Dott. Steiner: Dunque, signori, che domande avete preparato per oggi?
Interrogante: Cosa causò l’oscuramento del sole per tre ore alla morte del Cristo?
Dott. Steiner: Sí, signori, questa è ovviamente una domanda molto significativa: cosa causò l’oscuramento del sole per tre ore alla morte del Cristo? Vedete, questa domanda, come potete immaginare, mi ha molto, molto occupato. Posso immaginare che questa sia una domanda assai importante anche per chi la pone, perché dimostra che queste cose non sono piú credibili per le persone di oggi. Ecco perché il XIX secolo risolse la questione in modo molto semplice dicendo: beh, semplicemente non è vero, è una mera immagine, e non è necessario attribuire grande importanza a queste cose. Sí, però signori, le cose non stanno cosí! Soprattutto se si segue attentamente tutto ciò che si può apprendere dalla Scienza dello Spirito, si arriva alla conclusione che alla morte del Cristo ci fu un’eclissi solare, o almeno una forte copertura del sole, cosí che durante il tempo in cui avvenne la morte, c’era oscurità nella zona. E non si superano cose del genere semplicemente negandole, ma ovviamente bisogna spiegarle.
Ora vorrei attirare la vostra attenzione su qualcosa che ho spesso menzionato in vostra presenza: troverete ovunque nelle notizie piú vecchie che viene data grande considerazione all’ora del giorno, alla stagione eccetera. Oggi la gente non se ne accorge nemmeno. Saprete che il Nuovo Testamento racconta molto delle guarigioni del Cristo, del modo in cui guariva i malati. E grande enfasi viene posta sul fatto che Egli sviluppò anche una pratica umana molto specifica nella guarigione dei malati. A quel tempo le guarigioni erano molto piú semplici di quanto non lo siano oggi, ed è esattamente ciò di cui oggi le persone non tengono piú conto. Oggi l’umanità, che si è già sviluppata in questo modo, soprattutto in Europa, deve semplicemente essere guarita partendo dal corpo. Ma non è sempre stato cosí. All’epoca in cui il Cristo era sulla Terra, e ancor piú nei tempi antichi, era ancora possibile guarire partendo dall’anima. Oggi l’anima non ha piú questa forte influenza sugli uomini, perché oggi gli uomini hanno pensieri astratti a causa della loro educazione complessiva. Vedete, il tipo di pensieri che oggi hanno tutti, ancora non esisteva. L’essere umano veniva afferrato interiormente da ciò che stava pensando. Qualcosa chiamato “pensiero logico” non esisteva a quel tempo. E cosí l’uomo era completamente diverso nella sua vita mentale. Oggi potete dire alla persona la cosa piú importante: ciò non ha alcun effetto sul suo corpo perché ha ritirato la sua anima dal corpo. Si ritiene che gli antichi fossero istintivamente chiaroveggenti perché erano piú liberi dal proprio corpo. Ma non è affatto vero; erano piú inseriti nel loro corpo, sentivano tutto di piú con il loro corpo e quindi potevano esercitare un’enorme influenza dalla loro anima sui loro corpi. Quando veniva pronunciato un certo nome, l’immagine appariva immediatamente nella mente delle persone dell’antichità. Oggi, beh, dite una parola qualunque e non avrete un’immagine. Gli uomini dell’antichità avevano subito un quadro completo e questa immagine faceva venire loro la pelle d’oca o la voglia di ridere o qualcosa del genere: tutto entrava direttamente nei loro corpi. Vedete, queste cose sono state usate molto ampiamente per la guarigione. Ma si poteva impiegarle solo se le forze che si trovano nell’ambiente umano venivano usate nel modo giusto. Ecco perché una volta si diceva, parlando del Cristo che guarisce i malati: «Quando il sole fu tramontato, radunò quelli che soffrivano». Quindi non li riuní in pieno sole splendente; a nulla sarebbero serviti i suoi appelli all’anima. Era solo quando la gente veniva da lui nell’oscurità, o al crepuscolo, allora era fattibile.
Le persone oggi ignorano completamente queste cose. Ma è sicuramente vero che queste cose sono collegate alla vita umana. Che si tratti di sole splendente o crepuscolo, primavera, autunno e cosí via, ciò ha un’enorme influenza. E cosí anche gli altri fenomeni della natura. Cosí possiamo dire: osserviamo lo sviluppo della vita del Cristo dalla sua nascita fino al battesimo di Giovanni, e poi attraverso i tre anni fino alla morte: tutto si è concluso in un certo modo. Ma non ha avuto un ruolo solo ciò che allora ha deciso il Sinedrio, non solo ciò che è avvenuto lí, diciamo, la rivoluzione del popolo e cosí via, ma anche i fenomeni nel cielo e in tutta la natura.
Ora vi ho detto, signori: le forze lunari influiscono sull’uomo, in quanto egli prima è nel grembo materno e poi nasce. Successivamente le forze solari influenzano le persone. Vi ho detto che anche altre forze stellari hanno un’influenza sulle persone. Ma tutti i fenomeni che esistono all’esterno nella natura hanno un effetto sulle persone.
Vedete, a volte è molto strano come oggi le persone, non potendo uscire dal loro pensiero astratto, si tormentino con i fenomeni naturali. Ad esempio, è ormai noto che le macchie solari – sono appunto macchie nel sole – compaiono ripetutamente in gran numero dopo circa undici-dodici anni. Ma anche se sappiamo che nel periodo in cui compaiono le macchie solari, qualcosa di inquietante accade sempre sulla Terra, non possiamo ancora permetterci di prendere realmente in considerazione l’influenza extraterrestre sulla Terra che si esprime nelle macchie solari. Ma questa influenza esiste! Non è forse vero che quando piove, sulla Terra, attraverso la coscienza umana, consegue che certe cose devono essere evitate? Non si può fare giardinaggio e cose simili quando piove a dirotto; devono essere omesse. Sí, la natura ha un’influenza sulla vita cosciente delle persone. Ma l’intera circonferenza del mondo, comprese le stelle, ha una grande influenza sulla vita subconscia dell’uomo. E cosí la luce del sole, che per gli uomini ha un significato, arriva loro in modo completamente diverso quando è oscurata in alcuni punti rispetto a quando splende ovunque.
Non si può dire che la libertà sia influenzata da queste cose; ma laddove in qualche modo entrano in gioco effetti spirituali piú profondi, l’uomo deve fare affidamento su questi effetti con la sua libertà, cosí come fa affidamento sul fatto che non può dire quando è al primo piano: si dovrebbe fare un buco nel pavimento, cosí posso scendere da questo piano al piano inferiore. Bisogna tenere conto delle leggi della natura, comprese quelle grandiose che esistono nel mondo.
E cosí si può dire: tutto nella natura è giunto al culmine proprio nel momento in cui ciò che era accaduto in Palestina si è riflesso in alcuni cuori fino alla massima tristezza. Ma con ciò arrivò la piú grande mestizia nella natura. Queste due cose erano assolutamente coerenti; erano in accordo in realtà. E allora si può dire: come il sangue scorre nel corpo e la salute umana dipende da questo sangue, cosí ciò che vive nella luce del sole scorre nel sangue. Sí, scorre nel sangue.
Immaginate: qualcuno muore. Ebbene, se aveste potuto esaminare il suo sangue con due mesi di anticipo, avreste visto che era già sul punto di perdere la vita. Come il sangue è in via di divenire inanimato prima della morte dell’uomo, cosí ciò che vive nella luce, già prima, al momento della nascita del Cristo era già in via di svilupparsi in modo tale che con la morte vi fosse un crepuscolo. Quindi i fenomeni naturali avevano semplicemente un intimo legame con la vita del Cristo. E verrebbe da dire: come il Cristo scelse consapevolmente il crepuscolo per guarire i malati, cosí il Suo subconscio nell’anima scelse l’eclissi solare per morire. Ecco come dovete immaginare queste cose; allora arrivate ad una spiegazione corretta. E questo è importante, signori! Naturalmente non potete spiegare queste cose in modo esteriore, approssimativo, ma dovete spiegarle in modo intimo.
Domanda: Il popolo ebraico ha compiuto la sua missione nell’evoluzione umana?
Dott. Steiner: Sí, vedete, questa è una questione che, quando viene discussa, sfortunatamente porta all’agitazione troppo rapidamente. Ma ciò che si ha da dire in maniera del tutto oggettiva a questo riguardo non ha nulla a che fare con qualsiasi tipo di agitazione.
Se si considera il popolo ebraico come si è sviluppato nei tempi antichi, si deve dire che si è sviluppato in una maniera che ha preparato in modo straordinario l’evoluzione cristiana. Prima che il cristianesimo venisse al mondo, gli ebrei avevano una religione molto spirituale, ma ve l’ho già descritta come una religione che in realtà teneva conto solo della legge naturale spirituale. Se chiedeste all’ebreo: «Da dove viene la primavera?», vi risponderebbe: «Perché cosí vuole Geova!»; «Perché questa è una persona cattiva?», «Perché Geova vuole cosí!»; «Perché scoppia la carestia in un Paese?», «Perché Geova vuole cosí!». Tutto veniva ricondotto a quest’unico Dio. E per questo motivo gli ebrei vivevano in ostilità con i popoli vicini; non furono compresi da loro. E anche loro non capivano quei popoli vicini, perché i popoli vicini non riconoscevano effettivamente allo stesso modo quell’unico Dio, ma riconoscevano piuttosto gli esseri spirituali in tutti i fenomeni della natura, molti esseri spirituali.
Sí, vedete, signori, queste numerose entità spirituali nei fenomeni naturali semplicemente esistono e coloro che le negano, negano qualcosa di reale. Se si negano questi esseri spirituali nei fenomeni naturali, è come se si dicesse: non c’è una sola persona seduta in questa sala! Naturalmente posso dire anche questo, e se porto dentro un cieco e dico: «Non c’è nessuno seduto in questa sala!» e voi non iniziate a ridere cosí forte che lui lo senta, allora potrà crederci. Anche in questo ambito ci sono degli inganni.
Friedrich Nietzsche, che aveva una vista molto debole – era allora professore a Basilea – ebbe sempre pochissimi ascoltatori; sebbene le lezioni fossero molto interessanti, i giovani ascoltatori non erano particolarmente diligenti. Era sempre assorto nei suoi pensieri, saliva sul podio e teneva le sue conferenze. Cosí accadde una volta che non c’era una sola persona dentro! Ma egli non se ne accorse finché non uscí, perché la sua vista era pessima. E anche ad un cieco sarebbe stato chiaro che non c’era una sola persona nella stanza. In questo modo si chiarisce alle persone che non ci sono effetti spirituali da nessuna parte, perché inizialmente sono ciechi agli effetti spirituali attraverso l’educazione e tutto ciò che accade oggi.
Ma d’altro canto è anche importante che l’uomo si renda conto che ha molto a che fare con tutti questi spiriti della natura. C’è però un potere dentro di lui che sconfigge tutto ciò che questi spiriti della natura fanno nelle persone.
E attraverso ciò l’uomo giunge all’unico Dio umano. E gli ebrei inizialmente si avvicinarono all’unico Dio umano in modo molto forte e rinnegarono tutti gli altri esseri spirituali nei fenomeni naturali. Cosí facendo, acquisirono inizialmente un grande merito nel riconoscere l’unico Dio umano, Jahve o Geova. Jahve significa semplicemente: “Io sono”.
Ebbene, questa cosa è diventata molto importante per la storia del mondo, la divinità unica, con la negazione di tutti gli altri esseri spirituali. Pensate: ci sono due popoli che sono in guerra tra loro; ognuno riconosce l’unico Dio, e solo uno di questi popoli può essere vittorioso. Il popolo vittorioso dice: «Il nostro Dio ci ha dato la vittoria». Se gli altri avessero vinto, avrebbero detto anche loro: «Il nostro Dio ci ha fatto vincere». Ma se è l’unico Dio che permette che un popolo vinca e l’altro popolo venga sconfitto, allora è il Dio stesso che sconfigge se stesso! Cosí, quando i turchi hanno il loro Dio e i cristiani il loro Dio, ed entrambi i popoli hanno l’unico Dio, e un popolo chiede: «L’unico Dio può portarci la vittoria» e l’altro popolo prega: «L’unico Dio può portarci la vittoria», cosí entrambi esigono dallo stesso Dio che sconfigga se stesso! Bisogna essere chiari: questo non è un singolo essere spirituale. Ma questo diventa evidente già nella vita di tutti i giorni: uno vuole che piova, prega per la pioggia, l’altro vuole che splenda il sole, prega per il sole nello stesso giorno. Sí, non funziona! Se si notasse questo, ci sarebbe piú chiarezza in queste cose. Ma semplicemente non ci se ne accorge. Nelle grandi cose l’uomo cede ad una sconsideratezza, vive in una spensieratezza che non si permetterebbe di sperimentare nelle piccole cose. Probabilmente non metterebbe sale e zucchero nel caffè contemporaneamente, ci aggiungerebbe solo lo zucchero, farebbe solo una cosa. Ma nelle cose grandi – su questo si basano le grandi confusioni – gli uomini non sono tali da volersi arrendere solo alla chiarezza. Cosí gli ebrei svilupparono quello che viene chiamato monoteismo, cioè la confessione di un solo Dio.
Ora, recentemente vi ho detto che il cristianesimo in realtà concepisce le tre divinità: ha Dio Padre, che vive in tutti i fenomeni naturali, il Dio Figlio, che vive nella libertà umana, e ha lo Spirito Divino, che vive nell’uomo per renderlo consapevole che ha un essere spirituale indipendente dal suo corpo. Quindi si dovrebbero capire tre cose. Altrimenti si dovrebbe attribuire ad un solo Dio il fatto che lascia morire gli uomini fuori dal corpo e che li resuscita anche con la stessa decisione. Nel frattempo, se avete tre persone, a un Dio spetta il morire, a un altro la morte, a un altro la resurrezione in spirito. Perciò il cristianesimo è stato costretto a rappresentarsi la divinità spirituale in tre persone. In tre persone – questo è proprio il caso oggi che la gente non capisce – ma originariamente significava tre forme, e la gente immaginava che la divinità apparisse in tre configurazioni. Ora il giudaismo è stato costretto, poiché si rappresentava soltanto quest’unico Dio, a non formarsi affatto un’immagine di quest’unico Dio, ma a comprendere interamente quest’unico Dio solo con l’interno dell’anima, con l’intelletto. Ma è anche facile vedere che ciò in realtà ha accresciuto al massimo grado l’egoismo umano; perché l’uomo diventa estraneo a tutto ciò che è fuori di lui, se vede lo spirituale solo nella sua persona. E questo ha effettivamente prodotto un certo egoismo nazionale nel giudaismo, che non può essere negato; ma gli ebrei sono quindi piú adatti ad assorbire ciò che non è figurato, mentre sono meno adatti ad assorbire ciò che è immaginifico.
Quando un ebreo diventa scultore non ne esce nulla di speciale, perché non ne è ancora predisposto. Non ha quella disposizione figurativa; questo non gli entra dentro. Quando un ebreo diventa musicista, di solito diventa un eccellente musicista, perché ciò non è figurato; non lo rappresenta esternamente. Quindi tra gli ebrei potete trovare grandi musicisti, ma difficilmente troverete tra loro grandi scultori, e nemmeno pittori, nel tempo in cui fiorivano le arti! A mio parere gli ebrei dipingono in modo completamente diverso dai pittori orientali cristiani o non cristiani. Dipingono in modo tale che il colore in un quadro dipinto da un ebreo in realtà non ha molto significato, ma ciò che esprime è ciò che lui realmente vuol raccontare attraverso il quadro. Questo è ciò che caratterizza particolarmente l’ebraismo: mettere al mondo ciò che non è pittorico, ciò che avviene interamente nell’io umano.
Ma per quanto possa sembrare facile, non è cosí facile restare attaccati a questa confessione dell’unico Dio; infatti gli uomini diventano subito pagani, se questa confessione dell’unico Dio non viene loro imposta con fermezza. Gli ebrei sono i meno propensi a diventare pagani. Nel cristianesimo, invece, c’è una tendenza al paganesimo. Potete notarlo ovunque se guardate da vicino. Prendiamo ad esempio questa venerazione che il cristianesimo ha per le cerimonie: ve l’ho detto, l’ostensorio rappresenta in realtà il Sole e al suo interno la Luna. Non lo sappiamo nemmeno piú. Ma chi non è illuminato a questo riguardo, in realtà adora l’Ostensorio, cioè qualcosa di esteriore. Le persone tendono ad adorare le apparenze molto facilmente. E cosí è realmente accaduto che nel corso dei secoli il cristianesimo si sia sviluppato in una forma molto pagana. Il giudaismo si è sempre opposto a questo.
Consideriamo questo in un ambito molto specifico dove risulta piú facilmente evidente: i cristiani d’Occidente, cioè i cristiani provenienti dalla Grecia, da Roma e dalla Germania centrale, erano in realtà del tutto incapaci di diffondere l’antica medicina, perché non potevano piú vedere lo spirituale nelle erbe medicinali. Era impossibile per loro vedere lo spirituale nelle erbe medicinali. Ma ovunque gli ebrei venuti dall’Oriente, dalla Persia e cosí via, vedevano lo spirituale, cioè il loro unico Geova. Se si considera lo sviluppo della medicina nel Medioevo, gli ebrei vi hanno svolto un ruolo enorme. Gli arabi hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo di altre scienze e gli ebrei nello sviluppo della medicina. E qualunque medicina portassero gli arabi, la svilupparono anche con l’aiuto degli ebrei. Ma per questo motivo la medicina è diventata quello che è diventata oggi. La medicina è rimasta spirituale, ma, direi, è rimasta monoteistica. E oggi si vede se si osserva la medicina: ad eccezione di pochi rimedi, pochissimi, tutto è in realtà attribuito a tutti gli altri rimedi! Non si sa piú come funziona ciascun rimedio, cosí come le persone nel giudaismo non sapevano come fossero i singoli spiriti naturali. Anche nella medicina si è insinuato uno spirito astratto, un servizio astratto a Geova, che in realtà è ancora presente nella medicina oggi.
Sarebbe del tutto naturale, ad esempio, che nei vari Paesi d’Europa non ci fossero piú ebrei come medici di quanti ce ne siano in percentuale nella popolazione. Non voglio dirlo: vi prego di non fraintendermi! Non mi viene affatto in mente che ciò debba essere previsto per legge. Ma la visione naturale dovrebbe mostrare che, in proporzione al numero degli ebrei, ci fossero anche medici ebrei. Ma non è affatto cosí: nella maggior parte dei Paesi, un numero molto maggiore di ebrei sono medici. Ciò risale al Medioevo; si sentono ancora molto attratti dalla medicina perché corrisponde al loro pensiero astratto. Tutto il loro pensiero è in realtà adattato a questa astratta medicina di Geova; corrisponde a loro. E solo qui nell’antroposofia, quando torniamo ai singoli spiriti della natura, riconosciamo nuovamente quali forze naturali sono contenute nelle singole erbe e pietre. Questo ci riporta su un terreno sicuro.
Quindi gli ebrei adoravano l’unico Geova e cosí impedivano alle persone di perdersi nel politeismo. Ora, è vero che gli ebrei si sono sempre distinti in questo modo dagli altri popoli, e di conseguenza, in molti casi, chi differisce provoca avversione e antipatia, quindi hanno causato avversione e antipatia. Ma oggi si tratta di dirsi che un tale modo di non separare la cultura ma di tenerla insieme, come hanno fatto gli ebrei per secoli, non sarà piú necessario in futuro, ma dovrà in futuro essere sostituito da una forte conoscenza spirituale. Allora verrà presentato alla conoscenza, alla coscienza dell’uomo, anche il rapporto tra l’unica divinità e i molteplici spiriti. Quindi un singolo popolo non ha bisogno di lavorare nel subconscio. Ecco perché fin dall’inizio ho trovato discutibile che gli ebrei abbiano fondato il movimento sionista quando non sapevano piú cosa fare. Fondare uno Stato ebraico significa reagire nella maniera piú feroce, ritornare alla reazione nella maniera piú feroce, e cosí facendo si pecca contro tutto ciò che oggi è necessario in questo settore.
Vedete, un sionista molto rispettato, di cui ero amico una volta, mi spiegò il suo ideale di andare in Palestina e fondarvi uno Stato ebraico. Lui stesso fu molto coinvolto nella fondazione di questo Stato ebraico, è coinvolto ancora oggi e ha anche una posizione molto rispettata in Palestina. Gli dissi: una cosa del genere non è affatto nello spirito dei tempi oggi, perché oggi lo è qualcosa a cui possa partecipare ogni persona, senza distinzione di razza, popolo, classe e cosí via. Questa è l’unica cosa realmente propagabile oggi, che ogni persona può seguire indistintamente. Nessuno può aspettarsi che io aderisca al movimento sionista. Ancora una volta sta separando una parte dall’intera umanità! Per questa semplice, ovvia, ragione, oggi un simile movimento non può realmente avere luogo. È fondamentalmente la reazione piú selvaggia. Naturalmente, queste persone dicono poi qualcosa di strano in risposta; dicono: sí, con il tempo è diventato chiaro che gli uomini non vogliono nulla di simile all’umanità universale, ma pretendono piuttosto che tutto si sviluppi da ciò che è popolare.
Questa conversazione che vi ho raccontato ebbe luogo prima della Grande Guerra del 1914-1918. Sí, vedete, signori, che gli uomini non vogliono piú i grandi principi umani generali, ma vogliono isolarsi e sviluppare forze nazionali, ciò ha semplicemente portato alla Grande Guerra! E cosí la piú grande disgrazia di questo XX secolo è derivata da ciò che vogliono anche gli ebrei. E allora si può dire: poiché tutto ciò che hanno fatto gli ebrei ora può essere fatto consapevolmente da tutti, per esempio, gli ebrei non potrebbero fare niente di meglio che fondersi con il resto dell’umanità e mescolarsi con il resto dell’umanità, in modo che l’ebraismo come popolo semplicemente cesserebbe di esistere. Questo sarebbe l’ideale. Molte abitudini ebraiche resistono ancora oggi, e soprattutto l’odio verso gli altri. Ed è proprio questo che occorre superare. Le cose non si risolveranno se tutto resta uguale.
E se gli ebrei, per esempio, si sentono insultati quando si dice: non siete scultori, non potete fare niente, possono dire a loro stessi: non tutti devono essere scultori! Si può ottenere qualcosa da un’altra parte usando le proprie abilità personali! Quindi gli ebrei non sono adatti alla scultura; nei Dieci Comandamenti hanno inserito anche una cosa: “Non farai alcuna immagine del tuo Dio”, perché non vogliono rappresentare nulla di soprasensibile in immagini visive. Ma questo significa essere tornati al personale.
Potete immaginarlo in modo molto semplice, non è vero? Se faccio una immagine, anche una immagine che viene descritta, come spesso accade nella Scienza dello Spirito, l’altra persona può ricordare questa immagine, edificarsi, riconoscere da essa ciò che vuole. Ma se non faccio una immagine, devo sempre essere presente personalmente all’effetto; allora non si separa da me. Pertanto assume un carattere personale. Anche il giudaismo ha questo; tutto ciò che riguarda gli ebrei assume anche un carattere personale. Le persone devono arrivare a vedere la spiritualità negli altri. Oggi, tutto ciò che riguarda gli ebrei è ancora dominato dalla razza. Soprattutto si sposano tra di loro. Quindi vedete ancora il razziale, non lo spirituale. Ed è questo che bisognerebbe dire alla domanda: il popolo ebraico ha compiuto la sua missione nello sviluppo della conoscenza umana? L’ha soddisfatta; perché nel passato doveva esserci stato un solo popolo che portasse ad un certo monoteismo. Ma oggi deve essere la conoscenza spirituale stessa. Pertanto questa missione è compiuta. E quindi questa missione ebraica come tale, come missione ebraica, non è piú necessaria nello sviluppo, ma l’unica cosa giusta è che gli ebrei si fondano con gli altri popoli attraverso la mescolanza con gli altri popoli.
Domanda: Come è possibile che questo popolo abbia avuto la sorte di dover andare in esilio?
Dott. Steiner: Sí, vedete, signori, dovete tenere conto di tutta la natura, di tutto il carattere di questo esilio. Il popolo ebraico vissuto al tempo del Cristo, tra il quale il Cristo morí, viveva in mezzo a un popolo completamente diverso, i Romani. E ora immaginate che i Romani avessero semplicemente conquistato la Palestina, avessero ucciso le persone che volevano uccidere, avessero espulso gli altri, e che gli ebrei avessero già avuto l’intenzione o l’impulso di mescolarsi con degli altri popoli: cosa sarebbe successo? Ebbene, i Romani avrebbero conquistato la Palestina, alcuni ebrei sarebbero stati uccisi; altri sarebbero stati espulsi, come si dice oggi, come fanno tutti i Paesi, e avrebbero potuto vivere fuori da qualche parte.
Ora gli ebrei non avevano alcuna intenzione o desiderio di mescolarsi con gli altri, ma ovunque ci fossero solo pochi ebrei, vivevano esclusivamente tra loro. Ora erano sparsi da tutte le parti; il fatto che vivessero insieme e si sposassero solo tra loro rendeva chiaro che, in quanto ebrei, loro stessi erano stranieri. Altrimenti non ci si sarebbe accorti che erano in qualche modo in esilio. Quindi fu attraverso questo impulso degli ebrei che la gente si accorse: erano in esilio. Questo sta in tutto il carattere del giudaismo. E i posteri ora si stupiscono del fatto che gli ebrei furono espulsi e dovettero vivere all’estero. Sí, ma è successo quasi ovunque! È solo che le altre persone si sono mescolate agli altri e non ce ne si è accorti. È quindi nel carattere del giudaismo il fatto che esso sia rimasto ostinatamente unito ovunque. A questo proposito bisogna dire: tenendo insieme le persone si notano cose che altrimenti non verrebbero notate.
Certamente è deplorevole e straziante leggere come gli ebrei vissero per tutto il Medioevo nei ghetti, cioè nei quartieri delle città dove potevano soggiornare. Non potevano entrare negli altri quartieri delle città; i cancelli dei ghetti venivano addirittura chiusi e cosí via. Ma vedete: di questo si parla perché gli ebrei rimasero uniti nel ghetto, perché la gente se ne accorse! E ad altre persone è andata altrettanto male, non esattamente in questo modo, ma in altro modo. Gli ebrei, è vero, restavano nei loro ghetti e restavano lí insieme, e si sapeva che non era loro permesso di andarsene. Ma altre persone che dovevano lavorare tutti i giorni dalla mattina presto fino a tarda sera non potevano uscire anche se non c’erano cancelli; se la passavano cosí male! Bisogna allora dire: spesso queste cose si basano esclusivamente sull’apparenza, si basano solo sull’apparenza, cosí come molte cose nella storia del mondo si basano sull’apparenza esterna.
Oggi è il momento in cui bisogna far luce sulla realtà in tutte queste cose. E poi si arriva alla conclusione: dove si compie un destino, in realtà si tratta, come lo chiamiamo con un’espressione orientale, di un karma, di un destino interiore. Questo destino di esilio avvenne tra gli ebrei a causa del loro carattere; sono duri e sono sopravvissuti all’estero. Ecco perché è stato notato cosí fortemente in tempi successivi e se ne parla ancora oggi.
D’altro canto, naturalmente, ciò ha portato la gente a distinguerli dagli altri e ad attribuire loro ogni genere di cose di cui non conosciamo le cause. Non è forse vero che se qualcuno viene ucciso in una zona superstiziosa e non si riesce a capire chi sia l’assassino e lí vive un ebreo impopolare, si dice: gli ebrei hanno bisogno nel periodo di Pasqua di sangue umano, loro hanno ucciso la persona. Sí, certo, queste sono cose che si dicono perché si distinguono gli ebrei dagli altri. Ma gli stessi ebrei hanno contribuito tanto terribilmente a distinguersi dagli altri.
Oggi è assolutamente necessario che, di fronte a queste cose, si sottolinei rigorosamente non il razziale, non il nazionale, ma piuttosto l’universalmente umano.
Domanda: Che significato mondiale avevano le settanta anime della famiglia originaria israelita che compongono l’umanità?
Dott. Steiner: Allora, signori miei, le cose stanno cosí: fin dall’antichità ci sono stati diversi popoli sulla Terra. Questi popoli diversi stanno perdendo la loro importanza da ora in poi. È quello che ho appena detto: deve prevalere l’aspetto umano universale. Ma se torniamo ora indietro nello sviluppo dell’umanità, troviamo la popolazione terrestre divisa nei popoli piú diversi. Come le cose spirituali vivono nei fenomeni naturali, cosí anche nei popoli vive lo spirituale. In ogni popolo c’è semplicemente uno spirito di popolo che lo guida. Ecco perché ho detto nel mio libro Teosofia: lo spirito del popolo non è solo una parola astratta! Non è forse vero ciò che rappresenta oggi il popolo francese per l’uomo materialista? Ebbene, sono una tale quantità quarantadue milioni di persone ammassate in Europa occidentale. E solo allora, se considerate in astratto, studiate le peculiarità di questo popolo. Ma non è cosí! Ma come per la pianta c’è un germe, cosí per la spiritualità di un popolo è presente qualcosa di simile a un germe, che poi si sviluppa. Un vero spirito vive in tutto il popolo.
Ebbene, se considerate ciò che ho appena detto, signori, che da molto tempo nella storia umana gli ebrei hanno avuto la missione di diffondere il Dio unico, allora capirete che anche questo popolo ebraico doveva essere preparato a tale riguardo. Ecco perché è accaduto che i diversi spiriti nazionali, che prima si preoccupavano dei popoli individualmente, si siano preoccupati originariamente del popolo ebraico nel suo insieme, quando il popolo ebraico è sorto nel mondo. Non è forse vero che, se prendiamo i Babilonesi, arriviamo agli Assiri, agli Egizi, ai Greci, ai Romani; allora diciamo a noi stessi: spirito del popolo indiano, spirito del popolo babilonese, spirito del popolo assiro, spirito del popolo egizio, spirito del popolo greco, spirito del popolo romano e cosí via. Quindi sono diversi l’uno dall’altro, questi spiriti del popolo, e ogni singolo spirito del popolo si preoccupava solo di quella gente. Ma se prendiamo il popolo ebraico, allora quello che otteniamo è che nel pezzo di terra in Siria dove si sviluppa il popolo ebraico, tutti questi spiriti nazionali esercitano la loro influenza sul popolo, cosí che in realtà la volontà di tutti questi spiriti nazionali già viveva nel popolo ebraico.
Vorrei chiarirvelo con un’immagine. Pensate semplicemente che ognuno di voi vada a casa propria e faccia le cose che deve fare a casa propria. Quindi ora ognuno di voi, il signor Dollinger, il signor Erbsmehl, il signor Burle e cosí via, sarà in una particolare cerchia. Questo era il caso di questi spiriti del popolo. Ma adesso, diciamo che vogliate rappresentare gli interessi dei lavoratori: non state a casa vostra, fate una riunione, vi riunite, discutete tra di voi e quello che viene da voi viene dalla vostra comunità. Si può quindi dire: ciò che questi spiriti nazionali hanno realizzato presso gli altri popoli, ciascuno lo ha fatto per sé nelle case nazionali; ciò che hanno ottenuto attraverso l’ebraismo, lo hanno fatto tenendo un’assemblea spirituale; su un ebreo ha avuto piú effetto, sugli altri meno. La Bibbia esprime questo quando dice: gli spiriti nazionali entrano nel popolo israelita in settanta anime; hanno tutti influenza. Ma questa influenza, che fu molto forte, aveva già trasformato gli ebrei in un certo modo in un popolo cosmopolita, tanto che rimasero tenaci. Potevano riunirsi ovunque e preservare lí l’ebraismo perché in questo modo avevano tutto dentro di loro.
È anche strano tutto quello che c’è dentro l’ebraismo! Per esempio, se vai in queste società, in queste società massoniche Odd Fellows [O anche Odd Follers: Fratellanza di mutuo sostegno di tipo massonico il cui nome potrebbe tradursi come I compagni particolari o I compagni diversi o Gli altri compagni, presumibilmente perché artigiani non ammessi in altre gilde, ndt], che non hanno nuove conoscenze scientifico-spirituali, ma che hanno in un certo senso vecchie conoscenze, uomini saggi ma che hanno una vecchia conoscenza che loro stessi non capiscono piú, troverete ovunque qualcosa da tutti i popoli possibili, fino alle parole, cose egizie, cerimonie, parole, parole e segni assiri, babilonesi, cerimonie e cosí via; ma soprattutto troverete al suo interno l’ebraismo, la cosiddetta Kabbalah e cosí via. L’ebraicità è davvero cosmopolita in questo senso, si adatta a tutto, ma conserva anche la sua originalità, perché ha già la sua originalità in sé. Ecco perché è lo stesso con la lingua ebraica, perché ovunque nella lingua ebraica c’è molto, sia spirituale che fisico, che molto viene sempre detto con una parola ebraica. E gli ebrei hanno la particolarità di scrivere solo le consonanti; le vocali furono successivamente integrate da segni. Queste vocali non erano effettivamente scritte su carta. Ciascuno poteva dirle da sé, tanto che uno diceva: Geova, un altro Jeheva, un terzo Jehave, un quarto Johave. Le vocali erano diverse a seconda di ciò che si sentiva. E cosí qualcosa che i sacerdoti avevano stabilito in un certo modo al nome di Geova veniva chiamato “nome impronunciabile” perché non vi era piú permesso usare le vocali come si voleva.
Quindi l’ebraismo aveva qualcosa nella sua tenacia che indicava il modo in cui le anime dei vari popoli avevano partecipato a questa unica nazione. Se poi vedete gli ebrei in un’ampia varietà di aree, allora dovete avere un occhio attento per riconoscere l’ebraicità di quegli ebrei che si sono mescolati e hanno contribuito tra gli altri. Sapete che lo statista piú importante del XIX secolo era ebreo. Quindi questi ebrei che sono stati assorbiti negli altri non si possono affatto piú distinguere. Chiunque sia un esperto sa che in una frase pronunciata da un ebreo c’è una stilizzazione ebraica – se non viene imitata, ovviamente oggi le persone imitano molto. Ma gli ebrei fanno poco per imitare. Si può notare come l’ebreo dovunque parta da ciò che si può fissare internamente nei propri pensieri. Questa è una particolarità. E ciò è collegato a questo raduno delle anime di popolo, alle quali in realtà tutte hanno preso parte; tanto che ancora oggi l’ebreo crede che quando dice una cosa deve necessariamente essere valida, ma non è vero, parte da ciò che è deciso dal singolo. È molto interessante!
Guardate, ci sono tante persone insieme, tre, quattro, cinque persone, gli altri non sono ebrei, uno è ebreo. Ora il punto è che questi sono, diciamo, i rappresentanti di qualche comunità. Non vi sto raccontando cose che invento, ma che ho vissuto. Ci sono opinioni diverse in questa comunità. Supponiamo ora che queste cinque persone, una delle quali sia ebrea, parlino. Qualcuno dirà: «Sí, è molto difficile riunire tutte queste persone; bisogna persuadere coloro che sono la minoranza e la maggioranza, affinché si possa arrivare ad un compromesso». I compromessi vengono fatti in modo tale che le persone parlino tra loro. Il secondo non ebreo dirà: «Sí, ma stavo lí tra la gente che è in minoranza; so quanto sia difficile convincere la gente!». Il terzo, che è un rappresentante della minoranza, dice: «Non ce la sentiamo piú di partecipare, non è possibile!». Il quarto dice: «Bisogna solo vedere se si inizia da questa o quella parte». Cosí i quattro non ebrei. Ora l’ebreo comincia: «Tutto questo non è niente! Concetto di compromesso: il compromesso consiste nel fatto che persone con opinioni diverse si bilanciano a vicenda e si arrendono». Egli porta in astratto: concetto di compromesso, non parte da questo o quello, inizia: concetto di compromesso, tralascia l’articolo, che dimostra anche la sua originale tenacia. Quando uno dice: «Qual è il concetto di compromesso?» e cosí via poi ha già una concezione dentro di sé e vuole guardarla. Ma l’ebreo non comincia cosí, dice: «Concetto di compromesso!». Questo presenta il punto di vista di Geova: «Geova dice!». Non si pensa a: com’è nel dettaglio? ma ciò che è stabilito nel concetto viene semplicemente presentato. Perciò l’ebreo pensa sempre di poter sviluppare qualunque cosa partendo dal concetto. Finché gli ebrei saranno uniti tra loro, naturalmente sarà cosí, ma quando si saranno uniti ad altri popoli, non diranno: «Concetto di compromesso», ma dovranno anche essere come gli altri popoli. Questo è proprio ciò che è collegato al fatto che le anime di popolo influiscono su di loro.
Signor Dollinger: Che significato ha l’albero delle Sephirot per il popolo ebraico?
Dott. Steiner: Inizieremo con quello la prossima volta, sabato.
Rudolf Steiner
Conferenza tenuta a Dornach l’8 maggio 1924.
O.O. N° 353. Traduzione di Marco Allasia.
Da uno stenoscritto non rivisto dall’Autore.