L’ho accennato altre volte: fra le entità spirituali con le quali l’uomo entra in comunione ogni notte (per esempio, come ho detto, con gli arcangeli, mediante il linguaggio) talune sono, per un determinato periodo di tempo, le potenze spirituali reggenti. Nell’ultimo terzo del secolo XIX ha avuto inizio l’epoca di Michele, quell’epoca in cui lo Spirito che nelle sacre scritture viene designato con il nome di Michele, è divenuto il reggitore delle vicende della civiltà umana. E queste reggenze si ripetono ciclicamente.
Ora, circa dal 1870-1880 in poi, è ricominciata per la terra l’epoca in cui Michele è la potenza spirituale che regge il mondo, e in cui noi dobbiamo imparare ad introdurre nelle nostre azioni lo Spirito, a dirigerci nella vita fondandoci sullo Spirito. Servire Michele significa non dare alla nostra vita soltanto una direzione materiale, ma essere consapevoli che Michele, il quale ha il compito di vincere le potenze arimaniche inferiori, deve diventare per cosí dire il genio della nostra civiltà. E come potrà diventarlo? Potrà diventarlo se noi ci ricorderemo che possiamo di nuovo ricongiungerci spiritualmente con il corso dell’anno.
La forza di Michele torna ora a discendere mediante le forze della natura, quella forza di Michele che nei secoli passati non discendeva piú; cosicché ora noi possiamo andare incontro al declinare dell’autunno, contemplando la forza di Michele che dalle nuvole si avvicina alla terra.
Sí, nel calendario c’è una festa di San Michele, e questa festa ha un carattere agricolo. Potremo però sentire spiritualmente il nostro tempo, e riconnettere gli eventi umani terreni con gli eventi della natura, soltanto se ridiventeremo capaci di comprendere il corso dell’anno, se ridiventeremo capaci di istituire delle festività annuali, come le istituivano gli antichi in virtú della loro chiaroveggenza sognante. Gli antichi comprendevano l’anno, e sulla base dei segreti che oggi ho potuto indicarvi solo di sfuggita, hanno istituito le feste di Natale, Pasqua e San Giovanni. A Natale ci si fanno dei regali, e si fanno anche altre cose; ma in occasione di conferenze tenute a Natale o a Pasqua, ho detto già altre volte quanto poco ormai gli uomini abbiano conservato di queste antiche istituzioni, e come tutto sia ormai diventato tradizionale ed esteriore. Se però si giungerà di nuovo a comprendere le feste, che oggi si celebrano senza piú comprenderle, allora si avrà anche la forza di istituire, mercé la conoscenza spirituale del corso dell’anno, una festa che ha ii suo vero significato solo per l’umanità attuale: la festa di Michele, negli ultimi giorni di settembre, quando si avvicina l’autunno, quando le foglie appassiscono, quando gli alberi si spogliano, quando la natura va verso la morte (mentre a Pasqua va verso la vita), quando nella natura in declino noi diventiamo coscienti che l’anima della terra si congiunge con la terra portando con sé, dalle nuvole, Michele.
Se avremo la forza di istituire questa festa che porta di nuovo un senso di comunità nella nostra vita sociale, lo potremo fare solo fondandoci sullo Spirito; fonderemo allora qualcosa che origina dallo Spirito. Piú di qualsiasi altro studio sociale che, nella confusione che regna oggi, può portare a qualche risultato solo se vi è contenuto lo Spirito, sarebbe importante che, prima, un certo numero di uomini comprensivi si riunisse per istituire di nuovo sulla terra, fondandosi sulle leggi del cosmo, una festa come quella di Michele; questa festa deve essere degna della festa di Pasqua; ma, in quanto festa autunnale, deve esserle contrapposta. Se si potesse decidersi a creare una festa come questa, per motivi puramente spirituali, una festa che porterebbe a sua volta fra gli uomini un senso di comunità, se una tal festa potesse essere istituita ancora oggi nell’immediato presente da cuori umani pieni di vigore, allora questo potrebbe di nuovo unire socialmente fra loro gli uomini. In passato infatti le feste congiungevano strettamente fra loro gli uomini. Pensate soltanto a tutto quello che è stato fatto, detto e pensato nella storia della nostra civiltà in occasione delle feste e sulle feste. Con l’istituzione delle feste, quanta spiritualità è fluita direttamente nel fisico!
Se oggi gli uomini si decidessero a fissare una festa di Michele negli ultimi giorni di settembre, questo sarebbe un atto di significato immenso. Gli uomini dovrebbero avere il coraggio di farlo; non dovrebbero solo discutere sulle organizzazioni sociali esteriori o su altre cose simili, ma dovrebbero fare qualcosa per congiunger la terra al cielo, per riconnettere le condizioni fisiche alle condizioni spirituali. Allora, con il reinserirsi dello Spirito nelle condizioni terrene, sorgerebbe veramente fra gli uomini qualcosa che potrebbe dare un possente impulso all’ulteriore progresso della nostra civiltà e di tutta la nostra vita.
Rudolf Steiner
Tratto dalla Conferenza “Servire Michele” tenuta a Berlino il 23 maggio 1923 – O.O. N° 224.