La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaVorrei sapere perché pubblicate gli scritti di Massimo Scaligero del 1937, cosí lontani dal suo successivo insegnamento antroposofico. Lo trovo addirittura fuorviante, dato che utilizza termini sanscriti poco utili al discepolo attuale.

 

Mattia S.

 

Nel suo libro Dallo Yoga alla Rosacroce  Massimo Scaligero ha voluto mostrare il cammino percorso, nel quale egli ha prima approfondito la sua conoscenza delle dottrine e delle ascesi orientali, per arrivare poi al fulcro della cristianità della nostra epoca: la Scienza dello Spirito. Interessante per noi leggere, e non lo riteniamo fuorviante, quale intensa devozione egli tributa alla Madre, che non è orientale od occidentale, non si chiama Parvati, Sarasvati, Maria o Sophia: questi sono i nomi con i quali le diverse tradizioni si riferiscono a Lei, ma noi dobbiamo considerarla Una e Unica: la Madre Divina. Il ripercorrere, durante la sua intensa vita interiore, le diverse fasi di conoscenza spirituale, ha permesso a Massimo Scaligero di arrivare a un livello di Iniziazione difficilmente raggiungibile da chi non ha sviluppato una simile totale dedizione. Quanto ai termini sanscriti, anche Rudolf Steiner si è servito spesso di quelle denominazioni, che definiscono la disciplina interiore con grande precisione.




letterinaCome evitare che il dolore di questo periodo di epidemia ci prostri sino a non riuscire a reagire? Come regolarci di fronte a stati d’animo di delusione che possono essere dannosi alla formazione interiore?

 

In verità, il nostro lavoro spirituale richiede un grande ordine interiore, e quindi deve essere portato avanti recuperando quelle condizioni di sanità sociale che non vengono certo da gel e mascherine, ma dalla volontà individuale di reagire e aiutare anche gli altri a farlo. La vita attuale è molto difficile, lo sappiamo, ma non possiamo cedere alla disperazione o rinchiudendoci in un’oasi mentale e fisica. Dopo un’epoca che possiamo ricordare relativamente piú serena, oggi è il momento delle gravi prove per tutti. Il nostro Io comincia a vivere nell’anima, e lí trova gli Ostacolatori, che vi hanno preso dimora. L’uomo normale non conosce questa controparte interiore e si regola istintivamente, cedendo o reagendo a seconda delle sue possibilità momentanee. Ma per noi è diverso. Ci si presenta l’occasione di vincere queste difficoltà che sembrano andare oltre le umane possibilità, e se vi riusciremo, lo faremo non solo per noi ma anche per gli altri, perché ci affacciamo a una dimensione interiore nuova. Ci si presenta una situazione dolorosa nuova, inedita, per noi e per tutta l’umanità. Dobbiamo fare appello a quella decisione che abbiamo preso quando abbiamo iniziato il nostro percorso di formazione interiore. Ci rivolgiamo all’immagine per noi piú efficace del nostro rapporto con lo Spirito, riguardante l’elemento piú decisivo: la meditazione. Ci si accorge allora che una parte di noi si sta enucleando in una zona profonda di noi stessi, e che resta intoccabile, intatta, non travolta dagli accadimenti esteriori, dalle paure che vorrebbero instillarci, dalla disperazione che tenta di sopraffarci. In quella zona di calma e silenzio incontriamo il nostro Io, che placa l’onda del dolore, lo sconforto, le delusioni del mondo. Lí troviamo l’intima nostra essenza che attende di trasformare quel grumo dolente in fiore di luce.