Il primo risveglio ad una possibile correlazione fra flusso sanguigno e flusso di denaro emerse in un colloquio con una paziente che aveva avuto di recente un’emorragia oculare. Mi fiondo con la domanda: «C’è qualcosa che non ha voluto vedere?». E la risposta pronta: «Mio marito ha perso un sacco di denaro qualche settimana fa…». L’emorragia retinica era all’occhio destro!
Da allora non mi sono piú fatto scappare ogni possibile riferimento all’analogia di emorragia (si può intendere anche come salasso…) di denaro con l’emorragia di ogni distretto corporeo: vaginale, vescicale, rettale, nasale… finché un giorno, alla rituale domanda ad un paziente anziano affetto da carcinoma vescicale, mi sento negare ogni riferimento economico in rapporto ai recenti episodi di ematuria. Capita poco dopo che mi chieda di uscire per andare in bagno e la moglie dell’imprenditore presente alla visita mi svela: «Sa dottore, mio marito non l’ha voluto ammettere, ma alcuni mesi fa ha fatto un investimento affidando ad un amico un bel pacco di soldi, che sono andati persi, non ne è cosciente!». Nel riserbo dovuto, ho provveduto alla terapia del caso.
Ma non significa che ogni forma di emorragia vada letta come perdita di denaro: mio malgrado, ho dovuto rendermene conto in altre situazioni. Incontro Tina, una signora di 75 anni, operata di carcinoma vescicale e portatrice di una stomia. La patologia è esordita con una copiosa emorragia delle vie urinarie. Non c’è stato verso di appurare un qualsiasi nesso con perdite di denaro. La chiarezza mi è arrivata con un’affermazione limpida del marito: «Mia moglie del denaro si cura poco, le basta che il portafoglio sia pieno, sa contentarsi…». Ho sempre riscontrato che, se nel codice dei condizionamenti non ci sono stereotipati pensieri o sentimenti di attaccamento al denaro, casca ogni relazione corporea diretta.
Una forma comune di emorragia è quella provocata dalla rottura dei gavoccioli emorroidari. Indago nel caso di Natalie e scopro che, proprio a seguito dello sciagurato confinamento (ormai noto come lockdown) per il pan-demonio da COVID-19, ha perso quasi tre mesi di guadagno del proprio lavoro di terapista shiatsu. Ma perché nel retto e non in altre parti del corpo? Il corpo lo sa, sta a noi scoprirlo. Da alcuni mesi si è sforzata di trattenere la rabbia per la cupidigia di una zia nella spartizione dell’eredità familiare! Per fare en plein ecco la classica domanda: «Che cosa rappresenta per te il denaro?» con risposta illuminante: «Una cosa schifosa». Le feci, scarto del processo digestivo e al contempo mummia del corpo eterico, vitale, si fronteggiano con il sangue, distillato dell’Io in costante ricerca di purezza.
Altra storia clinica vi racconto: Giulia ha una emorragia uterina subito dopo aver appreso della morte del fratello, e lo stesso episodio si ripete a distanza di due mesi con la morte della madre. Sulla scorta della risposta alla personale rappresentazione del denaro come mezzo di sostentamento, risulta chiaro che la perdita di due Esseri cari comporta nell’inconscio corporeo la mobilitazione del sangue dal grembo uterino, a significare la perdita di due valori vitali. Il denaro acquisisce il senso di valore in tale storia.
Ci sono altre forme emorragiche, in cui gli elementi corpuscolati del sangue, i globuli rossi, i bianchi e le piastrine vengono divorati, in una rara sindrome preleucemica, nell’emofagocitosi, dai fagociti appunto, cellule spazzine del sistema immunitario. Nell’incontrare Caterina all’età di 47 anni, appresa questa diagnosi, ho voluto indagare la sua gestione del denaro. Scopro cosí che negli anni passati e tuttora ha sempre prestato denaro, ricevendone lentissime e parziali restituzioni, alla sorella minore, sempre piú controvoglia ma per un malinteso senso del dovere familiare. Mi sorge l’immagine di un elemento parassitario da cui l’Io della paziente cerca di divincolarsi, riaffermando la propria autenticità negli episodi febbrili che hanno segnato l’esordio dell’emofagocitosi. Difatti nella febbre l’Io sguscia fuori dalle altre articolazioni corporee e intende far sentire la sua presenza.
Le malattie vanno viste anche in un’ottica che guarda dal futuro, ed è proprio istruttiva questa storia se teniamo presente il prezioso spunto offerto da Rudolf Steiner in questo passo tratto dalla conferenza del 21 ottobre 1907, O.O. N° 101: «Ma è in preparazione uno stadio futuro dell’umanità che consiste nel fatto che egli avrà il controllo sull’elemento semiliquido che riempie le sue ossa. …Egli conquisterà il dominio sul proprio sangue, in modo che la forza dell’Io vi sia contenuta in misura di gran lunga maggiore, e allora questo sangue sarà lo strumento con cui l’uomo potrà agire perfino alla trasformazione della propria sostanza ossea».
E con questa consapevolezza accresciuta, la soluzione terapeutica estrema del trapianto di midollo osseo rappresenta una stampella non risolutiva né risanante, fintantoché non cambierà in Caterina il proprio rapporto con il denaro-sangue grazie alla forza dell’Io.
Angelo Antonio Fierro