Il senso dell'immortalità dell'anima umana - La base morale della vita umana

Antroposofia

Il senso dell'immortalità dell'anima umana - La base morale della vita umana

Ora consideriamo il momento in cui entriamo nel mondo immaginativo. Cosa succede alle idee morali quando si entra nel mondo spirituale? Nel momento in cui si entra nel mondo immaginativo, ciò che si sente come impulso morale si presenta in modo tale che non ci si può esprimere altrimenti se non dicendosi: hai prodotto qualcosa, hai inserito qualcosa nel mondo spirituale! Quello che si capisce non è collocato nel mondo, ma in se stessi e lo si porta con sé nel corso del tempo. Ciò che corrisponde a un impulso morale, a un’azione morale o anche solo a una volontà morale, è creativo; cosí, quando si guarda nel mondo spirituale, si deve dire: grazie a ciò che sperimentiamo in noi stessi con il concetto di etica, creiamo esseri nel mondo spirituale. Siamo prima di tutto autori di processi, poi persino di esseri del mondo spirituale.

 

reincarnazione

 

Chi degli stimati ascoltatori ha seguito spesso queste conferenze, sa che nella Scienza dello Spirito si parla di ripetute vite terrene. Questa vita, che stiamo vivendo sulla terra, si costruisce su una successione di vite terrene precedenti; una vita terrena corrisponde sempre a una vita successiva in un’esistenza spirituale. E dalla nostra attuale vita terrena guardiamo di nuovo alle future vite terrene. Ora, ciò che rappresentiamo in noi stessi nella nostra esperienza morale si concretizza innanzitutto, letteralmente, in processi spirituali. Il modo in cui penso e agisco moralmente viene recepito nel mondo spirituale come un processo. Si tratta di processi che emanano dall’Io dell’uomo. Mentre le esperienze di conoscenza vengono fatte solo con l’Io e vengono trasportate con l’Io nelle successive vite terrene, ciò che appartiene alla vita morale o immorale viene collocato come processo nel mondo e continua a funzionare come tale, in modo che, a causa del karma, dobbiamo occuparcene di nuovo nella prossima vita terrena. E chi sale nei mondi spirituali, nota come gli impulsi morali stabiliscano una certa relazione con ciò che egli produce in quanto Io.

 

Prendiamo, ad esempio, uno dei principali impulsi – si andrebbe troppo lontano se volessi spiegare perché lo definisco uno dei principali impulsi morali – quello che il celebre psicologo Franz Brentano chiamava l’unico impulso dell’ordine universale morale, l’impulso dell’amore. Chi vorrebbe negare che innumerevoli aspetti nella vita morale procedono dai vari stadi dell’amore: dagli stadi piú bassi del­l’amore agli stadi piú alti, fino all’amore che Spinoza definisce l’Amor Dei intellectualis? Come troviamo nel mondo immaginativo tutto ciò che avviene sotto l’impulso dell’amore, che noi consideriamo parte dell’àmbito morale? Lo troviamo in modo tale che tutto ciò che avviene sotto questo impulso ci diventa familiare, tanto che possiamo dire: possiamo vivere nel mondo spirituale con ciò che avviene sotto l’impulso dell’amore. Con una sensazione del genere, che scaturisce dalla capacità di amare, nel mondo spirituale ci si sente a casa propria. Questa è la caratteristica essenziale che appare non appena si entra nel mondo immaginativo.

 

Ma prendiamo ciò che scaturisce dall’odio, che si presenta come un’azione o solo come un’intenzione ispirata dall’odio. Colpisce il fatto che tutto ciò che scaturisce dalla regione dell’odio si manifesta nel mondo immaginativo in modo tale che ispira paura, che respinge. Sí, è uno degli aspetti tragici dell’espe­rienza del ricercatore spirituale che deve vedere come ci si inserisce nel mondo spirituale con le forze della simpatia e dell’antipatia. In verità, comunque vadano le cose, non appena si entra nel mondo spirituale, può accadere che ci si senta simpatici o antipatici nei propri confronti. Nel mondo fisico non accade che le persone sentano se stesse antipatiche, ma simpatiche sí. Nel mondo spirituale, come qui, si è soggetti alle leggi della natura, lí lo si è a quelle spirituali. Tutto ciò che nasce dalla capacità di amare, dalla capacità di sacrificarsi, da ciò che si compie per impulso morale o che si sente come disposizione morale, tutto questo genera processi nel mondo spirituale che si vedono nella conoscenza immaginativa, si vedono in modo tale che ci si può trovare simpatici che si tratti di pensiero, azione o sentimento d’amore. Tutto ciò che viene fatto, per esempio, sotto l’odio o impulsi simili, per cattiveria, per vanità, appare nel mondo immaginativo in modo tale che si capisce: tu sei il creatore di questi processi, che sono semplicemente l’oggettivazione dei tuoi impulsi odiosi o dei tuoi impulsi dispettosi; si appare all’interno di essi in modo tale che i processi costringono a essere antipatici a se stessi. Non si può fare a meno di essere antipatici a se stessi.

 

Per un ricercatore spirituale è necessario, in certi casi, imparare a sopportare queste situazioni approfondendo la conoscenza di sé e imparare a sopportare con pazienza come esse si trasformano nel karma successivo. Questo non significa per forza che un ricercatore spirituale non deve avere alcuna antipatia, ma che certamente non deve avere la volontà di proporsi come un santo o come un uomo superiore. Ma ciò che bisogna fare è cercare di nobilitare la propria vita morale, che riguarda la convivenza con gli altri, in modo tale che la tragicità del sentimento di antipatia si verifichi in misura minore. Significa infatti uno stato di tensione terribile da cui si vorrebbe fuggire e questo desiderio di fuga si manifesta solo quando si sale nel mondo spirituale. Lí si può vedere da dove provengono gli impulsi, con cui impariamo a fare ciò che è piacevole e ad evitare ciò che detestiamo. Perché ciò che si fa nel mondo ordinario a partire da questi impulsi, funziona nel mondo spirituale come una forza.

 

Notte insonne

 

Sí, si può dire: quando l’uomo sprofonda nel sonno, continuano a operare le forze che sono state appena caratterizzate come una familiarità con il mondo spirituale o come una paura di esso, come un legame simpatico o come un’antipatia e un desiderio di fuga con ciò che nasce dalle proprie azioni. Questo ha un forte effetto sul sonno e condiziona la qualità del sonno, almeno in una certa misura. Ciò che sorge come una conseguenza della vita quotidiana e che, quando non è operante in armonia, non lascia che l’uomo si addormenti, è allo stesso tempo ciò che il ricercatore spirituale deve guardare.

 

Ora chiediamoci: da dove provengono gli impulsi morali che parlano nell’animo umano? Nella vita ordinaria, non si sa da dove parlano. Ma ci sono e parlano in un modo tale che chi usa solo l’intelletto, che associa i fatti del mondo dei sensi e li forma in leggi, non può trovarli. Da dove, dunque, proviene ciò che parla all’essere umano come proveniente da un altro mondo?

 

Ebbene, è presente come conoscenza unicamente quando è vista nel mondo immaginativo. Funziona come una forza oscura la cui origine rimane sconosciuta per la coscienza, ma che parla nell’anima sotto forma di impulsi. Gli effetti di ciò che il ricercatore spirituale vede sono sperimentati nel mondo dei sensi come impulsi morali; le cause si trovano nel mondo spirituale. Per questo l’essere umano è percepito come un essere che deve sempre dire a se stesso: anche se la vostra forza d’amore fosse già perfettamente sviluppata, apparterreste sempre a un mondo spirituale e trovereste lí l’altra parte del vostro essere e vi acquisireste quella che qui si esprime come vita morale, che si manifesta, per esempio, in quella che chiamiamo voce della coscienza, la quale, se si vuole essere conseguenti, è un enigma molto grande.

 

Ora abbiamo trovato dove sono radicate le forze che agiscono come “coscienza” e cose simili. Supponiamo di trovarci faccia a faccia con un essere umano e che la particolare configurazione della nostra vita immaginativa possa spingerci a odiarlo. Quello che potrebbe indurci a odiarlo e cosa temeremmo come conseguenze nei processi nel mondo spirituale, si traduce in una voce che parla cosí nella nostra anima: Non devi odiare! Ciò che funziona nella capacità di amare e attraverso cui possiamo essere solidali gli uni con gli altri nel mondo spirituale, parla cosí nella vita terrena: tu devi amare! E cosí è anche per le altre manifestazioni della vita morale, che alla fine si concretizzano spiritualmente come coscienza.

 

E questa coscienza stessa, come si presenta di fatto nel mondo spirituale? Nel mondo immaginativo non la si trova ancora come fatto. Per trovarla come fatto, bisogna immergersi nel mondo dell’ispira­zione, immergersi in modo tale da sentirsi espansi nell’intero campo di percezione dello spirituale e sperimentare queste percezioni interiori come il proprio campo di rappresentazione, come in se stessi. Ora, l’origine della coscienza parla da lí. Essa si serve solo di se stessa, si esprime, per cosí dire, in ciò che può essere sperimentato nel mondo immaginativo, ma ha il suo centro nel mondo dell’ispirazione. E se ci si sollevasse fino ad essa e si provasse a chiedersi: cosa succede quando fai astrazione da tutto ciò che ti dice la voce della tua coscienza? Supponiamo che per una volta, su base sperimentale, tu possa fare qualcosa di amorevole come qualcosa di odioso, e supponiamo che la tua coscienza non parli, allora si noterebbe che si verifica qualcosa che voglio innanzitutto chiarire con un paragone. Voglio dire che si sperimenta in se stessi qualcosa di simile a una goccia d’acqua che viene spostata in un luogo dove fa cosí caldo che evaporerebbe immediatamente. Qualcosa del genere accade quando, a titolo d’esperienza, la coscienza si spegne nel mondo immaginativo. Lí si sperimenta che se la coscienza si spegne, perde il centro di gravità; si cessa allora di orientarsi all’interno del mondo spirituale. È una delle esperienze piú terribili che si possano fare: essere nel mondo spirituale e sentire la propria coscienza svanire, dopo che ci si è precedentemente esercitati a svilupparla. È una sensazione terribile che hanno le persone prive di senso morale, che fanno delle esperienze quando salgono nel mondo spirituale.

 

L'Iniziazione

 

Supponiamo per esempio che una persona poco coscienziosa entri nel mondo spirituale. Gli esercizi che si trovano nello scritto IniziazioneCome si ottiene la conoscenza dei mondi superiori? possono essere eseguiti da chiunque, se li esegue con l’energia necessaria, in modo che poi arrivi a percepire nel mondo spirituale. Non ci si dovrebbe elevare finché non è salutare. Per questo motivo, sono consigliati anche certi esercizi in base ai quali non si perde la coscienza. In questo libro sono perciò indicati gli esercizi che rendono l’uomo moralmente forte, in modo che la coscienza non si spenga poi nel mondo spirituale.

 

Ma supponiamo che una persona senza scrupoli si avventuri nel mondo spirituale. Allora egli soccomberebbe immediatamente alla dissoluzione, all’evaporazione della sua coscienza. Esistono certamente ricercatori spirituali incoscienti di questo tipo. Chi si eleva nel mondo spirituale con una certa dose di incoscienza sente subito il bisogno di affidarsi a certe entità spirituali, poiché lí si entra in una sfera di entità. Le persone che si spingono inconsciamente fino al punto in cui la coscienza morale dà un solido centro di gravità nella sua realtà, tali persone che sentono là “evaporare”, per cosí dire, la loro coscienza, si sottomettono a un altro essere, si fanno possedere da un altro essere per avere un appiglio. È un’esperienza che si può davvero fare. È per questo che, quando torna alla coscienza diurna, una persona del genere non dice mai quello che ha sperimentato nel mondo spirituale, ma quello che un essere, da cui è stato posseduto, dice attraverso di lui. L’integrità del nostro essere si mantiene veramente portando nel mondo dell’ispirazione, come forza dentro di noi, quella voce che è presente qui come voce della coscienza. Ci si sente allora in se stessi, ma in modo tale che ciò che si porta con sé, ciò che si mostra già nel mondo immaginativo, sia presente in modo tale da non far perdere il centro di gravità e in modo da essere nel mondo spirituale qualcosa che sorregge e trasporta. E quello che può portare e mantenere l’uomo nel suo vero essere, parla attraverso il mondo immaginativo, attraverso due mondi, fino al mondo dei sensi, ed è la voce della coscienza.

 

La coscienza, di cui molti pensatori non riescono a scoprire l’origine, e di cui parlano come se si formasse solo attraverso l’ordine sociale della convivenza umana, viene cosí portata giú dal mondo spirituale; è nell’essere umano che sperimenta in modo sensibile i suoi effetti e, quando si sale nel mondo spirituale, si ritrova nella sua realtà d’origine Se in fondo si possono scoprire i segreti del mondo intero solo se si allenano davvero quei poteri di comprensione di cui si è spesso parlato, allora, in modo particolare, si deve dire del mondo della morale che esso fa discendere i suoi impulsi dai regni spirituali e che l’essere umano sperimenta l’effetto di ciò che ha origine nel mondo spirituale quando diventa consapevole degli impulsi morali. Un corretto esame dell’ordine del mondo morale ci mostra da un lato che i mondi spirituali parlano attraverso l’anima, mentre dall’altro lato che, con ciò che sono gli impulsi morali, si creano anche realtà che continuano a operare, che si ritrovano, realtà che inviamo nel mondo spirituale, quel mondo che è alla base di quello dei sensi e che là diventano cause.

 

Lasciando completamente a parte un ampio campo di stadi intermedi, ho potuto solo accennare a ciò che il ricercatore spirituale deve attraversare quando sale dal mondo dei sensi a quello spirituale. Ma vorrei ancora aggiungere brevemente questo: Ciò che vediamo nascere agendo moralmente o immoralmente, ciò che si esprime nei suoi effetti nei nostri impulsi morali, ciò che percepiamo nel mondo immaginativo come forze costruttive con cui possiamo vivere bene, o come forze distruttive per le quali ci rendiamo antipatici, tutto questo, in fondo, si manifesta a noi come le cause prime dell’esistenza del mondo in generale.

 

cielo stellato

 

Se guardiamo al vasto mondo stellato, vediamo che lí regnano la sicurezza, l’ordine, l’armonia, e se guardiamo indietro ai tempi primordiali, lí gli esseri erano moralmente attivi in modo simile a quello che possiamo fare noi oggi, gli esseri mandavano i loro impulsi morali che appaiono cosí insignificanti da sembrare nulla rispetto all’intera esistenza del mondo. Ma tali impulsi morali continuano a crescere nel tempo! Questi impulsi morali, emanati da quegli esseri in tempi primordiali, hanno continuato a crescere sempre di piú e nella loro crescita sono divenuti essi stessi forze della natura.

 

Come ho detto, le fasi intermedie devono ora essere saltate. Quando si considera ciò che si trova nelle leggi del cielo, si impara a riconoscere ciò che ha riempito di tanta pietà colui che ha fondato la scienza naturale piú recente, Keplero. Nel cosmo sono infatti all’opera antichi impulsi morali primordiali che sono maturati. Dalle lezioni precedenti sappiamo che non si può piú ascendere ai mondi spirituali nello stesso modo in cui vi si ascendeva nei Misteri di un tempo; oggi bisogna farlo in modo diverso, e coloro che nell’antichità sono diventati guide spirituali nel senso di quelle epoche, hanno dovuto superare determinati stadi o gradi.

 

Uomo-Sole

 

Tra questi gradi, uno dei piú elevati era quello che dava all’anima la possibilità di guardare negli elevati regni dell’esistenza spirituale. Questo grado era chiamato grado dell’Eroe solare o dell’Uomo solare. Perché l’Uomo solare? Perché un’anima di questo tipo, che nel modo appena descritto vede le connessioni nel mondo, deve aver sviluppato la vita interiore a un punto tale da non essere esposta, quando si eleva nelle regioni piú alte della conoscenza, agli impulsi arbitrari interiori ai quali è esposta la vita ordinaria dell’anima, ma ad impulsi che operano con una necessità interiormente riconosciuta e sperimentata, in modo tale che si dice a se stessi: se ti discosti da essi, provocherai un disordine pari a quello che il sole provocherebbe nell’universo se deviasse anche solo un po’ dalla sua orbita. Negli antichi Misteri questi uomini erano chiamati Uomini-Sole, perché a tale livello di conoscenza si doveva aver raggiunto una grande integrità di vita interiore. Qui sta il legame che esiste tra ciò che inviamo nel mondo e ciò che ne scaturisce, cosí come ciò che sperimentiamo come “leggi del cosmo” è nato da impulsi morali di esseri di epoche lontane e remote.

 

Se si tiene conto di questo, si comincia a vivere in modo del tutto diverso uno dei detti di Kant. Quando il dovere morale, la coscienza morale in generale, si affacciò al suo occhio spirituale, pronunciò le significative parole: «Ci sono due cose che mi riempiono sempre di timido stupore: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me!». Tali nessi, che sono stati sperimentati, che si trascurano, in cui, per cosí dire, si vede la legge morale nell’operare del tempo, riempivano la sua coscienza quando parlava del “cielo stellato sopra di me e della legge morale dentro di me”. Chi riconosce gli impulsi fondamentali della vita morale attraverso la scienza spirituale, capisce allo stesso tempo come questa vita morale sia connessa con la vera radice dell’essere umano.

 

Perciò, nel senso piú alto del termine, la Scienza dello Spirito può solo dare a questa vita morale una base solida, in modo che si possa praticamente dire: sí, tutta la conoscenza è lí, per noi, per trovare noi stessi dentro di noi e per portare ciò che troviamo in questo modo attraverso esso e i tempi; inoltre tutto ciò che sperimentiamo in noi in termini di impulsi morali ci fa essere noi stessi creatori, co-creatori del mondo. Quando ce ne rendiamo conto, possiamo capire come dobbiamo disprezzare noi stessi in quanto persone immorali che portano rovina, che portano distruzione nel mondo. Attraverso l’ordine morale del mondo siamo connessi ad esso in un senso molto piú reale che attraverso le altre nozioni che assorbiamo nella nostra mente. E allora si prova quello che Johann Gottlieb Fichte, di cui abbiamo recentemente celebrato il centenario della morte, sentiva in modo cosí forte e profondo da fargli dire: «Ciò che è il mondo dei sensi non ha un’esistenza indipendente fondata su se stesso; è solo la materializzazione palpabile del dovere, per l’ordine morale del mondo».

 

Johann Gottlieb Fichte

Johann Gottlieb Fichte

 

Ciò che la Scienza dello Spirito deve oggi portare alla luce è stato previsto, per quanto riguarda la visione morale del mondo, da uno spirito rigido come quello di Fichte, che fondamentalmente guardava il mondo in modo tale da dire a se stesso: l’ordine morale del mondo è la cosa piú reale, e il resto esiste solo perché abbiamo un supporto in cui possiamo manifestare quelli che sono gli impulsi morali. Naturalmente, la Scienza dello Spirito non potrà però basarsi sulla visione del mondo di Fichte, perché essa è troppo unilaterale. Viene da un’epoca in cui la Scienza dello Spirito non esisteva ancora. Ma si potrà considerare con ammirazione il modo in cui una persona come Fichte sperimentava l’ordine morale del mondo dentro di sé. È proprio questo che mostra la Scienza dello Spirito: tutte le altre conoscenze si presentano a noi come un quadro del mondo; ma la coscienza morale è ciò che dobbiamo avere se vogliamo sviluppare tutto il nostro essere. Questo è ciò che non solo ci fortifica dentro di noi, ma che ci pone in reale equilibrio con l’intero ordine del mondo.

 

Giordano Bruno

Giordano Bruno

 

Quando si vede cosí come proprio la Scienza dello Spirito è in grado di trovare un supporto vivente all’ordine morale del mondo, allora salta immediatamente all’occhio ciò che spesso è stato detto in queste conferenze. Oggi, tuttavia, la Scienza dello Spirito moderna si trova ancora nella stessa posizione in cui si trovava Giordano Bruno di fronte ai suoi contemporanei, quando voleva espandere la visione del mondo oltre la volta celeste del cielo, nello spazio infinito. Aveva da dimostrare alla gente del suo tempo che ciò che è percepito come la volta azzurra del cielo era solo il limite della loro visione ristretta. Una tale fantasmagoria spirituale è quella che l’uomo ha inserito nella sua esistenza con la nascita o il concepimento e la morte. Ma come la volta azzurra del cielo è solo il limite ristretto della nostra percezione dello spazio, cosí la nascita e la morte sono solo i limiti temporali della percezione umana. E se ciò che l’uomo ha definito a se stesso come maya è stato riconosciuto come il limite dello spazio, cosí i confini di là dalla nascita e dalla morte si aprono per l’anima umana e vengono riconosciuti gli infiniti mondi che si trovano al di là di essi.

 

Ai nostri giorni, nei confronti dei dati scientifico-spirituali ci poniamo nello stesso modo in cui la scienza naturale moderna si poneva agli albori dell’era moderna nei confronti delle opinioni scientifico-naturali. Ma in un certo senso si resta comunque soli, isolati. Se si conosce l’invincibile fede nella verità, che cerca la sua strada attraverso le fessure e le crepe piú strette, anche se le forze opposte vogliono combattere contro di essa, con la Scienza dello Spirito ci si sente isolati in modo ancora diverso. Si sente come se il tempo presente spingesse verso la Scienza dello Spirito, come le anime debbano richiederla, e ci si sente in armonia con ciò che gli spiriti piú eminenti di tutti i tempi hanno previsto e compreso, ciò che spesso hanno espresso in modo piú semplice di quanto sia necessario oggi, ma che tuttavia hanno esposto non meno correttamente a partire dall’anima che percepisce la verità. Cosí, indicando tramite la Scienza dello Spirito le vere fonti della vita e dell’ordine morale del mondo a partire dai mondi divino-spirituali, ci si sente in sintonia con molti altri spiriti e quindi anche con Goethe, riguardo al quale farò qui una dichiarazione per riassumere ciò che vi è stato detto nel corso di questa conferenza. Per colui che può veramente percepirla, Goethe ha detto con semplicità delle parole significative in relazione alla fonte della vita morale: «Molto silenziosamente, un Dio parla nel nostro petto, molto silenziosamente, ma anche chiaramente, ci porta a riconoscere ciò che va afferrato e ciò che va respinto».

 

Come un presagio, quando Goethe dice: “molto tranquillamente, ma anche chiaramente, un Dio parla nel nostro petto”, indica ciò che si può trovare nel mondo spirituale attraverso la Scienza dello Spirito come impulsi della vita morale, e lo dimostra insieme a tutte le grandi personalità, e giustamente con quelle coscienti che hanno potuto percepire la verità in questo campo. Guardiamo al mondo spirituale e ci diciamo: la stessa vita morale testimonia che l’uomo ha la sua origine nei mondi spirituali. Perché da lí parla il Dio che, silenziosamente eppure in modo molto chiaro, annuncia ciò che si deve afferrare e ciò che si deve lasciare. Certo, anche se nasconde ciò che per il ricercatore spirituale sono le ragioni dell’afferrare e del rifuggire, ciò che l’essere umano esprime negli impulsi morali ha le sue vere ragioni e origine nel mondo spirituale. Ciò che da lí scende nella nostra mente, ciò che dal mondo spirituale parla nell’anima umana come un vero Dio, come una voce di Dio, annuncia la natura dell’essere umano, grazie alla quale egli supera le altre creature che lo circondano nel cosmo.

 

 

Rudolf Steiner (2a parte – Fine)

 


 

Conferenza tenuta a Berlino il 12 febbraio 1914. O.O. N° 63.

Traduzione di Angiola Lagarde.

Da uno stenoscritto non rivisto dall’Autore.