Novembre 1997 – Ottobre 2020

Sacralità

Novembre 1997 - Ottobre 2020

 

 

Il primo numero in linea de L’ARCHETIPO di novembre 1997 conteneva questi versi … 

 

Il Nome

 

Il mantra reiterato di parole

che l’anima carpisce in echi e lampi

al fiume degli archetipi, e diffonde

permeandone il corpo fibra a fibra,

contiene forse il nome innominabile,

l’arcana risonanza. Un giorno forse,

dopo mille sagaci esperimenti,

decrittazioni audaci di quei suoni,

accostamenti, sintesi, metafore

che quei vaghi riflessi suggeriscono,

troveremo la formula, sapremo.

Ma profondo nel cuore, inconoscibile,

quel verbo già fiorisce, accende fiamme,

sillaba le infinite metamorfosi

dell’essenza immortale fatta carne.

Gli ubbidisce la mano se rivela

al mondo le assonanze trascendenti

ormai vive, fluenti senza tregua

nelle sottili geometrie di vene,

linfa di cui si nutre ogni respiro,

stelle fuse nel murmure del sangue.

 

Fulvio Di Lieto

 

Cielo

 

Caro Fulvio,

sono sicura che hai infine “trovato la formula, e adesso sai” mentre la tua bell’Anima si alza serena e luminosa nella vastità del Mondo Spirituale dove l’accompagna l’Amore di tutti coloro che ti hanno amato.

Non ho avuto il piacere di conoscerti personalmente, ma i tuoi versi hanno sempre parlato al mio cuore.

Sappi che, anche se hai abbandonato la tua veste terrena, continuerai a vivere nel mio amorevole ricordo e nei tuoi splendidi scritti.

 

Con affetto da Angiola Lagarde

 

Fulvio mi risponde:

Canto degli indiani NAVAJO

 

Non piangere sulla mia tomba:

non sono qui.

Non sto dormendo.

Io sono mille venti

che soffiano.

Sono lo scintillío

del diamante sulla neve.

Sono il sole che brilla

sul grano maturo.

Sono la pioggia

lieve d’autunno.

Sono il rapido fruscìo degli uccelli

che volano in cerchio.

Sono la tenera stella

che brilla nella notte.

Non piangere sulla mia tomba:

io non sono lí.

Navajos