Come è nato L’Archetipo

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Come è nato L'Archetipo

Fulvio Di Lieto presenta la prima mostra inaugurata in galleria, del pittore “Popi”

Fulvio Di Lieto presenta la prima mostra inaugurata in galleria, del pittore “Popi”

 

Mi è stato chiesto molte volte come e perché sia stato deciso un giorno di fondare la rivista L’Archetipo. Per spiegarlo occorre risalire agli anni 1989-90, nei quali con mio marito Fulvio Di Lieto avevo aperto una Galleria d’Arte, alla quale lui aveva appunto dato questo nome. La Galleria divenne presto un centro di interesse di fruitori d’arte e di pittori che si alternavano, esponendo i loro lavori per una settimana, in modo da dare a tutti il tempo sufficiente per farsi conoscere, ma senza monopolizzare lo spazio espositivo per un lungo periodo. La Galleria di via Piediluco, nel quartiere Trieste di Roma, divenne in breve molto conosciuta, tanto che era frequentata oltre che da visitatori anche da giornalisti e critici d’arte. I vernissage erano sempre affollatissimi.

 

Per riportare le iniziative in corso, commentare le mostre appena terminate corredate di foto, decidemmo di fondare un periodico mensile, regolarmente registrato, da distribuire ai soci del Centro e ai visitatori. La rivista si chiamò anch’essa «L’Archetipo», e al suo interno comparivano anche brevi articoli di genere letterario, Data l’epoca, la pubblicazione avveniva ancora solo in cartaceo.

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Il prof. Alfredo Cantone, della Sovrintendenza ai Beni Culturali, e i pittori El Bardo e Tonetta

Il prof. Alfredo Cantone, della Sovrintendenza ai Beni Culturali, e i pittori El Bardo e Tonetta

 

 

La galleria, nonostante fosse sempre molto fre­quentata, si dimostrò però poco proficua dal punto di vista economico. Molti pittori erano amici, e riscuotere un contributo, anche se esiguo, diveniva spesso difficile. Dopo due anni, la spesa aveva superato di molto le entrate, quindi fu necessario chiudere l’attivi­tà, e sospendere l’uscita della ri­vista.

 

Quei due anni sono appunto quelli mancanti, dei quali mi è stato in molte occasioni richiesto di conoscere il contenuto, che però era assai diverso da quanto abbiamo pubblicato in seguito.

 

 

Il giornalista Augusto Giordano di RAI 3, con Simona La Valle

Il giornalista Augusto Giordano di RAI 3, con Simona La Valle

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Intanto avevo continuato a fare mostre presso altre gallerie, e diversi acquirenti dei miei quadri erano seguaci della Scienza dello Spirito. Da loro veniva ripetutamente la richiesta di ripristinare la rivista, arricchendola di scritti che avessero contenuti antroposofici. In particolare alcuni di loro erano venuti a conoscenza del fatto che negli anni Massimo Scaligero aveva scritto delle lettere, redatte in forma epistolare su vari quaderni, e mi chiedevano se era possibile leggerle. Tra le persone piú garbatamente insistenti c’era l’antroposofa N.D. Francesca Pomarici di Santomaso, che teneva in grande considerazione Massimo Scaligero, alla quale infine mi decisi a mostrare alcune lettere dei quaderni, e lei a quel punto si disse convinta dell’importanza della loro divulgazione, dati i contenuti che potevano essere di guida e di aiuto a persone che seguivano la disciplina interiore.

 

Francesca Pomarici di Santomaso con Shanti e Kazunori Uchiyama

Francesca Pomarici di Santomaso con Shanti e Kazunori Uchiyama

 

Il pensiero di una riedizione dell’Archetipo in una forma tanto piú impegnativa ci preoccupava, perché sarebbe stato un compito diverso da quello riguardante le mostre d’arte. Anche la parte della stampa e della distribuzione presentava un onere economico non indifferente. Decidemmo quindi di stampare solo un ristretto numero di copie, oltre a quelle di legge che ci venivano richieste – alla Procura, alla Questura, all’Ordine dei Giornalisti e alla Biblioteca Nazionale – e divulgare la rivista in rete. Era il 1997, e i Personal Computer, quei PC che oggi sono in ogni casa, erano in dotazione ancora a pochi. Ma presto le cose cambiarono, e in breve tempo la rivista veniva letta non solo nelle grandi città, italiane ed estere, ma anche in piccoli paesi e in terre lontane.

 

Allora si poteva sapere esattamente chi leggeva e dove, e gli elenchi ID dei lettori on line in Italia e all’estero fornivano un affascinante stimolo a studiare la geografia… Conservo ancora quegli elenchi in un interessante PDF, e vi si legge che i lettori in Italia erano arrivati in poco tempo a 4.338 e a 1.298 quelli nel resto del mondo. Poi venne la legge sulla privacy, e non è stato piú consentito conoscere l’identificativo dei lettori e dove si trovassero.

 

Il primo numero dell’Archetipo edizione nuova serie del 1° novembre 1997

Il primo numero dell’Archetipo edizione nuova serie del 1° novembre 1997

 

Essendo Fulvio uno scrittore e un poeta, oltre che un serio studioso di Scienza dello Spirito, assunse la Direzione della rivista dal punto di vista dei contenuti, e per anni ha riempito le pagine dei suoi scritti, che comparivano sotto vari pseudonimi. A me era riservata soprattutto la parte tecnica, oltre alle risposte alle lettere, che da subito cominciarono ad arrivare copiose.

 

In passato avevo lavorato a una rivista chiamata “Vita del CNEN”, quando lavoravo al Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare, divenuto poi ENEA (Ente Nazionale per le Energie Alternative). Era stato un lavoro molto appassionante, fatto con i sistemi antichi: forbici e colla per preparare il menabò che doveva essere approvato dal Direttore e poi portato alla stampa in tipografia, l’antica “Tipografia dell’Orso” in Via dell’Orso, nei pressi di Piazza Navona. Allora la composizione si faceva con “i piombi”, e i titoli con i caratteri mobili a mano. Naturalmente nel caso dell’Archetipo il metodo della composizione doveva essere del tutto diverso, ovvero informatico, ma l’esperienza acquisita si rivelava comunque utile. La cosa piú importante era decidere il tono che avrebbe dovuto assumere il periodico. Non doveva essere troppo serioso e pesante, ma neppure frivolo e superficiale.

 

Indispensabile era la presenza di scritti di Rudolf Steiner e di Massimo Scaligero, ed era anche importante la partecipazione di collaboratori che seguissero la disciplina interiore. Gli argomenti da trattare dovevano essere di varia natura: poesia, letteratura, musica, medicina, arte, attualità, biologia, pedagogia, tripartizione sociale, recensioni, costume, etica, alimentazione, siti e miti ecc., corredando gli scritti con immagini a colori.

 

I collaboratori arrivarono presto, e ognuno di loro nel tempo, succedendosi e alternandosi, ha dato e dà tuttora un contributo essenziale e una sfumatura di colore particolare al quadro d’in­sieme dell’Archetipo.

 

Sin dal primo numero, il centro della rivista è stata la pubblicazione dalle lettere di Massimo Scaligero, che sono comparse, all’inizio, nella rubrica I Quaderni, con il titolo “La coppia Superumana”, e riportano un estratto delle lettere che vanno dal dicembre 1968 all’ottobre 1969, e in seguito nella rubrica AcCORdo, “Lettere a un discepolo”, dalla fine del 1969 all’inizio del 1980. Tutte le lettere pubblicate, nella prima e nella seconda rubrica, sono state in seguito raccolte in due documenti in pdf, che sono a disposizione di chi è interessato a richiederli alla Redazione.

 

Supplemento 20anni M.Scaligero e Cent'anni dalla nascita M.Scaligero

 

A Massimo Scaligero sono stati inoltre dedicati due numeri speciali: il primo a vent’anni dalla scomparsa [supplemento 2000] e il secondo a cent’anni dalla nascita [supplemento 2006], nei quali alcuni suoi discepoli e seguaci hanno tratteggiato la sua figura e l’opera.

 

Quello che accadde intorno alla rivista sin dall’uscita dei primi numeri fu qualcosa di inaspettato, o comunque non previsto da noi. Cominciarono ad arrivare messaggi e telefonate da vari gruppi sparsi in tutta Italia. Ogni gruppo era, per cosí dire, un piccolo mondo in sé concluso, e poco sapeva di altri gruppi in altre località. Ma il desiderio di conoscersi c’era, e non era facile che avvenisse, in un’epoca in cui ancora erano sconosciuti quelli che oggi sono i social network, come Facebook, Twitter, Telegram ecc. Cominciai allora a parlare a persone di Roma di quelle che si riunivano a Trieste, a quelle di Firenze di quelle di Bologna, a quelle di Milano di quelle di Napoli, a quelle di Trieste di Cosenza e cosí via, collegando fra loro persone di varie località che iniziarono a conoscersi, a scambiarsi email e messaggi, e la nostra redazione divenne un punto di scambio di informazioni e relazioni.

 

Questa fitta rete di incontri virtuali ha permesso nel tempo anche uno scambio di incontri reali fra i gruppi e gli individui, con la nascita di profonde amicizie, nate sulla base di “affinità elettive”.

 

La volontà di incontrarsi ha dato luogo, anni piú tardi, alla decisione, nata in particolare da Fabio Burigana, di Trieste, e Antonio Chiappetta, di Cosenza, di organizzare dei convegni in cui scambiarsi idee e raccontare ognuno il proprio percorso spirituale. Sull’Archetipo abbiamo lanciato la proposta, che è stata subito recepita con grande interesse e desiderio di partecipazione.

 

Promotori: Antonio Chiappetta e Fabio Burigana

Promotori: Antonio Chiappetta e Fabio Burigana

 

Il primo convegno, dal titolo “La Via Operativa”, si è svolto a Roma il 27 e il 28 aprile 2019, di cui abbiamo dato resoconto in seguito, sul numero di maggio dell’Archetipo, a cura di Fabio Burigana: Convegno Massimo Scaligero e la Via Operativa

 

 

 

La registrazione dell’evento è tuttora in rete:

mattina del 27 aprile

pomeriggio 27 aprile

mattina del 28 aprile

 

 

 

 

Michele e la liberazione del pensare

 

Il secondo convegno, dal titolo “Michele e la liberazione del pensare”, si è svolto a Roma il 28 e il 29 settembre 2019, con grande affluenza di partecipanti, e la Redazione ne ha dato notizia sul numero di ottobre dell’Archetipo Convegno Michele e la liberazione del pensare.

 

 

La registrazione dell’evento è tuttora in rete:

mattina del 28 settembre

pomeriggio del 28 settembre

mattina del 29 settembre

pomeriggio del 29 settembre                              

 

 

Numero speciale

 

Il terzo Convegno, dal titolo “Operatività spirituale oggi”, del 24 aprile 2021, si è svolto in un periodo che presentava la difficoltà di riunirsi per l’incombere del Covid. Abbiamo riportato una sintesi dei temi svolti in un numero speciale dedicato interamente alla Operatività spirituale.

 

Anche questa registrazione dell’evento è tuttora in rete: prima parteseconda parte del 24 aprile.

 

Gli anni si sono succeduti velocemente, siamo attualmente al ventisettesimo, e le pagine, che all’inizio erano alquanto ridotte, sono cresciute fino a divenire copiose. Sono stati tradotti diversi testi di conferenze di Rudolf Steiner, che Enea Arosio, curatore dell’elenco cronologico dell’Opera Omnia steineriana, ha calcolato che attualmente siano arrivate a 171. Il numero di lettori che seguono la rivista mensilmente sono piú di settemila, per la maggior parte in Italia, ma molti anche all’estero.

 

Spero di essere stata esauriente nel rispondere alle tante domande che nel tempo mi sono state rivolte in merito alla rivista, alla sua nascita e agli scopi che si prefiggeva, tuttora si prefigge, e che cerchiamo di portare avanti con la partecipazione e il sostegno dei tanti generosi “Amici dell’Archetipo”.

 

 

Marina Sagramora