Nell’azzurro tenue del cielo
una striscia di rosa compare
fra spoglie ragnatele di rami:
è il preludio
a una notte d’Avvento.
Come sei bella, Luna,
nella tua pienezza!
Divina,
nella luce
che ogni stella spegne.
Solo Venere
del tuo splendore è compagna
in questo chiaro cielo
della notte.
E tu, mio amore lontano,
contempla questa luna,
amami in lei!
Del mio amore
ti porta la pienezza,
del tuo amore
mi dona lo splendore.
Il canto delle stelle
di una limpida notte
come un’eco possente
tra cielo e terra
si stende.
Al di là i cori degli angeli
al di qua, sulla terra,
gli uomini ascoltano,
aperti allo spazio infinito,
ad abbracciarlo.
Alda Gallerano
INCARNAZIONE
Nel furore della tempesta,
dal profondo della nera notte
progenitrice dei sogni
e del tremolante cielo stellato,
corrono le anime
accese d’una passione
incontenibile
alla volta dei corpi.
Silenzio inarrestabile sorge
nei talami sconvolti
dall’inarrestabile incarnazione:
singulti si spengono
e cuori ardono nella tenebra.
Lacerazione delle madri
innocenti e colpevoli nell’amore
e nell’involto oblio dell’essere
che germoglia la propria
presenza infinita…
Sopore infinito…
dormire… morire… sognare…
dell’aria tersa
che l’aurora porta.
Indefinito cullarsi nella luce…
mentre il maschio fuoco della terra
chiama: All’armi! le madri.
Marco Rossi
L’inganno
Abbiamo in noi la luce
poiché siamo la luce
abbiamo in noi il dolore
e non siamo il dolore
perpetriamo l’inganno
ma non siamo l’inganno.
E la luce
non può vedere se stessa
se non vuole.
Cosí il dolore
e l’inganno
offuscano la luce
che non può
trasformare nuovamente
il dolore in luce
se non vuole.
Perché la luce
trasforma il dolore
e illumina l’inganno
ma solo la luce
può
se cosí vuole.
E noi possiamo crederci
luce
possiamo crederci
inganno.
Quale che sia l’inganno
in quanto inganno
non appartiene a chi lo porta
quale che sia la luce
essa illumina e conosce
in quanto luce.
Stelvio
BUONA SERA
Buona sera,
non parlare.
Tanto grato
è questo silenzio
al mio spirito.
Fissami negli occhi
e guardando i tuoi
vedrò spazi infiniti
e inascoltate musiche
lontane
mi sfioreranno.
Sorto d’incanto
al mio fianco,
hai la lievità
della spuma del mare,
il mormorio sommesso
degli alberi alla sera
illuminati da aurei riflessi
crepuscolari.
Facciamo sosta
in questo viale.
Non parlare,
l’alba e il tramonto
sono nelle tue pupille,
e temo di veder
morire il sole
sotto le tue palpebre.
Dammi la tua mano
e udrò un rincorrersi
di parole non dette
in quest’ora di fiaba,
in quest’attimo
d’interminabile speranza.
Buona sera,
reclina il tuo capo
sulla mia spalla
sino a sfiorarmi il viso;
i tuoi capelli
mi narreranno
storie meravigliose
e forse, chissà,
rivivranno anche gli eroi
della mia fanciullezza
alla magia
del tuo respiro.
Ha un sapore nuovo
il tuo silenzio,
questa sera,
non so se
d’antiche leggende
o d’amore.
Buona notte, svanisci
tra le nubi del sogno,
ed io, stanco il capo,
scivolo giú
in cerca di un sostegno,
ma fredda è la stanza
deserta di te.
Lirica e dipinto di Liliana Macera