La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaMi chiedo sempre come posso riuscire a superare le reazioni abituali del mio carattere, visto che mi accorgo che l’attività esteriore è quella che maggiormente mi sottrae delle forze. Come eliminare le tensioni che nella vita quotidiana si accumulano durante l’intera giornata? Come continuare a seguire l’antroposofia se non riesco neppure a risolvere le mie beghe personali?

 

Alessio T.

 

 

Abbiamo affrontato molte volte un simile argomento in queste risposte. Cerchiamo però di farlo ancora una volta, dato che si tratta di ciò che maggiormente affligge l’uomo di quest’epoca. Noi sappiamo che se pure ci nutriamo del cibo dello Spirito, se facciamo la meditazione, la concentrazione, gli esercizi dati da Rudolf Steiner e tanto ben spiegati e approfonditi da Massimo Scaligero – sempre che riusciamo a farli e non li abbandoniamo perché troppo presi dalle “beghe personali” – siamo costretti dalla quotidianità del mondo del lavoro e nel contatto sociale a subire il peso dei tanti problemi che ne derivano, e anche ad accettare tante contraddizioni rispetto a quella che è la nostra visione della vita dello Spirito. Sono difficoltà che tutti i seguaci di una Via spirituale in questo periodo stanno vivendo. D’altra parte, l’aumento della difficoltà è segno che ci viene richiesta una forza maggiore e una grande attenzione in quello che facciamo. Possiamo constatare che intorno a noi c’è una continua e irrefrenabile perdita di livello, dissimulata dietro apparenti comportamenti giusti e ben organizzati. Ciò causa in generale una certa assuefazione a particolari atteggiamenti e situazioni che in passato non avremmo mai accettato. L’importante è capire che questo fa appello a delle forze che devono essere messe in atto soltanto da noi, perché il mondo spirituale non può intervenire: il mondo spirituale può afferrare la situazione umana soltanto attraverso il pensiero umano. Per quanto riguarda l’ambito della formazione e dell’evo­luzione dell’anima, è solo l’uomo che deve reagire con i suoi pensieri, con i quali può rettificare quanto di errato o di pervertito si presenta ai suoi occhi nella società. Il nostro lavoro deve essere questo: osservare con occhi e mente ben aperti ciò che sta avvenendo. Dobbiamo capire che è in atto una profonda divisione fra gli esseri: quelli – purtroppo molti – che stanno dalla parte di Ahrimane, e quelli – purtroppo ancora pochi – che cercano di promuovere lo sviluppo sano della società. Ciò avviene perché sappiamo che ci sarà una divisione fra le due parti, la cosiddetta divisione del grano dal loglio. Nostro compito non è però lasciarci trascinare in condanne e anatemi. Dobbiamo capire come stanno le cose, seguire gli avvenimenti attraverso i media, informarci, essere nel mondo, non astrarci. Però dobbiamo al contempo metterci in relazione con Michele, con i Rosacroce, sapere quali sono i compiti di un seguace della Scienza dello Spirito, essere certi della presenza del Logos sulla Terra. Questo ci dà le forze. È giusto fare la meditazione, la concentrazione, sentirci partecipi della missione dell’Antroposofia, ma è anche indispensabile, e non procrastinabile, capire cosa sta avvenendo. Le difficoltà ci incalzano. Ognuno si trova ad affrontare problemi che si fanno sempre piú pesanti. L’Ostacolatore lavora a renderci sempre piú pressati dalla nostra situazione personale, abbiamo impegni inderogabili cui rispondere, e questo rende molto piú difficile impegnarci per la società di cui facciamo parte. Seguire la situazione politica e sociale sembra diventare di secondaria importanza: prima dobbiamo risolvere i nostri problemi personali.! Ma il compito di chi segue una disciplina interiore è anche di essere utile al mondo spirituale, sviluppando un pensiero capace di vedere soluzioni là dove sembrano non esserci, cambiamenti positivi dove appare impossibile attuarli. E dunque le “beghe personali” non devono farci perdere la centralità del nostro lavoro interiore, per il quale è essenziale sviluppare una sorta di entusiasmo, il desiderio di essere participi di un cambiamento epocale che solo attraverso gli uomini di buona volontà può essere attuato. Facciamo sí di essere uno di loro!