Ho letto nella conferenza di Rudolf Steiner da voi pubblicata sull’attuale numero di novembre una frase che mi ha fatto scattare un allarme: «Ho conosciuto scienziati naturali che consideravano ideale di fare qualcosa del genere anche agli esseri umani: si potrebbero effettivamente avere persone senza sesso tra gli esseri umani che non formerebbero famiglie e che lavorerebbero soltanto, cosí che l’incarico della riproduzione verrebbe trasmesso solo ad alcuni, come per esempio avviene per le vespe». Ora, considerando che la “punturina genica” si dice che possa avere ripercussioni proprio sul sistema riproduttivo dei cosiddetti vaccinati, e non sappiamo ancora quale sarà l’effetto sui figli da questi eventualmente concepiti, penso che tra le tante profezie di Steiner ci sia da tener conto anche di questa, che forse non è stata ancora messa nella giusta luce.
Gianfranco D.
Di profezie Rudolf Steiner ne ha fatte molte, ma ha anche detto che nulla è decisamente prestabilito, e persino che tutto il “progetto uomo” potrebbe fallire. Dobbiamo quindi pensare che le sue previsioni si verificheranno solo se si presenteranno le corrispondenti condizioni e connessioni karmiche. Sta a noi cercare di evitare quelle nefaste e promuovere invece quelle positive, delle quali è disseminata tutta l’opera del Dottore.
Ritorno su una questione già sottoposta al vostro parere un paio di numeri fa: il possibile effetto dei vaccini anti covid sulle componenti spirituali dell’uomo. Considerato che questi preparati potrebbero agire sul DNA umano, per via puramente deduttiva, io temo un possibile effetto corruttivo proprio sulle forze formanti del corpo fisico umano, in tal senso questi prodotti della scienza arimanica andrebbero forse/dunque visti come tentativo di corruzione del Fantoma umano cosí come è stato rinnovato con il Sacrificio del Golgotha. Se ogni uomo, dopo quel sacrificio, è oggi portatore di quelle nuove forze spirituali formanti il suo corpo fisico, una simile consapevolezza presenterebbe a chi ha riconosciuto e seguito l’insegnamento scientifico-spirituale un aspetto di importanza drammaticamente vitale sul problema attuale dell’“inviolabilità” del proprio corpo. L’inviolabilità del Fantoma appena rinnovato sul Golgotha fu protetta nel momento in cui i soldati, nell’azione di rompere le ossa ai tre crocifissi, si accorsero che il Signore era già morto. Per noi il senso di questo momento storico diventerebbe una questione di vita o di morte dell’anima, altro che effetti avversi; oggi, in questa cruciale incarnazione decideremmo tutto il nostro futuro come portatori dell’eredità del Golgotha. Gradirei conoscere il vostro parere su questo preciso problema scientifico-spirituale.
Francesco
L’Editrice Antroposofica ha avuto una saggia ispirazione nel pubblicare, nella primavera del 2020, Epidemie di Rudolf Steiner. La risposta scientifico-spirituale, individuale e comunitaria – in relazione perciò all’Anima nazionale di popolo – è lí racchiusa. Va dunque portata fuori dal testo e vissuta nella realtà quotidiana. Non esistono a tale riguardo reazioni universali o generali. Dalla presentazione del libro che troviamo in rete, possiamo trarre alcune esemplari frasi di Steiner: «Molto piú che del modo in cui i bacilli e i batteri penetrano nel nostro organismo, si terrà conto di quanto forti abbiamo reso l’anima e lo Spirito per resistere a queste invasioni. Questo rafforzamento della natura umana non sarà prodotto da un rimedio esterno, ma da un rimedio che proviene dall’anima e dallo Spirito e che corrobora internamente l’uomo mediante un sano contenuto scientifico-spirituale» [ai tempi di Steiner si parlava poco di virus, che furono scoperti solo intorno al 1890. Il termine “bacilli” si riferisce non solo ai batteri, ma a tutti i microrganismi patogeni, compresi i virus]. «Che valore avrebbe per il singolo entrare nel mondo spirituale, se attorno a lui tutti gli altri avessero pensieri materialistici, sensazioni materialistiche e sentimenti di paura, che sono i veri “allevatori” dei batteri?». Condivisione del karma quindi. Possiamo aggiungere che l’“inviolabilità” del proprio corpo può essere riferita solo a un eremita che viva in un luogo irraggiungibile, lontano dalla società. Per noi tutti che ne facciamo parte e ne condividiamo strategie conflittuali ma anche fruizioni tecnologiche, e che di violazioni di tipo sanitario ne abbiamo subite sin dalla primissima infanzia, il termine è del tutto illusorio. Cerchiamo di difenderci, se sarà possibile, ma non è il caso di parlare di “morte dell’anima” per le persone che, per paura, per ricatto subito o per necessità lavorativa, o persino per leggerezza e mancanza di volontà di approfondire, hanno accettato di sottoporsi a quanto il mainstream ha imposto con una ossessiva e martellante campagna pubblicitaria pseudo-sanitaria. Il “rafforzamento della natura umana” di cui parla Steiner verrà anche dal superamento di queste prove, condivise con il resto della popolazione “nella buona e nella cattiva sorte”.
Mia figlia è alla ricerca di un lavoro e quello che trova è sempre subalterno a qualcuno, e naturalmente uomo. Possibile che in quest’epoca, almeno da noi in Italia, il ruolo femminile deve ancora essere sottoposto a quello maschile? Persino nel Vangelo, escludendo il ruolo della Madre di Gesú, o della “peccatrice” Maria Maddalena, si parla sempre degli Apostoli, e una funzione del tutto marginale è quello delle pie donne. Forse c’è chi ancora vorrebbe confinare le donne fra le mura domestiche a crescere i figli, mentre i mariti fanno la loro carriera e hanno quelle soddisfazioni che le donne difficilmente potranno raggiungere. Qual è il pensiero dell’antroposofia in merito?
Piera T.
Il nostro pensiero non può essere che personale e non certo quello dell’Antroposofia in generale, che ha ben altri e piú validi rappresentanti. Possiamo constatare però che nel mondo odierno – sia nelle nostre maggiori aziende sia nelle piccole e medie imprese, e cosí nelle multinazionali come anche nella politica italiana e internazionale – molti ruoli di primo piano sono ricoperti da donne. Le civiltà hanno alternato periodi in cui le donne sono state al comando, anche in veste sacerdotale, ad altri in cui la prevalenza è stata maschile. Le due cose vanno di pari passo, anche se spesso nella storia non sembra sia cosí (la storia la scrivono sempre i dominanti del momento). Dato che è stato fatto esplicito riferimento al Vangelo, possiamo mettere in luce la funzione delle cosiddette “pie donne”, funzione che non è stata affatto marginale ma centrale. Senza di loro tutta la predicazione del Cristo si sarebbe svolta con grandi difficoltà pratiche. Erano loro, nei luoghi dove il Maestro avrebbe parlato alle folle, a provvedere alla sistemazione dei discepoli, oltre a quella di coloro che continuamente si aggiungevano ad essi. A volte erano ospitati in abitazioni o ripari, altre volte, in particolare nella stagione piú clemente, dormivano all’aperto. Tutto veniva predisposto perché fossero rifocillati, nutriti e fossero cambiati i loro abiti, che andavano lavati a causa delle strade polverose. Inoltre, assistendo quotidianamente alla predicazione, le donne, allo stesso modo degli uomini, ne comprendevano e ne assimilavano i contenuti, preparandosi a svolgere quel compito che sarebbe stato tanto importante dopo il Golgotha e la Resurrezione: spargere la Buona Novella all’interno delle famiglie, cosí come all’esterno, per le strade del mondo, avrebbero dovuto fare gli Apostoli. E come avrebbe fatto anche Maria di Magdala, considerata “peccatrice” perché oltre ad essere una donna libera nei costumi, era anche e molto colta, cosa all’epoca malvista nell’ambiente sociale in cui viveva. Ma tale preparazione intellettuale prima, grazie poi alla vicinanza con il Maestro, le valse la possibilità di viaggiare in Occidente e di fondare comunità di cristiani ai quali offrire l’insegnamento che aveva ascoltato direttamente dalla Sua voce. E ancora a proposito delle pie donne del Vangelo, non dobbiamo affatto considerare servile il loro lavoro di ausilio per assicurare il migliore svolgimento al cammino del Cristo per le strade della Galilea, della Samaria e della Giudea. In maniera simile, anche se in anticipo, lo aveva fatto il Battista, che da profeta aveva visto quali sarebbero state le strade che Egli avrebbe percorso, come leggiamo nelle Rivelazioni di Caterina Emmerick: «Giovanni percorreva tutte le strade battute poi da Gesú e dagli Apostoli. Egli le puliva dagli sterpi e dalle pietre per renderle piú agevoli al cammino. Collocava blocchi rupestri su certi siti adatti al guado, puliva canali, scavava buche, sistemava fonti e preparava sedili, di cui poi il Redentore approfittò durante i propri viaggi. Il Battista costruí perfino tettoie, sotto le quali poi Gesú radunò i propri seguaci e riposò. Per tutti questi lavori, Giovanni riscuoteva l’ammirazione di quanti l’osservavano e l’aiutavano. Era sempre attorniato da ascoltatori che impavidamente esortava alla penitenza per l’approssimarsi del Messia, al quale, come egli stesso dichiarava, doveva preparare il cammino». Questo lavoro svolto dal Battista prima e dalle pie donne dopo, possiamo considerarlo l’aiuto che tutte le persone “di buona volontà”, indipendentemente dal sesso, si sentirebbero tuttora di svolgere se il Cristo fosse fra noi. E tornando alla società attuale e ai ruoli di primaria o secondaria grandezza: chi stabilisce quale sia piú importante? E perché mai il fatto di seguire la crescita dei figli dovrebbe essere considerato senza soddisfazioni? I figli crescono in fretta: in pochi anni, da completamente dipendenti diventano del tutto autosufficienti e prendono la loro strada. E chi non è stato loro vicino in quel breve periodo, spesso rimpiange di non averlo fatto. È sempre possibile, in seguito, costruirsi una carriera o svolgere un’attività artistica. Se invece si sceglie una professione che richiede una completa dedizione e si decide di non formarsi una famiglia, non è detto che si debba primeggiare e non accettare la subalternità a qualcun altro piú anziano o piú esperto, uomo o donna che sia. Il consiglio da dare a questa giovane che entra nel mondo del lavoro, è di armarsi di pazienza e soprattutto di umiltà.