La Via mistico-iniziatica

Esoterismo

La Via mistico-iniziatica

Nulla cosmico

 

Da quanto fin qui indicato sugli stati di coscienza, si può con­statare che sostanzialmente significa che sia il “quarto stato di coscienza”, sia “oltre il quarto stato di coscienza”, sono stati otte­nibili attraverso l’ascesi e precisamente nel momento in cui, ese­guendo le pratiche interiori, l’Io è portato a staccarsi dalla materia e ad intuire la propria natura interiore.

 

Pertanto essi sono sperimentabili soltanto iniziaticamente quando si tiene presente, nella coscienza ordinaria di veglia, l’intuizione della pro­pria vera natura essenziale, il Puro Io Animico, l’Anima Vivente Indi­viduale, ottenuto con la concentrazione profonda e conosciuto intima­mente con la continua attenzione meditativa e contemplativa, per poi proiettarla animicamente nel nucleo centrale del . Lí si produce il progressivo allargamento di coscienza e con essa lo scioglimento della distinzione mentale tra il Puro Io Animico e il Puro Io Spirituale, tra il Puro Io Spirituale e l’Essere Assoluto o Logos e tra il Loro nucleo e il potenziale divenire dell’Indeterminato Nulla, perché è il Cuore Spirituale che li contempla. Si produce, cioè, la progressiva immersione in una pace, in un silenzio e in un riposo profondo nel “logoico nucleo divino” insito in noi, e si diviene per questo coscien­temente presenti sia nel sogno desto, il “secondo stato di coscienza”, sia nel sonno profondo, il “terzo stato di coscienza”, sia nel “quarto stato”, lo stato di beatitudine, sia “oltre il quarto stato”, lo stato dell’Incondizio­nato. Intendendo quest’ultimo come consapevolezza non inquadrabile in un divenire d’indefiniti infiniti, poiché nulla serve, tutto si annulla nel contemplare continuamente con il cuore il nucleo del Logos.

 

Inoltre si deve tener presente che interiormente in tutti questi stati la presenza in coscienza della divinità è vita partecipativa attiva nello Spirito, e pur se l’esterno è attutito, si è profondamente desti, in una pace pervadente nel riposare nel nucleo del . Esperienza simile a quando l’Io annulla dalla coscienza ordinaria tutto ciò che lo circonda, compreso a volte se stesso e il proprio mondo interiore, per concentrarsi ed im­mergersi con la massima attenzione in un’attività, una lettura, un pensiero, un’immagine, di cui con tutta la propria attenzione e volontà si sta occupando come unica realtà esistente percepita del proprio vivere.

 

Perciò la pace e il riposo che si hanno nell’ascesi, indicato come Riposo Animico o Sonno Iniziatico, non è propriamente un dormire, pur avendone molte caratteristiche, ma è un vivere contemporaneamente in una coscienza continua inglobante due piani diversi, di cui uno è animico-spirituale e l’altro è animico-materiale. È da notare che entrambi questi piani sono presenti nell’asceta nello stesso istante, anche se con sensibilità diverse, durante l’esecuzione della pratica iniziatica, cioè si è nello stato animico-spirituale con presenza preponderante dei piani sottili rispetto all’animico-materiale che continua ad esistere nel piano ordinario quale coscienza di sottofondo.

 

Pertanto c’è una profonda differenza tra gli stati di coscienza ordinaria e quelli legati alla Pace Interiore, al Riposo Animico e al Sonno Iniziatico, causati dall’allargamento di coscienza durante la pratica iniziatica. Infatti, vi è in essa prima la presenza dell’intuíto Puro Io Animico, poi del Puro Io Spirituale e infine del­l’Essere Assoluto e del potenziale divenire dell’Incondizionato, sia nel senso di sperimentazione sia in quello di consapevolezza, essendo questi legati all’espandersi dell’Illuminazione che va oltre il piano mentale microcosmico e macrocosmico. È l’immettersi completamente nella contemplazione profonda del Sé, il Puro Io Animico, al centro del nostro essere, nel vortice centrale del divenire logoico del divino, luogo dove si entra con la presenza di sé, nella contemplazione del Puro Io Spirituale: il Cristo in noi, attraverso il “terzo stato di coscienza”, producente nella fusione la serenità dell’eterna vita animico-spirituale. Dopo di che si scende piú in profondità e si sfocia nella contemplazione dell’Essere Assoluto: il Logos in noi tramite il “quarto stato di coscienza”, generante nell’unione l’individuale beatitudine.

 

Da qui si giunge, “oltre il quarto stato di coscienza”, alla contemplazione dell’Incondizionato in noi: il nucleo della divinità, producente, nel riconoscimento dell’eterno divenire, la beatitudine incondizionata coinvolgente il fluire della Vita Cosmico-Universale nel Divenire dello Spirito oltre l’individualità, oltre il pensare, il sentire, il volere e oltre la coscienza concettuale.

 

Cosí si riconosce per esperienza l’espandersi di una nuova coscienza e si diventa consapevoli della profonda differenza tra gli stati percepiti nella vita ordinaria e quelli conseguiti attraverso il percorso ini­ziatico pur riconoscendo che partono entrambi dallo stato di veglia della coscienza comune.

 

Per questo l’allargamento di coscienza nella presenza dell’Io che va dallo stato di veglia a quello dell’“oltre il quarto stato”, avviene in modo diverso e piú completo rispetto agli stati ordinari, senza contare che, per la comune coscienza, questi ultimi si fermano allo stato di sonno con sogni. Quindi si riconosce lo stato di sonno senza sogni solo per deduzione quando si è svegli poiché, non potendosi basare sulla memoria intui­tiva attiva solamente durante la concentrazione profonda, non si è percettivamente presenti e non si ricor­dano i piani che la propria anima attraversa, compresi i piani superiori legati alla visione del Puro Io Spirituale, del Cristo, del Logos e dell’Incondizionato. Questo è dovuto alla perdita progressiva del ricordo dell’individualità a beneficio dell’immanenza, e perciò non si ha traccia nella memoria individuale del suo assorbimento nella Coscienza Cosmica-Universale del Cristo, dell’Essere Assoluto e dell’Incondizionato.

 

Iside Sophia

 

In particolare si può notare che negli stati fuori dell’ascesi si è vincolati in una contrapposizione duale di soggetto e oggetto che, nascendo dallo stato di veglia del piano materiale, si mantiene anche se in modo piú plastico nello stato di sonno con sogni, sia quando è coinvolto il piano astrale sia quando è implicato in modo piú raro il piano mentale. Qui il confronto non è con l’oggettivazione di elementi del mondo materiale, ma con le energie, le forme, le forze, le presenze e gli Enti viventi antropomorfizzati dall’Immaginazione Crea­trice, sia quando sono generati dal profondo di sé sia quando provengono da fuori di sé.  Conoscenza percet­tiva data dalla contemplazione intuitiva, in cui nello staccarsi dalla materia si diventa aconcettuali e si perde il senso della forma, immettendosi in esperienze metafisiche di ogni genere e di qualsiasi piano. È scoprire l’azione della “percezione pura” che permette all’anima di concepire Enti e forze nascoste che la circondano rispecchianti Vita e Luce Spirituale. Percezione omnidirezionale dell’anima, che come il pensiero puro, consente, utilizzando la vera concentrazione, cioè quella profonda, di risalire progressivamente il riflesso in sé e conseguenzialmente fuori di sé, fino a giungere alla percezione del Puro Spirito. Cosí ci percepiamo essere sostanzialmente un’estensione di Vita e di Luce Spirituale che si manifesta in piú forme e forze. Si comprende che è la variazione di luminosità della propria Luce Spirituale, rapportata a quella che ci circonda, a determinare le entità e i piani che si manifestano e che si percepiscono in forme e forze di Vita Spirituale, e che è l’Immaginazione Creatrice ad antropomorfizzarle per renderle accessibili alla nostra struttura psico­fisica e mentale. Traduzione che non serve a chi segue l’Ascesi Iniziatica, ma che è stimolata in casi importanti quando l’intuire vita, presenze, forze e potenze sono legati alla Madre Celeste e alla Divinità. Cosí una struttura profonda e interagente con lo Spirito è conosciuta realisticamente dall’uo­mo con la contemplazione profonda dell’intuitivo Vero Io Animico, pur se confinato nel manifesto, che gli permette di accedere ad una visione olistica conducente dal fisico all’alto mentale e al Puro Io Spirituale. Questo gli consente di avvicinarsi alla comprensione della Luce dello Spirito e in piú all’intuizione dell’immanifesto quale sottofondo che sottende l’Incondizio­nato al . È in definitiva percepire intuitivamente se stessi e l’origine in­finita della propria Luce di Vita come Spirito.

 

Perciò asceticamente l’intuitiva presenza del Puro Io Animico permette, oltre allo staccarsi della propria coscienza dalla materia in vigile presenza, di giungere alla separazione progressiva della concezione duale di soggetto e oggetto vedendo in essi, a differenza della coscienza ordinaria, un’unità. Cioè non li si distingue piú come una contrapposizione di forma e di forza statica del manifesto, ma li si vede sciogliere e rapportare dinamicamente alla Luce di Vita del Sé assorbiti nel fondamento identitario della Luce dello Spirito Universale. Luce presente in sé e nell’altro e in ogni forma e forza vivente della natura fisica e metafisica, che produce insieme allo stato di beatitudine, l’unione col Puro Io Spirituale e con il Logos fino a manifestare l’eternità con le sue potenzialità dinamiche del divenire secondo l’Incondizionato.

 

Di tale Luce dello Spirito è da evidenziare che essa, scaturendo dal Vuoto Abissale del Logos, non è percepibile se non nel Vuoto Ascetico perché è la Luce Logoica proveniente direttamente dalla Divinità ed è questa Luce che, dopo aver riempito ogni essere manifesto e non manifesto, non potendo essere trattenuta perché non egoica, va operativamente donata a tutto l’esistere, essendo essa la causa armonica della Luce d’Amore Divino. Il trattenerla in sé, è essa stessa la causa della caduta di livello spirituale, poiché interrompe l’armonia della Struttura Universale dello Spirito Santo.

 

Cuore spirituale

 

Nella coscienza del sonno profondo iniziaticamente si perde la contrapposizione di soggetto e oggetto, e l’Io, non potendosi confrontare con l’altro, anche se l’altro è se stesso, si rifugia al centro di sé nella vita della propria anima: cioè esiste solo il rapporto di se stesso con la propria vita animica e col vivere in sé nel Sé. Cosí la vita animico-spirituale si estende senza nessuna contrapposizione coinvolgente il proprio sé, il mani­festo e il non manifesto e si scopre che non serve l’ordinario pensare, sentire e volere, sebbene queste attività siano sempre presenti come substrato, giacché è il Cuore Spirituale che si espande nel Logos, sentendosi di esistere in sé nel Puro Io Animico e, attraverso la Divinità, anche nell’anima dell’altro. Si è nel centro del cuore contemplante il , anche se ancora non è coin­volta la consapevolezza del Logos, mentre la materna interconnessione del proprio essere con la totalità dell’Anima Universale, e con lo Spirito Santo, attutisce ogni attività in una calda ristrutturazione animico-spirituale di cui beneficia lo stesso corpo fisico-materiale. In questo stato si è e si percepisce la realtà spirituale in modo tanto ovvio che non serve la sua manifestazione, e ci si meraviglia dell’assurdità di non averlo scoperto prima, anche se questa ovvietà si perde appena ci si stacca dall’immersione nell’Essere Assoluto restandone solo l’eco.

 

Perciò in questo “terzo stato” si può dire che la coscienza si ritira in sé, cioè esiste solo la coscienza del Puro Io Animico nella sua forma piú pura e l’Io è consapevole unicamente della sua interezza essenziale in una coscienza rapportata a se stessa: è Pura Coscienza del Sé nello Spirito Santo. È questa Pura Coscienza che sfocia in seguito come base sostanziale di allargamento negli stati successivi del “quarto stato”, e dell’“oltre il quarto”, conducenti all’unione col Puro Io Spirituale, con l’Essere Assoluto e con il potenziale divenire dell’Incondizionato. Sparisce dalla coscienza la successiva immersione di soggetto e oggetto nel sé, rimanendo cosí solo la Pura Coscienza Beatifica di Vita nello Spirito. Cosí si ha l’immersione identitaria con l’Io Spirituale o Cristo, “il non io, ma il Cristo in me”, sfociante poi nell’Essere Assoluto o Logos e dopo nell’Incondizionato.

 

Da questa esperienza contemplativa si capisce che c’è una profonda differenza tra gli stati comuni di coscienza della vita ordinaria e quelli che si conseguono attraverso il processo iniziatico. Si distingue tra l’altro quando la coscienza è legata alla materia e quando si distacca da essa nonché quando s’immerge nel Logos. Perciò il “primo stato”, quello comune di veglia, è condiviso da tutti gli esseri viventi e dall’uomo, sia se segue o non segue la via iniziatica, perché legato al piano materiale e alla manifestazione.

 

Tale condivisione vale anche per lo stato di sonno con sogni in cui la coscienza si stacca dalla materia, ma rimane nella manifestazione anche se questa riveste la forma di mondi sottili quali l’astrale e il basso mentale. Invece quando l’Io annulla dalla coscienza sia il piano materiale sia la manifestazione, si entra nel sonno senza sogni, “terzo stato di coscienza”, che può essere definito come l’iniziale coscienza iniziatica, l’anti­camera del vivere spirituale, ma qui, come per il “secondo stato di coscienza”, c’è da analizzare la differenza tra chi lo raggiunge col sonno comune e chi vi perviene asceticamente.

 

Nel primo caso, l’anima, nel conseguire un senso di benessere legato ad un iniziale fluire nello Spirito, perde la coscienza di sé legata alla materia, al senso del manifesto e alla memoria lineare e consequenziale ed entra in un inconscio silenzio e vuoto mentale. Questo è dovuto al suo espandersi nello spirituale senza i confini dati dalla forma e dal crescente timore di perdersi nell’infinito, per cui si vela e si rifugia in concetti com­partimentali di parametri fisico-materiali che le impediscono di vivere in modo simultaneo, in una memoria ipersferica, come lo è la super coscienza, mancando la capacità del proprio sé di concepirsi senza limiti.

 

Intelligenza spirituale

 

Nel secondo caso, l’anima, preparata asceticamente a giungere ad un pensare e percepire aconcettuale at­traverso la concentrazione, si stacca dalla materia e dalla forma, quale conseguenza cosciente del meditare, ed entra nella concentrazione profonda. Lí, nella purezza di sé, il pensiero manifesta la sua forza e la percezione il suo intuire, che portano l’anima a contemplare profondamente il Sé nel pervadente, continuo e incessante Suono Primordiale. A causa di ciò il sé scende nel cuore, dove, accompagnato da un Riposo e da una Pace avvolgente, comprende e intuisce il “Flusso Dinamico di Coscienza Pura dell’Io”, il fondamento del “Pensiero Vivente o Logoico” e nel Silenzio e nel Vuoto passa dall’uno all’altro mentre viene pervaso in ogni particella del proprio essere, dalla Vita nello Spirito. Si è in uno stato di grazia. Non si è piú interiormente soli né si comunica nel modo consueto, poiché riempiti e collegati con la Divinità, si vive nel e si partecipa alla conoscenza Animico-Universale. È l’espandersi della coscienza senza limiti e confini; è la Super Coscienza. In essa sparisce il con­cetto di forma ed è sostituito da quello di Vita Infinita nella Divinità. Tutto è un eterno presente nel divenire cosmico-universale della luce metafisica, nel Suono e nella Luce di Vita dello Spirito. Non ci si vela piú né ci si rifugia in concetti compartimentali, ma ci si apre al Dive­nire nello Spirito e alla Libertà Divina.

 

Cosí con l’immersione e col fluire dell’individualità nella Divinità, quasi senza accorgersene, si passa dal “terzo stato di coscienza” al “quarto stato” e ad “oltre il quarto stato di coscienza”; stati esclusivi della via mistico-iniziatica e quindi della vita ascetica. Si scopre che Intuire il Sé, è Tutto ciò che serve per la Via dello Spirito. Dal Puro Io Animico si è guidati, seguiti ed indirizzati, serve solo aprirsi, e SI È.

 

In sintesi si può dire che il “primo stato” di coscienza è legato all’anima materiale, il “secondo stato” al­l’anima quale elemento di collegamento o di mezzo tra materia e Spirito, il “terzo stato” all’anima spirituale, il “quarto stato” alla Luce di Vita Spirituale Cosmico-Universale e l’“oltre il quarto stato” al Divenire della Libertà Divina nello Spirito.

 

Perciò nel riposo ordinario si può notare che ogni essere, per far riposare e ricaricare energeticamente la propria struttura psico-fisica, ha bisogno per necessità fisiologica di entrare nel sonno profondo. Per ottenere ciò, l’Io deve staccare la coscienza dello stato di veglia dalla materia e dal corpo fisico, e ignorandoli entrare in profondità nel proprio nucleo animico-spirituale, cosí che, dimenticando se stesso, possa confluire nel secondo e nel terzo stato di coscienza. Qui, collegandosi con la fonte divina, anche se inconsciamente, acquisisce capacità spirituali che gli consentono di lasciare agire in sé lo Spirito affinché le forze eterico-astrali ristrut­turanti dello Spirito energizzino e rivitalizzino la propria struttura sottile e il corpo fisico-materiale.

 

Invece chi segue la Via Mistico-Iniziatica, oltre al riposo ordinario può conoscere e immettersi nel Riposo Animico o Sonno Iniziatico, ottenuto dalla concentrazione del pensiero e piú specificatamente dalla concen­trazione profonda. Nella concentrazione profonda il Sonno Iniziatico è caratterizzato, come nel sonno ordinario, sia dalla coscienza di sogno sia dalla coscienza di sonno profondo, ma in una forma di apper­cezione pura, dalla presenza del causata da un pensiero aconcettuale focalizzato nel “flusso dinamico di coscienza pura dell’Io”. Nella coscienza di sogno si è e si interagisce con corpi e forme di luce in un mondo di strutture pure legate alla mente e al corpo, per poi liberarsene quando la coscienza ne riconosce il vincolo, essendo soggetti all’impermanenza, e in sostanza privi della manifestazione, se non come proiezione del proprio sé. È la percezione pura distinguente piani sottili ed enti rapportandoli al sé, e che permette di svin­colarsi da sensazioni, immagini, forme, corpi, presenze ed enti, e giungere all’estinzione dei fenomeni sia in sé sia fuori di sé, per tornare al centro e trovare l’Io Pneuma e il Logos.

 

È l’entrare e unirsi con la coscienza di sonno profondo nell’Uomo Cosmico-Universale, il senza corpo e senza forma, ma come Pura Essenza Spirituale indicato asceticamente come samādhi. Per ottenere questo è necessario che la concentrazione realizzi “la Vera Forza Mentale” che compresa e sperimentata generi il completo controllo di essa e l’ingresso nel Pensiero Vivente o Logoico, quale risultato dell’evolvere della pratica iniziatica in concentrazione, meditazione e contemplazione profonda. Ciò permette di operare a vari livelli, da quelli elettromagnetici a quelli delle energie sottili, per poi passare dai primi tre stati di coscienza meditativa, quale risultato di super-coscienza, al “quarto stato” e ad “oltre il quarto”, dati dall’immersione nel Sé. Perciò essi non sono raggiungibili in modo cosciente dal sistema psico-fisico della veglia e dal riposo con sogni e senza sogni, ma solo attraverso Via Mistico-Iniziatica.

 

Questi stati di coscienza realizzati dall’evolvere della concentrazione sono i veri stati di consapevolezza spirituale perché parti della sopra-coscienza e non del sub-coscio e dell’inconscio. Pertanto in sintesi dalla coscienza di veglia è possibile seguire due strade; quella della vita comune, in cui si entra ordinariamente nel sonno psico-fisico, e quella iniziatica, realizzata con le tecniche progressive della concentrazione producente il Sonno Iniziatico.

 

Nel primo percorso questi stati di coscienza sono dati in genere dal subconscio e dall’inconscio e si fermano all’iniziale coscienza immaginativa, molto spesso non attendibile. Nel secondo percorso gli stati di coscienza che si espandono dalla forma comune di veglia alla piú alta e piú pura forma di saggezza, d’in­telligenza e di comprensione, sono dati da una coscienza vigile, che va dal mondo della materia all’alta coscienza immaginativa, incentrata nella presenza metafisica del Sé, che li rende attendibili.

 

Per questo la loro conoscenza è superiore a quella che si ottiene dalla vita ordinaria con il ragionamento e con le deduzioni, poiché è prodotta dall’anima che, liberandosi dai sensi fisici, si stacca dalle concezioni materialistiche e permette all’Io di giungere alla coscienza ispirativa, producente la conoscenza del legame tra il corpo, l’anima e lo Spirito. È lo sbocciare della conoscenza e della super-coscienza spirituale producente l’intui­zione, o coscienza intuitiva, e il conseguente ingresso alla coscienza del “quarto stato”, che a sua volta immette nella sintesi suprema. Lí si scopre che il centro di sé è l’individuale Tempio dello Spirito e che il è al con­tempo l’Osservatore, il Maestro Interiore e il Puro Io Animico conver­gente nel Puro Io Spirituale che è, che è stato e che sempre sarà presente sia in sé che nel Sé Spirituale. È partecipare alla coscienza di ciò che è “oltre il quarto stato”: è il Divenire dello Spirito Infinito. È contemplare profondamente il Cuore Logoico con il proprio cuore spirituale.

 

Pertanto di questi stati si può dire che essi sono di svi­luppo e di allargamento di coscienza sperimentabile nella forma di presenza di sé solo e unicamente per via iniziatica, ottenuta durante il progredire dell’ascesi e in particolare con la concentrazione profonda, anche se alcuni di questi stati possono sembrare coincidenti con quelli del sonno.

 

Iniziaticamente si possono vedere in essi le trasformazioni di coscienza che accompagnano l’anima mentre compie i progressivi passaggi che la porteranno da una coscienza materiale ad una coscienza di sogno, da quella piú interiore e spirituale di sonno profondo, a quella del “quarto stato”, che le permetterà di scendere al centro, o nucleo di sé, per ritrovarsi nello Spirito del Logos e giungere infine ad “oltre il quarto stato” in cui si fonderà con il Cuore del Logos, l’Incondizionato. Tutto questo senso di consapevolezza accompagna lo sperimentatore del percorso della Via Mistico-Iniziatica e, a differenza del sonno prodotto dal comune dor­mire, vi entra in presenza col Riposo Animico o Sonno Iniziatico prodotto dalla concentrazione, dalla medi­tazione e dalla contemplazione profonda.

 

caverna del cuore

 

Cosí il ricercatore può verificare il cammino che la coscienza compie per entrare sia con il sonno comune sia col sonno iniziatico. In entrambi i casi, la coscienza di sé scende dalla testa al cuore, poi, da lí, dopo aver superato il sonno con sogni o la coscienza di sogno, entra attraverso il sonno senza sogni o il desto sonno profondo nel nucleo del Puro Io Animico. Qui nel sonno senza sogni la coscienza di sé registra, ma non partecipa né memorizza, perché travolta dall’immensità e dalla beatitudine. Nello stato di Sonno Iniziatico la coscienza di sé entra, dopo il silenzio mentale, nel vuoto, e specificatamente nello Statico Vuoto Pieno. Qui la coscienza di sé, essendo protesa all’essenza di coscienza del Sé, partecipa, registra e memorizza il percepire il molteplice nell’Essere Assoluto e il vedere l’Essere Assoluto nel molteplice, pur se immersa in una beatitudine che va dall’infinitesimale piccolo all’infinitamente grande, e pur se la percezione si è modificata, vivendo in una realtà infinitamente estesa. Cioè in tale stato di coscienza si ha la presenza dell’intera realtà manifesta senza sovrastrutture e credenze, e si comprende la ragione d’essere dell’intera manifestazione quale frutto partecipativo alla Coscienza Divina insita nel proprio centro. In verità questa immersione, “questa visione intuitiva di­retta”, è l’annullamento mentale di soggetto e oggetto, d’interiore ed este­riore, è l’unificazione nella Luce dell’Essere Assoluto quale risultato del trasferimento di coscienza nel Puro Io Spirituale e nell’Essenza dello Spirito Santo, che permette di immettersi, accompagnata dal Suono Cosmico, nella Pura Coscienza dell’Essere Assoluto.

 

Lí, nella caverna del cuore, si produce il varco dell’immersione dell’Inde­terminato Nulla che, mentre da un lato manifesta lo snodarsi dell’indeter­minata eternità, dall’altro si scioglie nell’Esistenza dell’Essere Assoluto con la sensazione di fluire nell’Essenza del Logos e dell’Indeterminato Nulla. Processo legato al superamento dell’Abisso, essendo questo evento prima un “ solve et coagula” e solo poi un ritrovarsi e un ricomporsi nell’Essere Assoluto che provoca l’intuitiva esperienza diretta del Sé.

 

sogni

 

Affrontare questa esperienza è spesso sconvolgente per l’anima se non è asceticamente preparata a staccare la propria vita dalla forma fisico-materiale e saperla ricercare immergendosi nel proprio nucleo Spirituale ritrovandola nel Sé. L’essere impreparata o incapace di trovare la propria vita oltre il manifesto, nel proprio nucleo spirituale di sé, porta l’anima ad un oscuro ed irrazionale terrore che la conduce a fuggire dai piani sottili e dalla Via Mistico-Iniziatica. Per questo è necessario, tramite la pratica interiore, saper ricono­scere nel Suono, nella Luce e nel calore del Sole Spirituale la Vita Metafisica e il Sé, il Puro Io Spirituale, che nel cuore la produce. Vita Spirituale capace di modificare il proprio modo ordinario di pensare, di sentire e di volere affinché diventi acon­cettuale e faciliti il sorgere di una coscienza intuitiva svelante Spirito e la propria essenza. Comunque è da notare che nel tornare da tutti gli stati superiori alla coscienza ordinaria, si perde la comprensione della vastità assunta dal pensare, dal sentire e dal volere aconcettuale, im­maginativo, ispirativo e intuitivo coinvolgente lo stato dell’Essere As­soluto, rimanendone in memoria solo l’afflato, l’eco e un parziale ri­cordo intuitivo se non ne è coinvolta la coscienza di veglia.

 

Pertanto è tassativo non identificare questi stati di coscienza con quelli della vita ordinaria, anche se alcuni di essi hanno delle analogie con quelli iniziatici, né paragonarli con quelli dello studio psicanalitico ottenuti con il supporto dell’EEG e individuati come stati REM e NON REM perché vi è una profonda differenza sostanziale.

 

Infatti, quelli della vita ordinaria fanno riferimento ad una struttura di coscienza legata a un piano mani­festo e a un corpo fisico-materiale, anche se pervaso da onde elettromagnetiche e cerebrali, mentre quelli della vita iniziatica sono attinenti a una coscienza spirituale o Coscienza d’Iniziato che s’identifica con una struttura legata ai corpi sottili e alla forma animico-spirituale e poi all’incorporeo e all’informe.

 

Pertanto non è inquadrabile fisicamente, né strumentalmente dalle onde elettro encefaliche, appartenendo a una realtà diversa, corrispondente allo Stato Spirituale pervaso dalla Luce dello Spirito, la nostra Pura Luce, inglobante strutture diverse di stati e piani piú densi o piú sottili che vanno dal manifesto all’immanifesto.

 

La prima di queste analogie è l’immettersi nel processo di allargamento di coscienza, come per entrare nel sonno. La coscienza dell’Io deve staccarsi sia dalla materia sia dal piano materiale e portarsi al centro della testa, da lí scendere interiormente in sé nel “nucleo del Sé”.

 

Nel Sonno Iniziatico, però, essendo questo prodotto dalla contemplazione profonda del Sé, si è desti e non si perde la presenza di sé, né la memoria, né la padronanza psico-fisica, né il piano d’origine: lo stacco avviene coscientemente, anche se non vi si presta la minima attenzione. Invece nel sonno comune si perde la coscienza di sé, tutto avviene in modo inconscio per la coscienza ordinaria e ci si addormenta perdendo memoria e padronanza psico-fisica del corpo, del piano di origine e dell’Io che, procedendo nei suoi corpi, si porta dal corpo fisico al corpo spirituale e al cuore dell’Anima Vivente Individuale. Processo questo che con la coscienza desta e con la memoria presente nel sé, ha uno specifico percorso e tutta un’altra fenomenologia, basata sull’integrazione di coscienza e sulla trascendenza di trasformazione progressiva, da stati di coscienza a stadi di consapevolezza corrispondenti ai vari corpi prodotti energeticamente nell’asceta, dalla contempla­zione profonda dell’intuitivo “Puro Io Animico”, il Sé.

 

La seconda analogia si ha nel sonno con sogni e nella coscienza di sogno desto.

 

Entrare nel sonno con sogni mentre si dorme, rispetto alla coscienza di sogno desto, è relativamente molto piú facile, anche se spesso la coscienza dello stato ordinario, o di veglia, non ricorda sempre il sogno e ancor piú raramente può stabilire cosa e come sognare. Cioè, si è in genere in balía dell’io inconscio e si subiscono eventi e comunicazioni, pur quando queste assumono carattere rivelatorio o premonitore. Comunque è da notare che alcune anime particolarmente sensibili, con il tempo ed in particolari situazioni, riescono ad influire sul modo e sulla forma di sognare, al punto di riuscire a prendere progressivamente coscienza sia di sé sia del sonno con sogni. Cosí riescono a modificare il sogno o averne esperienze iniziatiche quali il cosí detto “sdoppiamento“ anche se raramente entrano nell’alto astrale e quasi mai nel basso mentale né hanno l’annullamento di soggetto e oggetto, ossia la fusione di sé con l’Anima Vivente Individuale.

 

Nella via iniziatica entrare nel sogno desto con la coscienza di sé e della memoria, è molto piú difficile, perché è necessario polarizzarsi sul Riposo e sulla Pace nel Sé, che le pratiche ascetiche abbiano fatto frut­tificare nell’anima la capacità di sviluppare “l’Immaginazione Creatrice” autoproducentesi nel Sé. Ciò porta a volte allo stato di visione, l’attivazione dei centri sottili, la liberazione dei canali da ostruzione psico-eteriche, ma soprattutto che si stiano producendo i primi effetti esperienziali causati dal superamento “dell’Abisso” conseguenti la provocata “Morte Iniziatica”, e che si stia preparando e realizzando la cosí detta “Pietra Filo­sofale”, il frutto della rotazione a forma di otto dell’energia eterica dell’infinito capace di generare il Corpo di Luce, corpo indispensabile per Risorgere a Nuova Vita. Esso è la realizzazione fondamentale per il controllo delle forze spirituali, astrali ed eteriche, per muoversi animicamente e spiritualmente in piani e mondi sottili o spirituali, da non confondere con lo “sdoppiamento”, poiché è lo spostare la coscienza nel primo corpo sottile, e per l’azione fondamentale e principale dell’immersione nell’Essere Assoluto.

 

Questi risultati sono l’acquisizione, non solo intellettuale, di un pensare, di un sentire e di un volere fuori da schemi concettuali precostituiti derivanti da mondi manifesti o immanifesti, ma con note provenienti da concezioni manifeste, che consentono di concepire e vivere compenetrando la Luce di Vita aspaziale e atem­porale dello Spirito, superando la concezione del solo manifesto e della vita legata al solo piano materiale. Si è oltre la coscienza posseduta dal sé in cui il pensare, il sentire e il volere sono prodotti, insieme alla pre­ghiera, dal Cuore Spirituale, quale movimento di Coscienza Logoica nel volere dello Spirito Santo.

 

L’ultima analogia si ha nel sonno senza sogni e nella coscienza desta di sonno profondo. Tenendo comun­que presente che lo stato di sonno senza sogni, come quello con sogni, è determinato dalla coscienza ordi­naria nel constatare di aver sognato, di essersi riposato e ricaricato di energie psicofisiche, pur se, nel caso di sonno senza sogni, non vi è nulla nella memoria delle attività del sé e dell’anima, considerando come attività anche la sola presenza nella coscienza sia dell’uno che dell’altra.

 

Diversa è la situazione della coscienza del desto sonno profondo nell’ascesi, in cui si conosce per simi­litudine perché si vive, cosa avviene nella coscienza sia nello stato di sonno senza sogni sia nel sonno desto. In esso la mente entra nel Silenzio e nel Vuoto, e l’anima si ritira nel Sé in uno stato di Quiete e Riposo sentendosi al contempo coscientemente desta.

 

Anima umana

 

In questa presenza di sé nel contemplare profondamente il Sé, l’ani­ma si stacca dalla materia, e amplificandosi e polarizzandosi nel centro dell’Io Spirituale inizia a vivere l’Anima Mundi. In tale stato non ha im­portanza agire o non agire, pensare o non pensare, sentire o non sentire: tutto è in una condizione di sospensione di attiva attesa, in cui è piú importante assorbire la Luce Assoluta dello Spirito fino a riempirsene, che speculare su tutto il resto, comprese le azioni del pensare, sentire e volere. Pertanto non è un dormire, né uno scendere in catalessi, né uno svenire, poiché la coscienza non si stacca, non fugge, né si ritira, ma si interiorizza profondamente, assorbita dal Sé e dal Puro Io Spirituale. Si è alle porte del “quarto stato di co­scienza” e con esso alla gioiosa beatitudine. Qui le analogie terminano, perché il “quarto stato di coscienza”, e “oltre il quarto stato”, sono realizzazioni prettamente iniziatiche conseguibili attraverso l’ascesi.

 

In conclusione gli stati di coscienza dopo lo stato di veglia conosciuti con la presenza del Sé come coscienza di sogno, coscienza desta di sonno profondo, “quarto stato di coscienza” e “oltre il quarto stato di coscienza” sono stati ascetici vissuti iniziaticamente solo quando “la concentrazione diviene l’esercizio a sé sufficiente”, ossia quando la concentrazione, la meditazione e la contemplazione diventano profonde. Anzi è proprio durante e attraverso queste pratiche che si giunge a vivere questi stati nella forma di “super coscienza”, sfociante infine nella Coscienza Divina e al Suo Divenire.

 

Senza la concentrazione, la meditazione e la contemplazione, tralasciando la coscienza di veglia in cui nell’ego è presente sia nella memoria sia alla presenza di sé, avviene che nel sonno con sogni, nel caso in cui sono lucidi, vige nell’uomo ordinario il gioco di coscienza mentale tra l’ego e il Puro Io Animico che a volte può portare, entro certi limiti, ad alcune comunicazioni e conoscenze attendibili se pur confinate nel piano astrale e raramente nel basso mentale. Purtroppo non si ricorda mai nell’alternarsi della loro presenza il senso ispirativo e poi quello intuitivo che il Sé sottintende, ma solo ciò che la coscienza del sé permette di intendere con una memoria focalizzata concettualmente nel conoscere, nel pensare e nel percepire del manifesto.

 

Nell’ascesi iniziatica si può notare che nella coscienza di sogno ancora sussiste per la mente la dualità tra soggetto e oggetto, mentre nella coscienza desta di sonno profondo è presente solo il soggetto che si proietta nel manifesto che va dal grossolano al sottile in un rapporto che contempla solo il proprio Puro Io Spirituale, il Cristo. Nel “quarto stato” si può osservare anche l’annullamento del soggetto compresa la sua percezione nel manifesto e nell’immanifesto in un’espansione di Coscienza Spirituale abbracciante il fisico e il metafisico, il Tutto e Il Nulla. Lí c’è solo l’immersione identitaria coll’Essere Assoluto, il Logos, e poi, “oltre il quarto stato” con l’Incondizionato, il Nucleo Logoico. Proprio per questo l’espansione, l’avvolgimento e l’intensità d’im­mersione identitaria nello Spirito producono un Silenzio e un Vuoto Abissale carico di “Presenza Divina”.

 

Per un osservatore esterno che osserva il meditante giunto a questo stato, può sembrare che l’asceta sia caduto in uno stato di sonno o di catalessi, ma non è cosí, perché in realtà l’operatore è in uno stato di con­centrazione profonda indirizzata all’interno di sé, al solo Spirito che lo proietta, tramite percezione pura ampliata e amplificata, all’immersione nell’Essere Assoluto nel Suo Infinito Divenire attirando tutta la sua attenzione animico-spirituale nella presenza di sé nel Sé.

 

Per essere chiari, mentre nello stato di veglia l’asceta si trova in una coscienza psicofisica o ordinaria con la comune memoria attiva e con la mente proiettata fuori di sé nel mondo materiale, nello stato di sogno si alberga in una coscienza psico-animica del sé con echi psicofisici e con la memoria a volte attiva, mentre la mente è proiettata interiormente ma fuori dal nucleo di sé, cioè nel piano onirico e astrale. Nello stato di coscienza desta del sonno profondo il meditante staziona in una coscienza animico-spirituale e la memoria psicofisica è totalmente tenuta fuori, mentre la mente entra nel nucleo di sé, cioè varca la soglia del piano mentale e s’immette nel con i Suoi Piani o Mondi Spirituali. Nel “quarto stato” di coscienza, l’asceta percepisce lo sciogliersi della propria coscienza individuale nell’Anima Vivente Individuale, il sorgere della memoria Spirituale e il confluire della mente nell’Essere Assoluto, il Logos. Lí il meditante perde il senso della forma e acquisisce il senso multidirezionale, multidimensionale e multispaziale della presenza di sé nell’infinito, mentre l’Anima Vivente Individuale, espandendosi nell’intero proprio essere in una gioiosa beatitudine, dona all’individualità il senso dell’eterno esistere nell’immensità. È lo staccarsi dell’Io dall’in­dividualità. È l’entrare nell’esistere e vivere l’impersonale nell’individualità. È fluire nel Puro Io Spirituale. È capire la nascita dell’individualità grazie alla separatività dell’involucro dalla forma, necessaria per sentirsi un Io, ma che poi deve estinguersi per lasciare l’Io libero da forma cosí da riconoscersi “Vita in Sé”. È sentire il veicolo e il sacro tempio del Puro Io Spirituale, il Cristo, il Logos e scoprire nel Maestro Interiore la guida e il mezzo per giungere al fine ultimo dell’ascesi.

 

Vita cosmica

 

In tale stato si percepisce la gioia pura del proprio essere, nell’Essere Assoluto o Logos, senza nulla che la ostacoli in un rapporto d’interconnessione con la Sorgente del Puro Spirito. È l’espandersi del proprio nucleo. È l’allar­garsi della coscienza inglobante in sé gli stati molteplici dell’Essere sia mani­festi sia immanifesti nel trasferimento al Centro Nucleare dell’Incondizio­nato. È il riconoscersi e un ricordarsi di essere in un’infinita autoconsapevo­lezza raccogliente il Tutto e il Nulla in una continua espansione e contrazione di esistenza, e del suo annullamento senza nessuna interruzione del divenire. Cosí si vive “oltre il quarto stato di coscienza” si esiste e si vive nel tutto e nel suo divenire. In esso nulla ha importanza, si è nell’Incondizionato e si vive nel Divenire dell’Indeterminato Nulla. È immergersi nel Centro del Divino: la meta ultima della via iniziatica. Lí c’è una profonda differenza tra coscienza e vita. Si riconosce che, oltre il “quarto stato di coscienza”, si è oltre il concetto di coscienza estesa alla super-coscienza e la coscienza è solo presenza di vita, è il confluire e lo sciogliersi della coscienza individuale e personale nella coscienza di Vita Pulsante Spirito. La stessa coscienza come il pensiero e il sentire è in secondo piano rispetto al Vivere il Divino nel Cuore della Divinità, l’essere per brevi attimi nell’Indeterminato Nulla condividente l’Eterno Divenire.

 

Dunque solo scendendo nella gioia beatifica del “quarto stato di coscienza”, ci si può immettere, anche se in modo superficiale, nel centro dello stato dello Spirito come tale, cioè “oltre il quarto stato di coscienza”, e pertanto non duale, non quantificabile, e non qualificabile, perché Coscienza Logoica eternamente presente nel divenire al Centro del Cuore Divino.

 

 

Giotto Pierrogi (3. Continua)