La sinfonia del mondo

Socialità

La sinfonia del mondo

Nell’insegnamento antroposofico ci viene detto che nell’antichità ci sono stati diversi tipi umani cosí come diverse etnie, stirpi o tribú. Dopo la catastrofe atlantica, ci furono degli Iniziati che tennero fede al principio spirituale del Cristo, mentre ce ne furono altri che prevaricarono e scatenarono forze malvage contro l’intera umanità di quell’epoca. Alcuni di questi ne ebbero consapevolezza e dopo aver ricevuto il contraccolpo della loro prevaricazione si imposero una riparazione. Ma ci furono anche quelli che si innamorarono della loro prevaricazione, e ne fecero subire le conseguenze alla massa delle persone che da loro attendevano aiuto, consiglio e direzione.

 

La Scienza Occulta

 

L’esperienza di Atlantide però è stata necessaria, perché da lí è iniziata la possibilità per l’uomo di trovare la libertà: egli ha preso contatto con il proprio astrale e ha potuto trovare l’Io. Ci fu un gruppo fedele ai Misteri ed altri che non lo furono. Possiamo leggerlo raccontato a grandi linee su La Scienza Occulta di Rudolf Steiner (O.O. N° 13).

 

L’elemento del male e della caduta avvenuta su Atlantide presenta all’uomo la possibilità di recupero, di salvazione, di azione dello Spirito che impegna fino nella profondità l’organizzazione umana per trovare quella che è la finalità ultima: l’amore dell’uomo verso il Divino e verso i suoi fratelli. I diversi tipi umani sono convenzionalmente caratterizzati da differenti colori: il nero per gli africani, il rosso per i nativi americani, il giallo per gli asiatici “orientali” e il bianco per i caucasici “occidentali”. Questi diversi aspetti somatici fanno seguito alla catastrofe di Atlantide e alle grandi migrazioni che ne derivarono.

 

Guardando la storia delle varie etnie e alla differenziazione dei popoli, ci accorgiamo che c’è un’avanguardia che cammina, aiutata dal mondo spirituale, e altri che rimangono indietro: questo ci spinge ad acquisire il senso della fraternità. Il Cristo è venuto fra noi come rappresentate di tutta l’umanità. Egli ci ha detto di essere “Figlio del Padre” e che siamo tutti figli dello stesso Padre, quindi Lui è nostro fratello. Anche i discepoli erano suoi fratelli, ma noi vediamo una grande distanza fra Lui e i suoi discepoli, pure se fratelli fra loro. Il nostro lavoro è proprio di colmare questa distanza che c’è fra noi e il Cristo, e adempiere al compito che abbiamo di “cristificarci”. Ognuno di noi deve farlo, ma è una distanza che non dobbiamo colmare dal punto di vista umano, considerando qualcuno come migliore e un altro come peggiore.

 

colori

 

Sappiamo che la diversità si spiega con la storia stessa dell’uomo, oltre che con le provenienze diverse nello spazio e nel tempo, come incarnazioni di uomini provenienti da Marte o da Giove, o di individui piú evoluti perché si sono incarnati molte volte e altri che sono discesi sulla Terra meno di frequente: tutta una sinfonia di colori e di variazioni infinite, e tra di loro c’è chi procede avanti e chi è la retroguardia. Chi sta avanti si guarderà bene dal credere che colui che sta alla retroguardia sia peggiore degli altri.

 

Di questa distinzione era rimasta un’eco molto oscura e bassa nella dottrina delle caste nell’antica India: venivano prima i brahmani, poi i guerrieri, poi i mercanti e quindi i servi. La stessa suddivisione possiamo osservarla nel succedersi delle civiltà: prima ci fu quella in cui alla guida del popolo c’erano i sacerdoti, poi ci furono i re guerrieri, quindi il dominio passò ai mercanti e infine è venuta l’epoca attuale, quella del dominio dei servi, che è lo stadio piú basso, quello dei servitori del mondo fisico: i materialisti.

 

Giuseppe Pellizza da Volpedo «Il Quarto Stato»

Giuseppe Pellizza da Volpedo «Il Quarto Stato»

 

La civiltà tecnologica, la civiltà materialistica da cui è sorto il mito della dittatura del proletariato, è l’epoca in cui viene tutto posto sullo stesso piano, c’è un generale livellamento, un capovolgimento dei valori. Questo livellamento è l’arma piú potente dell’Ostacolatore dell’uomo, e solo se alcuni individui inizieranno a compiere l’esperienza dell’anima cosciente, dando inizio a un ristabilimento dei valori, sarà possibile mettere in pratica la Tripartizione, l’unico sistema per guarire i tanti mali della società attuale.

 

La Tripartizione è congegnata in modo tale che, mettendola in pratica, possono fluire verso l’orga­nismo “culturale” quei valori che devono dare la controparte spirituale, ideale, agli altri due organismi: quello “giuridico” e quello “economico”. I nemici di questo ordinamento sociale sono Arimane e Lucifero. Essi agiscono attraverso uomini che pongono contro la nascita di questa nuova forma di socialità una serie infinita di ostacoli, per impedire l’accesso alle leve del potere a personalità che potrebbero fare appello alle piú alte forze dello Spirito.

 

Ci troviamo dinanzi a forme sempre maggiori di astuzie e di malvagità, di mancanza assoluta di scrupoli e di moralità, dinanzi alle quali dobbiamo destare le forze piú profonde, capaci di discernere e di superare le barriere fisiche, mentali e spirituali che cercano di impedirci la comprensione di quanto ci accade intorno.

 

Scrive Massimo Scaligero a tale riguardo in Reincarnazione e Karma: «Il programma etico-politico raramente è espressione di impulsi morali. Solo nel caso che esso venga concepito secondo pensiero vivente, epperò secondo la connessione, insita in questo, con la realtà sociale, potrebbe essere veicolo di positivo mutamento: ma anche in questo caso esigerebbe come presupposto la moralità dell’opera­tore politico: possibilità, questa, dalla quale ancora, presso ogni popolo, salvo isolate e rare eccezioni, si è ancora lontani. Il pensiero astratto non esce dal proprio ferreo limite: non ha relazione se non con il numerabile, cioè con l’aspetto meno importante della realtà, che però, grazie alla connessione del­l’astratto meccanicismo con la sfera umana degli istinti, divenendo il piú importante, costituisce con la sua contraddizione il germe dei disastri umani».

 

 

Disastri che oggi sono sotto gli occhi di tutti, ai quali ognuno di noi, con le proprie forze, deve cercare di porre rimedio. Se anche non possiamo essere dei “salvatori della Patria”, almeno possiamo essere dei salvatori del piccolo ambito in cui si svolge il nostro quotidiano, lavorando alla trasformazione del nostro pensiero per uscire dalla dialettica e renderlo vivente. Dobbiamo offrire un esempio di serietà, onestà, disponibilità e dedizione all’altro, di devozione allo spirituale, morigeratezza, ordine e pulizia esteriore e interiore. Che dalla nostra bocca non escano – al contrario di quanto è diventato uso generale in quest’epoca – parole volgari o blasfeme. Che il nostro comportamento non si atteggi a licenzioso, o ammiccante a un tipo di viziosità erroneamente considerata divertente. Non si tratta di diventare dei moralisti, ma di essere profondamente morali: una differenza sostanziale che non ammette recitazioni.

Cerchi nell'acqua

 

 

Gocce di comportamento giornaliero che formeranno, nel­l’ambiente intorno a noi, cerchi sempre piú allargati. Contribuendo cosí a rendere piú vivida e pura la sinfonia del mondo.

 

 

Marina Sagramora