I percorsi del cuore

Testimonianze

I percorsi del cuore

Nel 1998, all’apice di una serie di successi professionali nel campo delle nuove tecnologie multi­mediali, mi trovavo a far parte di uno dei cinque team internazionali, tra loro in competizione, che avevano l’obiettivo di predisporre servizi multimediali via doppino telefonico; il nostro team, sotto l’incredulità di tutti, fu il primo in anteprima mondiale ad avviare con successo la sperimentazione di un innovativo servizio di TV interattiva via telefono.

Proprio in quel periodo, cosí carico di entusiasmo e gioia verso tutto e tutti, una inquietante domanda, senza apparente risposta, iniziò a farsi strada nella mia mente, sino a divenire un vero e proprio tarlo che insidiava i miei pensieri. Il tutto si risolse presto con una sincera preghiera di aiuto all’Altissimo.

Un venerdí mattina, dopo aver intrapreso un nuovo incarico come docente in Techno-Intel­ligence per conto di un importante Istituto governativo, ed aver terminato le mie lezioni giornaliere, mi trovavo come di consueto in una libreria del centro di Roma; questa volta cercavo un famoso libro di Stephen W. Hawking, edito da Rizzoli, dal titolo Dal Big Bang ai buchi neri. Lo scaffale di Scienze della libreria era stranamente suddiviso tra due sezioni, una di scienze fisiche e l’altra di scienze filosofiche e metafisiche. Ebbi allora un pensiero allegorico e rievocai i bei tempi del Liceo Sperimentale di Maglie, quando la mia professoressa di Logica Matematica, che vantava con orgoglio una forte amicizia professionale con il famoso professor Zichichi, ci faceva notare come all’epoca di Leibniz ed altri ancora, le due scienze erano ancora unite e lo scienziato era anche un filosofo, un matematico e spesso un metafisico che speculava su Dio e le sue essenze.

Kundalini d'OccidenteDopo questi pensieri, presi d’impulso il libro dallo scaffale avendo velocemente letto il titolo verticale e mi recai alle casse per l’acquisto. Mi misi in fila in procinto di presentare il libro alla cassiera, quando notai che nelle mie mani il libro di Hawking non c’era piú e al suo posto vi era un libro edito da Mediterranee di un autore italiano a me del tutto sconosciuto, un certo Massimo Scaligero; il testo aveva per titolo Kundalini d’Occidente, sottotitolato Il centro umano della potenza.

Incuriosito dal titolo, allora a me incomprensibile, lessi velocemente la breve presentazione sul retro che diceva: «In epoca di crisi e di pericolo – come la nostra – il soprasensibile ha le piú alte possibilità di proiezione di energie nell’uomo, della massima donazione di sé. Ma perché l’uomo possa pervenire alla propria liberazione, occorre, da parte sua, una partecipazione autentica e completa, un impegno che nasca dalla sua interiorità profonda.

Non vi è oscurità, che non possa essere dissolta e convertita in luce, non v’è lotta che non possa essere combattuta e vinta, non v’è necessità che non possa essere motivo di redenzione, se entrano in azione le forze originarie. Rivolgendosi ad esse, l’uomo può attingere impulsi decisivi, può ritrovare se stesso e risorgere».

Compresi che quelle erano le parole dello stesso autore, e mosso da curiosità decisi di comprarlo per approfondire argomenti a me sconosciuti.

È passato circa un decennio da quel fatidico giorno e la mia vita è cambiata totalmente. L’anno successivo fui già in grado di pubblicare uno studio dal titolo La triplice via del fuoco nel mosaico di Otranto, che riscosse molto successo e fu poi ripubblicato da Atanòr, Roma.

Posso ritenermi fortunato per aver conosciuto ed attuato l’opera di Scaligero, un Maestro sconosciuto ai piú ma di levatura eccelsa, che mi ha aperto la via della comprensione e fornito la possibilità di attuare con successo una ricerca spirituale tuttora in corso.

Non vi dirò quale fosse la domanda che mi assillava nel ’98 e neppure la preghiera che rivolsi all’Altissimo, ma vi lascerò in meditazione le seguenti parole di Scaligero:

 

La nascita dell’essere nel pensare

è la via diretta del Logos nell’uomo…

se l’uomo ha l’essere, allora ha sé uno con il mondo.


 

La via cardiaca secondo Massimo Scaligero

 

Massimo Scaligero ha lasciato una eredità tradizionale riconducibile alla vera tradizione solare. Egli traccia infatti un percorso rosicruciano di cui dà le regole per la sua attuazione e ne afferma la connessione con il “Mistero cosmico del Cristo”, come senso ultimo della “Iniziazione Solare” (tratto da una nota di Pio Filippani Ronconi) …«la meditazione rosicruciana, come la piú alta che operi sulla Terra, porta il discepolo a scoprire che, non nell’anima, ma nell’intimo Io, egli reca il Principio che vince i due Ostacolatori».

Gli Ostacolatori sono proprio: Lucifero – vettore delle forze di orgoglio, vanità e presunzione – e Ahriman il “Satana” della tradizione persiana, quello che induce all’illusione materialistica e meccanicistica del mondo. Entrambi gli Ostacolatori, in contrasto tra loro su un piano animico, sono alleati sulla dimensione materialistica terrena ed hanno come missione la paralisi delle forze pensanti e di quelle viventi dell’uomo.

Il vero eroe solare, piú che combatterle, deve saperle metabolizzare con disciplina interiore e trasformarle in strumenti dello Spirito, perché tale è la loro funzione mediatrice.

Il punto di partenza per Scaligero resta sempre l’ascesi del pensiero, tramite le discipline della concentrazione e della meditazione, che conducono al riappropriarsi della sua primordiale natura di Verbo-Logos, intesa come congiunzione dei princípi di volontà e di esistenza legati alla triade pensare-sentire-volere.

 

Operatio Solis

 

Da questo momento inizia per il vero ricercatore l’Operatio Solis, volta a riconquistare l’im­manenza dell’Io superiore dominato da forze extraspaziali, dalle Gerarchie del Verbo, di là dai poteri dell’anima che risultano essere vincolati ad un’esperienza sensibile del mondo materiale o “mondo minerale”.

Come dicevamo, secondo Scaligero «In epoca di crisi e di pericolo come la nostra – il Sovrasensibile ha le piú alte possibilità di proiezione di energie nell’uomo. Ma perché l’uomo possa pervenire alla propria liberazione, occorre, da parte sua, un impegno che nasca dalla sua interiorità profonda connessa con il Verbo-Logos».

Scaligero rivela dunque la via per accedere a tale fonte di energia, il Logos originario, dando una risposta concreta all’uomo di questo tempo. Il segreto è quello di risalire alla radice dell’atto pensante (ciò è ad esempio possibile attraverso la lettura delle sue opere effettuata con respiro lungo ed una attenzione intuitiva del fraseggio e del suono delle parole solo inizialmente incomprensibile, ma che si rivela poi, come un fiume in piena, in tutta la sua essenza di contenuto percettivo), il pensiero libero dai sensi laddove fluisce la luce eterica del cuore. Dal cuore, dove si eterizza, la luce ascende alla ghiandola pineale, ed è qui che lo sperimentatore può incontrarla, seguendo il canone esoterico dei suoi insegnamenti.

La visione soteriologica di Scaligero parte dunque dalla composizione occulta dell’uomo e dei suoi tre corpi: Fisico associato al mondo animale, Eterico associato al mondo vegetale ed Animico-Astrale, suddiviso a sua volta in astrale inferiore, riconducibile nuovamente al fisico, e astrale superiore collegato all’Eterico e riconducibile al Logos.

Theodoros Poulakis L'Arcangelo Michele

Theodoros Poulakis «L’Arcangelo Michele»

Il corpo Fisico è preda delle brame della dialettica del pensiero ed altro non è se non l’oscuro riflesso associato alla luce del Logos. Questa luce, che corrisponde al momento predialettico del pensiero, viene ogni volta negata per azione di divinità ostacolatrici e di insufficiente volontà del pensiero dell’uomo, non sempre in linea con l’impulso di luce emanata dal Logos. Tale luce risulta per Scaligero una corrente di energia filtrata dall’azione del­l’Arcangelo dell’aria, Michael, unico vincitore nella lotta contro il Drago e disponibile per l’uomo che ha la capacità, per virtú acquisita ovvero concessa dalle Gerarchie, di connettersi con essa. Questo sentiero è da lui chiamato via di Michael o via del Graal.

Solo una Operatio Solis che integri pensiero-volontà-azione supportata da solidi attributi morali e precise tecniche pneumatiche, volte a garantire l’eterizzazione del sangue e del corpo dell’uomo, può condurre all’aureo insegnamento di Scaligero.

Nel saggio Tecniche della concentrazione interiore, si individuano infatti gli aspetti e le modalità pratiche della concentrazione atte a svelare le forze latenti del pensiero. È solamente attraverso queste pratiche che, nei tempi attuali, è possibile approfondire la conoscenza vera del sé e rafforzare l’indagine sulla volontà e sui rapporti tra eros ed immaginazione creativa, per arrivare alla soglia dell’atarassia magica e alla conoscenza delle dinamiche di trasformazione del respiro, della percezione pura e del vero alimento di vita. Si tratta di esercizi e di attività per le quali è richiesta una determinazione assoluta; solo quest’ultima difatti permette al ricercatore di poter varcare la soglia segreta dell’Io, superata la quale si scorge l’essenza del reale.

 

 

Adamo ed Eva Adamo ed Eva vengono tentati dal serpente solo fisicamente, ma i loro Corpi Eterici

 (cerchi con i simboli del giglio-alfa e dell’omega) rimangono ancora incorruttibili.

Mosaico pavimentale della cattedrale di Otranto

 

Attraverso tali tecniche, è possibile rivivere per l’uomo e anche per la donna (coppia umana) l’esperienza della coppia primordiale (Adamo ed Eva) prima del peccato originale, ossia il ritrova­mento della condizione di beatitudine edenica.

La luce del Logos, infatti, associata all’accordo originario edenico, è oggi separata, sul piano fisico, per l’azione del Serpente, questo per via del corpo di brama (corpo fisico) sottoposto all’im­pulso del male. La luce del Logos potrà agire infatti positivamente solo attraverso la percezione dei corpi eterici (poiché esiste una connessione diretta tra corpo eterico e corpo astrale superiore) e non direttamente attraverso quelli fisici che, come dicevamo, sono oramai preda delle brame.

L’accordo originario è immancabilmente perduto ma ugualmente recuperabile attraverso due azioni distinte: dapprima il dominio del potere serpentino come dominio della Kundalini, successivamente dal recupero della sonorità originaria del Verbo nell’armonia delle sfere, e che solo la percezione dei corpi eterici (in sanscrito Anandamaya Kośa) non ancora corrotti, può ridonare.

Volendo chiarire meglio, diciamo che il Serpe simboleggia la degradazione della forza originaria secondo la corrente della brama ed il livello dal quale questa deve risorgere. La gioia sessuale dei corpi fisici fornirà una parvenza del ritrovamento di un bene originario ma puntualmente perduta.

La riascesa dell’uomo al suo rango originario ha quindi come barriera gli strati della degradazione dell’eros che dovranno essere alchemicamente superati. Il compito dell’eroe solare chiamato anche da Scaligero eroe del Graal, non è quello di un totale distacco ascetico o di un dominio di forze a lui trascendenti secondo un incipit rituale, bensí un procedere mediante alchimia interiore alla risoluzione graduale di ogni strato.

 

Estinzione del soffio

 

Secondo Scaligero l’ascesa è possibile se il ricercatore dello Spirito è in grado di riappropriarsi, sotto il profilo percettivo, del suo corpo eterico (in sanscrito Linga Sharira), infatti lo spazio fisico è l’astratta ombra, è sostanzialmente il mondo eterico di natura a-spaziale. Esso è sperimentabile come emanazione non spaziale del Sole, il cui centro nella struttura umana è il Cuore, inteso come l’organo rispondente alla potenza originaria del Sole. Scaligero chiama questa emanazione come Alimento di vita o Cibo del Graal.

Il Cuore, come organo metafisico, è infatti la sorgente del pensiero solare o vivente, che mediante l’organo cerebrale diviene riflesso, ed è portato a ricostruire l’unità eterica del mondo extraspaziale secondo lo schema solare, cominciando dalla forma piú elementare, da punto a punto dell’astratto spazio misurabile: da ente ad ente, da cosa a cosa, da parvenza a parvenza mediante le equivalenze numeriche e le relazioni logiche.

Abbiamo precedentemente osservato come il centro del Cuore abbia una funzione fondamentale nei processi di fisiologia. Normalmente nel Cuore il sangue dell’uomo istintivo-emotivo e quello dell’uomo mentale-razionale si incontrano, tendendo a realizzare un equilibrio per virtú del quale, nel fluire del sangue, riaffiora l’archetipo dell’uomo unificato o integrale.

Nel Cuore il sangue realizza una purificazione eterica resuscitatrice di vita, secondo un processo trascendente inverso a quello per cui da una condensazione dell’etere cosmico si differenziano i quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco). L’asceta che pratichi la corretta meditazione, giungendo a non contraddire il processo di eterizzazione del sangue, come normalmente fa l’uomo comune, può accendere nel Cuore la virtú dell’etere originario riunificando gli opposti, cioè raggiungere la forza spirituale del Sole: mediante il centro del Cuore egli può produrre volitivamente l’etere del calore, o Fuoco risanatore, attraverso un processo inverso a quello per il quale da una natura sidereo-divina l’uomo si è degradato ad una natura terrestre-animale.

L’asceta antico muoveva direttamente dal respiro e dalle posture per metabolizzare il processo di eterizzazione del sangue; all’asceta moderno tocca un compito piú arduo, è necessario dapprima portarsi su strutture di pensiero predialettico di tipo logico-matematico. In tal senso si arriva a suscitare direttamente il moto del respiro cosciente (Prānāyāma) modulandolo secondo precise armoniche con determinati stimoli acustici. Si rende cosí possibile il compimento di un’opera solare che traguarda quella dell’antico asceta.

Sentieri di IniziazioneL’esaurimento del respiro, che è il senso ultimo del Prānāyāma come tecnica trascendente smarrita oramai anche nell’oriente tradizionale, può essere sperimentato dal ricercatore contemporaneo in quanto conosca l’arte di lasciare intatto, attraverso l’azione interiore, l’organismo eterico-fisico, onde questo, tornando a posare nella sua virtú originaria, non ostacoli i processi di trasmutazione, che possono svolgersi in esso soltanto sovrasensibilmente, giungendo all’es­senza dell’anima. Il risultato finale sarà l’attivazione di una forma respiratoria sul tipo dei vegetali, che avrà la proprietà di un elisir di lunga vita (pietra filosofale) e che consentirà di trattenere anidride carbonica ed espellere l’ossigeno.

Scaligero sostiene che nel prossimo avvenire, quando il tasso di anidride carbonica aumenterà per effetto dei gas serra e dell’inquinamento, si profileranno due tipi umani distinti, uno con alte proprietà spirituali, che respirerà come la pianta e si adatterà molto bene al nuovo ambiente, un altro che cercherà di aggrapparsi alle poche risorse disponibili, respirando quel poco di ossigeno che riuscirà a trovare o produrre, e che costituirà il proprio elemento di morte nel processo di ossidazione ad esso associato.

Il modo migliore per attuare gli insegnamenti di Scaligero è leggere piú volte le sue opere, cercando di farlo con una respirazione tranquilla e rilassata, e soprattutto cogliendo il significato dei suoi scritti in modo intuitivo.

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Francesco Corona 


Tratto da: Sentieri di Iniziazione – I percorsi del cuore di Francesco Corona ‒ Ed. Atanòr, Roma 2015. L’Autore per la redazione dell’articolo si è ispirato a citazioni e fonti bibliografiche tratte dall’Opera Omnia di Massimo Scaligero.