Cosa si può fare per cercare di arginare la deriva che si sta attuando in campo lavorativo, dove ogni diritto sembra che si stia cancellando sempre piú, e come risollevare l’economia che è stata massacrata dalla recente pan-demonicità? Il Nord dell’Italia, con tutte le sue industria, fabbriche e fabbrichette è stato massacrato, ne sono testimone.
Martino d. P.
Noi tutti crediamo essenziale che sia stabilita una giustizia economica che metta tutti in grado di non subire sfruttamento, una giustizia sociale sul piano economico che riconosca, con leggi adeguate, la necessità di garantire i diritti dei lavoratori. Quei diritti che si erano a fatica conquistati, ma che attualmente sembrano ogni giorno venir erosi attraverso norme, precetti, regole e regolette create ad arte a favore dei forti e contro i piú deboli. Non si tratta di chiedere l’intervento dello Stato nell’economia, che deve essere lasciata libera di esprimersi secondo le sue proprie leggi, ma che lo Stato garantisca il controllo di ogni eventuale superamento dei criteri di giusto e sano contributo del lavoratore al processo economico. Diceva Massimo Scaligero che in economia si dovrebbe lasciar lavorare alcuni tipi umani che sanno come fare ricchezza: hanno un senso innato per l’economia, e portano benessere non solo a sé ma alla società in cui vivono e prosperano. Ma diceva altresí che se non si dà a questi libertà di agire, diventano inevitabilmente degli abili truffatori, nell’impossibilità di esprimere al meglio se stessi. È importante che sia garantita all’economia una indipendenza, riconoscendo al fatto economico un carattere spirituale, che esige assolutamente lo svolgersi del suo processo nell’ambito dell’economia stessa. Il non capire questo ha portato a tanti disastri. I fallimenti di industrie, fabbriche e fabbrichette che stiamo subendo oggi derivano dal fatto che l’economia ha avuto un suo momento critico nel dopoguerra, dovendosi tutto ricostruire, ma in seguito non c’è stato un pensiero all’altezza dei processi che già si presentavano da sé, mediante una forza intuitiva che veniva dal passato. Era la forza dell’Io, che si preparava ad avere contatto con il mondo sensibile, ma queste forze si sono guastate, perché non sono state riconosciute. Quando si esamina un processo come quello economico, è dovere del pensatore e dello studioso capire la sua legge interna. Qui l’uomo è stato giocato, perché di questa indagine si sono impossessate persone che avevano il compito, da parte degli Ostacolatori, di bloccare lo sviluppo dell’uomo, per cui l’economia è diventata un fatto politico, sotto l’egida del materialismo piú spinto. In ogni campo il materialismo ha voluto dettare la sua legge: ha persino voluto spiegare l’origine delle religioni. La separazione dei tre ruoli della Tripartizione non sono stati capiti né accettati, perché non riconosciuti. Nell’epoca attuale, in cui il pensiero non è ancora veramente cosciente, è stato possibile il degrado che stiamo conoscendo, soprattutto perché non è stato fatto niente per riparare agli errori in economia. Il processo economico è l’unico che richiede l’azione degli uomini di qualsiasi popolo, perché il bene economico non può conoscere frontiere, è qualcosa che appartiene a tutti, e l’isolare determinati beni economici è un agire antieconomico. Si devono stabilire relazioni sul piano fisico che obbediscano allo Spirito, in quanto non escano dal piano economico. Tanto dovrà essere fatto in futuro per ristabilire equità nell’economia, cosí come nelle altre due parti della Tripartizione: l’organismo spirituale-culturale e quello giuridico. Come scrive Massimo Scaligero nel prezioso libretto la Via dei Nuovi Tempi: «La Tripartizione dà modo ai portatori di idee di esprimere e realizzare le loro intuizioni necessarie all’evoluzione umana».
Abbiamo imparato, secondo quello che dice Rudolf Steiner, che a ciascuno, alla nascita, è stato assegnato quanto gli è sufficiente per vivere. Questo però nel momento attuale non sembra essere piú vero, se ci sono persone che si sono arricchite in maniera spropositata con quanto è avvenuto negli ultimi tre anni, e quanti invece hanno fatto bancarotta e non hanno piú avuto che debiti da saldare e tanti infatti si sono persino uccisi.
Barbara C.
Anche in questo caso dobbiamo affrontare la materia economica, ma su un altro piano. Sul piano economico abbiamo ricordato gli errori che sono stati fatti. Dal punto di vista occulto, l’organizzazione dell’economia riguarda il piano spirituale. L’uomo dovrà conquistare la possibilità di far agire le forze spirituali che sono preposte al piano economico, che sono le piú alte, perché riguardano il denaro, la materia fisica valutata come una sostanza necessaria, sia pure provvisoriamente, alla elaborazione della storia fisica dell’uomo. Queste forze spirituali elevatissime hanno bisogno che la relazione con il movimento dei beni fisici non sia guastato dall’intromissione dell’uomo, perché altrimenti si innesta il fenomeno della brama e della paura. Entrambi questi atteggiamenti negativi, della brama e della paura, portano a una degradazione di valori, tanto che si arriva al punto che l’unica meta della vita è procurarsi “il pane quotidiano”, e anche, possibilmente, molto di piú, tanto che la vita diventa fine a se stessa. Se invece si entra in relazione con quelle forze che governano saggiamente l’economia, rendendo il processo economico isolato dal resto, l’uomo non ha piú da bramare nulla, dato che è legge dello Spirito che la Terra provveda all’alimento sostanziale nell’epoca dell’esperienza dell’Io, per la trasformazione e la spiritualizzazione della materia. Perché la materia appartiene allo Spirito. Nel karma di ogni individuo rientra che egli debba avere il pane quotidiano, ma la paura può creargli un continuo stato di bisogno, per cui, anche se ha, non gli basta mai, e comincia a mettere da parte. Ma anche quello può non bastare, si pensa ad assicurarsi una vecchiaia tranquilla, e nulla è abbastanza perché questa tranquillità ci sia. Benché noi sappiamo che dal punto di vista occulto ognuno nasce con la tonnellata di pane che consumerà nei suoi giorni, e anche con il denaro che gli sarà necessario, non lo crediamo profondamente. L’insicurezza ci costringe a cercare di accumulare di piú, e pochi sanno come fermarsi. Il karma svolge allora il suo compito e manda le epidemie (naturali o procurate), le carestie, i rivolgimenti tellurici, le alluvioni. Sono momenti karmici collettivi che riequilibrano e a volte riportano a zero quanto accumulato. Solo chi sa recitare con profonda fede il “Padre nostro” in quei momenti, supera la disperazione. Non dobbiamo temere nulla: questa fede cosciente e segreta che accompagna ciascuno di noi, rende il nostro animo luminoso, e la luce di questa verità può aiutare il prossimo a essere piú sicuro, piú fiducioso, a superare il destino che giudica avverso, ed è invece solo un correttore. Se però egli soggiace alla paura, ha a che fare direttamente con colui che è il dominatore della materia fisica: Arimane. È lui il portatore della paura. Arimane può dominare l’uomo sia attraverso la persuasione che non esista lo Spirito ma solo la realtà fisica, sia attraverso la paura della mancanza del sostentamento materiale. È Arimane che fa dire “chi non lavora non mangia”. Egli agisce sul piano economico in modo che ci siano continuamente delle alterazioni sul piano dei profitti, rendendo alcuni uomini – quelli che entrano in stretta relazione con lui – dei cresi della finanza, e gli altri timorosi, insicuri, succubi. Per questo è tanto importante conoscere la Tripartizione e anche conoscere il rapporto tra queste forze oscure e il fatto economico. Quindi noi possiamo dire che riguardo agli avvenimenti confusi, spesso tragici, di questo periodo, nessuno di noi si può isolare, ma deve aiutare la società a mutare, collaborando mediante una coscienza non di tipo culturale ma una coscienza immaginativa, superando l’idea materialistica del bene economico e cercando di stabilire una relazione con quelle forze che veramente provvedono al “pane quotidiano”. Il Cristo disse: «Io sono il pane della vita: chi viene a me non avrà piú fame e chi crede in me non avrà piú sete».