Scendeva
dalle vette delle stelle
l’antica pace,
eterna quanto il mondo
e contemplava
l’universo vasto.
Sui cardini del Tempo
il mondo
quietamente muoveva.
Placa il dolore
l’armonia di stelle
che in verbo di poesia
viene trasfusa,
degli esseri il soffrire
guarisce,
del mondo
rende lieve il peso.
Benedetta sia tu, neve,
che rendi al mondo
l’innocenza antica,
quando il Padre
gioiva ancora
della Sua creatura.
Poi venne il tempo
dell’oscurità,
del pianto umano:
il Padre il figlio
aveva allontanato.
Da solo il figlio
percorrere doveva
del ritorno
il lungo cammino.
Finché nacque
sulla Terra un Bambino
come la neve candido
e al mondo
l’innocenza offriva,
intatta dal peccato
degli umani.
Egli era il Fiore
dell’umanità,
come Sua Madre,
Rosa del Creato:
alto mistero
che bontà del Padre
aveva preordinato
per la Terra.
E sussultò di gioia
il mondo intero
e ancora freme
nella Notte Santa,
quando di nuovo
nasce il Redentore,
segno d’amor
del Padre
per l’Umano.
Come bozzolo duro
nel cuore del mondo
il dolore attende
esseri
d’infinito amore
che ne dissolvano
la triste consistenza
e trasmutato
in mille aliti di vento
lieve, chiaro e sottile
possa confondersi
alla gioia del cosmo.
Alda Gallerano
Dicembre
Ho visto
la terra
morire,
raccogliere
le forze
su di sé,
tutto
si è fermato
tutto
era fermo.
Nascita
Era una notte
senza fine.
Era una notte
senza giorno,
senza fine.
Antica
speranza
nascosta,
dimenticata.
E cielo scuro.
Nel cuore
della notte
sei venuto,
nel pieno
dell’inverno
nascesti.
Stelvio
Archi e violini
Sul pentagramma
di un arcobaleno
scriverò
con le stelle
uno spartito:
una costellazione
nuova
apparirà.
Tremule luci
si accenderanno
tutte le sere
che ti penserò
e una musica
dolce
d’archi e violini
affiderò
ad un leggero vento
che te la porterà.
Liliana Macera