismo esporremo le caratteristiche generali di tale Diatesi:
Luesinismo o Diatesi luesinica
Come abbiamo detto è il miasma che Hahnemann collegò alla sifilide (che è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale, causata dal batterio Treponema pallidum, che tipicamente evolve in tre stadi: la sifilide primaria, ove compare una piaga indolore sui genitali, la sifilide secondaria, ove si verifica l’estensione ad altre parti del corpo con eruzioni cutanee e febbre, la sifilide terziaria, ove, dopo una lunga latenza, iniziano i danni agli organi interni fino alla morte). È associata alla perversione, alla distruzione, alla disfunzione. Esprime la fissazione delle tossine o degli agenti patogeni in una zona del corpo con conseguente alterazione e/o distruzione dei tessuti interessati. Negli antenati è possibile ritrovare la sifilide o l’alcoolismo. Le predisposizioni patologiche sono il tropismo per il tessuto connettivo e osseo, con irritazioni, ulcerazioni, necrosi, sclerosi, distrofie e dismorfismi, come l’artrite reumatoide, varici, occlusione delle arteriole, scarlattina, disturbi della dentizione, stomatite, disfunzioni ormonali. A livello mentale si riscontrano aggressività, violenza, irrequietezza, angoscia, pessimismo, rancore, invidia, instabilità psichica, disturbi del sonno. Presenta aggravamenti al mare, per gli eccessi di temperatura, di notte e miglioramenti in montagna. La diatesi luesinica è in genere presente nei soggetti di costituzione fluorica. I principali rimedi omeopatici di reazione sono Mercurius solubilis e in generale tutti i composti derivati dal mercurio, Argentum nitricum, Kalium bichromicum, Nitricum acidum, Calcarea fluorica, Fluoricum acidum, Aurum metallicum, Baryta carbonica, Iodum, Luesinum, Phytolacca
Sicosi o Diatesi Sicotica
Il soggetto sicotico dal punto di vista generale presenta una inibizione del tessuto connettivo che determina sia un aumento di peso, sia un peggioramento dei sintomi con l’umidità. Le patologie cui va incontro sono: manifestazioni catarrali croniche (ad esempio bronchite cronica), uretrite cronica, ipofunzione progressiva dei tessuti fino alla sclerosi. Caratteristica fondamentale della sicosi è la predisposizione a produrre neoformazioni, dalle semplici verruche ai fibromi e papillomi. Dal punto di vista psicologico, il sicotico è soggetto alle idee fisse e alle fobie. Cause della sicosi: Hahnemann riconduceva l’eziologia della sicosi alla presenza di blenorragia negli antecedenti familiari, attualmente si dà molta importanza anche all’abuso di vaccinazioni e all’uso indiscriminato di farmaci come il cortisone. La diatesi sicotica prevale nel soggetto carbonico o nel soggetto sulfurico. Di conseguenza rimedi derivati da Sulfur e Calcarea Carbonica, ovvero sali di zolfo e di carbonio saranno particolarmente efficaci nei soggetti sicotici].
In definitiva si tratta di reperire nel mondo delle piante il principio, in un certo senso, capace di esplicare effetti terapeutici sulla lue/luetismo, altrettanto efficaci quanto quelli indotti dal mercurio, senza tuttavia che a tali effetti concomiti o faccia seguito ciò che come innegabile danno è stato riconnesso direttamente alla cura mercuriale in dosi ponderali. Con l’introduzione di siffatto principio si verifica allora nell’organismo un processo che a sua volta può essere considerato come prodotto dell’attività di un Io artificiale. Ovviamente non va annesso alcunché di deteriore o di negativo alla qualifica di “artificiale” data all’Io. Se può essere utile a comprendere, il termine “artificiale” dovrebbe intendersi come riferito ad un’azione dell’Io mimetico-artistica, cioè attiva e creativa piú che ad una sorta di artefatto mistificante e adulteratore. Rudolf Steiner a tale riguardo parla di azione simile in tutto e per tutto a quella del “phantoma”. Il senso di questa espressione è forse lievemente dissimile da quello annesso allo stesso allorché Steiner, facendone uso, tende ad indicare certi effetti stabili prodotti dall’impiego di farmaci.
[Riteniamo particolarmente importante, visto quanto sta accadendo, ricordare che una delle condizioni indicata dal Dottore come causa della formazione del “Phantoma” all’interno dell’individuo, a seguito dell’impiego di sostanze farmacologiche, è rappresentata dalla vaccinazione].
Si tratta cioè di effetti del tutto speciali paragonabili a quanto deriverebbe all’anima dalla presenza di determinate forze del “fantasma”, residuo della sostanzialità di talune materie assunte a scopo farmacoterapico. Ritorneremo piú esplicitamente su tale tema. Diremo intanto di alcune proprietà generali cui deve indirizzarsi la ricerca qui indicata a proposito di elementi alternativa alla terapia mercuriale. Il Dottore si esprime inequivocabilmente ed accenna a ciò che si verifica in certi elementi di piante particolarmente indurite. In sostanza, laddove la pianta si radica nel terreno avviene qualcosa che somiglia all’azione dell’organizzazione dell’Io. Ordunque, in ogni radice che in quanto lignificata sia perciò soggetta ad indurimento, in ogni radice sede del processo ora detto, in ogni radice però ancora facente parte della pianta anche se staccata da questa, in siffatta radice tuttavia ancora non inorganica, sono rinvenibili gli impulsi dell’organizzazione dell’Io. In alcune piante, inoltre, tale impulso della radice come impulso dell’organizzazione dell’Io compenetra completamente la pianta stessa fino al frutto.
Una pianta tipica di questo processo espansivo è l’Astragalus excapus cioè la radice di dragante. Il frutto è costituito da baccelli durissimi, nei quali sono contenuti grani. Il complessivo prodotto baccelli-granuli esprime una totale cornificazione. Prendendo i grani e polverizzandoli finemente, si possono poi trattare con i succhi dei fiori e delle foglie; portando il tutto al terzo decimale se ne inietterà la sostanza ottenuta. In questo caso l’effetto del preparato in questione riproporrà, imitativamente, l’azione dell’Io; ed è in tal modo che viene a configurarsi un tipo di azione terapeutica del tutto equivalente a quella esplicata dal mercurio. È necessario tenere presente che il trattamento con radici di astragalo, nonostante ogni accortezza adoperata, è verosimile induca ad un eccessivo trattenimento di esso stesso all’interno dell’organismo. Da qui l’importanza fondamentale di associare alle iniezioni un trattamento con bagni caldissimi, al fine che sia cosí eliminata tutta la sostanza eventualmente eccedente. La diaforesi conseguente ai bagni sarà utile altresí all’eliminazione delle frazioni tossiche prodottesi in rapporto all’infezione (o alla diatesi) luetica [per “diaforesi” in medicina si intende un copioso processo di sudorazione spontaneo o, come in questo caso, indotta].
Rudolf Steiner a tale riguardo rileva fra l’altro come l’allontanamento delle scorie tossico-infettive sia reso piú agevole allorché si abbia a che fare con pazienti magri. Il grasso è una sorta di barriera fisica agente come vero ostacolo. Quindi per gli individui grassi è necessario che i bagni siano caldi e prolungati fino a provocare un’intensa reazione di sudore. In casi di reattività scarsa o debole Steiner consiglia di triturare finemente le noci di galla e di mescolare la polvere ottenuta a piccolissime quantità di veleno di vespa (vespa cabro). È verosimile che il prodotto cosí ottenuto sia impiegabile in soluzione da adoperare in bagno caldo; nei testi di Steiner non è specificato alcunché di diverso.
Infine, riguardo alla terapia antiluetica il Dottore consiglia, descrivendone i particolari, quale sia il tipo di attività interiore piú indicata per il paziente luetico. Si tratta di attivare un tipo di pensiero, ed in modo particolarmente intenso e continuo, al fine di rendere il piú possibile stabile e durevole un certo effetto curativo già conseguito per via medica. Inoltre con tale attività di pensiero si esercita una forte direzione di autonomia nei confronti dell’organizzazione dell’Io. Si tratta per il soggetto di esercitarsi, praticamente senza interrompere a lungo la ripetizione, con il pensiero su concetti sicuramente oggettivi ed impersonali: ad esempio con quelli geometrici o con quelli matematici. Dice testualmente il Dottore: «Si inviti il paziente a pensare ogni mattina, subito dopo il risveglio, al rapporto esistente tra un triangolo piccolo, simile però ad un altro piú grande. Pensi dunque il paziente di avere nel suo pensiero angoli uguali e lati diversi. Dapprima egli pensi ciò lentamente: angoli uguali, lati diversi. Poi pensi ciò piú rapidamente, poi ancor piú celermente, fino quasi a non poter piú considerare. Quindi riprenda nuovamente a pensare lentamente. Un tale pensare con rapidità, che viene provocato ad arbitrio, per cosí dire, del paziente, lo avvierà a sistemare in modo corrispondente l’organizzazione dell’Io divenuta autonoma».
Tale indicazione di Rudolf Steiner, qui riportata alla lettera, è una vera e propria attività interiore che, data la sua particolare forma, rappresenta però qualcosa che è valido esclusivamente, o quasi, per il paziente luetico. Riguardo alle altre malattie veneree, fra le quali, dopo la sifilide la piú importante è la blenorragia (che poi sappiamo essere alla base della diatesi omeopatica nota come sicosi), considerati gli aspetti nosografici della sua attuale epidemiologia, Rudolf Steiner esprime considerazioni di grande importanza e di originalità quanto meno geniale.
Cercheremo di fare intendere queste considerazioni mediante le parole del Dottore medesimo. A riguardo egli si esprime come segue: «Allorché il seme maschile e quello femminile si uniscono, l’effetto che ne deriva è sempre qualcosa di venefico. Avviene però che a tale effetto si oppongano determinate forze cosmiche, cioè quelle del Sole e della Luna. Ossia: l’effetto venefico si riduce, in quanto viene isolato, e quindi nel corso di tale isolamento viene esposto alle forze del Sole e della Luna. Ora va tenuto presente che questa esposizione è possibile soltanto allorché ha luogo la collaborazione del seme maschile e di quello femminile. Con ogni altra sostanza che non sia il seme femminile, che venga cioè prodotta in organi che non siano gli organi sessuali femminili, il seme maschile forma una sostanza venefica inutilizzabile, sia nel mondo umano che nel mondo esterno. All’inverso il seme femminile, con ogni sostanza all’infuori di quella risultante dalla secrezione dell’organo sessuale maschile, forma un veleno che non può essere elaborato. In sostanza tale veleno è veramente trasformato, è veramente metamorfosato: una volta in veleno dell’ulcera, una volta in quello della gonorrea. Si tratta, come si vede, di malattie la cui genesi è ben diversa da quella della lue. Abbiamo a che fare con la produzione di veleni che non subiscono alcuna esposizione né all’interno dell’organismo umano né fuori dello stesso. Tali sostanze sono pure ed enormemente dotate di potere infettivo. In genere esse sono veicolo di parassiti della piú piccola specie, cioè di microorganismi. Abbiamo a che fare con un tale effetto, cioè con quanto deriva dalla collaborazione dell’organizzazione astrale ed eterica maschile e femminile, che poi nel suo agire entro il fisico produce i veleni corrispondenti. Questo è l’essenziale. Il momento infettivo vero e proprio in tal caso è veramente secondario».
Sulla base di questi princípi è dunque possibile intendere la possibilità della terapia volta alle malattie veneree non luetiche, ovviamente in rapporto precipuo con la blenorragia e con la collegata diatesi sicotica. La terapia consigliata da Steiner contempla due momenti, ciascuno dei quali realizza un fine assai bene definito. Si tratta inoltre di due vie diverse di somministrazione di due medicamenti entrambi di natura e di composizione ben distinte. La prima riguarda l’introduzione per via interna (orale o iniettiva ma prevalentemente “per os” anche se la via iniettiva non può essere esclusa) di carbonato di potassio. Questo sale agisce particolarmente sul corpo eterico del paziente in modo che dal suo corpo vitale stesso venga formato un corpo eterico del tutto speciale, in grado cioè di assorbire gli effetti venefici, anzi di neutralizzare quelle forze che li hanno prodotti. Ciò è però possibile soltanto se a questa fase concomiti il secondo momento terapeutico. Questo si basa sull’impiego locale di olio di eucalipto usato mediante impacchi. L’estratto oleoso di eucalipto agisce appunto sul corpo eterico “neoformato” e, pervadendolo, fa sí che una sostanza astrale lo compenetri, cosí che ne risulti un’atmosfera in grado di verificare progressivamente gli effetti del veleno prodottosi in conseguenza della malattia. Il Dottore insiste sull’azione duplice, consensuale, concomitante e sinergica dei due preparati ora detti, a condizione che si rispetti la piena contemporaneità del loro uso.
Amleto Scabellone (4. continua)
La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.