Cenni brevi sulla fisiologia muscolare
Ordinariamente, dal punto di vista puramente chimico, il muscolo a riposo presenta una condizione che, ambientata alla cellularità, si tipizza in senso alcalino o semialcalino. Vi sono prevalenti condizioni di alcalinità. Va notato tuttavia che la reattività muscolare in senso alcalino non si manifesta in tutta la proprietà e in tutta l’evidenza proprie alle normali reazioni alcaline. D’altro lato è da sottolineare come, non appena inizia l’attività muscolare, vale a dire non appena cessa lo stato di riposo, il muscolo è sede di reazioni di tipo prevalentemente acido, anche queste però non totalmente evidenti.
Sotto il puro profilo del ricambio, il muscolo è una sorta di ricettacolo delle forze presenti nelle sostanze terrestri. Esso è infatti composto in prevalenza da sostanze introdotte nell’organismo dell’uomo. Tuttavia questo va inteso in modo particolare. Infatti allorché l’uomo compie attività muscolare, nei muscoli si compie un processo mediante il quale viene superato ciò che normalmente soggiace agli eventi propri al ricambio ordinario.
In questo senso è possibile dire che i processi posti alla base della miopoiesi, stanno in una situazione e si dirigono in maniera del tutto opposta a quelle rilevabili come fondamentali dell’osteopoiesi. Queste sono le vedute in merito espresse dalla Scienza dello Spirito, ma vedremo di chiarirne piú particolarmente gli aspetti non appena avremo avuto motivo opportuno.
Considerazioni generali sui processi inerenti alla Sclerosi
In via di principio generale si può pensare con sufficiente esattezza quanto segue: se si tengono in tutta considerazione attenta e paziente le idee dell’uomo concepite come essere tripartito, nonché le idee che riassumono la costituzione dell’essere umano secondo la concezione offerta da Rudolf Steiner nei libri Teosofia e Scienza Occulta, non v’è aspetto patogenetico – in tale direzione illustrata dal Suo pensiero – che possa rimanere impenetrato ed inintelligibile dal nostro stesso pensiero. Quindi tenendo fermo a questo principio diremo alcune considerazioni riguardanti i processi di sclerosi; segnatamente queste comprenderanno i processi in cui sono coinvolti i vasi arteriosi. Le forze dell’indurimento, del disseccamento e della compattezza densificante e calcificata con le quali si manifesta la sclerosi, in fondo possono essere considerate intrinseche alla generale tendenza all’ossificazione ed all’irrigidimento in senso solido, seguita dall’organismo durante le fasi dello sviluppo formatore del sistema scheletrico. Fino dall’infanzia si può constatare come nel capo tale tendenza all’ossificazione si esprima con caratteri di tipicità e di intensità veramente notevoli. Se ci si vuol dare un’immagine relativa dei compiti svolti a livello della testa da parte dell’organizzazione dell’Io e dell’organismo astrale, si vedrà la piú corrispondente in questa: essi (cioè l’Io e il corpo astrale) agiscono in modo che dal capo l’uomo può irradiare le forze che lo induriscono interiormente. Queste forze infatti, di norma, nell’uomo agiscono separando le parti solide da quelle piú fluide. Ora, se l’organizzazione dell’Io e del corpo astrale agiscono troppo fortemente nel capo, da questo irradia come un principio di indurimento e di irrigidimento in forma particolarmente intensa, cioè in modo eccessivamente intenso.
Rudolf Steiner descrive tale processo con queste parole: «In conseguenza di esso si verifica quanto è dato di osservare nell’organizzazione umana quando essa subisce l’invecchiamento, quando in essa viene condotta a manifestarsi la tendenza all’ossificazione alla base della quale è l’origine dell’arteriosclerosi, cioè dell’indurimento di tipo sclero-calcifico da cui vengono colpiti i vasi arteriosi».
Nell’arteriosclerosi perciò si deve intravedere quella direzione all’ossificazione ed alla calcificazione che normalmente è attiva nelle ossa, ma che ove trovi delle spinte eccessive, si manifesta entro l’intero organismo determinandovi quelle alterazioni di tipo sclerotico , di cui le arterie divengono la sede piú frequente e con le implicazioni lesive piú gravi per la relativa entità.
V’è comunque da considerare un ulteriore complesso di fattori eziopatogenetici sui quali il Dottore pone l’accento e che perciò devono essere presi in esame, tanto piú che gli spunti connessivi dei contenuti ideali si riallacciano alle considerazioni svolte fino a questo momento. Si tratta di prendere in considerazione i momenti essenziali dell’attività propria all’Io ed al corpo astrale rispettivamente compiute nel corso della vita diurna, cioè durante la coscienza di veglia e nel corso del sonno. Solo in questo modo sarà possibile comprendere l’ulteriore illustrazione scientifico-spirituale riguardo all’arteriosclerosi secondo le idee espresse da Rudolf Steiner. Tenendo presente ciò che sperimenta l’essere umano nel corso della vita cosciente di veglia è evidente quanto segue. Il corpo astrale e l’Io realizzano cioè un tipo di rapporto del tutto particolare a seconda che si trovino collegati – o non – con il corpo fisico e con il corpo eterico. Da questo punto di vista si deve necessariamente muovere il nostro pensiero se vuole pervenire ad una sintesi significativa dei contenuti.
Riprendendo le citazioni del Dottore, esse ci dicono: «A seguito dell’eccessivo inserimento dell’Io e del corpo astrale nell’organismo, accade, allorché l’uomo è addormentato, che su di esso agiscano, segnatamente sul corpo astrale e sull’Io, azioni troppo intense e come tali provenienti dal mondo esterno extraumano. Il protrarsi di tali influenze è il vero momento determinante in senso causale il processo della sclerosi. D’altro lato, ove si consideri l’eccessiva inerenza dell’Io e dell’astrale nell’organizzazione fisica, si comprenderà meglio come debbano essere appunto le forze del mondo esterno quelle che ripercuotendosi su di essi, ne determinano quella esposizione proprio durante le ore del sonno, alla condizionante forza che da queste forze derivano. E’ ovvio che l’effetto lesivo si abbatta con una certa prevalenza proprio sulle strutture e le formazioni endocraniche, cioè sull’organizzazione del capo, al cui livello, come si è già detto, l’inerenza dell’Io e del corpo astrale si è configurata in forma eccessivamente intensa».
[Appare fin troppo evidente, sulla base delle osservazioni mediche scientifico- spirituali che questa società, totalmente consacrata al materialismo, all’esteriorità, al vorace e compulsivo appagamento dei sensi, predisponga facilmente gli individui a fenomeni degenerativi di tipo sclerotico. Ciò è dimostrabile anche dall’enorme prevalenza dell’incidenza dei fenomeni di arteriosclerosi (compresi quadri di demenza senile, spesso frettolosamente etichettati come sindrome di Alzheimer, che in realtà sembrerebbe essere una malattia geneticamente determinata) nel mondo occidentale (Europa e America Settentrionale) rispetto al cosiddetto “Terzo Mondo”. È parimenti evidente che l’eccesso di stimoli sensori tipico di questa epoca, a discapito della fantasia e dell’inventiva, predisponga notevolmente alla malattia arteriosclerotica.
Si può inoltre facilmente evincere come, di contro, l’armonico sviluppo delle forze dell’Io e del corpo astrale ottenibile attraverso la pratica continua dei cinque esercizi, “protegga” l’individuo da quell’eccesso di cerebralità che inevitabilmente determinerà l’insorgere di processi arteriosclerotici. Va anche rilevato, in accordo alle indicazioni fornite da Massimo Scaligero in particolare, e dalla Scienza dello Spirito in generale, che una (indispensabile e non eventuale) disciplina interiore deve essere necessariamente intrapresa in età giovanile, prima cioè che si verifichino quei processi di “indurimento” dei corpi sottili inevitabili con il progredire dell’età. Chi abbia conosciuto persone che si sono dedicate seriamente alla disciplina interiore e che sono giunte a veneranda età, ha potuto sicuramente constatare una freschezza, una vitalità e una presenza mentale ben difficilmente riscontrabile nella maggior parte degli individui anziani, nei quali viceversa è spesso riscontrabile non solo una “fissità” dell’Io ma una sorta di involuzione di esso e di conseguenza dell’intera personalità].
A complemento di queste considerazioni diremo in seguito su quali princípi si basi la terapia dell’arteriosclerosi secondo i suggerimenti fornitici dal Dottore. Ma prima di ciò ci preme dire qualcosa su certi sintomi per cosí dire premonitori e precoci con i quali molti individui dichiarano di essere già affetti da arteriosclerosi, da quella forma che interessa l’encefalo e la relativa rete di distribuzione vascolare arteriosa. Ciò che rileveremo non contraddice in alcun senso gli aspetti dell’indagine ematochimica, radiologica, oftalmoscopica ecc. le quali, obbedendo a criteri epidemiologici e preventivanti, in effetti alcune volte si dimostrano utili e di sicura efficacia al fine di svelare stati patologici latenti o comunque imprevedibili. Tuttavia v’è qualcosa che talora può precedere lo stato arteriosclerotico cerebrale; la natura di questo “qualcosa” è tale da non creare sintomi vistosi e significativi nel soggetto; tanto meno ne saranno date alterazioni evidenziabili mediante indagini strumentali e di laboratorio. Ciò di cui parliamo è inerente alla disposizione con la quale il paziente candidato alla sclerosi esprime quell’intenso inerire al capo mediante le forze della sua organizzazione dell’Io e del suo corpo astrale. Vi sono segni di questa disposizione che non danno luogo ad equivoci. Ad esempio un forte intellettualismo con tendenza all’astrazione assoluta, l’impoverimento graduale di un certo livello di fantasia e di creatività inventiva ed il persistere indisturbato di un mondo interiore popolato da elementi istintuali e passionali, ai quali poco o nulla è stato impresso dall’Io operante come elemento attivo entro le forze astrali della volontà. Forti interessi per il mondo quale risulta all’esperienza dei sensi ed alla cui somma di valori l’Io e l’astrale non siano in grado di conferire il senso della noesi autentica ottenibile con il pensiero, ma soltanto quei significati per cosí dire riducibili alla valenza empirica, ovvero altri significati totalmente riducentisi all’astrattezza di certe categorie del sapere attuale, sono gli elementi connotanti il dirigersi delle forze dell’Io e dell’astrale lungo la rigida linea ed eccessivamente “segnata” verso il capo nel senso poc’anzi indicato dalle parole di Rudolf Steiner.
Altro elemento sintomatico è rappresentato dall’insonnia precoce, immotivata e persistente. Tanto piú essa è significativa se si manifesta in soggetti che presentano quei dati ai quali si accennava. Va detto però che l’insonnia stessa, allorché si produca quando già è iniziata la fase piú conclamata e manifesta dell’arteriosclerosi cerebrale, e ciò significa qualcosa nell’anziano, rappresenta un evento mediante il quale l’uomo tenta di difendere se stesso dai dinamismi patogenetici della sclerosi. Infatti con il dormire di meno l’uomo affetto da arteriosclerosi riesce a sottrarre se stesso da quelle influenze esterne che, agendo in eccesso sull’Io e sull’astrale, soprattutto durante il sonno, costituiscono il “movens” primigenio della malattia arteriosclerotica.
Chi sappia osservare certi aspetti dell’essere umano con spregiudicato rispetto e con sincero amore, potrà in seguito avvalorare molti dati cosí presupposti. È importante che al di là di certe conferme di tecnologia applicata alla diagnostica, il medico possa fare presente al potenziale, futuro e portatore probabile di malattia, quella che già si palesa come sicura azione interiore per il suo interlocutore.
A prescindere dall’avverarsi della malattia, stimolare nel prossimo un’azione di concretezza interiore e di rinnovamento del pensiero auto-educante, non potrà non essere consiglio salutare, utile e tale comunque da riflettersi positivamente su chi lo accetta. Importante, oltre a ciò che si dice a qualcuno, anzi piú importante di ciò che si dice, è come lo si dica a qualcuno, al quale mai dovranno venire meno da parte del medico la stima e il rispetto umano in senso totale. Infatti, su tali sentimenti e su tale disposizione del medico, poggia non piccola parte dell’intero processo di miglioramento e di quello di risanamento. Quando dell’insonnia non sono agevolmente reperibili motivazioni emotive (capaci di creare difficoltà al sogno fisiologico) e peraltro queste significative solo in forma del tutto transitoria, è necessario sospettare l’esistenza di sfondi psicopatologici a loro volta presupponenti alterazioni organiche; ovvero è necessario ipotizzare qualcosa che, come una sorta di prodromo, è connesso all’instaurarsi di un processo arteriosclerotico neuroencefalico. E sovente si tratta di ipotesi destinata a farsi sempre piú verosimile e piú vicina alla verifica. In soggetti dal sonno regolare in precedenza, allorché si manifesta insonnia, questa indicherà sempre, o quasi sempre, alcuni processi ai quali necessitano orientamento e forze riequilibratici.
[In diverse occasioni, nelle molte conferenze riservate ai medici ed agli studenti di medicina, Rudolf Steiner ha insistito sul fatto che non si può parlare di “malattie psichiche tout court” come purtroppo fa la moderna psichiatria: infatti secondo Steiner qualsiasi malattia psichica, nessuna esclusa, poggia sempre su una base organica. Il malfunzionamento di un organo o di uno dei tre sistemi alla base dell’organizzazione umana (neuro-sensoriale, ritmico, ricambio e arti) è la causa da ricercare nel caso in cui ci si trovi di fronte ad un disturbo o ad una malattia psichica. Ciò rende conto dell’enorme differenza esistente tra la psichiatria ad orientamento antroposofico, i cui pionieri furono Bernard Lievegoed e Rudolf Treichler, e la psichiatria convenzionale].
Si badi, si tratta in ogni caso di formulare con la massima esattezza la diagnosi di insonnia nel significato qui inteso. Ripetiamo che segni abbastanza sicuri al fine diagnostico ora detto sono: la novità del manifestarsi dell’insonnia, la persistenza di essa e quindi una sua certa resistenza. È però vero che, soprattutto a causa di taluni preparati odierni dotati di sicura efficacia nel senso ipnoinduttore, non sempre all’insonnia sarà possibile ascrivere le connotazioni riferite, in quanto essa sarà stata camuffata dall’azione di farmaci sintetici (benzodiazepine, benzodiazepinoidi tipo fluorazepam ecc.).
Riteniamo però che taluni casi possano essere osservati e che, dunque, quanto è stato indicato non perda completamente il suo valore. Ora, consideratane l’inerenza al tema finora trattato, diremo qualcosa sulla terapia della sclerosi partendo dalle idee formulate da Rudolf Steiner.
Egli ci indica nel piombo l’elemento metallico dotato di particolare proprietà medicamentosa nei confronti della sclerosi; soprattutto in quanto esso è in grado di inserirsi quale principio attivo in quei processi interiori dell’essere umano dai quali scaturisce il dinamismo patogenetico della sclerosi stessa. Esaminiamo come esso agisca. Intanto rileviamo come il piombo non faccia parte generalmente di quel gruppo di elementi che costituiscono forse la frazione piú importante di molte sostanze alimentari da noi assunte a scopo nutritivo, quali ferro, calcio, potassio, sodio, fosforo, magnesio, carbonio sotto forma di sali calcici, sodici ecc.
Si conosce, è vero, l’intossicazione da piombo, ma non certo di questa evenienza patologica illustreremo la fenomenologia clinica ed anatomo-patologica, bensí di ciò che si verifica nell’uomo in seguito all’assunzione di piombo a scopo terapeutico. Va da sé che la quantità di questo metallo in corso di impiego terapeutico deve essere estremamente esigua, vale a dire ai minimi infinitesimali: ad esempio 30° di una sostanza, ne esprime la soluzione trentesima centesimale. Vedremo di ottenere soluzioni omeopatiche secondo la metodica del fondatore dell’omeopatia, Samuel Hahnemann; ne parleremo al termine di questo settimo quaderno. L’effetto immediato che si presenta in seguito all’assunzione di piombo è quello di sospingere l’uomo verso il sonno. Il piombo, in altre parole, agisce come da esserne sospinti all’esterno del corpo fisico, il corpo astrale e l’organizzazione dell’Io; proprio cosí come si verifica nel sonno.
[Il cosiddetto “saturnismo”, il cui stesso termine sta ad indicare la nota correlazione Saturno/ Piombo già esposta da Paracelso e successivamente da Rudolf Steiner, è la malattia determinata da una intossicazione da piombo. In passato era descritta come malattia professionale in soggetti esposti all’inalazione da piombo (es. tipografi, idraulici, istruttori di tiro ecc.) mentre oggi è diventata una malattia rarissima, quasi inesistente.
Trattandosi di un argomento importantissimo in funzione di una corretta interpretazione della struttura occulta dell’uomo e dei princípi essenziali della medicina antroposofica, riteniamo opportuno ricordare ai lettori quelle correlazioni complete tra organi, pianeti e metalli che sono alla base dell’affermazione di Steiner secondo la quale l’uomo è, appunto, un “settuplice metallo”:
Saturno/Piombo/Milza
Giove/Stagno/Fegato
Sole/Oro/Cuore
Luna/Argento/Cervello
Venere/Rame/Reni
Mercurio/Mercurio/ Polmoni
Marte/Ferro/Cistifellea.
Ricordiamo inoltre che Saturno, e di conseguenza il Piombo, sono alla base del temperamento melanconico: è interessante notare che nella lingua inglese il termine “spleen” indica sia la milza che la melanconia. Sulle correlazioni tra i sette metalli e gli organi umani l’opera indubbiamente piú importante e completa è I sette metalli. L’azione dell’essenza metallica sul cosmo, la terra, l’uomo, a cura di Giuranna e Pederiva, traduzione italiana di Silvia Nicolato, Arcobaleno Edizioni, 2014, del grande medico antroposofo, discepolo diretto di Rudolf Steiner, Wilhelm Pelikan, che assieme ad Eugen Kolisko ebbe l’incarico, da parte del Dottore, di creare l’azienda farmaceutica Weleda. Pelikan era nato a Pola da madre italiana e padre austriaco (funzionario dell’impero asburgico) nel 1893: la sua facilità nella lingua italiana gli consentí di essere in corrispondenza con Colazza prima e con Amleto poi; morí ad Arlesheim nel 1981].
Amleto Scabellone
(8. continua)
La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.