La penetrazione del Male

Esoterismo

La penetrazione del Male

Introduzione

 

Luca Giordano «La cacciata degli spiriti ribelli»

Luca Giordano
«La cacciata degli spiriti ribelli»

 

Uno dei problemi maggiori della nostra epoca è la mancata penetrazione del male, il non comprenderlo. La causa principale è che gli spiriti del male non vogliono essere conosciuti e dunque, precipitati in Terra da Michael, si nascondono. Per questo il mondo intellettuale è diventato materialista al massimo, e cosí nessuno sa risolvere i problemi dell’umanità. L’intellighenzia si è limitata ad escludere altri, per creare quello che Italo Calvino chiamò “L’antilingua”: una serie di giochi in­tellettuali inutili. Questo è stato utile ai politici, dove grandiloquenza e incomprensibilità formano doppi vantaggi (come per i truffatori e certi dirigenti), ma ha diffuso la menzogna e la propaganda, la disinformazione e altro. La perdita del senso della verità non è tutto quello che vogliono i nemici dell’uomo, ma solo uno degli effetti.

 

Per lo studio prenderemo casi di guerra, poiché i tempi di guerra sono tempi del male.

 

 

Il materialismo e il male

 

Iniziamo scartando l’accusa di materialismo a qualsiasi etica basata su mondi oltre la materia. I materialisti sogliono dire: se esisto lo Spirito, come mai permette che sussista il male? Lo Spirito ha sempre combattuto il male e lo fa tuttora: ma dove lo fa? Nell’uomo!

 

L’uomo è libero: per questo costituisce sia il campo di combattimento che il premio in palio.

 

Il male fuori dell’uomo fa parte dei cicli della natura: l’umanità muore, ma questo non si deve confondere con gli altri regni della natura. Solo l’uomo muore, in quanto Io. Piante, animali ecc. vengono semplicemente riassorbiti nell’humus, nel gregge, o nello stormo, o nel branco. Funziona come quando noi ci tagliamo un’unghia, senza rischio.

 

La libertà umana deve per forza essere lasciata intatta dalle forze del bene: perché senza questo non possiamo migliorarci: non ha senso farlo da automi. Questo è un indizio importante per capire se scegliamo il bene o il male: il male non condivide gli scrupoli e si sforza di obbligarci, come esamineremo in seguito.

 

Una domanda ai materialisti: perché quando sapete che è male non lo combattete, o fate il suo gioco dicendo che non esiste? Se affermate di combatterlo, con che cosa lo fate? Con le armi dello Spirito, perché non ne esistono altre: ovvero con il pensiero.

 

Se la materia pensasse, come certi superstiziosi credono che il cervello faccia, con collegamenti di tipo elettrico o simili, si metterebbe il carro innanzi ai buoi. Il pensiero che pensa non è altro che Spirito. Non ha colore, odore, peso, né niente di materiale.

 

E allora? L’argomento si morde la coda: torna sempre al fatto che il pensiero non è materia.

 

Se fosse la materia a pensare, come mai possiamo decidere di pensare una sedia oppure di pensare un ago? Se siamo noi a decidere cosa pensare, come non considerare questa una libertà dell’uomo?

 

E cosí si torna all’osservazione di partenza: ci sono forze che si manifestano nel nostro mondo interiore che ci lasciano libere ed altre che costringono.

 

 

Come sapere se il male è demoniaco

 

Oggi si limita lo sforzo intellettuale a sapere se qualcosa è male o no: non si va oltre. La Scienza dello Spirito invece esige la penetrazione del male con il pensiero, per capire cosa vuole, come funziona e quali sono i suoi effetti, per offrire tecniche capaci di risolverlo.

 

Prendiamo un crimine di guerra come esempio di male evidente, indiscutibile, per farne l’esame: il fatto è vero, ma taccio la guerra e l’epoca. Non si tratta di un evento durante un’eclissi, ma in tempi “normali”. Si tratta dello stupro omosessuale di un bimbo maschio undicenne davanti a sua madre.

 

Risalta la malvagità di questo caso. È appunto la malvagità (umanamente inutile) che ne dimostra l’influenza demoniaca evidente. Possiamo immaginare che la persona non riesca a superare i propri istinti (patologici?) in forma omosessuale e pedofila, ma la malvagità demoniaca si rivela nel compiere l’atto davanti alla madre. Questo oltrepassa qualsiasi possibile origine umana.

 

La scelta: vendetta o perdono

La scelta: vendetta o perdono

 

Non si tratta di semplice egoismo, per cui uno tratta un altro essere umano come fosse un oggetto sessuale da usare e gettare. Qui è evidente la volontà di far soffrire una terza persona, la madre, per l’im­possibilità di proteggere il proprio figlio. Questo la ferirà nel profondo per anni, con sentimenti di colpevolezza e di impotenza, provocando un trauma all’impulso materno, che è tra i piú umani che ci siano.

 

Si tratta quindi di un atto demoniaco per definizione: un crimine contro l’umanità, nel vero senso del termine.

 

Come ho scritto il mese scorso, l’idea stessa funziona come veleno in chi ne diventa cosciente, suscitando ribrezzo, rabbia e volontà di vendetta. Chi riesce a far scaturire il circolo vizioso della vendetta, dove un crimine ne pro­voca uno peggiore e cosí via, ogni volta crea sempre piú veleno. I demoni ne sono contenti, perché la calma profonda, la connessione con lo Spirito, con il Logos interiore, diventa allora interrotto. Si crea una piaga interiore come un’ulcera, difficilissima da guarire.

 

I demoni, anche in casi di crimini come lo stupro, cercano di diffondere il male come un virus anticristico, coinvolgendo chiunque abbia degli istinti “normali”.

 

Quando lo si fa contro una donna attraente, i testimoni maschi sono comunque stimolati per natura istintiva. In seguito vengono attaccati in spirito con l’accusa “vedi che avresti voluto anche tu, e dunque che non sei migliore… non fare l’ipocrita…”.

 

Questo prepara la tentazione di partecipare la prossima volta che un caso simile si presenta: ed ecco che un testimone diventa coinvolto, infettato, e il male si diffonde.

 

Nel caso in esame, la portata di diffusione sarà minore, visto che omosessualità e pedofilia sono minoritarie. Eppure il male e la profondissima sofferenza rimangono. I danni toccano per primo la vittima, che oltre al dolore fisico dovrà affrontare danni all’anima, alla concezione del proprio valore, sapendosi impotente. Per rivalsa, in seguito, questo potrebbe spingerlo ad imporsi sulla libertà altrui, e cosí aumentare il male. Ci saranno voluti sicuramente decenni per togliere l’impatto dal ragazzo e dalla madre.

 

Eppure l’uomo, si sa, è normalmente capace di controllare istinti e passioni. Ma questo caso testimonia la natura travolgente del male.

 

 

Le fonti del male

 

Per cercare le fonti del male sono molto utili le osservazioni di Rudolf Steiner sulla natura del karma. Una crisi dolorosa del genere potrebbe essere un compenso per altrettanto male compiuto in passato, o una lezione per preparare un avvenire rude; o ambedue (in proporzioni diverse). Comunque, un evento arriva sempre come insegnamento: sta a noi trovare quale lezione il destino contiene.

 

Spesso le lezioni sono molteplici: dobbiamo compiere un’evoluzione su diversi piani al contempo. Sono molte infatti le lezioni che un’esperienza come questa possono insegnare:

 

 

  • se ci consideriamo come animali, non siamo capaci di elevarci sopra il loro livello;

 

  • sottomettere gli altri al nostro piacere egoistico è per definizione il male;

 

  • se siamo capaci di far soffrire gli altri, non siamo ancora coscienti che sono esseri come noi stessi;

 

  • se gli uomini vengono invasi, soffrono dentro di sé della loro incapacità a liberarsene;

 

  • il ciclo di colpa e di vendetta del karma (occhio per occhio) è un infinità che, citando Gandhi, sta rendendo cieco il mondo;

 

  • per uscire dal ciclo si vuole coscienza, che include il reale compenso del circolo vizioso: imparare, rinunciare alla vendetta, ovvero il perdono.

 

 

Occorre prima liberarsi dalle invadenze interiori, poi si va oltre per completare l’opera, in modo che rimanga solo l’espiazione. Questa può aver luogo coscientemente, essere accettata come giusta, persino nel caso in cui si prepara a una prova in avvenire che il destino del mondo imporrà.

 

Si deve precisare che oltre il karma individuale, esiste anche quello dei gruppi umani: le famiglie, le città, gli Stati, i popoli, le ditte, gli amici ecc.

 

Città bombardata

 

Può essere destino incarnarsi in un periodo di guerra, vivere in una città bombardata, lavorare con altre persone inermi, come lo possono essere altri membri della propria famiglia; essere colpito, perdere una gamba.

 

Si intessono i destini dell’uno con l’altro, nel rispetto del karma individuale.

 

Si vede con quale complessità tutto è calcolato: ma anche come le entità de­moniache, colpendo intere popolazioni prima della data prevista, creino problemi al Signore del karma. Egli dovrà rivedere molti rapporti tra esseri, alcuni dei quali viventi, altri no.

 

Un ulteriore scopo nascosto del male è di servirsi di esseri umani come schiavi, manipolando il loro pensiero, perché senza il consenso umano gli Ostacolatori non possono niente. Siamo noi a decidere quel che facciamo; non altri. Se ci lasciamo fare, meritiamo essere gli zimbelli delle forze dell’Osta­colo. Dobbiamo invece svegliarci per liberarci: spetta a noi la decisione. Ricordiamo l’effetto nefasto insito nel pensiero del male: esso suscita odio, repulsione, rabbia e molto altro.

 

 

Come risolvere radicalmente il male

 

Ovviamente non servono capri espiatori: lo Stato, la Chiesa, la Massoneria, Big Pharma, il grafene, il 5G e tanti ancora. Anche se sappiamo che lí si può celare un attacco contro l’uomo, noi dobbiamo sentirci liberi, osservando con attenzione quanto succede. Sappiamo che il male agisce attraverso il pensiero: dunque è nel pensiero che occorre agire, ovvero nel mondo interiore.

 

Come agire nel mondo interiore? Con quali armi? Con la Scienza dello Spirito: le armi che ci siamo forgiati con gli esercizi, con la concentrazione, con la meditazione, con la percezione pura.

 

Non siamo giornalisti: non abbiamo quotidiani da vendere. Dunque non siamo semplici testimoni del male, esenti da esso. Quando vediamo il male, spesso è già entrato in noi: allora è il momento per agire in noi stessi. Il fenomeno del male ci insegna che, diventandone coscienti, abbiamo la nostra parte di corresponsabilità. Non siamo tanto migliori dei “peccatori”, per questo ci rivolgiamo umilmente al Logos nella nostra interiorità, nell’Io individuale.

 

Da questo viene la possibilità di risoluzione profonda, perché secondo una osservazione nel “Padre Nostro Apostolico” di Rudolf Steiner “in Dio nessuna tentazione può sussistere”. Questo è fondamen­tale: vuol dire che il dono di sé interiore può liberarci da qualsiasi tentazione. Sia da quelle istintive, come la malvagità arimanica, sia da quelle animiche, come l’orgoglio luciferico; tutte si risolvono radicalmente collegandoci interiormente al Logos.

 

I sette vizi capitali elencati dalla Chiesa: lussuria, gola, avarizia, accidia, ira, invidia e superbia, possiamo riscontrarli in certe occasioni dentro di noi, ma dobbiamo liberarcene. Proviamoci! Questo è un enorme passo in avanti per noi e per chi ci sta vicino.

 

Piú abbiamo potuto scorgere il Cristo eterico in noi, piú si trasforma la realtà intorno a noi.

 

Occorre un vero pentimento, non un senso di colpa che corrode l’anima senza speranza. La via da percorrere è dare se stessi al Logos. In questo modo acquisiamo la possibilità di prendere su di noi i problemi di chi è vicino a noi, il nostro prossimo.

 

Gli Inklings di Oxford

Gli Inklings di Oxford

 

Oltre a Rudolf Steiner e Massimo Scaligero, parlano di questa tecnica anche Charles Williams degli Inklings di Oxford, con Tolkien, Barfield e Lewis. Williams diceva che essa si poteva trarre dalle lettere di Paolo, cosí come dalle raccomandazioni del Cristo ai discepoli per un vero pentimento.

 

Il Cristo disse: (Giov. 20-23) a certi si può togliere la colpa, ma ad altri dare la forza per portarla; facendo un passo oltre, si può prendere su di sé la colpa degli altri.

 

Il Logos ci lascia liberi di scegliere: Lui poi ci aiuta a risolvere il male.

 

Ecco la risposta al perché del male posta dai materialisti, da cui non va saltata neppure una riga!

 

Possiamo perdonare per risolvere il male, ma solo nel caso di un atto diretto a noi. Altrimenti ci penserà il karma a farci svegliare, permettendo cosí pentimento e redenzione.

 

La redenzione è piú rapida ed efficace quando noi consciamente accettiamo la sofferenza per la nostra espiazione.

 

Iris Sullivan «Il Cristo eterico»

Iris Sullivan «Il Cristo eterico»

 

Se applichiamo il pensiero, possiamo decidere di realizzare l’elevazione mistica in forma di amore sacro per vincere la lussuria, o di creare una comunione con gli altri per superare l’in­vidia, o la superbia.

 

Solo noi possiamo agire nella nostra vita: ma lo faremo con piú forza creativa se agiremo con il Cristo in noi.

 

Cosí rispettiamo la libertà individuale, poiché il male è nel pensiero: non solo nell’atto, come ha detto il Cristo.

 

In tal modo i veleni del pensiero in noi non funzioneranno piú.

 

La questione centrale rimane questa: come trovare il Cristo eterico. Tutto il resto serve solo per distrarci: la televisione, i media, le guerre, le pandemie, i soldi, la politica ecc.

 

Alla fine dei conti, se non siamo qui per cercare il Cristo, che ci siamo incarnati a fare?

 

 

Mark Willan