Dolce si presenta l’autunno
di nebbie velato.
Si arrossano le foglie,
come se i tramonti d’estate,
giorno dopo giorno,
le avessero impregnate
e solo ora,
nel quieto autunno,
dalle fibre segrete
il fuoco dei tramonti
si irradiasse.
Il verde risplendente
del nocciolo
ingiallisce,
a suggerire il sonno
piú che la veglia;
le ultime gemme dell’abete
spuntate al sogno
di una primavera tardiva
rimarranno cosí,
chiuse in se stesse,
attraverso l’inverno.
Alda Gallerano
ACCORATA ELEGIA
Il paese deserto
dolorosamente
restituisce
l’eco dei passi.
Si sente
la nostalgia,
il rimpianto,
la lacerazione,
il desiderio di
perpetuare,
di fissare.
Rassegnazione,
solitudine,
inquietudine.
Teoria di figure
vestite di nero,
asciutte di lacrime
con un’angoscia
antica addosso.
Figure sparse
come ritagliate
da vecchi giornali.
Gesti parchi,
occhi riflessi,
sguardi abbassati
di uomini
consumati
dal tempo
per un antico
pensiero.
Dipinto e lirica di Liliana Macera
ANIME CHE S’INCONTRANO
Conosci la forza primordiale
in grado di schiudere ad un tempo
le porte del cielo e quelle del cuore
serrate dalla medesima chiave?
È fatta di dedizione assoluta,
dono di sé bhakti incondizionata,
il sentimento attraverso il quale
i Sufi raggiunsero
l’apice dell’estasi,
lo stesso che permise a Parsifal
di accedere indenne
alla conquista del Graal
ed ora sospinge la mia anima
incontro alla tua
per rinnovare insieme,
nel mistero del Sacro Amore,
l’abbraccio cosmico
tra la Croce e la Rosa.
Per questo,
mentre sei lontana, ti cerco
pronunciando il tuo nome
a guisa di mantra
e tento di evocare la figura di luce
che da te s’irradia sotto il velo
degli eventi quotidiani.
Roberto Russano
Dalla raccolta: Il sole che splende a mezzanotte
MURI
I popoli che hanno meno guadagnato in beni materiali dal colonialismo africano, vedi i PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), cattolici e mediterranei, sono quelli che pagano il prezzo piú alto ai flussi migratori clandestini che stanno invadendo l’Europa. I punti di entrata piú caldi: per i greci le frontiere orientali, da noi Lampedusa, per gli spagnoli le enclave dei cosiddetti possedimenti nordafricani di Melilla e Ceuta. Mentre l’isola siciliana si barcamena come può per arginare i flussi via mare, gli spagnoli hanno innalzato due barriere di 8 e11 chilometri ciascuna, che bloccano il passaggio dei profughi subsahariani.
A Ceuta e Melilla
il governo spagnolo
che d’ingegno scintilla
ma in odore di dolo,
per bloccare i migranti
in fuga nel deserto
dai governi furfanti,
sta erigendo piú erto
il già svettante muro
con la chiara intenzione
di rendere piú duro
il gioco d’evasione
dall’inferno africano
reietto e disumano,
e in futuro godere
dell’Europa a piacere.
Defraudati e traditi
dai giochi coloniali,
vengono risarciti
dagli sforzi virali
di scalare recinti
passatempo dei vinti.
Con la vera equità
nel tempo che consola
tutta l’umanità
avrà un’anima sola.
Egidio Salimbeni