Non lo vede nessuno, ma sta lí
in forma di gargouille, il Gran Beffardo,
dirimpetto alla Torre, affascinato
dai tre colori. Predilige il blu,
rispetto al bianco, segno di purezza,
e al rosso della veste di Lucifero.
Accenna un ghigno blando, assai composto,
ché il riso sgangherato è dell’umano,
come il dolore è spesso un teatrale,
smodato, passionale dimenarsi,
piú consono all’improvvido animale
che all’essere votato al trascendente.
Escludendo il traliccio ‒ un’eccellenza
della creatività da Ballo Excelsior ‒
osserva il palcoscenico là in basso
animarsi di un cupo melodramma:
è in corso un blitz seguíto a un attentato.
Si dispiegano agenti antisommossa,
cani molecolari, artificieri,
forze speciali che hanno in dotazione
strumenti tecnologici avanzati,
teste di cuoio armate fino ai denti.
Elicotteri sfrecciano, sirene
urlano l’emergenza, già si allertano
i bombardieri per estesi raid.
«Sei stato tu!», l’Olimpo viene scosso
dalla gran voce dell’Onnipotente
che apostrofa il Maligno spettatore
che scuotendo la testa gli risponde:
«Ti piacerebbe addebitare il Male
al sottoscritto, è un gioco troppo facile.
Sono stati in realtà i tuoi protetti
che hanno sparato al grido: “Dio è grande!”.
Agiscono in tuo nome e non nel mio!
Convinciti. Dal tempo della mela,
l’uomo ha fatto il suo comodo, sfruttando
la materia venale che amministro,
ma per suprema tecnica da guitto,
paludando i suoi gesti con presunti
ideali e pulsioni dello Spirito,
sbarca il lunario da scialacquatore
a spese del sistema che hai imbastito.
Al dunque è un gran pappone, l’homo sapiens.
fa quello che gli piace, ma pasticcia,
e quello che combina non gli piace.
Allora se la prende col Creatore,
e spesso tira in ballo Belzebú.
Mentre, credimi, cerca solo alibi
per le sue malefatte intenzionali,
che lo spingono in ultimo alla strage,
non trovando altre serie vie d’uscita
al malessere autoprovocato.
È un’anima che in fatto di malizia
ha superato in grande il Tentatore.
Per cui ti avviso, mi ritiro e lascio
l’uomo a se stesso. Per la dannazione
non gli serve un aiuto. Fa da solo!».
L’Olimpo si richiude. Un gran silenzio
pervade lo scenario. Ma dall’alto
della Torre vibranti ali a schiera
si distendono in volo sulle case
per lenire il dolore e lo sconforto
della città che ha perso la sua Luce,
del mondo che ha svenduto la sua pace.
E il Grifo appollaiato a Notre Dame
guarda irritato quella scena e sbotta:
«Me l’aspettavo, è proprio incorreggibile!».