Ricordo di Gianni Sculco

In memoria

Ricordo di Gianni Sculco

 

Ha varcato la Soglia lo scorso 13 aprile il nostro caro amico Gianni (Giovanfrancesco) Sculco (Cirò, 4 febbraio 1953 – Perugia, 13 aprile 2021), fedelissimo discepolo e instancabile divulgatore della Scienza dello Spirito. Era particolarmente legato all’Archetipo, che ha sostenuto nel tempo con generosità. Ogni volta che veniva a trovarci, nelle varie sedi in cui ci trasferivamo, affrontavamo insieme gli argomenti piú delicati riguardanti la disciplina interiore. Il nostro rapporto era di profonda stima e considerazione. Alcuni amici, ai quali ci uniamo, hanno voluto ricordarlo con tutto il loro affetto e con il pensiero che gli hanno dedicato, che riportiamo qui di seguito.

 

Gianni sul Monte Subasio con Annarita Mazzoccone

Gianni sul Monte Subasio con Annarita Mazzoccone

 

Antonio Chiappetta, Cosenza

 

Gianni Sculco ha avuto un karma veramente particolare. Nato normale, divenuto non vedente per una malattia, a seguito di una operazione in tenera età aveva parzialmente riacquistato la vista da un occhio, salvo perderla poco dopo per un incidente in bici (gli si conficcò un ramo proprio in quell’occhio). Condannato quindi alla cecità completa, come preside di una scuola per pluriminorati (sordomuti e non vedenti), si era cristicamente prodigato per aiutare questi ragazzi e le loro disperate famiglie. Insieme agli amici Annarita Mazzoccone e Davide Testa aveva elaborato uno studio approfondito con brani di Rudolf Steiner relativi al momento del passaggio della Soglia, ripresi da conferenze e da opere scritte. E di questo momento straordinario, del quale lui mostrava di non avere alcuna paura, ci parlava spesso quando avevamo la possibilità di incontrarci. Ora che ha affrontato direttamente il passaggio, credo che la sua dolorosa ma sempre attenta esperienza di vita possa costituire conoscenza e nutrimento per le Entità superiori amiche dell’uomo.                                                

 

Ad Assisi: Tommaso Salerno, Gianni, Romolo Benvenuti e Davide Testa

Ad Assisi: Tommaso Salerno, Gianni, Romolo Benvenuti e Davide Testa

 

 

Annarita Mazzoccone, Assisi

 

Abbiamo camminato fianco a fianco, anime unite con l’identico anelito verso lo Spirito… Continueremo nello stesso intento, sempre uniti. Grazie Gianni.

 

 

Davide Testa, Assisi

 

 Tu hai fatto quello che era in tuo potere, la Giustizia Divina farà il resto.

 

 

Francesca Menna, Assisi

 

Infaticabile operaio nella conoscenza spirituale, siamo stati costantemente vicini per tanti anni condividendo letture fondamentali, e non sarà la barriera fisica a dividerci nei pensieri. L’ami­cizia di una vita è stata ricca di insegnamenti saggi e consigli preziosi. Quando gli ostacoli sembravano insormontabili, dicevi sempre con fiducia: «Vinceremo!». E cosí sarà.

 

 

Sara Nisticò e Filippo Gerace, Crotone

 

Caro Gianni, ti scriviamo a mo’ di lettera quello che non ci siamo mai detti ma che sapevamo bene. Il legame spirituale che ci unisce ha radici lontane ed è destinato a crescere e ad aprirsi agli altri sempre piú. Per noi non c’è separazione. Siamo amici da sempre e lo saremo per sempre . Insieme vivremo tante altre avventure. Nell’attesa un grande Ciao. Ti vogliamo bene.

 

 

Mauro Toppetti, Assisi

 

Pensando in modo egoistico, Gianni ha lasciato in me un grande vuoto, perché è stato e sarà un importantissimo punto di riferimento. Per questo lo ringrazio infinitamente con tutto il cuore. Dall’altro lato sono felicissimo per lui, perché può finalmente “vedere” in modo diretto tutto ciò per cui ha lavorato con estremo amore e passione per tutta la sua vita. Quindi portiamolo sempre dentro di noi, cercando di gioire con lui.

 

 

Emanuela De Angelis e Giannantonio Facchinetti, Crotone

 

Caro Gianni, per noi sei stato, e sempre lo sa­rai, un Faro sulla via della consapevolezza e della Verità, un amico fraterno che con voce decisa e amorevole rispondeva sempre ai nostri bisogni. Nonostante una infinita tristezza nel cuore, gioiamo per il tuo ritorno a CASA e siamo consapevoli che d’ora in poi la tua presenza tra noi sarà ancor piú reale se sapremo coglierla.

 

 

Tonino e Ida Pisani, Cosenza

 

Gianni è stata una persona chiara e coerente nelle scelte del suo percorso di vita, generoso e pronto a donarsi agli altri, sempre incoraggiato verso la ricerca interiore, alla quale ha improntato interamente la sua esistenza terrena. “I tre passi nella Morale e uno nella Conoscenza” indicatici dai nostri Maestri, hanno rappresentato per Gianni un faro luminoso nelle sue opere quotidiane. I nostri Maestri (Steiner, Massimo, Mimma) quali detentori di verità, conoscevano le difficoltà dell’uomo, soprattutto quando questo anela alla conoscenza, e quando gli intellettualismi intorno alla conoscenza stessa, insieme al potenziamento del pensiero (concentrazione), se non contenuti da un vivere quotidiano, sempre proteso verso gli altri, sono rischio e pericolo per un sano ed equilibrato controllo degli impulsi egoici. Questi, se pur necessari alla crescita interiore dell’uomo, non dovrebbero andare oltre la loro giusta funzione. Gianni ha dato esempio di ciò, riuscendo ad accogliere con pienezza il senso profondo delle indicazioni spirituali dei nostri Maestri. Con il suo animo sensibile, riusciva ad esporre con calore le conoscenze frutto di uno studio approfondito, testimonianza del suo sacro anelito che lo ha accompagnato e sostenuto per tutta la vita, sempre scevro dal minimo inorgoglimento, tentazione comune e non facile da controllare. Il suo libro insieme ai coautori Annarita Mazzoccone e Davide Testa, Il percorso cosmico dell’uomo da morte a nuova nascita, conferma quanto espresso su Gianni, ahimè troppo poco, rispetto alla forza del suo carattere e della sua personalità. Oggi Gianni ci guarda dai mondi spirituali, continuando la sua Opera cristica, elemento fondamentale che lo ha contraddistinto nel suo vivere verso l’altro, con l’altro e per l’altro. Arrivederci caro Gianni, nel Sacro Sole anelato da tutti gli adombrati dell’Arcangelo Michele.

 

A Ostia: Gianni, Fulvio Di Lieto, Mauro Toppetti e Antonio Reda

A Ostia: Gianni, Fulvio Di Lieto, Mauro Toppetti e Antonio Reda

 

Antonio Reda, Cosenza

 

Gianni era una persona molto volitiva e autentica. Era bello ascoltarlo. Ero sempre molto contento di vederlo, anche se mi dava un po’ di disagio quella sua capacità di guardare dentro, e mi sentivo in colpa per le mie tante zone oscure e irrisolte. Dovendosi rapportare a ragazzi che non vedevano, e alcuni contemporaneamente non sentivano, sapeva che serviva una comunicazione diversa. Nella sua dirigenza scolastica del Centro di Assisi ha sperimentato quanto amore servisse per rapportarsi a loro. Amava molto le giovani generazioni ed era consapevole dell’importanza di una loro giusta e sana educazione.

 

 

Mariella Di Cicco Martinelli (non vedente), Bergamo

 

Dolce fratello, fortemente nell’anima ti sento, oggi ancor piú di allora, quando seduto accanto al mio consorte, lo impulsasti a leggere per me.

 

 

Giusy Pangallo, Franco e Denise Cuomo, Crotone

 

Potremmo descrivere e parlare di Gianni in molti modi, ma era lui ad essere multiforme. Gianni non era una sola persona quando si trattava di aiutare gli altri: possedeva i linguaggi piú disparati. Riconosceva la spiritualità in tutto, anche laddove era negata e nascosta, oppure aveva un altro nome. Il suo scopo, quando ti parlava, era quello di raggiungerti e in lui non c’era giudizio, quindi in nessuno c’era colpa. Gianni era ironico e il suo essere poliglotta nei confronti dell’altro lo rendeva incredibilmente empatico, e ogni porta non poteva che aprirsi. Era un uomo con una grande volontà e una spiritualità che sapeva farti toccare l’invisibile col pensiero, un pensiero mai astratto, ma disciplinato come dovrebbe essere la libertà. Non lo dimenticheremo mai, è stato il nostro pilastro e noi lo ricordiamo come un uomo e un amico che aveva la splendida forza di arrivare dentro, anche e soprattutto quando dentro è un posto buio.

 

 

Tommaso Salerno, Crotone

 

“L’Eterna Ricerca dell’Uomo” è l’immagine sintesi che penso possa meglio descrivere la vita di Gianni. È in questa ricerca che ha profuso tanto impegno fino a farne una ragione di vita con l’incontro, sul suo cammino, della Scienza dello Spirito. La certezza della Via dei Nuovi Tempi è stato l’alimento principale della sua abnegazione e perseveranza nello studio dell’Opera del Dottore e dei testi di Massimo, districandosi tra le tante difficoltà che la vita gli ha posto. Ma lo studio non risolveva totalmente l’impegno, per Gianni era allo stesso tempo imprescindibile e determinante la cristiana disponibilità verso il prossimo, trovando il tempo di aiutare ed ascoltare chi gli si rivolgeva per consiglio e conforto. La sua cristiana attitudine di vita sarà il suo miglior viatico nei Mondi Spirituali.

 

 

Gianni alla sua scrivania di Preside

Gianni alla sua scrivania di Preside

 

Peppino e Tiziana Pezzella, Assisi

 

È stato un uomo di eccezionali doti: aveva la capacità di entrare nella tua anima sentendo ciò di cui realmente aveva bisogno, prodigando e dispensando saggi consigli che illuminavano la vita. Uomo concreto, in grado di discernere con retto pensiero il nucleo essenziale del problema da risolvere o la tematica da affrontare, e con la sua parola chiariva dubbi, regalando nuovi orizzonti di vita che davano luce e scaldavano il cuore. In lui viveva il grande comandamento dato dal Christo: «Ama il prossimo tuo come te stesso» ponendolo come cardine e mèta della sua vita, riuscendo a gioire con chi era nella gioia e a soffrire fino in fondo con chi era nel dolore. Di fronte ad ogni situazione o scelta si domandava interiormente, prima di agire: “Cosa farebbe il Christo al posto mio?”.

 

Era una persona vera, umile, dotato di una intelligenza straordinaria che non si fermava al mentale ma arrivava al cuore accendendo la sua luce. Guerriero fino all’estremo per la difesa dei diritti dei piú deboli, come nella battaglia condotta contro la chiusura della Scuola per Ciechi e Pluriminorati di Assisi nella quale è stato prima insegnante e poi Preside. Coraggioso fino alla fine quando gli è stato richiesto l’ultimo sacrificio per l’innalzamento dell’uma­nità intera. Aveva la dote di essere padre e madre al tempo stesso, sapendo coniugare fermezza, calma e lucidità di pensiero con la comprensione e l’amorevolezza verso ogni persona che incontrava nel suo cammino. Amava in modo particolare i bambini, che aveva la possibilità di incontrare nella sua Scuola di Bastia Umbra, dove ha ricoperto il ruolo di Dirigente Scolastico nel suo ultimo periodo lavorativo. Infatti non perdeva la singolare occasione di insegnare loro, soprattutto in occasione delle festività natalizie, l’importanza di vedere nel Bambino Gesú, presente nel presepe, quella Entità Celeste che è sempre con noi VIVENTE – AGENTE – PRESENTE in ogni momento della nostra vita e davanti al quale bisognava inginocchiarsi per ringraziare di tutto ciò che si aveva nella quotidianità, affetti compresi, e pregare per tutti gli altri bambini meno fortunati di loro. Una vita donata alla continua ricerca della verità, delle conoscenze superiori e allo studio della Scienza dello Spirito di cui promuoveva la diffusione con incontri e conferenze.

 

 

Il gruppo di Sant’Arcangelo

 

Gianni è stato per noi un altissimo esempio da seguire e a cui ispirarsi, per vincere le difficoltà, che lui affrontava sempre con decisione e serenità. Un vero Maestro di vita!

 

 

Pietro Sculco (nipote), Cirò

 

Sei stato il fratello che non ho mai avuto e l’amico che ho sempre cercato. Sei stato il mio personale “dizionario” per tutte le tematiche ultraterrene che potevo sfogliare persino in acqua durante un bagno d’estate o durante le cene, le cerimonie, i viaggi. Dovunque ci trovassimo, ad ogni domanda seguiva una risposta coincisa, breve, elaborata, perciò illuminante. Credo che a questo non si possa apportare valore, resta come qualcosa di inestimabile e unico. Ne ho goduto a suo tempo, ora basta immergermi nel ricordo per rinnovarne il godimento.

 

 

Pasquale Sculco (nipote), Cirò

 

Ho preso tanta luce standoti vicino, tanta da abbronzarmi l’anima di insegnamenti, che come chiodi ho crocefisso nel cuore per l’eternità. Abbiamo parlato tante volte del passaggio a miglior vita, anche in occasione degli altri lutti che ahimè in famiglia abbiamo subito; mi hai insegnato a vederla come “un’altra parte della vita”: “Sorella morte” come dice San Francesco. Adesso non posso che continuare a vivere queste parole e farle risuonare nel petto e nella testa per sempre, per non tradirti e per non impegnare il tuo Spirito eterno a consolarmi, perché in questo momento avrai cose piú importanti da fare. Caro zio, averti vicino è stato il più grande dire “Sí” alla vita che potessi avere; hai sicuramente vissuto tra i “fratelli d’ombra”, ma solo per dimostrare che la luce non è di questo mondo, ma del Cielo. « In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (Giovanni 12,24-26).

 




 

Per concludere, una nota che fa anch’essa comprendere la grandezza dell’amico Gianni Sculco. La mattina dello scorso 4 marzo, quando ancora non c’era sentore di ciò che sarebbe accaduto, gli amici Peppino e Tiziana andarono a trovarlo e lo videro molto assorto. Alla domanda di quali pensieri lo rendessero cosí silenzioso, rispose che stava pensando all’epitaffio da mettere sulla propria tomba. Poi pregò Tiziana di prendere carta e penna, e le dettò le parole che riteneva caratterizzassero la sua vita: «Ha vissuto senza la luce degli occhi, ma il Signore gli ha donato la luce dell’intelletto e del cuore. Lo ha invocato nelle difficoltà con fede incrollabile e Lui gli dato risposta».