Fossili, ginepri,
tracce d’uragani notturni,
e l’assalto del mare che torna,
dopo brevi riposi.
Ci sono momenti d’eternità
che puoi cogliere improvvisi
nel flusso dei ricordi,
che serbano meraviglie
nel loro frutto diviso.
Se data, nel tempo,
ogni traccia umana rimane:
orme, odori,
il suono delle parole che,
pronunciate, non si perdono,
ma vivono, chiuse nel flusso
mutevole delle maree.
Fossili, suoni,
il peregrinare del sangue
in labirinti di conchiglia,
incerta lotta d’acqua e terra
nella risacca: vincerà
il volo del gabbiano,
messaggero d’ultimi chiarori
da ponente, oppure,
cupa, dalle soglie del cielo
l’ansia della notte.
Se dato, ogni pegno umano resta,
cosí, di te rimarrà questa traccia
vivente di parole e gesti;
nel cuore che, segnato,
serba le tue meraviglie.
Orme, odori,
il suono della tua voce,
vivo di riposi e ritorni improvvisi,
palpiti e soste, mai stanco,
fedele presenza, cardine segreto
attorno al quale ruota il mondo.
Torna, nel respiro delle maree,
il pegno da te accordato alle ore:
il mio cuore lo segue
come il filo d’Arianna
nel labirinto della notte.
Vincerà la speranza
di un altro giorno
che riporti, immense nel cielo,
fioriture di luce.
Fulvio Di Lieto