I luoghi della Memoria
Non è la paura a dominarci,
ma una aumentata
percezione delle cose.
Esistono luoghi
dove il tempo si ferma,
l’anima risorge
dalle profondità degli abissi
ed un solo istante vibra
dei colori e dei profumi
di una intera esistenza.
Nel silenzio
del passato apparente,
in questi spazi della Memoria,
un suono soave,
un sussurro di voce,
un riflesso di luce
tra le ombre diafane
di antiche vestigia,
racchiudono un immenso tesoro
da custodire per sempre
in un sorriso di felicità.
Allora volgiamo
lo sguardo al cielo,
ed anch’esso vibra con noi,
degli stessi colori e profumi,
consacrando l’idilliaco istante
ai novelli custodi
del sorriso e della felicità.
Perché in fondo
non è la paura a dominarci,
ma una aumentata
percezione delle cose.
Kether
Da dove nasce la malinconia
continua e persistente che m’invade?
È il dolore del mondo che mi pesa
o è mia, soltanto mia?
È qualcosa che sorge dall’infanzia
o nel destino stesso è posto il germe?
Vorrei provare ancora la dolcezza
che da Te qualche volta mi proviene.
Quanto è soave la vita in quegli istanti
troppo brevi per essere fermati,
sottili, troppo, per essere afferrati!
Alda Gallerano
DESTINO
Come scintilla muta
addormentata nell’Immanifesto
ho ondeggiato attorno alla luce
che tratteneva il respiro.
Sono poi stato gas che precipita
nell’incommensurabile
vuoto cosmico
fin dove il desiderio
mi concretizzò nella purissima
stasi del granito.
Ahi, quale sferzante immobilità
in faccia ai venti di ponente
e di levante, solo, tra i ghiacci
e le stelle e i raggi infuocati
del sole d’agosto.
Vanità o brama o non ricordo
mi volle lichene, abete, ginestra
sulle pendici del Vesuvio,
a raccogliere le ultime parole
del Poeta oltraggiato dalla Natura.
E fu forse in quella fragile
gialla inconsistenza dell’essere
che concepii il movimento
come possibilità dell’infinito
spazio animale.
Ahi, strisciare di serpi tra i rovi
e urla di cinghiali
nella brughiera,
e la vasta circolare savana
della fame e della sete
e delle mie fauci
grondanti sangue…
Conservo immagini della luna
che filtra nell’intricata foresta
e il senso leggero delle orme
del caimano sull’erba…
Quando emerse
dal dolore e dall’amore
questo corpo umano?
Quando la parola mi liberò
dal rovente silenzio
della Natura?
Tutto mi si presenta ora
misterioso e bello
e straziante
e il desiderio incontenibile
dilania ancora il mio cuore
tra abissi simmetrici
dei quali non scorgo
il negro fondo…
I miei piedi amano danzare
ancora nella rigogliosa terra
ma il mio sguardo
è ormai preda della nostalgia
della Sua voce, e scruta
senza posa tra le stelle.
Marco Rossi
Questo silenzio
è prezioso come l’oro
nulla lo può turbare
neppure il mio pensiero
Dove sono stato
tutti questi anni,
che ho fatto, e perché?
Lo so, è tutto chiaro.
Gli uccelli parlano lievi
il vento mi ricorda
che il tempo scorrerà.
È proprio giorno di festa,
e gli uomini,
nelle loro case,
possono dimenticare
il silenzio.
Ma oggi io
in un istante ho saputo
di essere vivo
e ho nostalgia
felice
di me.
Stelvio