Sto cercando dentro la mia anima una specie di suolo morale sul quale io possa camminare… Per questo motivo chiedo: quale differenza farebbe per l’universo se io cominciassi a lavorare sul mio Io? Che cosa aggiunge una nuova individualità? Non bastano quelli che ci sono già? Non basta Massimo? Non bastano i Boddhisattva? Non bastano tutti gli altri? La mia salvezza personale non mi interessa – forse perché vivo nel presente e mi sento già salvo. Quindi: che cosa aggiungerei al tutto? Sembra una domanda alquanto immatura, come se non avessi mai letto niente, eppure questa domanda c’è davvero, ed è un grande ostacolo per me.
Alessandro S.
Noi tutti, uno a uno, siamo stati creati dalle Gerarchie, diciamo dal Padre, come ci diceva di pensare il Cristo Gesú, e ognuno di noi è unico e irripetibile. Poi ci siamo allontanati dal Padre, con la crisi adolescenziale che stiamo ancora attraversando. Ma il Padre, come tutti i genitori, è in pena per noi e vorrebbe vederci tornare a Lui. Non bisogna credere che siamo tutti salvi, semplicemente per il fatto che stiamo qui e ora, nel presente. Il fatto di vivere nel presente non evita di andare nel futuro, e il futuro siamo noi a dovercelo costruire. Il Padre aspetta che siamo piú maturi e torniamo al divino, staccandoci da tutte le stupidaggini che fanno i giovani immaturi per “sperimentare”, consigliati dagli Ostacolatori che ci tentano in ogni modo per ghermirci, considerandoci prede preziose (noi neppure sappiamo quanto lo siamo!). Quello che il comportamento di ciascuno di noi aggiunge al tutto, è ciò che ognuno rappresenta per l’amore “paterno” della divinità. Non tutti si salveranno, lo sappiamo, ma noi dobbiamo aiutare prima noi stessi e poi tutte le persone possibili a fare la giusta scelta fra il Bene e il Male. Il pastore vuole salvare tutte le pecorelle, anche quella piú indisciplinata che si allontana e cade nel precipizio. Magari rischia la propria vita per salvarla!
Tanti denunciano, tanti scrivono sui social per accusare quelli che agiscono come “padroni del mondo”, ma noi siamo in grado di fare qualcosa? Nessuno ci spiega cosa fare e come farlo. Siamo arrivati troppo oltre, non credo che potremo tornare indietro ormai!
Flaminia T.
Non si tratta di tornare indietro, piuttosto di andare avanti secondo l’aiuto che i Maestri e i saggi della Terra hanno indicato molto chiaramente, e da sempre. Rudolf Steiner risponde in maniera assolutamente attuale alla domanda, dato che i corsi e ricorsi storici ci hanno portato a un punto simile, anzi peggiore, rispetto all’epoca cui si riferiscono le sue parole. Allora si profilava nel futuro lo spettro della Seconda Guerra mondiale, oggi siamo già entrati, senza che molti se ne siano ben accorti, nella Terza. La sua conferenza è del dicembre 1920 (O.O. 202) e fa parte del ciclo Il ponte fra la spiritualità cosmica e l’elemento fisico umano – La ricerca della nuova Iside, la Divina Sofia: «Noi siamo alla svolta dei tempi. La terra non darà piú all’uomo i beni che nell’epoca moderna egli si è abituato a pretendere. I grandi conflitti che hanno suscitato le spaventose catastrofi degli ultimi anni, hanno già trasformato una gran parte della Terra stessa in un campo di macerie della civiltà. Altri conflitti seguiranno. Gli uomini si preparano per la prossima grande guerra mondiale. In modo ancora piú vasto la civiltà verrà ridotta a macerie. Non si potrà piú ricavare direttamente nulla da ciò che proprio all’umanità moderna è apparso come l’elemento piú prezioso per la conoscenza e la volontà. Scomparirà l’esistenza terrestre esteriore, in quanto risultato di epoche precedenti, e spera inutilmente chi crede di poter continuare le antiche abitudini di pensiero e di volontà. Dovrà sorgere una nuova conoscenza e una nuova volontà in ogni campo. Noi dobbiamo prendere atto del pensiero che una forma di civiltà tramonta, ma dobbiamo anche guardare nel cuore umano, nello Spirito che vive nell’uomo. Dobbiamo aver fiducia nel cuore e nello Spirito umani che vivono in noi, affinché sorgano nuove strutture, strutture veramente nuove, attraverso tutto ciò che noi possiamo fare entro la distruzione della vecchia civiltà». Quel “campo di macerie della civiltà” si è tentato piú volte di ricostruirlo, ma la volontà di chi è assetato di potere e intende aggiogare l’intera l’umanità, ha impedito un sano sviluppo secondo la Via che era stata indicata già duemila anni fa dal Figlio dell’Uomo.
Io sto vivendo un momento complesso della vita, in cui riesco a malapena a mantenere un equilibrio sempre vacillante, ma lotto ogni giorno. Purtroppo lotto perché non so come abbandonarmi alla vita e aspettarmi che mi porti un po’ lei. Una domanda, magari inutile: se si pensa a Massimo, anche pochi minuti al giorno, si consolida la nostra riconoscenza/amicizia, anche se lui non è qui?
Mauro M.
Pensare a Massimo Scaligero ogni tanto, durante la giornata è averlo vicino. Quando lo si pensa, lui è già lí. A chi segue le sue indicazioni e prova a sperimentare gli esercizi, con fedeltà e assiduità, lui è sempre vicino e lo aiuta, anche in momenti difficili. Il suo aiuto (l’ho sperimentato una infinità di volte) quando si chiede non arriva subito, deve arrivare il momento in cui proprio non si riesce piú a tentare di andare avanti: a quel punto arriva un aiuto che ormai non ci si aspettava e che risolve la situazione, anche intricatissima. E non l’ho sperimentato soltanto io, tanti amici mi hanno raccontato la stessa cosa. Se si chiede l’aiuto, poi bisogna impegnarsi a fondo. Solo quando le nostre forze sono al limite, l’aiuto arriva, ed è risolutivo.
Ho avuto due figli e sostengo il peso della famiglia da “casalinga”, dopo essere stata un’ottima segretaria di Direzione. A seguito dell’arrivo dei figli, uno dietro l’altro, ho deciso di dedicarmi a loro completamente, ma mi accorgo che mio marito è insofferente perché mi giudica diventata poco attraente. Ma io non sono frivola e poco mi importa di apparire come alcune mogli dei suoi colleghi, che sembrano delle dive del cinema, sempre truccate e con una linea che io ho perso da tempo. Io sono piú interessata a seguire la Scienza dello Spirito che invece mio marito non può sopportare. Come risolvere il mio problema che diventa per me ogni giorno piú difficile?
Severina
Divenire un’ottima casalinga, oltre che una buona moglie, è un compito che si dovrebbe svolgere con passione, piú coinvolgente che essere un’ottima segretaria di Direzione. Quando si sceglie una vita matrimoniale e non una trappa, o un convento di clausura, ci sono delle consuetudini da rispettare, cosí come in un convento ci sono regole ferree dalle quali non si può derogare. Senza l’esagerazione di apparire come delle dive del cinema, perseguire una gradevolezza e una cura nell’aspetto fa parte del vivere civile nella società. Ciò non toglie nulla al seguire la Scienza dello Spirito. Anzi, forse la mancanza di comprensione verso questa via spirituale da parte del marito può dipendere proprio dal collegare ad essa quella trasandatezza esteriore. Il problema si risolve curando il fisico cosí come si curano l’anima e lo Spirito, senza frivolezza ma anche con il giusto impegno che si pone nell’eseguire un esercizio per la formazione interiore. Ne trarrà sicuro giovamento anche l’atmosfera famigliare.