L’Iperico (Hypericum perforatum) della famiglia delle Ipericacee, è un’erba perenne, cespugliosa, comune nei prati non umidi, sui cigli dei coltivi, una pianta insomma che troviamo facilmente nella sua fioritura nel mese di giugno fino a tarda estate.
Ha fiori gialli, stellati, provvisti di cinque petali cosparsi di puntini ghiandolari. Tutta la pianta ha un odore balsamico e i fiori, sfregati tra la mani, colorano di rosso. Il nome “perforatum” è dato dalla presenza sulle foglie di numerosi puntini trasparenti.
L’Iperico ha potere antisettico, disinfettante e decongestionante; i fiori contusi, applicati alle ferite, hanno un’azione cicatrizzante, si usa nelle affezioni bronchiali e nelle nevralgie; l’olio di Iperico è ottimo per le scottature, le ustioni solari e le dermatiti.
Per via interna, funge da protettivo e curativo della mucosa gastrica ed è indicato nella gastrite e nell’ulcera.
Il dottor Kneipp lo prescriveva come depurativo del fegato. Preparato in tisana con un poco di aloe, elimina i dolori di testa e le oppressioni di stomaco, calma le nervosità.
I preparati di Iperico sono attualmente studiati per la loro azione antidepressiva, piú precisamente nelle forme ansioso-depressive, responsabile di questa azione sembra sia l’ipericina, sebbene altre componenti intervengano in modo sinergico.
La pianta dell’Iperico un tempo era ritenuta efficace come erba “scacciadiavoli”; si diceva guarisse anche dai morsi dei serpenti. In Germania, nei giorni prossimi al Solstizio, veniva portato addosso un rametto di Iperico per difendersi dalle streghe. Una usanza diffusa in molte parti d’Europa era anche quella di appenderlo alle porte e alle finestre delle case per impedire ai demoni di entrare.
In Inghilterra l’Iperico è stato usato per allontanare la presenza di fantasmi nei palazzi, spargendolo sui pavimenti e mettendolo sotto i cuscini.
Sempre nei paesi anglosassoni aveva fama di cacciare il malocchio, insomma una pianta solare con potente azione contro le forze del male.
L’Iperico era usato durante le crociate dai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme per curare le ferite. In effetti, insieme alla Vulneraria, è una delle piante piú efficaci nella medicazione delle ferite sanguinanti, e tutti i vecchi libri di medicina raccomandavano l’uso, come vulnerario, del balsamo o dell’unguento ricavato dalle foglie e dai fiori macerati nell’olio.
L’Iperico, dunque, è un fiore solstiziale per eccellenza, detto anche “Erba di San Giovanni”, Johanniskraut in Germania. Il suo stretto legame con il Battista sarebbe testimoniato dai petali, che macchiano di rosso, ed è detto per il suo colore “Sangue di San Giovanni”, in ricordo del martirio da lui subíto con la decapitazione.
Questa pianta ha pure un legame con la Passione di Gesú Cristo: i contadini della Vandea, come riferisce Louis Charbonneau-Lassay, la chiamavano “Erba della Flagellazione”.
Castore Durante nell’Herbario Nuovo, una summa della botanica applicata alla materia medica della fine ‘500, cosí descrive le proprietà dell’Iperico: «Riscalda e dissecca, è di sostanza sottile. Ha facoltà aperitiva, risolutiva e forse ancora corroborativa, il seme caccia fuori le pietre delle reni e vale contra i veleni e i morsi degli animali velenosi», passa poi a descrivere tante altre virtú di questa pianta utile nelle febbri, nella dissenteria, persino contro il colera, poi dell’olio ottenuto con questo fiore, il suo uso sulle piaghe, e tratta pure l’aspetto apotropaico dell’Iperico cosí scrivendo: «Scrivono alcuni esser l’Hiperico tanto in odio a diavoli, che abbruciandosi e facendosi fomento con esso nelle case, ove li sentono, subito se ne partono via, epperò è chiamato da alcuni cacciadiavoli, ovvero fugademoni».
Oggi sopravvive ancora in alcune zone rurali l’usanza dell’acqua di San Giovanni: tra la notte del 23 e il 24 giugno la tradizione vuole che si prepari l’acqua di San Giovanni, un’acqua, meglio se di fonte, nella quale viene messa una misticanza di erbe e fiori, in una bacinella che verrà lasciata fuori dalla finestra la notte e al mattino ci si laverà mani e viso. Le erbe e fiori che la compongono variano da luogo a luogo, ci si può fare ispirare anche dal proprio intuito; di norma non devono mancare l’Iperico, la lavanda, l’assenzio, il finocchio selvatico, la malva, la verbena, il rosmarino, la rosa selvatica, la menta, la salvia, la camomilla, la passiflora, il sambuco, la ginestra e le foglie di noce, tante insomma, infatti in alcune parti d’Italia viene pure chiamata l’acqua delle Cent’Erbe.
Il Pelikan, nel secondo volume del suo libro Le Piante Medicinali, cosí descrive l’Iperico: «Il fiore ha l’aspetto di una ruota luminosa, solare, pronta a girare dolcemente. Questa rotazione si produce al momento in cui sboccia, poiché nel bocciolo i petali sono ripiegati a spirale, gli uni contro gli altri. …In questa pianta tutto tende verso l’alto, verso la luce. Il fiore annunzia il Solstizio d’Estate, il tempo di San Giovanni e la forza totale del sole che vi si incarna. In autunno la sua vitalità discende negli organi inferiori, e mentre la parte aerea perisce, il rizoma emette nuovi germogli provvisti di foglie basali che passeranno l’inverno per poi rinascere nell’estate».
Rudolf Steiner ha paragonato l’azione curativa dell’Iperico, in particolare le sue sostanze amare, a quella dell’arsenico, che è uno dei rimedi minerali piú forti. L’arsenico energetizza il corpo astrale, vi scatena un movimento forte, ma di breve durata; da questo deriva l’azione terapeutica nella fortificazione della nutrizione, stimolazione della genesi sanguigna e della coscienza. Similmente operano gli estratti di Iperico; come affermato da Rudolf Steiner, l’Iperico è tra i fiori gialli principali con i quali si può combattere la sottonutrizione degli organi nel sistema ritmico.
Tutto ciò fa di questa pianta un rimedio completo in caso di lesioni ai nervi, sia dovute a ferite (commozione cerebrale e del midollo spinale) sia causate da alimentazione insufficiente del nervo stesso.
I risultati dell’ipericina possono essere paragonati a quelli della terapia ferro-arsenicale, in quanto come psicotonico vegetale energetizza il corpo astrale, quindi la psiche, ed ha anche il vantaggio di essere inoffensivo.
L’Iperico appare cosí una vera panacea nella sua azione di pianta Solstiziale.
Davirita