È questo un Paese tagliato a stivale,
ci vive chi scende, ci campa chi sale,
chi sa manovrare s’impingua e si spiccia
dai guai ricavando la pappa e la ciccia.
L’esperto di borsa, il frate di trappa,
rimedia ciascuno la ciccia e la pappa.
Sia rosso sia nero, turchino o paonazzo
s’ingrassa chiunque frequenti il Palazzo.
Le faide, i litigi e le divergenze
dividono spesso ministri e eminenze,
ma pappa con ciccia ricuciono i torti,
fan tutti contenti, i vivi ed i morti.
È questo un Paese di vati e di santi,
ci campa chi è dietro, ci vive chi è avanti,
facendo la fila, ché tanto non scappa,
se manca la ciccia c’è sempre la pappa.
La cosca, il partito, la lobby, il convento
dispensano larghi la manna e l’unguento:
che faccia il dentista o usi la zappa
ad ogni soggetto va data la pappa.
A chiunque maneggi le bombe con miccia
magari gli danno la pappa e la ciccia,
e se per disgrazia il morto ci scappa
ci restano in fondo la ciccia e la pappa.
Ci riconsoliamo con pizze e cannoli,
con polli ed abbacchi, lasagne e ravioli.
Fu questo un Paese di spada e di cappa,
adesso è soltanto di ciccia e di pappa.
Il cronista
(Fulvio Di Lieto)