Ora ci soffermeremo su talune idee generali, concernenti i piú importanti processi di costruzione e di eliminazione che hanno luogo nell’organismo umano. Si tratta anche questa volta di porsi di fronte a fenomeni sui quali la riflessione operata dalla scienza naturale moderna, non tanto è stata inesatta o formalmente erronea, quanto è stata invece disattenta o limitata, data la determinata carenza di idee e di riferimenti ad una visione integrale dell’uomo e del mondo. Si pensi quanto segue, con senso di vera aderenza alla realtà. Si consideri cioè come l’entità fisica dell’uomo acquisisca la forma che le è propria aggregandosi, per cosí dire, a partire dallo stato di semifluidità. In realtà ciò non è esclusivo del regno umano. La maggior parte degli organismi animali attraversa infatti la medesima situazione implicante il passaggio da condizioni di semifluidità a quelle piú condensate, piú o meno come si verifica per l’essere umano.
Per strano che possa sembrare, a tutta prima, questo processo di metamorfosi dallo stato semifluido a quello piú denso, necessita del continuo apporto di sostanza aeriforme. Tra le piú importanti va annoverato naturalmente l’ossigeno, il quale entra nell’organismo attraverso la respirazione.
Ciò premesso, si esamini senza preconcetti come si organizzi la struttura piú tipicamente diretta ad esprimere la solidità; si consideri cioè l’osso. In realtà ogniqualvolta si ha al proprio cospetto una struttura ossea, dobbiamo tenere ben fermo nella mente come la formazione di tale struttura sia stata resa possibile dall’attività dell’Io. In virtú dell’attività propria dell’Io è possibile che si verifichi una sorta di separazione della sostanza materiale dalle condizioni di semifluidità, e quindi che ne scaturisca un nuovo stato piú denso e piú compatto, cosí come appunto ci si presenta la struttura ossea. In questo abbandono della semifluidità, da cui separandosi la sostanza si pone come un aggregato solido, è da scorgere la forza attiva dell’organizzazione dell’Io.
D’altra parte il disegno morfologico generale al quale lo sviluppo del sistema scheletrico obbedisce dal periodo embrionario fino al momento del suo compimento, è pensabile come la realizzazione sul piano fisico di quell’archetipo morfogeneticamente inerente all’essere di ciascun corpo fisico umano, destinato a divenire il campo di manifestazione dello Spirito attivo come autocoscienza pensante. Il sistema osseo, in particolare, si adegua nel corso dello sviluppo delle sue parti, ad assumere la forma-figura propriamente umana, espressione reale dell’organizzazione dell’Io.
[Le premesse indispensabili per una perfetta comprensione di queste affermazioni di Amleto ci vengono da quanto Rudolf Steiner afferma in La Scienza Occulta ed in Una Fisiologia Occulta, nonché dallo splendido lavoro del suo discepolo Rudolf Hauschka, medico, chimico e farmacista, in La Natura della Sostanza. Abbiamo già citato altre volte questo importantissimo lavoro segnalando ai nostri lettori la grandezza di Hausckha e la sua profonda correlazione con il nostro Paese, dato che la madre del grande antroposofo austriaco era di origine italiana! Relativamente al mistero della fondamentale azione dell’organizzazione dell’Io nella formazione del tessuto osseo, ricordiamo come Scaligero, in diversi punti della sua opera invitasse a soffermarsi meditativamente sul fatto che nel sacrificio del Golgotha al Christo non vennero spezzate le ossa in conformità a quanto annunciavano le Scritture (Antichi Misteri). Ci permettiamo, a nostra volta, di invitare i lettori che seguono la via ascetica scientifico-spirituale a meditare attentamente su ciò].
Il Dottore ci informa – ed anche in questo caso dimostrando di precorrere i tempi – come, nel corso delle prime fasi, l’osteopoiesi sia fondata sul processo trasformativo della sostanza proteica. Questa all’interno dell’organismo deve essere afferrata dall’attività dell’Io. Ma perché ciò possa accadere, la sostanza proteica stessa necessita di attraversare una condizione di fluidità-semifluidità: ed in un certo senso deve acquisire il puro stato di inorganicità. Ancora prima, nella sostanza proteica si è attivato un processo che ne ha determinato la perdita di inerenza con le forze eteriche ed astrali. Soltanto in questo modo è possibile all’Io di agire, preparando la matrice proteica alla formazione dell’osso; l’Io sarebbe impedito all’esecuzione di tale compito, se la frazione proteica sulla quale dovrà agire, fosse permeata di elementi vitali ed animici (cioè eterico-astrali).
Affinché l’osso si formi, è necessario che da una determinata frazione di sostanza proteica se ne liberi un’altra destinata ad essere permeata totalmente dall’Io, previa l’instaurazione di condizioni che, tanto depaupereranno la sostanza proteica in questione di qualità organiche, quanto ne condurranno lo stato di aggregazione, cosí che questo realizzi la condizione di fluidità.
Ora si ponga particolare attenzione a ciò che sarà detto. Una volta pervenuta alla fluidità, la sostanza proteica entra in una sfera di attività permeatrice che si compie in virtú delle forze dell’Io. Questa sfera di attività, permeata dall’Io, è però la stessa la quale catalizza i processi termici in generale. Mediante tale forma di attività propria dell’Io come centro termogenetico, la sostanza proteica viene diretta e trasferita al corpo eterico umano.
Si badi bene che tale reinserimento della sostanza proteica nell’ambito del corpo eterico umano è assolutamente ed esclusivamente diretta dall’Io. In tal senso la sostanza proteica diviene idonea ad assumere, a trasformare ed a metabolizzare il “quantum” vero e proprio di materiale inorganico col quale si coniuga: si tratta cioè dei componenti minerali dell’osso (fosfato di calcio, carbonato di calcio, fosfato di magnesio e fluoruro di calcio); la componente proteica dell’osso è invece una glicoproteina: l’osseina. In ogni modo perché il processo di edificazione ossea si realizzi attraverso la coniugazione dei radicali salini inorganici con la sostanza proteica, è necessario che questa attraversi determinate condizioni di aggregazione intermedia (fluida-semifluida) sulla quale non soltanto può aver presa l’attività dell’Io, ma anche l’influenza dell’elemento aeriforme. Grazie a questa influenza, infatti, l’Io riesce a condurre a compimento i processi termici e ossidativi da un lato, mentre dall’altro riesce ad immettere nella sostanza proteica (sulla quale agisce) determinate componenti derivate dal metabolismo glicidico. Questo duplice momento al quale perviene l’attività dell’Io è di notevole importanza: poiché è proprio questo lo stadio nel quale si pone la differenza, sul piano della definizione e della determinatezza in senso organico ed organo-formativo, fra l’essere umano e l’animale. Dall’immissione intraproteica di materiale proveniente dalla trasformazione dei glicidi – fenomeno questo incentivato essenzialmente dalla respirazione con l’assunzione dell’elemento aeriforme – si plasma il materiale atto ad essere utilizzato dalle strutture dei vari organi. Si tratta di una sostanza genericamente indifferenziata, non definibile in senso biochimico, in modo tale che risulta a tutta prima difficile comprendere in quale direzione debba essere seguito il suo organotropismo. Non abbiamo cioè una sostanza nella quale sono contenuti quegli elementi che ci possano indicare le rispettive componenti specifiche dalle quali saranno edificati il fegato, il cervello, il polmone ecc. La sostanza organica in questione è cosí omogeneamente generica da essere considerata idonea al plasmarsi di tutti gli organi corporei.
[Il lettore desideroso di approfondire tali tematiche potrà trarre utili spunti dalla lettura del notevole testo di Thomas J. Weihs Embriogenesi, Ed. Filadelfia, nel quale l’autore, un medico austriaco di formazione antroposofica, descrive i processi alla base dell’embriogenesi e della organogenesi dal punto di vista spirituale. Notevole è il confronto tra le diverse fasi della formazione umana dell’embrione e le fasi della creazione descritta dalla Genesi].
In questo materiale organico indifferenziato è ravvisabile la forte attività permeatrice del corpo astrale. Non si deve in ciò scorgere contradizione con quello che è stato detto in precedenza riguardo alla particolare attività dell’Io in questo generale processo formativo. Dobbiamo pensare che si tratta, secondo quanto ce ne descrive il Dottore, di processi qualitativi e dinamici, le cui varie fasi non sono quantificabili in quella periodicità ed in quella durata, secondo le parole che il Dottore ha avuto necessità di “sommare” e di connettere, affinché il nostro intelletto non vi si smarrisse. Dunque, tale stadio di elemento organico indifferenziato viene ad esistere infatti come effetto dell’azione dell’Io, tuttavia la sua fase di funzionalità sussistente è opera del corpo astrale. Ora in che cosa si pone la differenza fra essere umano ed essere animale? Proprio in quanto segue: nel determinarsi della forma definitiva degli organi corporei dell’uomo, si esprime in tutta la sua potenza l’azione dell’Io; nell’animale, invece, l’azione definitiva in senso organoformativo è assunta completamente dal corpo astrale.
A tal riguardo ecco il pensiero del Dottore: «Nell’animale il corpo astrale attua anche il compito della forma e della configurazione definitiva degli organi; nell’uomo invece, l’attività del corpo astrale, e quindi la natura animale, costituisce soltanto il substrato generico all’organizzazione dell’Io. Nell’uomo il processo di formazione diretto in senso animale non giunge al suo termine; esso viene interrotto ad un certo grado di sviluppo, e su di esso viene innestato, per cosí dire, l’elemento umano per opera dell’organizzazione dell’Io, la quale manifesta la sua tipica attività proprio in questo senso. Dalla natura astrale indifferenziata essa fa sorgere i singoli organi. Ma l’organizzazione dell’Io è fortemente attiva negli stati termici dell’organismo; anzi, si può dire che essa viva interamente nei processi calorici dell’organismo. Pertanto l’Io opera nella sostanza organica indifferenziata, predisposta dal corpo astrale, nel senso di essere elevato o di essere depresso il livello termico di un organo in formazione. Se il livello termico si riduce, si inseriscono nella sostanza organica, nel corso di un processo tendente all’indurimento, determinate quantità di sostanze inorganiche e viene cosí a costituirsi il substrato per la formazione delle strutture scheletriche. Se il livello termico viene invece incrementato, si creano i presupposti alla formazione di organi, l’attività e la funzione dei quali, si esplicano in direzione dissolutrice nei confronti della sostanza organica, cosí che ne risulti la formazione di sostanze fluide o aeriformi».
[Questo duplice aspetto di polarità termica dei singoli organi è alla base non soltanto del processo di embriogenesi ma di gran parte della patogenesi descritta dalla medicina antroposofica. Esistono in definitiva malattie “calde”, ovvero legate ad una sorta di “innalzamento termico” di un organo o di un apparato, e malattie “fredde”, legate allo stabilirsi di condizioni avverse. La dottrina scientifico-spirituale ci spiega inoltre come l’elemento “freddo” sia legato alla Entità Ostacolatrice che Rudolf Steiner chiama “Ahrimane” cosí come, all’inverso, l’elemento “caldo” sia intimamente legato a quella Entità che Steiner definisce “Lucifero”. È pertanto corretto dire che esistono “malattie arimaniche” (malattie fredde) e “malattie luciferiche” (malattie calde). Le patologie di interesse psichiatrico sono quasi sempre legate al polo luciferico (caldo)].
Amleto Scabellone (15. continua)
La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.