Preludio in Primavera
Nei trucioli di vento
ricami corinzi
s’avvolgono e distorcono
l’usuale dominio
dell’ordine eterico
e portano oltre
la piana e la montagna
qualunque pensiero
che sorge dal cuore.
Vigore ritorna,
espira la Terra!
Dal sonno si leva
coscienza diurna,
che porta al galoppo
migliaia di menti,
pensieri vaganti
ormai privi di vita.
Ma un sogno lontano
ci mostra che un giorno
l’antico retaggio
di quella Atlantide
che perse nel mare
le sue antiche forze,
ritornerà a splendere
in mani ormai stanche
del frivolo inganno,
e cariche invece
di pura magia
che domina il mondo,
che mette in contatto
l’umano e il divino.
Pietro Sculco
Essere umani non è essere prodi
ché male si accorda la carne coi chiodi.
Nessun re mai e neppure regine
s’incoronarono con delle spine.
Che tu abbia ragione o tu abbia torto
lascia che parli Chi non è morto,
lascia che insegni ancora quaggiú
che sperda i timori, che esorti a virtú.
Al cerebro tuo di intellettuale
non sarà Lui a farti del male.
Nel letto del Cosmo scorre un gran fiume,
a chi lo percorre non basta l’acume.
Là ogni ragione vi può naufragare
perché lontano è il libero mare.
Se di quel fiume vedrai la fine
conoscerai la frusta e le spine.
Se di quel fiume vedrai la foce
conoscerai il dolore e la Croce.
Ma prima guadagnati il pan della fame
va’ a bottega, fa’ il falegname
e pesta e pialla quel tronco di noce
ché tanto per altri sarà quella Croce!
Ma quel falegname che a Nazareth nacque
ben piú parlerà, poi che si tacque.
Cosí da profeta finí quel discorso
che in me sollevava dolore e rimorso.
Disgusto e rabbia ora stavano a pari
in un lercio sacco con trenta denari.
Un tonfo sentí nel fondo del cuore
qual colpo di vento che porta rinchiuda
e su quella porta… il nome era “Giuda”.
.
Lino L.
PASQUA DUEMILAVENTRITRÉ
Il pensiero della Pasqua,
non è la Pasqua,
e nemmeno il sentimento
o la velleità
di festeggiare la Pasqua.
Pasqua è solo nel pensiero
capace di pensarla
oltre il proprio riflesso,
la propria rappresentazione,
oltre le speranze,
le illusioni, con le quali
comunemente pensiamo
di padroneggiare il mondo,
combinando il vivere
con l’esistere.
Pasqua è la Metamorfosi
che s’invera sopra
la Collina del Golgotha,
divenuta nel frattempo
la montagna accresciuta
della nostra scarsa
propensione per lo Spirito,
della nostra povera
disponibilità
ad una modifica essenziale,
trasformante in farfalla
l’incompiuto germe
di crisalide.
Pasqua duemilaventitré,
se è Pasqua,
sta al di sopra delle guerre,
dei dissidi, dei disastri,
perché sta al di sopra
dei timori, delle paure,
delle fobie di quanti
vogliono lo Spirito,
bramano lo Spirito
e respingono lo Spirito,
perché temono lo Spirito.
Una tale ricerca
non può che venire
puntualmente disdetta,
vanificata, annientata,
dall’interiorità stessa
dell’odierno ricercatore,
infatuato di sé,
smarrito e confuso
pertanto
da forze avverse,
deviato fuori e lontano
dal pensiero di Pasqua:
dall’unico pensiero
che indirizza il corso,
l’esistenza e la vita.
Da sempre,
per sempre.
Angelo Lombroni
Concerto
Distesa sulla sabbia,
sotto maestosi pini
e teneri lentischi,
mi giunge il dolce suono
della risacca che lambisce,
spumeggiando, la riva.
Una ventata primaverile
scompiglia i miei capelli
e le foglie,
che producono un suono
di eleganti arpeggi
e repentine alternanze
di volumi. Fra le ciglia
scorgo isole lontane
e deserte, solitarie,
come solitario è il mio cuore.
La rena,
con gli aghi pungenti,
solletica la mia pelle
e mi risveglia
dal magico torpore.
Il rimbombo delle onde
nelle orecchie
produce un gioco
di continue tensioni.
L’onda rabbiosa
fa da contrabbasso
e dialoga in spigliatezza
solista, producendo
improvvisazioni.
Raggi di luce
e ventate primaverili,
in blocchi armonici,
mi avvolgono
di veli poetici,
di colori, di desideri,
per farmi giungere
alle sorgenti della melodia.
Lirica e dipinto di Liliana Macera