Recentemente a Roma un bambino ha perso la vita quale inconsapevole vittima di un incidente stradale assurdo e folle nella sua dinamica.
Ci ha fatto orrore che un gruppo di ragazzi, per guadagnare con YouTube, avessero messo in piedi una “sfida” con la morte, per cercare di “resistere” 50 ore alla guida senza mai scendere dall’automobile.
Non voglio entrare nel merito dell’incidente.
La condanna, la rabbia e il dissenso di quanto è accaduto, è piú che ovvio e naturale.
Noi che seguiamo una via di ascesi spirituale, siamo però invitati a non farci trascinare dall’ovvio e naturale senso di avversione di quanto è accaduto.
Chi ha conoscenze sulle leggi del Karma, deve soffermarsi a guardare i fatti con equilibrio, considerando tutte le prospettive.
Non sappiamo se, ad esempio, la tragedia avvenuta alcuni giorni fa non sia stata un pareggiamento karmico che veniva da tempi remoti.
Idea abbastanza verosimile, proprio data l’età dei protagonisti coinvolti, che appartiene al periodo piú intenso di equilibrio karmico rispetto a vite precedenti.
Quando la morte violenta è provocata da un’altra persona, ci diceva Massimo Scaligero, inizia un periodo tragico per tutti e due, destinati a togliersi la vita reciprocamente, di vita in vita; fino a quando un Maestro spirituale non riesca ad aiutare almeno uno dei due. Esattamente chi in quella vita è carnefice.
Può aiutarlo in un solo modo: inducendolo a un’operazione di autocoscienza, di responsabilità, tale da limitare i danni nel momento dell’attuarsi fatale.
Ma se ne comprendiamo il significato, è una cosa che possiamo fare anche tutti noi assieme. Leggere questo evento come un predominio assoluto di uno sfrenato, quanto distruttivo, istinto al divertimento, può aiutare queste due anime nel prossimo manifestarsi del loro drammatico destino, quando l’altro attuerà gli eventi a parti invertite.
Siamo tutti collegati a questo evento per il solo fatto di averlo conosciuto; quindi compartecipi delle forze che entrano in atto nel suo attuarsi. Risvegliare un’autocoscienza che mitighi il violento manifestarsi di istinti e passioni, oppure sia di freno al consumo di sostanze psicotrope, aiuterà chi nella prossima vita dovrebbe incarnarsi come carnefice per agire con istinto e superficialità.
Drammatico, quindi, il destino del bambino, altrettanto drammatico il futuro di chi ne ha provocato la morte, perché da adesso in poi comincia ad intessere un karma in cui verrà ucciso con modalità molto simili, proprio per responsabilità di chi in questa vita è stato vittima.
Rimane pochissimo spazio a varianti di destino in questi casi: la morte procurata oppure subita lega in modo assolutamente indissolubile gli attori coinvolti.
Approfondendo l’argomento con queste riflessioni, possiamo capire la verità spirituale per cui dietro ad ogni evento c’è il Christo, come ci suggeriva continuamente Mimma Benvenuti.
Anzi nel famoso Mantra del Dottore “Per l’èra di Michele”, c’è un verso che recita: «Dobbiamo pensare che tutto ciò che accadrà, verrà da una direzione del mondo piena di sapienza». Cioè dietro ogni evento c’è la volontà del Christo.
Lo stesso Massimo Scaligero, nei suoi scritti, ci esorta continuamente a scorgere la volontà del Christo in ogni evento, anche il piú terribile. Meglio, ci avverte che gli eventi catastrofici sono il Christo che ci parla in un linguaggio che non capiamo. Parla, attraverso l’evento, ad ognuno di noi: ognuno per il suo intendere.
Comprendere un evento pubblico per capirne il senso piú intimo.
Sarebbe sbagliato sentirsi colpevolizzati per ciò che è accaduto, ma è importante muoversi per il futuro. Rendersi conto che quando la cronaca avrà dimenticato questi fatti, quando l’opinione pubblica sarà passata ad altri temi di fondo il nostro collegamento con queste anime non sarà scalfito di un’oncia.
È un collegamento intessuto con il nostro evolversi, e se non è stata certamente colpa nostra di quanto è accaduto, sicuramente saremo meritevoli per quanto riusciremo ad evitare in futuro.
Massimo Danza