Parole per Marcus Fingerle

In memoria

Parole per Marcus Fingerle

Goetheanum – Libera Università di Scienza dello Spirito – Dornach

Goetheanum – Libera Università di Scienza dello Spirito – Dornach

 

L’amicizia è un’anticipazione del Paradiso

Pavel Florenskij

 

 

Fatta salva la memoria

il resto è un tempo che passa.

Si increspano le onde

persino negli occhi

dove Tu

sei il vento che asciuga

e che non si sposta.

 

Beatrice Niccolai

 

 

Marcus Fingerle

Marcus Fingerle

 

Marcus Fingerle è stato un docente di storia e filosofia. Specializzato in pedagogia clinica presso l’Università di Scienza dello Spirito al Goetheanum, Dornach (Svizzera) e successivamente in consulenza pedagogica presso l’Istituto Janusz Korczak di Nürtingen (Stoccarda), ha svolto attività di formazione anche al­l’interno del Gruppo di Studio e Ricerca Medico-Pedagogica di Mirano (Venezia).

 

 

 

Profondo conoscitore e originalissimo divulgatore di Scienza dello Spirito, è stato discepolo diretto del Dottor Giuseppe Leonelli e del Prof. Henning Köhler. La nostra cultura è debitrice, nei suoi confronti, per quelle preziose immissioni spirituali – provenienti soprattutto dal campo della pedagogia che egli ha saputo far confluire nel nostro spazio e nel nostro tempo. Ha varcato la soglia il nove giugno, distante di soli due mesi dal suo amico Henning.

 

 

L’otto maggio Marcus scriveva: «Impiegherò tutte le mie forze per essere fedele alla mia parola».

 


 

Caro Marcus,

la grandezza del tuo essere si è rivelata al mondo rivelando e chiarificando l’essere e il pensiero altrui. Sei stato il golfo sicuro per tutto quello che ha voluto riversarsi, attraverso di te, nella cultura spirituale del nostro tempo. Nel tuo sguardo si schiudeva un orizzonte assolato in cui ormeggiavano quelle mille individualità che attendevano di venir restituite al mondo dal tuo entusiasmo: Florenskij, Husserl, Goethe, Massimo Scaligero, Rudolf Steiner. Sapevi comporre, scomporre e ricomporre anco­ra i loro pensieri – rendendoli accessibili a chiunque – senza mai tradirne la potenza del contenuto.

 

La grazia vera dell’interprete musicale è quella di non aggiungere nulla di personale a quanto interpretato. È un’operazione ascetica che ha a che vedere con la il senso di fedeltà. Annullando i personalismi e rimanendo fedeli alla volontà dell’autore – espressa in segni – l’interprete incontra l’Essere del Pensiero che pure ha ispirato l’Autore. Rifiutando un pensiero personale, l’interprete incontra il pensiero sovrapersonale, quello che è in grado di restituire vita alla parola, al pensiero, alla musica. Attraverso questa operazione, che è fondamentalmente un’operazione di coerenza, di fedeltà, l’interprete incontra l’Essere del Pensiero. Continuando i pensieri di coloro che ci hanno preceduti incontriamo il Cristo nel pensiero.

 

Marcus Fingerle e Henning Köhler

Marcus Fingerle e Henning Köhler

 

Molti si interrogano sul senso di smarrimento che hai lasciato. La nave si disancora dal porto e tutti ne contem­plano la partenza. Ma tu eri un golfo, non una nave. Con te va via una stagione assai simile all’estate, dove il pen­siero era simile ad una brezza e le parole acquistavano la qualità della danza, la liricità della poesia. Non eri tu a parlare di Florenskij ma Florenskij a parlare attraverso di te e a farsi strada nel mondo attraverso il tuo entusiasmo, il tuo essere pervaso dal divino. Non eri tu a tradurre Henning, ma Henning a farsi spazio nel tuo essere. Questo era il tuo dono straordinario, Marcus, la tua reale grandezza di asceta. Era là, sotto gli occhi di tutti, e nessuno se ne accorgeva (e forse neppure tu), perché rappresentava la tua normalità. In un futuro lontano, l’umanità sarà in grado di divenire come te, di acquisire quella duttilità, quella trasparenza che ti rendeva il mio Maestro e che mi ha obbligato a seguirti con devozione e ammirazione per molti anni.

 

Il senso della fedeltà e della continuità hanno caratterizzato anche la tua partenza, cosí vicina a quella di Henning. Eravate uniti nel profondo del cuore.

 

L’invisibile città di Kitež

L’invisibile città di Kitež

 

 

Il golfo con te è migrato altrove. Come nella leggenda russa dell’invisibile città di Kitež.

 

Saremo pronti ad accogliere la visitazione dei vostri pensieri? 

 

Il vostro esserci resterà invisibile ma non inaudibile. Irrompe­rete nella nostra quotidianità con la fragranza della vostra gioia tintinnante. Come le campane della divina Kitež.

 

Nella certezza di questa comunione e nella promessa che non verrò meno agli impegni per realiz­zarla, ti affido questa musica che ho dedicato a te:

 

https://www.youtube.com/watch?v=RjySW2GIOU0

 


 

«Se si potesse indicare una qualità che riassu­ma tutte le virtú richieste al discepolo per la rea­lizzazione della trascendenza del pensiero, si do­vrebbe dire: la fedeltà.

La fedeltà all’idea prima e perciò all’insegnamento, la fedeltà alla verità in­tuita, la fedeltà all’amore intuito, la fedeltà al pro­prio Maestro, la fedeltà alla direzione che ha indi­cato il giusto sentiero, la fedeltà alla propria tradi­zione interiore, la fedeltà all’essenza della fedeltà.

Che è la Vergine Sophia» (M. Scaligero, Iside-Sophia, la dea ignota).

 

Nicola Gelo