La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaTorno a rivolgermi a voi per sottoporre alla vostra attenzione una questione un po’ delicata, mi riferisco alla condizione dell’omosessualità, che per fortuna oggi può essere vissuta molto piú serenamente che in passato. Conformi all’insegnamento della Scienza dello Spirito, siamo abituati a pensare all’essere umano in termini di corpo fisico, eterico, astrale ed Io, che nella loro saggezza sfociano sul piano fisico nei due “sessi tipo”. Mi domando: cosa accade dal punto di vista spirituale quando un’anima prende corpo in un corpo di un sesso ma fin da piccola si sente piú conforme all’altro, oppure semplicemente si sente attratta fisicamente da persone del suo stesso sesso? Poiché sappiamo che tutto quello che arriva fino al piano fisico ha origine nel piano spirituale, che spiegazione può avere questo fatto? Non ho mai trovato nemmeno una riga su questo argomento negli scritti dei Maestri ai quali noi facciamo riferimento, mi piacerebbe però provare a cercare una spiegazione per questa condizione umana particolare, direi ormai abbastanza comune. Karma individuale? Confusione interiore dovuta all’imperare del materialismo su tutti i piani? Impulso evolutivo all’amore che però si ferma ad un livello fisico anziché restare su di un piano spirituale? Impulso ad una futura graduale perdita di importanza della sessualità fisica? Non avendo una conoscenza diretta posso fare solo delle speculazioni che però tali rimangono. Non so se questa lettera sarà pubblicata, data la tematica delicata e potenzialmente soggetta ad interpretazioni che sarebbero lontanissime dalle mie intenzioni, lo capirei; mi interesserebbe molto però avere, anche privatamente, un vostro autorevole riscontro sul­l’argomento.

 

Mario P.

 

 

È vero, la tematica è molto delicata. In passato ho dovuto subire per anni, su internet, un ostracismo dovuto a una risposta mal giudicata. La confusione riguardo al genere è una cosa che sappiamo può capitare, soprattutto nell’adolescenza e nella prima gioventú, quando ancora si vive pienamente nell’astrale, senza la direttiva centrale dell’Io, non ancora sviluppato. Quella è l’epoca in cui si può cercare di intervenire per ridare una direzione sana e secondo natura. Cosa che oggi invece non si fa nella nostra società, in cui si è del tutto aperti a ciò che esula dalla naturalità. Viene persino incoraggiata, già dai primi anni, addirittura la decisione di cambiamento di sesso in giovani che ancora non sanno bene come orientarsi, e sono spinti a intraprendere trasbordi verso altri lidi. Non si deve condannare nessuno, e cercare di comprendere i problemi che si vengono a creare negli adulti, quando la scelta è ormai fatta, o quando la natura non è stata provvida verso chi ha problemi fisici o difficoltà evidenti e insanabili. Però conosciamo la legge del karma e a quella dobbiamo sempre riferirci. Immaginiamo una persona dei nostri giorni che in una vita precedente sia stato un “seduttore”, che abbia usato le donne come giocattoli, gettandole via quando stufo di loro. Come è rinato oggi? Potrebbe essere rinato in veste maschile, ed avere attualmente grandi difficoltà ad essere veramente uomo, o a sentirsi tale. Oppure potrebbe essere rinato come donna, e dovrà subire allora dagli uomini ciò che ha fatto a suo tempo. Possiamo prospettare un’infinità di casi che si affacciano alla nostra fantasia, ma non ce n’è bisogno. Quello che invece è importante da sapere, è che dobbiamo accettare e vivere il karma pienamente, scontando qualcosa che deve essere riportato a pareggio. Se invece il problema non viene sentito come tale, ma se ne fa una bandiera e si esalta la diversità come modello da seguire, considerandolo addirittura in certi casi migliore della retta natura, allora si prendono su di sé pesi karmici che sarà sempre piú difficile in futuro riequilibrare. Per chi segue una via spirituale, il lavoro da compiere è ritrovare, attraverso la disciplina interiore, la propria centralità. È il lavoro dell’Io, che riequilibra l’astrale e arriva persino a ristrutturare il fisico. Si possono condividere finalità, sentimenti, affinità elettive, ma non si deve scendere a livello fisico. Questo naturalmente per chi è incamminato in un percorso di formazione spirituale. Quanto agli altri, la società li premia oggi, li fa salire a bordo del variopinto carretto che porta al Paese dei Balocchi. Lí si potranno divertire, in un rutilante luna park che dura una lunga notte. Ma dopo il sonno che inevitabilmente segue, al risveglio si ritroveranno con la coda e con le orecchie d’asino.

 




 

letterinaMi chiedo se esistono realmente i complessi e se con la psicanalisi possono essere guariti…

 

Vincenzo T.

 

 

Diciamo che tutto quello che esiste è dato come realtà obiettiva, esteriore, dove non appare lo Spirito. Le scienze naturali sono nate in un’epoca in cui lo Spirito entrava nel regno di Arimane senza superarlo, ma allora era ancora accompagnato da antiche forze spirituali, e questo spiega la sicurezza dei primi indagatori della natura e anche una loro capacità intuitiva che ha funzionato per portare l’umanità verso il materialismo, ma in una direzione prevista. Ci spiegano i nostri Maestri che siamo stati accompagnati dal Mondo spirituale fino ad un certo punto, fino cioè a quando siamo divenuti abbastanza coscienti di quanto stavamo compiendo. Avevamo trovato nella natura l’idea, e poi l’avevamo congiunta con il Logos filosoficamente, divenendo consapevoli di ciò che avevamo compiuto. In quel momento le forze spirituali si sono congedate, e abbiamo cominciato a fare da noi. Potevamo usare il pensiero, anche se ancora astrattamente. Da quel momento siamo stati lasciati soli nel regno di Arimane. Questo è significato che eravamo, e siamo tuttora, nel regno di Arimane, ma abbiamo a che fare con lui come esseri liberi. Siamo stati lasciati soli, è vero, ma questo risponde solo a un aspetto della realtà, perché in questa sfera è presente la nostra forza spirituale. Infatti abbiamo conquistato il pensiero, e questo pensiero, anche se materialistico, anche se contraddicente lo Spirito, viene dallo Spirito! Dietro questo pensiero astratto conquistato c’è la forza della Scienza dello Spirito, c’è la possibilità dell’azione di Michele, il quale è presente anche se pensiamo all’interno del regno di Arimane. Attraverso il pensiero abbiamo la possibilità di compiere un atto di coscienza per collegarci con il Mondo spirituale. Quindi non siamo soli, abbandonati nel regno di Arimane, in un mondo soltanto materiale: in esso c’è la potenza di Michele. Che questa potenza possa essere riconosciuta, è la rivelazione che ci è stata fatta da Rudolf Steiner e confermata da Massimo Scaligero. La presenza di Michele sulla terra ci è stata da loro rivelata, ma sarebbe stata presente ugualmente, anche se loro non l’avesse rivelata. Tuttavia era importante che almeno una parte dell’umanità conoscesse questo rapporto con l’Arcangelo. La nostra relazione con Arimane è stata necessaria per rapportarci alla realtà fisica, alla materia. Ma nella materia c’è una luce che illumina la tenebra: la luce del pensiero. La nostra luce interiore diventa pensiero. Un pensiero che all’inizio si è mosso, e continua a muoversi, in uno spazio e in un tempo misurabili, con le sue leggi che ci permettono di agire nel mondo esterno, di costruire una civiltà. Allo stesso tempo però, come sua controparte, è nato l’incon­scio, e con esso lo studio dei conflitti interiori, degli automatismi, appunto dei complessi. Si dà a questo termine una realtà, lo si considera esistente nella psiche umana. Ma si tratta di una concezione arimanica, che permette un’abdicazione dell’Io. Mentre noi dobbiamo lavorare a una filosofia dell’Io, quella che Rudolf Steiner ci ha dato come Filosofia della Libertà. Il lavoro dell’analisi psichica, psicologica, cosí come normalmente avviene oggi, sgretola l’appoggio dell’Io nell’uo­mo. Si agisce sulla memoria, si ricordano fatti anche lontani, dispiaceri avuti che hanno agito sulla psiche, che sono stati superati, ma si ricerca qualcosa di rimasto nella memoria. Su questo ricordo si agisce con l’analisi, aprendo il varco a forme parassitarie che acquistano valore di realtà attuali. Il nostro lavoro interiore non deve consistere nel rimuovere la mota che giace sul fondo del lago per riportarla alla superficie e intorbidare l’acqua, bensí l’esatto contrario: far depositare le impurità in basso, rendendo tanto trasparente la superficie da riflettere il cielo.